Il termine amianto identifica un gruppo di minerali accomunati da caratteristiche simili appartenenti alla famiglia dei silicati. Essi posseggono una natura fibrosa che è direttamente connessa alla comprovata capacità di provocare cancro e altre malattie. Tra i minerali di amianto compare l’actinolite.

In questa pagina scopriamo tutto su questo minerale di amianto, quale è la loro formula chimica, dove si trova in natura e in quali applicazioni è stata utilizzata. Scopriamo nel dettaglio quali sono i danni che provoca alla salute e le patologie connesse all’esposizione all’actinolite. Inoltre, analizziamo anche quali sono i diritti degli esposti che abbiano contratto malattia amianto correlata e come ottenere l’assistenza legale gratuita.

L’Osservatorio Nazionale Amianto è in prima linea nella lotta alle fibre killer e si occupa di prevenzione a 360°, compresa la tutela legale degli esposti all’actinolite. Questi, insieme ai loro famigliari, hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti e ad altri benefici connessi all’insorgere di una malattia professionale o causa di servizio.

Che cos’è il minerale di actinolite?

Che cos’è l’actinolite? L’actinolite è un minerale di amianto. All’interno di questo ampio gruppo di silicati fibrosi, questo minerale è inserito tra gli anfiboli e in particolare tra gli anfiboli di calcio. La sua formula chimica è 2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O (n. CAS 77536-66-4).

L’actinolite è anche detta actinoto (dal greco ακτινωτο = pietra raggiata) o “amianto verde-nero” o amianto bruno. Queste ulteriori denominazioni sono dovute alla sua colorazione. In natura, infatti, potrebbe apparire in sfumature varie che vanno dal verde chiaro al verde scuro, nero e grigio.

Questo minerale ha una temperatura di decomposizione tra 620-900°C e quindi come tutti i minerali di amianto possiede una buona resistenza al calore. In natura si può trovare sotto forma di cristalli lamellari lunghi fino a 15 cm, in aggregati colonnari o radiali fibrosi o anche in forma granulare o massiva.

Dove si trova l’actinolite e per cosa viene utilizzata?

smaltimento amianto e bonifica

E’ possibile reperire l’actinolite in natura nelle rocce scistose-cristalline della catena alpina. Nelle rocce mafiche e ultramafiche e anche negli scisti blu ricchi di glaucofane come prodotto di metamorfismo di contatto o regionale di basso grado col carbonato di magnesio associata a talco, epidoto, clorite, glaucofane, pumpellyite, lawsonite e albite.

Il minerale è presente in abbondanza nell’Oisans in Francia (Isere), in Austria (Zillertal) in Svizzera (Zermatt) e in Norvegia. Si rammenda che esiste anche una varietà di actinolite non asbestiforme che viene utilizzata come pietra ornamentale e viene chiamata Giada. Si trova principalmente in Madagascar, Tanzania e Canada. In questo caso, non avendo una struttura asbestiforme, la giada è innocue per l’organismo umano, quindi non provoca danni alla salute.

Caratteristiche e proprietà dell’actinolite

L’actinolite possiede alcune proprietà in comune con gli altri minerali di amianto. Tra queste, l’elevata resistenza a fuoco e alte temperature, elevata flessibilità, resistenza alla trazione e fonoassorbenza. Inoltre, questo minerale ha la capacità di essere inattaccabile da parte degli agenti esogeni. L’actinolite, in composti e forme varie, è stata utilizzata nell’edilizia e in tutti i settori dell’industria. Non solo resistenza alle alte temperature, l’asbesto e tutti gli altri minerali di amianto sono stati largamente utilizzati anche in virtù della loro abbondanza in natura e per l’economicità, anche nei casi in cui le sue particolari caratterstiche non erano necessarie alla buona riuscita del prodotto.

Actinolite: uno dei minerali di amianto o asbesto

I minerali di amianto sono un gruppo abbastanza vasto che appartiene alla famiglia dei silicati. Ad accomunarli tra di loro è la loro natura fibrosa, per i quali vengono denominati anche silicati fibrosi, oppure asbestiformi. Questi materiali, infatti, hanno la capacità di suddividersi longitudinalmente in fibre sottili, fino a raggiungere il diametro molto più sottile addirittura di un capello umano.

Queste fibre, soprannominate anche fibrille, sono impercettibili all’occhio umano, oltreché leggerissime. Per questo motivo, si disperdono facilmente nell’ambiente e rimangono a lungo sospese in aria, rendendo possibile anche l’inalazione e l’ingestione per coloro che ne entrano a contatto. Queste, infatti, possono provocare gravi infiammazioni precancerose che, il più delle volte, degenerano in tumori maligni, tra cui il più noto e diffuso: il mesotelioma.

Tutti i minerali asbestiformi sono fibrosi, ma non tutti i minerali fibrosi sono asbestiformi. Infatti, un materiale per essere classificato tra quelli di amianto deve avere anche ulteriori caratteristiche. Tra queste, possedere una struttura fibrillare, elevata flessibilità e una particolare resistenza di ogni singola fibra. Per trasformarsi in amianto, i minerali di partenza devono subire particolari processi e/o lavorazioni idrotermali di bassa pressione e bassa temperatura.

I minerali di amianto nella classificazione secondo la legge

La legge ha classificato e definito i minerali di amianto nell’art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l’art. 2 della Direttiva 477/83/CEE, attualmente sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE. La legislazione, quindi, include tra i minerali di amianto:

  • actinolite di amianto, n. CAS 77536-66-4;
  • la grunerite di amianto (o amosite), n. CAS 12172-73-5;
  • antofillite, n. CAS 77536-67-5;
  • crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
  • crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
  • tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6.

La classificazione del legislatore non rispecchia però la grande varietà di minerali di amianto presenti in natura, così come l’erionite (IARC 2012b) e la fluoro-edenite. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha più volte ribadito la necessità e l’urgenza di un’adeguamento di tale classificazione, con il supporto legale del Presidente dell’associazione, l’Avvocato Ezio Bonanni. Infatti, la mancata classificazione di altri minerali asbestiformi espone ad alto rischio molti cittadini e lo stesso ambiente che li circonda.

La pericolosità per la salute umana

La pericolosità dell’actinolite per la salute, così come tutti gli altri minerali di amianto, era già nota all’inizio del secolo scorso. Si è dovuto attendere fino al 1992 però per avere un disegno chiaro di legge con la n. 257/1992. Tale legislazione, infatti, vieta l’estrazione, la commercializzazione e la lavorazione dei materiali di amianto in Italia. Tale divieto è stato poi esteso con il tempo anche a tutta Europa, anche se alcuni paesi nel mondo ancora tutt’oggi non è mai stato vietato l’utilizzo dell’amianto.

La pericolosità dell’amianto dipende, appunto, dalla sua struttura asbestiforme, ovvero dalla capacità di rilasciare fibre sottilissime che rimangono sospese a lungo nell’ambiente. Una volta inalate, infatti, tali fibre danno inizio a una serie di gravi processi infiammatori (asbestosiplacche pleuriche ed ispessimenti pleurici) che possono evolvere in neoplasie del tratto respiratorio, come nei casi di mesoteliomi e in altre neoplasie che coinvolgono altri distretti corporei (risultati della commissione d’inchiesta sui rischi di amianto e altri cancerogeni).

Il parere dell’OMS sul minerale di actinolite

L’OMS ha chiarito ogni dubbio riguardo la pericolosità dell’actinolite, così come gli altri tipi di asbesto. Infatti, l’organizzazione mondiale ha ribadito la cancerogenità di tutte le tipologie di amianto. Sul sito ufficiale, infatti, si legge: “All types of asbestos cause lung cancer, mesothelioma, cancer of the larynx and ovary, and asbestosis (fibrosis of the lungs). Exposure to asbestos occurs through inhalation of fibres in air in the working environment, ambient air in the vicinity of point sources such as factories handling asbestos, or indoor air in housing and buildings containing friable (crumbly) asbestos materials”.

Per ulteriori approfondimenti si possono consulare anche le monografie dello IARC e la pubblicazione dei Quaderni del Ministero della Salute “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, n. 15, maggio-giugno 2012.

Patologie provocate dall’esposizione all’actinolite

L’esposizione all’actinolite, così come ad altri tipi di amianto, può causare infiammazioni e fibrosi del tratto respiratorio. Quindi, anche asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici. Tali infiammazioni potrebbero degenerare successivamente in tumore del polmone o, peggio, in mesotelioma pleurico.

Il mesotelioma pleurico non è l’unico tipo di mesotelioma esistente ed è esclusivamente causato dall’esposizione ad amianto, essendo monofattoriale. Esistono, infatti, anche il mesotelioma pericardicoperitoneale e della tunica vaginale del testicolo che hanno la stessa eziologia. Inoltre, un’esposizione morbigena ad asbesto può provocare anche tumore alla laringe e cancro alle ovaie.

Altre neoplasie, come il tumore della faringe, il tumore dello stomaco, il tumore del colon retto (inserite nella lista II dell’INAIL) e il tumore dell’esofago (che rientra nella lista III dell’INAIL) possono altresì essere provocate dall’esposizione all’actinolite ad altri tipi di amianto. La loro incidenza per cause lavorative però viene ritenuta meno probabile rispetto a mesoteliomi, tumori del polmone, laringe e ovaie (inseriti nella Lista I dell’INAIL).

Malattie amianto correlate: quali sono?

Ricapitolando, le fibre dei minerali di amianto possono causare le seguenti malattie amianto correlate:

  • mesotelioma (peritoneale, pericardico, pleurico, della tunica vaginale del testicolo);
  • tumore del polmone;
  • tumore alla laringe;
  • cancro alle ovaie.

Queste patologie appena elencate sono incluse nella lista I dell’INAIL (Istituto Nazionale Assicurativo Infortuni sul Lavoro) e, per tale ragione, prevedono una presunzione legale d’origine. In altri termini, se un lavoratore contrae una di queste malattia e viene dimostrato che l’asbesto era presente sul posto di lavoro, vengono automaticamente considerate malattie di origine professionale. Nella lista II, che invece non predeve la presunzione legale di origine, compaiono:

  • tumore alla faringe;
  • al colon-retto;
  • neoplasia dello stomaco.

Nella lista III, che come la lista II prevede la dimostrazione a carico del lavoratore del nesso causale, compare infine solo il tumore dell’esofago. Tutte queste patologie devono essere risarcite in quanto considerate malattie professionali. Si deve tener conto che qualora ci trovassimo nel primo caso risulta più semplice ottenere il riconoscimento da parte dell’INAIL; al contrario, negli altri due casi, l’iter è più complicato.

Tutte le altre patologie correlate all’amianto

Oltre alle malattie riconosciute dall’INAIL ci sono tutta una serie di patologie che possono essere scatenate dall’esposizione all’amianto. Tra le malattie degenerative non tumorali ci sono la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia e vari problemi cardiovascolari.

Invece, le neoplasie causate dalle fibre di asbesto possono colpire il cervello, la colecisti, la mammella, il pancreas, la prostata, i reni, la tiroide, la vagina-vulva e la vescica. Quest’ultima è dimostrata da molti studi scientifici:

App per segnalare i siti contaminati dall’amianto

L’app amianto, ideata dall’Osservatorio Nazionale Amianto, si è rivelato uno strumento fondamentale nella lotta al rischio amianto in Italia. Attraverso l’applicazione, infatti, è possibile segnalare la presenza di asbesto nei luoghi di lavoro e di vita. Raccogliendo quante più segnalazioni possibile, permette di migliorare l’efficacia della prevenzione primaria e, allo stesso tempo, di raggiungere la prova di esposizione delle vittime, ai fini di una tutela legale efficace per l’ottenimento dei risarcimenti previsti dalla legge.

Assistenza legale gratuita rischio amianto e actinolite

Gli esposti all’actinolite e agli altri minerali di asbesto hanno diritto ad una serie di benefici di natura preventiva (prepensionamento e rivalutazione dei contributi) e risarcitoria (risarcimento dei dannirendita INAIL o indennizzo, accesso al Fondo Vittime Amianto e, per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e Comparto Sicurezza, lo status di Vittime del dovere e la causa di servizio).

Per richiedere l’assistenza medica e legale gratuita dell’ONA in caso di esposizione all’amianto o ad altri cancerogeni basta chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Nome