L’Osservatorio Nazionale Amianto fornisce il servizio di assistenza medica per tutti coloro che hanno ricevuto la diagnosi di mesotelioma e che vogliono sottoporsi a un trattamento multimodale. Il mesotelioma è una neoplasia del mesotelio causata dalla esposizione a fibre di amianto, con latenza temporale fino a 50 anni. Il pull di medici oncologi è coordinato dal Dott. Arturo Cianciosi, componente del direttivo nazionale dell’associazione, che ritiene indispensabile valorizzare il Sistema sanitario nazionale e le sue professionalità. L’associazione assicura anche a tutti i pazienti e ai loro familiari il supporto psicologico.

I servizi dell’ONA nella terapia e cura del mesotelioma

L’Avv. Ezio Bonanni è l’autore di “Come curare e sconfiggere il mesotelioma e ottenere le tutele previdenziali e il risarcimento dei danni“, una guida per chi è stato esposto ad amianto e per chi ha ricevuto la diagnosi di mesotelioma che si pone come strumento per la terapia e cura del mesotelioma e per la tutela dei diritti.

Tutti i mesoteliomi (pleurico, peritoneale, pericardico e della tunica vaginale del testicolo) e le diverse tipologie istologiche (epitelioide, sarcomatoide, bifasico e mesotelioma desmoplastico) possono essere curati, anche se si tratta di una neoplasia molto aggressiva. L’ONA ha creato per questo il protocollo per il trattamento multimodale del mesotelioma. In precedenza, la diagnosi di mesotelioma comportava quasi con certezza la prognosi di morte. Adesso, grazie ai risultati della ricerca scientifica e un più efficiente utilizzo degli strumenti terapeutici, è possibile un approccio al mesotelioma che non sia soltanto palliativo. Ci sono stati, se pur rari, casi di sopravvivenza anche per più di 5 anni (almeno nel 7% dei casi). La media di sopravvivenza dalla diagnosi clinica è aumentata significativamente negli ultimi anni.

Il protocollo dell’Osservatorio Nazionale Amianto per la terapia e cura del mesotelioma non è il solo un approccio al trattamento multimodale del mesotelioma. È invece uno strumento di condivisione e divulgazione di raccomandazioni e indirizzi, che deve essere coniugato e adeguato, nella pratica clinica, alle caratteristiche bio-psico-mediche individuali del caso.

Mesotelioma: protocollo per il trattamento multimodale

Il protocollo ONA per le vittime di mesotelioma costituisce l’atto di indirizzo per i pazienti che si rivolgono all’associazione, che debbono essere però necessariamente coniugati e adeguati al caso concreto dai sanitari che hanno in cura ogni singolo paziente. La terapia è legata a diversi fattori: lo stadio della malattia, la parte del corpo colpita, la presenza di metastasi e le condizioni di salute generali del paziente. È consigliabile rivolgersi a centri specializzati ed effettuare gli accertamenti necessari.

In caso di diagnosi di tumore di una delle sierose, il primo approccio può essere la chirurgia. Il tumore resecabile, cioè completamente asportabile con la chirurgia, di solito è allo stadio I, II e III. Invece, per scopo palliativo, cioè per prevenire o ridurre i sintomi, può essere aspirato il liquido mediante un ago lungo e sottile (toracentesi, paracentesi o pericardiocentesi). Questo intervento deve essere ripetuto più volte, poichè il liquido tende a riformarsi.

Altri tipi di terapie per le vittime di mesotelioma

conferenza ona trattamento multimodale

Invece, la radioterapia consiste in radiazioni ad alta frequenza che demoliscono le cellule tumorali, come le cellule mesoteliali attivate, e riducono le dimensioni del cancro. Può essere utile per i pazienti sottoposti a intervento chirurgico (radioterapia adiuvante) per distruggere i piccoli gruppi di cellule tumorali non visibili e quindi non asportati nel corso dell’operazione, o a scopo palliativo, per ridurre il dolore toracico che non si attenua con i farmaci.

Infine la chemioterapia avviene tramite somministrazione di uno o più farmaci in combinazione per distruggere le cellule tumorali che si sono sviluppate nella pleura e negli eventuali altri organi colpiti e rallentarne la progressione. La somministrazione può avvenire per via endovenosa in tutto il corpo o direttamente nella sede del tumore. La somministrazione localizzata permette di intervenire con dosi più alte di farmaco chemioterapico, che, a volte, viene riscaldato per aumentarne l’efficacia (chemioterapia ipertermica), limitando gli effetti collaterali al resto dell’organismo. In caso di localizzazione pleurica, la chemioterapia può essere intrapleurica, ossia somministrata direttamente nello spazio fra i polmoni e la parete toracica. Quest’ultima è illustrata dal Prof. Marcello Migliore durante la conferenza ONA del 19.06.2018.

Si distingue la chemioterapia neoadiuvante, cioè quella effettuata prima dell’intervento chirurgico per ridurre la massa e facilitarne la rimozione, oppure adiuvante, effettuata dopo l’operazione, con lo scopo di rimuovere le cellule tumorali non visibili a occhio nudo e di migliorare gli esiti dell’intervento.

Protocollo ONA per il trattamento multimodale: diagnosi

Una vittima di mesotelioma deve sottoporsi a degli esami diagnostici per decidere quale terapia è meglio effettuare. Gli esami di base:

  • TAC torace e addome con contrasto;
  • videotoracoscopia;
  • esame istologico con immunoistochimica;
  • screening per trombocitosi;
  • anemia emolitica;
  • iperglicemia, proteinemia, coagulazione;
  • documentazione di ogni patologia rilevante associata o pregressa.

Poi ci sono esami facoltativi, come la PET, eco addome, broncoscopia, esami relativi a sospette ripetizioni extratoraciche e a eventuali co-patologie.

Trattamento multimodale con chirurgia

Coloro che possono sottoporsi all’operazione chirurgica devono possedere determinati requisiti:

  • assenza di gravi co-patologie;
  • istotipo epitelioide o misto con componente sarcomatoide inferiore a 70%;
  • malattia confinata a un emitorace.

Il tipo di intervento è lasciato alla scelta del chirurgo in base all’estensione della malattia e all’esperienza. In generale, però, a parità di stadiazione, la rimozione dell’intero polmone non ha dimostrato finora superiorità rispetto alla semplice pleurectomia.

Esistono poi casi in cui la vittima di mesotelioma è sottoposta alla chirurgia come metodica adiuvante, mediante citoriduzione massimale. I requisiti sono:

  • età pari o inferiore a 70 anni;
  • ecocardiogramma permittente;
  • spirometria con DLCO ed emogas permittenti;
  • prevedibile completa asportabilità chirurgica macroscopica della malattia;
  • stadio non oltre III-non N2;
  • già sottoposti a 3 cicli di chemioterapia con platino;
  • batteriologico colturale del broncoaspirato negativo;
  • test cardio/respiratorio da sforzo;
  • biopsia transbronchiale dei linfonodi sospetti e accessibili;
  • mediastinoscopia;
  • videotoracoscopia controlaterale;
  • ecografia addominale;
  • videolaparoscopia;
  • ECOG non superiore a 2;
  • assenza di co-patologie rilevanti.

Mesotelioma: trattamento multimodale non chirurgico

Il paziente malato di mesotelioma le cui condizioni suggeriscono alternative terapeutiche non chirurgiche che possono giovare più della chirurgia e con minori rischi presenta:

  • cardiopatia ischemica, aritmica, valvolare o altra non pienamente compensata;
  • ipertensione polmonare;
  • F.E. inferiore a 50%;
  • prove spirometriche e di diffusione ed emogasanalitiche non comprovanti la tollerabilità di una lobectomia (in caso di pleurectomia);
  • segni clinici o strumentali di estensione della malattia;
  • linfonodi extratoracici (ascellari, sopraclaveari);
  • vasi o nervi dell’egresso toracico;
  • sfondati pleurici con prevedibile incompletezza macroscopica di exeresi;
  • versamento peritoneale;
  • emitorace controlaterale;
  • istotipo sarcomatoide, desmoplastico e misto con componente sarcomatoide superiore al 70%;
  • progressione di malattia o risposta inferiore a parziale maggiore dopo 3 cicli di chemioterapia includente platino;
  • altre copatologie con rischio chirurgico proibitivo;
  • età superiore a 70 anni;
  • ECOG maggiore di 2;
  • calo ponderale significativo e progressivo, tumefazioni parietali neoplastiche palpabili, retrazione evidente della gabbia toracica;
  • trombosi vene del tronco e arti;
  • versamento pleurico ematico.

I pazienti per i quali l’intervento chirurgico è sconsigliato, possono essere sottoposti a chemioterapia includente platino o radioterapia.

Mesotelioma pleurico: come ha origine il tumore?

È fondamentale comprendere i meccanismi che causano il mesotelioma attraverso la trasformazione delle cellule pleuriche sane in cellule di mesotelioma. Le fibre di amianto esercitano la loro capacità di cancerogenesi essenzialmente attraverso tre principali meccanismi:

  • rottura dei cromosomi con azione meccanica che porta a un radicale stabile mutamento dell’assetto genico delle cellule mesoteliali, per cui queste cellule finiscono con l’esprimere più geni che portano all’aumentata proliferazione e alla resistenza agli stimolo normalmente in grado di uccidere le cellule;
  • danno genetico dovuto allo stress ossidativo del ferro delle fibre di amianto, che conduce a un’anormale espressione genica analogamente all’azione meccanica;
  • proliferazione delle cellule mesoteliali danneggiate, che favorisce la selezione di cellule mesoteliali anormali, resistenti agli stimoli tossici e che rappresentano il primo passo verso la lor trasformazione in cellule tumorali;
  • capacità delle fibre di asbesto di indurre fattori di crescita con l’attivazione di specifici segnali biochimici di resistenza alla necrosi e all’apoptosi, che rappresentano un ulteriore, cruciale meccanismo di trasformazione neoplastica delle cellule mesoteliali

Terapie innovative come cura del mesotelioma

L’attivazione di alcune proteine gioca un ruolo essenziale nell’aumentare la sopravvivenza delle cellule normali esposte ad agenti tossici o cancerogenetici. Per esempio l’attività di PI3K è ben nota per essere in grado di attivare una proteina definita AKT, che può conferire alle cellule maggiore resistenza agli stimoli tossici.

L’attivazione di questa proteina è significativamente legata all’azione di HGF così come di altri fattori di crescita come il Platelet Derived Growth Facor (PDGF) ed il Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), il cui rilascio da parte delle cellule di mesotelioma associata alla presenza dei rispettivi recettori sulle stesse cellule è stata ampiamente dimostrata. Sin dai primi esperimenti è risultato evidente come le fibre di amianto fossero in grado di indurre attivazione di AKT e come questa attivazione fosse significativamente responsabile del processo di trasformazione e resistenza alla tossicità esercitata dalle fibre. Infatti l’utilizzo di inibitori sperimentali di AKT era in grado di indurre nuovamente tale tossicità.

Inoltre il principio attivo Imatinib Mesilato è in grado di interferire con il legame PDGF/PDGFR. Perciò è anche in grado di indurre selettiva inibizione dell’attivazione di AKT e un significativo aumento della sensibilità ad alcuni farmaci chemioterapici come la Gemcitabina.

Lo stesso metodo sperimentale utilizzato per AKT è stato utilizzato anche per un’altra proteina denominata Nuclear Factor KB (NFKB), la cui attivazione nelle cellule mesoteliali da parte delle fibre di asbesto e la spontanea attivazione in quelle di mesotelioma induce un’aumentata resistenza a stimoli tossici di vario tipo.

L’immunoterapia come trattamento del mesotelioma

L’immunoterapia è una delle terapie alternative per la cura del mesotelioma. Questo trattamento agisce sulla capacità del sistema immunitario di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali. In particolare colpisce solo le cellule tumorali, evitando di danneggiare i tessuti sani. I suoi effetti collaterali sono quindi solitamente minori e più gestibili dei trattamenti convenzionali a base di chemioterapia o radiazioni.

Tra i trattamenti più utilizzati nell’immunoterapia, uno prevede la somministrazione dei farmaci inibitori del checkpoint Opdivo+Yervoy. Questi farmaci, noti genericamente come nivolumab e ipilimumab, aiutano il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali e stimolano la produzione di cellule T. Invece un altro è a base di Avastin® (bevacizumab) + Tecentriq® (atezolizumab).

A novembre 2023 è stato pubblicato un ulteriore studio che ha dimostrato che per i pazienti sottoposti a immunoterapia con pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia con platino e pemetrexed, in prima linea, si riduce il rischio di morte del 21%. A tre anni il 25% dei pazienti trattati con la combinazione era vivo, rispetto al 17% con la sola chemioterapia.

Oltre al trattamento multimodale, anche questo tipo di terapia ha avuto un discreto successo non solo per i casi di mesotelioma pleurico,  ma nche per il mesotelioma peritoneale.

Tutela dei diritti delle vittime di mesotelioma

L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste le vittime del mesotelioma e i loro familiari per ottenere la tutela dei loro diritti. L’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, è il pioniere della difesa delle vittime dell’amianto in Italia e ha conseguito significativi risultati nella tutela dei loro diritti, imponendo la bonifica dei siti contaminati, per evitare le future esposizioni.

Il mesotelioma è una delle patologie inserite nella Lista I dell’INAIL, con il conseguente diritto a indennizzo o rendita, in base al grado invalidante. In caso di decesso, le prestazioni INAIL sono reversibili al coniuge e ai figli minorenni e fino a 26 anni in caso di prosecuzione degli studi. Alla rendita si aggiunge la prestazione del Fondo Vittime Amianto.

Se si è membri delle Forze Armate o Comparto Sicurezza va richiesto, invece, il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.

Coloro che hanno contratto il mesotelioma hanno diritto anche all’accredito delle maggiorazioni contributive, con moltiplicazione del periodo di esposizione con il coefficiente 1,5, utile per il prepensionamento oppure per la rivalutazione dei ratei. Chi non ha ancora maturato il diritto a pensione, pur dopo l’accredito dei benefici contributivi, possono chiedere di essere collocati in pensione anche senza averne raggiunto i requisiti anagrafici e di anzianità contributiva, con la pensione di inabilità, in base all’art. 1 comma 250 Legge 232/2016.

Infine le vittime e gli eredi hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni a carico del datore di lavoro. L’ONA assiste tutti coloro che, purtroppo, hanno ricevuto la diagnosi di mesotelioma, grazie a un team specializzato, coordinato dall’Avv. Ezio Bonanni. Richiedi la consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.

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