Le pentole antiaderenti sono cancerogene? In questo articolo facciamo chiarezza. Le pentole antiaderenti sono tra gli strumenti da cucina più utilizzati per la loro praticità: impediscono al cibo di attaccarsi, riducono la necessità di grassi e facilitano la pulizia. Tuttavia, negli ultimi anni si è diffusa la preoccupazione che alcuni materiali utilizzati per il rivestimento possano essere dannosi per la salute e, in particolare, cancerogeni. Ma cosa c’è di vero in queste affermazioni?
Cosa contengono le pentole antiaderenti?
Le pentole antiaderenti devono la loro proprietà principale al rivestimento superficiale, che può essere costituito da diversi materiali:
- Teflon (PTFE – Politetrafluoroetilene): è il rivestimento antiaderente più comune. Un tempo era associato alla presenza del PFOA (acido perfluoroottanoico), una sostanza chimica usata nella produzione di PTFE e ritenuta potenzialmente cancerogena. Tuttavia, dal 2015 il PFOA è stato eliminato dai processi produttivi in molti Paesi.
- Ceramica: è un’alternativa priva di PTFE e PFOA. Offre un buon effetto antiaderente, ma tende a deteriorarsi più rapidamente rispetto al teflon.
- Titanio: spesso usato in combinazione con altri materiali, è resistente ai graffi e ha una buona durata nel tempo.
- Pietra minerale: solitamente si tratta di rivestimenti a base di particelle minerali miscelate con altri materiali antiaderenti.
- Alluminio anodizzato: è una soluzione più resistente dell’alluminio tradizionale, con un trattamento che ne riduce la reattività con gli alimenti.
Le pentole antiaderenti sono cancerogene?
La principale preoccupazione legata alle pentole antiaderenti deriva dal PFOA, un composto chimico usato in passato per la produzione del teflon. Studi scientifici hanno evidenziato che il PFOA è una sostanza potenzialmente tossica e associata a vari problemi di salute, tra cui un possibile aumento del rischio di tumori, danni al fegato e squilibri ormonali.
Tuttavia, il PFOA è stato vietato nella produzione di pentole antiaderenti e oggi i rivestimenti in teflon sono privi di questa sostanza. Il PTFE, di per sé, non è considerato pericoloso, a patto che non venga surriscaldato oltre i 260-300°C, temperatura alla quale può iniziare a degradarsi rilasciando fumi tossici.
Le alternative al teflon, come la ceramica e il titanio, non contengono PTFE e sono considerate sicure, anche se hanno altri limiti, come una minore durata dell’effetto antiaderente.
Cos’è il politetrafluoroetilene? Causa danni alla salute?
Il politetrafluoroetilene (PTFE) è in origine una polvere inodore, bianca e leggera, che non si scioglie in acqua e in nessun solvente. È inerte, ovvero non reagisce con altre sostanze chimiche, non è infiammabile, non conduce elettricità e rimane stabile fino a temperature molto elevate (vicine ai 300 gradi). Tutte queste caratteristiche hanno fatto del politetrafluoroetilene un prodotto di grande successo, presentato al pubblico a partire dalla seconda metà del secolo scorso.
Esso non è cancerogeno e non provoca rischi per la salute alle dosi con le quali normalmente si viene in contatto. Resta importante però fare un uso appropriato delle padelle. Bisogna quindi usarle a temperature medio-basse, usare solo utentili in legno arrotondati e gettare vie le padelle quando il rivestimento appare rovinato.
PFOA nel Teflon: limiti e normative
Nel 2006 l’EPA e otto aziende che utilizzavano regolarmente PFOA hanno dato il via a uno speciale programma, con l’obiettivo di ridurre i livelli di emissioni e i prodotti contenenti questa sostanza del 95 per cento entro il 2010 e di eliminarli completamente entro il 2015. Secondo i dati e le dichiarazioni delle aziende, l’obiettivo è stato raggiunto. Inoltre, dal 2021 l’EPA, così come altri agenzie governative statunitensi tra cui la Food and Drug Admistration (FDA), hanno annunciato di voler compiere nuove azioni al fine di esaminare i PFAS negli alimenti, così come dell’acqua e nell’aria.
Come usare le pentole antiaderenti in sicurezza?
Per evitare qualsiasi rischio e garantire la massima sicurezza nell’uso delle pentole antiaderenti, è consigliabile seguire alcune buone pratiche:
- Non surriscaldare le pentole: evitare di lasciarle vuote sul fuoco a temperature elevate per prevenire la degradazione del rivestimento.
- Usare utensili adeguati: preferire strumenti in legno, silicone o plastica resistente al calore per evitare di graffiare il rivestimento.
- Lavare con delicatezza: non utilizzare spugne abrasive o detergenti aggressivi che potrebbero danneggiare la superficie antiaderente.
- Sostituire le pentole danneggiate: se il rivestimento è scheggiato o presenta graffi profondi, è meglio sostituire la pentola per evitare il rilascio di particelle nel cibo.
- Evitare temperature estreme: non mettere pentole calde sotto l’acqua fredda per evitare shock termici che potrebbero danneggiare il rivestimento.