Le placche pleuriche consistono in lesioni della pleura, il tessuto che riveste i polmoni. Esse sono delle infiammazioni della membrana pleurica, che si manifestano prima di tutto con difficoltà respiratorie. In molte casi, le placche rappresentano il primo segnale dell’insorgenza di un mesotelioma pleurico.

Che cosa sono le placche pleuriche?

La pleura è la membrana che avvolge i polmoni ed attudisce l’attrito tra questi due organi durante l’atto di respirazione, anche attraverso la produzione di un liquido pleurico che lubrifica la zona. Quando l’apparato respiratorio, in particolare la pleura che avvolge i polmoni, viene colpito da un’infiammazione si generano le cosiddette placche pleuriche, oltre a possibili ispessimenti.

Le placche pleuriche sono, infatti, lesioni della stessa pleura, con aspetto fibroso e spesso identificano il primo segnale di una conseguente diagnosi di mesotelioma. Il loro spessore e la loro estensione è variabile, differenziandosi altresì in multiple, bilaterali o simmetriche. Inoltre, se non adeguatamente trattate potrebbero aumentare di dimensione e moltiplicarsi nel tempo.

L’atelettasia pleurica: la patologia benigna provocata dall’amianto

Le placche pleuriche potrebbero mutare o essere il preambolo di ulteriori patologie provocate dall’amianto. Oltre al mesotelioma, tra le neoplasie più aggressive, infatti, potrebbero insorgere anche alcune manifestazioni benigne della pleura, come l’atelettasia rotondeggiante.

Solitamente, l’atelettasia si rivela come conseguenza della presenza di placche e ispessimenti della pleura. Queste patologie pregiudicano, purtroppo, anche le capacità respiratorie del paziente, fungendo come una “gabbia” per i polmoni. Spesso quest’aggravamento viene confuso con altre neoplasie polmonari, poiché dalla forma cicatriziale curvilinea.

In che modo l’amianto provoca le placche pleuriche?

Le placche calcifiche sono il primo segno inequivocabile dell’insorgenza di una patologia asbesto correlata, quindi segni patologici della pleura. La presenza di queste calcificazioni è strettamente correlata all’esposizione all’asbesto. Questo minerale, infatti, depositandosi nell’apparato respiratorio, genera un processo infiammatorio che porta alla formazione di lesioni, quindi le cosiddette placche pleuriche.

Le fibre di asbesto potrebbero, inoltre, essere state trasportate nel cavo pleurico per via linfatica. In questo modo, esercitando un’azione irritativa direttamente sulla pleura, le fibre di amianto causano una reazione infiammatoria delle cellule mesoteliali. Solitamente, questa patologia si manifesta a seguito di esposizioni elevate, in intensità e durata, quindi con probabile riconducibilità lavorativa. Generalmente, i tempi di latenza medi sono di 15 anni, quindi molto più inferiori rispetto alle altre malattie amianto correlate.

Le placche pleuriche: dai sintomi alla diagnosi

L’insorgenza delle placche pleuriche è anticipata da una specifica sintomatologia, nella maggior parte dei casi. Tra i sintomi più comuni si evidenziano difficoltà respiratorie e senso di soffocamento. Spesso, quando le calcificazioni hanno una bassa entità e una ridotta estensione, non presentano una sintomatologia acuta, se non del tutto assente, ritardando l’identificazione del quadro clinico. Fondamentale, in questi casi, è mantenere una certa costanza nei controlli sanitari in modo da permettere una diagnosi precoce e procedere tempestivamente con le opportune cure.

La diagnosi

Come abbiamo anticipato, non sempre l’insorgenza delle placche pleuriche è anticipata da una specifica sintomatologia. Per questo, a volte, la diagnosi avviene in maniera del tutto causale. Nei lavoratori che hanno subito un’esposizione all’amianto spesso viene identificata la presenza di placche attraverso la sorveglianza sanitaria, che permette di evidenziare precocemente la sintomatologia specifica e arrivare in tempi ridotti a una diagnosi quanto più precisa possibile.

Anche attraverso radiografie e tac è possibile evidenziare la presenza di infiammazioni e lesioni della pleura, in questi casi riconducibili senza ombra di dubbio all’esposizione all’amianto per motivi lavorativi. La diagnosi è confermata solo dopo aver sottoposto il paziente a tutti gli esami tecnico-strumentali che prevedere l’iter sanitario.

Lesione, versamento pleurico e altre complicanze

A volte, gli ispessimenti pleurici e le placche presentano un’estensione marcata. In questi casi, potremmo trovarci di fronte alla presenza di una fibrosi pleurica diffusa. Questa patologia, data la sua localizzazione diffusa ed estensione marcata, causa un indebolimento delle capacità respiratorie, provocando anche disturbi e disagi nell’atto stesso di respirazione, oltre a un affaticamento generale dei polmoni. In altri casi, invece, potrebbe sopraggiungere addirittura una diagnosi di versamento pleurico.

I versamenti pleurici di tipo benigno hanno una latenza temporale tra i 15 e i 45 anni, rispetto la pregressa esposizione alle fibre di amianto. Spesso i versamenti sono una conseguenza della presenza di placche e ispessimenti pleurici, che inibiscono a una maggiore produzione di liquido pleurico. In questi casi, è importante procedere a un’analisi dello stesso liquido prodotto, stabilendone la natura del processo essudativo che può essere sierosa, sieroematica o ematica. Ovviamente, è opportuno in queste circostanze procedere con un’opportuna valutazione diagnostica per escludere la malignità del versamento. A volte, infatti, quest’ultimo potrebbe addirittura risolversi naturalmente, in altri casi, invece, è bene intervenire con il giusto trattamento per evitare che degeniri in patologie più severe.

Cura e trattamenti per le placche della pleura

La cura e i trattamenti a cui sottoporre coloro affetti da placche pleuriche dipende dalla sintomatologia che presenta il paziente. La scelta della terapia, quindi, è correlata dai sintomi e dall’eventuale presenza di complicanze. Solo dopo aver delineato un preciso quadro clinico, si può optare per un trattamento specifico, che molto spesso prevende la somministrazione di farmaci antinfiammatori. Infatti, per procedere alla cura delle placche è prima necessario intervenire sullo stato infiammatorio della pleura. Nei casi più gravi, potrebbe essere anche necessario l’utilizzo di un supporto ventilatorio.

Placche pleuriche e sorveglianza sanitaria

sicurezza sul lavoro

I lavoratori che hanno subito una probabile esposizione alle fibre di asbesto vengono generalmente sottoposti a una costante sorveglianza sanitaria, attualmente obbligatoria per legge. La costanza dei controlli sanitari, infatti, come già ribadito, appare di fondamentale importanza per procedere a una diagnosi precoce e per un più tempestivo accesso a cure e trattamenti specifici.

Le placche pleuriche, rispetto ad altre infauste patologie asbesto correlate, ha dei tempi di latenza ridotti, quindi agire in breve tempo potrebbe prevenire la conseguente insorgenza di un mesotelioma, o altre neoplasie maligne. Essendo queste malattie definite dose dipendenti e ad elevata esposizione, è bene tener sotto controllo coloro che hanno subito esposizioni massicce a questa fibra killer, in modo da permettere un più celere intervento anche da parte del personale medico, nei casi più gravi.

Placche pleuriche e le altre patologie dell’amianto

Le placche pleuriche potrebbero essere semplicemente un segnale che anticipa l’insorgenza di patologie più gravi, tra cui le altre classificate come amianto correlate. L’asbestosi è un’altra di queste. Anche questa malattia protrebbe presupporre l’insorgenza di placche pleuriche. A differenza del mesotelioma però l’asbestosi non ha sempre esito infausto e i pazienti che ne risultano affetti hanno dignitose aspettative di vita. Tuttavia, identificare la malattia in tempi brevi non è sempre semplice. Di certo, tra i lavoratori a maggior rischio compaiono coloro che hanno svolto attività lavorativa nei cantieri navali, nell’industria tessile e nell’edilizia. Ma anche addetti alla bonifica dell’asbesto o i minatori esposti alle fibre di asbesto. Questi, infatti, vengono sottoposti a sorveglianza sanitaria per avere una costanza nel monitoraggio del quadro clinico e delle patologie che potrebbero improvvisamente insorgere.

Tra le tante patologie, riconosciute anche dall’INAIL come asbesto correlate, c’è anche il carcinoma polmonare, tra le principali cause di decesso per cancro a livello globale. Anche questa patologia, in molti casi, è preceduta da un’asbestosi iniziale, oltre alla presenza di placche e ispessimenti pleurici. Nei casi di cancro del polmone la terapia viene indicata in base alla stadiazione del tumore stesso. Vi è, infatti, possibilità di procedere con chirurgia, chemioterapia e radioterapia, oppure con approcci combinati. L’avanzamento della ricerca scientifica e lo studio di tali patologie ha, inoltre, migliorato anche il tasso medio delle aspettative di vita dei pazienti oncologici.

Placche pleuriche: i riconoscimenti dell’INAIL

Le placche creano pressione sul polmone, generando anche un ostacolo alla respirazione. Anche questa tipologia è classificata come asbesto correlata, e per questo inserita nella Lista I INAIL, quindi, con presunzione legale di origine. In molte occasioni, infatti, l’INAIL riconosce questa malattia, ma non emette l’indennizzo poiché le attribuisce una percentuale inferiore al 6%.

Il riconoscimento come malattia asbesto correlata è il primo step che permette di ottenere anche l’accredito delle maggiorazioni contributive per esposizione all’amianto (ex art. 13, co.7, L. 257/92). I benefici contributivi risultano pari al coefficiente di 1,5, rispetto l’intero periodo dell’accertata esposizione all’amianto. Inoltre, tali benefici permettono di accedere anche al diritto per il prepensionamento. Nel caso non si dovessero riuscire a raggiungere tutti i requisiti per un’anticipo della pensione, si potrà comunque accedere alla pensione di invalidità. Questo è possibile solamente da quando l’art. 41-bis della legge 58 del 2019 ha ampliato la tutela vittime amianto malattia professionale con i commi 250-bis e 250-ter all’art. 1 della L. n. 232/2016. L’Osservatorio Nazionale Amianto assicura comunque un’ampia e gratuita tutela legale, oltre a un programma di sorveglianza sanitaria per tutte le vittime di patologie asbesto correlate.

Assistenza gratuita per placche pleuriche

L’ONA offre assistenza legale gratuita per la tutela dei diritti per coloro che sono affetti da placche pleuriche, quale malattia asbesto correlata. L’ONA, con un pool di avvocati, garantisce il risarcimento dei danni e il riconoscimento di tutti i benefici. Inoltre, offre assistenza medica gratuita per ottenere la diagnosi precoce e la sorveglianza sanitaria.

L’ONA, con il sostegno dell’Avv. Ezio Bonanni, assiste le vittime dell’amianto, al fine di ottenere una diagnosi di qualsiasi patologia asbesto correlata. Solo attraverso la diagnosi è possibile procedere con la denuncia di malattia professionale all’INAIL e ottenere l’indennizzo spettante. Inoltre, il riconoscimento da parte dell’INAIL è necessario anche per ottenere l’integrale ristoro dei danni subiti, a carico del datore di lavoro. L’INAIL ha inserito le placche pleuriche nella Lista I, quale patologia asbesto correlata.

Riconoscimento di malattia professionale e prepensionamento

I lavoratori che sono stati esposti a questa sostanza cancerogena e hanno ricevuto una diagnosi di patologia asbesto correlata, come per esempio la presenza di placche pleuriche, hanno diritto all’indennizzo INAIL. Qualora quest’ultimo non venga corrisposto per mancanza dei requisiti minimi, e quindi con un grado invalidante inferiore al 6%, si ha comunque accesso ai benefici contributivi per esposizione all’amianto, dettati dall’art. 13, co. 7, legge 257 del 1992.

In questo caso, viene effettuata una rivalutazione dei contributi versati per l’intero periodo lavorativo, tenendo presente un coefficiente pari a 1,5. A seguito di tali riconoscimenti, si può accedere anche al prepensionamento, e cioè un’anticipazione del posizionamento in pensione. Anche per coloro già collocati in quiescenza possono trarre benefinici da tali contributi, ottenendo perciò un aumento del rateo mensile pensionistico. In quest’ultimo caso però è da sottolineare che tale aumento è possibile solo per coloro che non hanno depositato la domanda INAIL entro il 15 giugno 2005. Il prepensionamento costituisce, inoltre, un risarcimento previdenziale e, allo stesso tempo, uno strumento preventivo. Infatti, si traduce nella possibilità di evitare che il lavoratore possa subire ulteriori esposizioni che potrebbero portare alla degenerazione in malattie più gravi della patologia di cui è affetto.

Risarcimento dei danni da parte del datore di lavoro

Oltre all’indennizzo INAIL e al diritto al prepensionamento, coloro che sono esposti ad amianto possono richiedere al datore di lavoro un integrale risarcimento dei danni subiti. A fronte di diagnosi di patologie asbesto correlate c’è un’alta probabilità che queste siano state provocate da esposizioni lavorative, in quanto le esposizioni extraprofessionali sono di intensità troppo bassa per causarne l’insorgenza. Dunque, bisognerà comunque accertare il nesso di causalità per presuppore un diritto al risarcimento dei danni. Il datore è ritenuto unico responsabile dell’esposizione morbigena. Pertanto, è obbligato a risarcire le vittime dell’amianto. Il risarcimento prevede l’integrale ristoro di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, biologici, morali ed esistenziali.

Le modalità di risarcimento dei danni sono proporzionate e conseguenti all’entità del grado invalidante riconosciuto per la malattia asbesto correlata.

  • inferiore al 6%: in questo caso, l’INAIL non indennizza il danno biologico. Il datore di lavoro deve risarcire per intero tutti i danni provocati dall’esposizione professionale a polveri e fibre di asbesto (Cass. sez. lav., n. 2491/2008), tenendo conto delle sofferenze fisiche e morali subite (danno morale) e le ripercussioni sui programmi e progetti di vita (danni esistenziali), oltre ai pregiudizi patrimoniali;
  • dal 6% al 15%: in queste circostanze, l’INAIL indennizza il danno biologico. Pertanto, il datore di lavoro deve risarcire il differenziale del danno biologico, oltre ai danni morali, esistenziali e patrimoniali (Cass., sez. lav., n. 777 del 2015);
  • superiore al 16%: l’INAIL indennizza il danno biologico e il danno patrimoniale da diminuite capacità di lavoro. In questo caso, il datore di lavoro deve risarcire solamente il differenziale dei danni indennizzati e quelli non contemplati dall’indennizzo INAIL, quali pregiudizi morali, esistenziali, e altri danni patrimoniali.

Riconoscimento per le vittime del dovere

Coloro che hanno svolto servizio nelle Forze Armate e nel Comparto Sicurezza, a cui ha fatto seguito l’insorgenza di malattie pleuriche, hanno diritto ad ottenere le prestazioni riconosciute alle vittime del dovere. Gli indennizzi comprendono la speciale elargizione, lo speciale assegno vitalizio e l’assegno vitalizio.

A volte, le placche pleuriche potrebbero degenerare in mesotelioma pleurico o altre patologie della stessa entità maligna. Queste, oltre a provocare gravi conseguenze invalidanti, potrebbero addirittura determinare la morte del paziente stesso. Qualora si verifichi il decesso di una vittima del dovere per malattia asbesto correlata, le prestazioni percepite sono trasmissimili alla vedova e agli eventuali orfani, nonché eredi legittimi.

Per chiedere maggiori informazioni oppure una consulenza gratuita all’ONA puoi chiamare il numero verde 800.034.294 o compilare il form.

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