Il gas radon fu scoperto nel 1899 da Robert B. Owens e Ernest Rutherford. Nel dettaglio, si tratta di un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento delle radiazioni alfa del radio che a sua volta è generato dal decadimento delle radiazioni alfa dell’uranio.

Gli isotopi del radon, decadendo, emettono particelle alfa e si trasformano in elementi “figli”, anch’essi radioattivi:

  • Polonio 218 (218Po);
  • Polonio 214 (214Po);
  • Piombo 214 (214Pb);
  • Bismuto 214 (214Bi).

La radioattività del radon si misura in Becquerel (Bq), che indica la trasformazione di un nucleo atomico al secondo. Inoltre, la concentrazione nell’aria di radon gas radioattivo si esprime in Bq/m3.

Le principali caratteristiche del Gas Radon

In precedenza, questo gas veniva chiamato anche NitoNiton ed è un gas incolore, inodore e insapore. Se inalato, è considerato molto pericoloso per la salute poiché le particelle alfa possono danneggiare il DNA delle cellule.

Il Radon è addirittura considerato la seconda causa di tumore al polmone, dopo il fumo di tabacco. Questo gas è reperibile in natura, si trova in tutta la crosta terrestre, nel terreno e si deposita anche nelle rocce. Ma come avvengono le esposizioni? Le esposizioni avvengono soprattutto perché i materiali edili, derivanti da rocce vulcaniche, sono sorgenti di questo gas.

Gli edifici maggiormente esposti a rischio sono quelli di origine vulcanica e quelli costruiti con materiali che assorbono facilmente. In Italia, quella del gas radon è una vera e propria emergenza che coinvolge tantissimi edifici.

La situazione naturalmente si presenta diffusa a macchia d’olio, con zone più o meno colpite. Per tracciare un quadro della situazione italiana, l’Istituto Superiore di Sanità e all’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici) hanno avviato un’indagine specifica.

Esposizione e prevenzione al gas radon

Il livello di radon presente negli edifici dipende da alcuni fattori:

  • la tipologia di edificio;
  • numero di ricambi d’aria;
  • grado di ventilazione naturale o artificiale.

Il gas entra negli edifici attraverso il suolo, soprattutto se è presente una depressione tra i locali e il suolo. Il principale fattore scatenante è la differenza di temperatura che vi è tra l’interno e l’esterno dell’edificio. I rischi correlati al gas radon sono stati certificati anche dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), che lo etichetta come agente cancerogeno per l’uomo, appartenente al gruppo 1.

La direttiva europea 2013/59/Euratom sulle norme di sicurezza di base contro l’esposizione radiazioni ionizzanti, non ancora recepita dall’Italia, prevede che gli Stati Membri stabiliscano un livello di riferimento (non superiore a 300 Bq/m3, sia per le abitazioni che per i luoghi di lavoro), al di sopra del quale è necessario l’intervento al fine di ridurre la concentrazione media. L’impegno alla riduzione dei livelli di esposizione al gas radon deve essere profuso anche per esposizione relativamente basse, poiché tale agente agisce in sinergia con gli altri cancerogeni per il polmone, aumentando il rischio o diminuendo i tempi di latenza dell’insorgenza della neoplasia del polmone, e con aggravamento, e accelerazione del decorso clinico.

Rischio radon: necessario misurare i livelli

Per rischio radon nelle abitazioni i livelli di concentrazione di gas radon sono maggiori nelle abitazioni piuttosto che nei luoghi di lavoro. Per misurare i livelli di concentrazione di radon è sufficiente utilizzare piccole scatoline contenenti un frammento di plastica simile a quella delle lenti degli occhiali sul quale le radiazioni emesse dal radon lasciano delle tracce che possono poi essere ingrandite e contate in laboratorio.

Le concentrazioni di radon variano nel corso della giornata e delle stagioni, la normativa richiede che queste scatoline (comunemente, anche se erroneamente, chiamate “dosimetri radon”) siano esposte per un anno, così da ottenere un valore medio rappresentativo.

Gas radon negli ambienti di vita e di lavoro

La misurazione di concentrazione di gas radon riguarda innanzitutto le abitazioni. Non sono esclusi, però, i posti di lavoro, in particolare nei sotterranei e nei bunker. Ma il radon gas è presente anche nelle installazioni militare, come per esempio quella del Monte Venda della Aeronautica Militare.

In forza dell’effetto sinergico con amianto ed altri cancerogeni del polmone, il radon ha causato una vera e propria epidemia di tumori del polmone e altre patologie di origine occupazionale, riconosciute causa di servizio, con diritto al risarcimento del danno, oltre che al riconoscimento di vittima del dovere.

Presenza di gas radon in luoghi pericolosi

Il radon, in quanto cancerogeno, è dannoso alla salute umana. Tra gas radon effetti sulla salute vi è l’insorgere del cancro in particolare il tumore del polmone. Questa neoplasia è multifattoriale e ci sono diversi agenti cancerogeni che la provocano, con sinergia ed effetto moltiplicativo tra di loro (in particolare fumo di sigaretta e amianto).

Per tali motivi, le esposizione a gas radon debbono essere ridotte al minimo. La più elevata condizione di rischio gas radon si riscontra nel piano terra, o di locali poco ventilati, ma le variabilità sono molto elevate. Per tali motivi la cosa migliore, affidabile e poco costosa consiste nel misurare la concentrazione di radon e successivamente, soprattutto se il valore riscontrato è di alcune centinaia di Bq/m3, rivolgersi a servizi in grado di ridurla.

Una cosa generalmente fattibile con interventi (il cui costo si aggira fra mille e 2mila euro) che riducono l’ingresso di radon nell’edificio aspirandolo dal suolo sottostante e disperdendolo all’aria aperta.

Radon: prevenzione primaria e secondaria

Necessario misurare la concentrazione di gas radon, e conseguentemente abbatterne le concentrazioni con sistemi di ampliamento del’areazione, ed evitare di fumare. I tabagisti possono ridurre di molto il rischio da radon smettendo di fumare a causa dell’effetto moltiplicativo tra radon e fumo di sigaretta, a maggior ragione nel caso in cui ci fosse esposizione di asbesto che è sinonimo di amianto. Il tumore del polmone è causato innanzitutto dal fumo attivo e passivo e poi dalle esposizioni ad amianto, e ad altri cancerogeni tra cui il benzene e i residui di combustione.

Gas Radon: la prevenzione e la bonifica

Coloro che sono stati esposti a gas radon e ad altri cancerogeni del polmone tra i quali l’amianto e il fumo di sigaretta, debbono necessariamente sottoporsi a controlli sanitari, per la diagnosi precoce. In caso di gas radon sintomi, tra i quali tosse, respiro difficoltoso o sibilante, raucedine, perdita di peso, strisce di sangue nell’espettorato, è necessario sottoporsi subito ai controlli sanitari tra i quali la TAC torace ed altri accertamenti. Solo in questo modo sarà possibile individuare la patologia e attuare la migliore radon terapia.

L’ONA ha reso pubblici gli effetti del gas radon salute umana nei luoghi di vita e di lavoro. E ha auspicato misure di prevenzione e protezione, che si aggiungono agli strumenti indennitari costituiti dalla rendita INAIL e dalle prestazioni di riconoscimento di causa di servizio (equo indennizzo) e di vittima del dovere, oltre al risarcimento dei danni.

Gas radon: il rischio nelle attività lavorative

sicurezza sul lavoro

Negli ambienti di lavoro in Italia si è fissato, con il D.Lgs. 241/2000, un livello di 500Bq/m3 superato il quale il datore di lavoro deve valutare in maniera più approfondita la situazione e, se il locale è sufficientemente frequentato da lavoratori, intraprendere azioni di bonifica. Nei luoghi di lavoro in cui si svolgano attività sotterranee si deve procedere, entro 24 mesi, alla misura della concentrazione media annuale di radon; il D.Lgs. 241/2000 fissa per i luoghi di lavoro di cui all’articolo 10.bis, comma 1, lettera a) e b), il livello di azione in termini di 500 Bq/m3 (radon 500) di concentrazione di attività di radon media in un anno.

Principale organo bersaglio del radon e dei suoi prodotti di decadimento è il polmone, in cui può esercitarsi un effetto di cancerogenesi con insorgenza del tumore del polmone. L’esposizione lavorativa al radon e ai suoi prodotti di decadimento riguarda i lavoratori delle miniere di uranio e di altre miniere sotterranee, gli installatori di cavi e tubature sotterranee, gli addetti in centrali idroelettriche.

Possono essere sposti anche lavoratori di settori termali, costruzioni e ristrutturazione e gli addetti a prospezioni geologiche, geofisiche e ricerche minerarie con l’utilizzo di macchine operatrici. Sono esposti a rischio anche coloro che hanno svolto missioni in basi militari sotterranee tra le quali quella del Monte Venda, nei colli euganei, nei pressi di Padova.

La tutela legale per danni gas radon

Tutti coloro che per motivi di lavoro sono stati esposti al radon, corrono il rischio cancro radon del polmone, leucemie e linfomi. In tale contesto, nel caso di insorgenza di danni alla salute e malattia professionale per esposizione a gas radon, sussiste il diritto all’indennizzo e al risarcimento. La valutazione della sussistenza, o meno, dei presupposti per l’avvio della procedura legale INAIL, è affidata alla valutazione del Dott. Arturo Cianciosi, medico legale ONA, ovvero della struttura medico legale dell’associazione.

Gas radon e prestazioni INAIL: indennizzo e rendita

Il radon e i suoi prodotti del decadimento sono cancerogeni. In quanto tali, nel caso di insorgenza, in lavoratori esposti per attività professionale, può essere attivata la tutela previdenziale ed assistenziale, con domanda amministrativa all’INAIL. Le malattie correlate all’esposizione al radon e alle radiazioni ionizzanti, indennizzabili dall’INAIL, sono:

  •  tumore del polmone (C34 – D.M. 09/04/2008, lista 1);
  •  linfomi ( C82 -C85 – D.M. 09/04/2008, lista 2);
  •  leucemie (C91 -C95 – D.M. 09/04/2008, lista 2).

Il tumore polmonare è stato inserito nella lista I INAIL, tra le neoplasie con presunzione legale di origine professionale. Il riconoscimento della malattia professionale dà diritto al lavoratore all’indennizzo INAIL, qualora il danno biologico sia ricompreso tra il 6% al 15%, e a una rendita diretta se l’infermità provoca un danno biologico è superiore al 16%. Oltre all’indennizzo o alla rendita INAIL, il lavoratore affetto da malattie professionali, ha diritto all’integrale risarcimento di tutti i danni dal datore di lavoro.

Per i linfomi e le leucemie, invece, non vi è presunzione legale di origine. Infatti, sono inseriti nella lista II INAIL, tra le patologie per cui l’onere della prova dell’origine professionale spetta al lavoratore. Per tutti i casi di sussistenza di prova di riconducibilità causale dei linfomi e delle leucemie alle esposizioni professionali a gas radon, sussisterà il diritto alle prestazioni INAIL.

Riconoscimento della causa di servizio e vittime del dovere

Il rischio di esposizione al radon è molto elevato per i militari, in particolare tra coloro che hanno svolto missioni in basi militari sotterranee. Come detto, uno dei casi di esposizione a radon tra i militari, è stato presso le basi del Monte Venda, nei Colli Euganei vicino Padova. Presso la base militare del Monte Venda sono state utilizzate molte antenne radar. Le onde radio servivano per captare le avvisaglie di un possibile conflitto nucleare.

Nel ventre della montagna, il personale dell’Aereonautica militare fu esposto ad amianto e gas radon. Quest’ultimo ha provocato 119 vittime. Nonostante la base militare sia stata, ormai, chiusa, le conseguenze delle esposizioni ad asbesto e radon sono state pesantissime. Vi è stata una vera e propria epidemia di patologie asbesto e radon correlate, prima fra tutte, il tumore al polmone.

Le responsabilità per la morte di centinaia di militari sono state accertate dal Tribunale Penale di Padova. L’ex direttore generale della Sanità Militare, Agostino Di Donna, è stato condannato per il reato di omicidio colposo plurimo.

I militari affetti da tumore polmonare e altre infermità per esposizione a radon, amianto ed altri cancerogeni, hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio. Inoltre, hanno diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere e alle altre prestazioni previdenziali previste dalla legge. Gli stessi diritti spettano ai congiunti dei militari deceduti per malattie asbesto o radon correlate.

Gas radon: il risarcimento integrale dei danni

In ogni caso, i militari malati e i congiunti dei militari deceduti, hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni. Il gas radon, proprio perché dannoso per la salute, provoca un danno biologico. Questo tipo di pregiudizio porta con sé anche sofferenze fisiche e morali e radicale modificazione dei progetti e programmi di vita. In più, vi è un pregiudizio economico. In altri casi, anche il decesso della vittima primaria. Per tali motivi, oltre agli indennizzi INAIL o le prestazioni di vittima del dovere, è dovuto anche il risarcimento del danno, ovvero l’integrale ristoro di tutti i pregiudizi.

Per avere maggiori informazioni e richiedere una consulenza gratuita dell’ONA medica e legale si può chiamare il numero verde 800.034.294 o compilare il formulario.

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