La salute è un diritto fondamentale di cui godono tutti gli uomini. Il concetto di prevenzione è fondamentale per garantire la salute. In questa guida approfondiamo tutto sulla salute, definizione e significato e tutto sulla sua accezione in quanto diritto dell’uomo.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si occupa di tutela della salute rispetto ai rischi legati all’esposizione ad amianto, anche detto asbesto, e ad altre sostanze cancerogene. Si occupa di prevenzione a 360° e di salvaguardia dell’ambiente, senza di essa infatti non può esistere una tutela efficace della salute.
Tutelare la salute: significato e definizione
Cosa significa salute e quale è la sua definizione? La parola salute deriva dal latino “salus”, che può essere tradotto con salvezza, incolumità e integrità e quindi cn uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo. Dalle origini del termine ai giorni nostri si sono succedute diverse definizioni di salute, fino a giungere a quella considerata più completa ad oggi, data dall’OMS.
Nell’antica Grecia il concetto di salute era legato alla religione, dove la salute era un dono degli dei e la malattia una punizione. Con Ippocrate, per la prima volta, la salute assunse un connotato slegato dai capricci degli dei. Il filosofo la definì come la forza vitale innata che permette di riequilibrare le disarmonie causate dalle patologie. Con l’Illuminismo, grazie allo sviluppo delle scienze, si iniziarono ad indagare le cause fisiologiche alla base della malattia. la medicina era diventata un sapere scientifico e in quanto tale soggetta al metodo scientifico.
La definizione di salute secondo l’OMS
L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità è stata tra le prime Istituzioni a pronunciarsi in termini di diritto alla salute e ci fornisce una definizione chiara ed attuale del termine.
La salute secondo l’OMS corrisponde ad uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia o infermità”. L’OMS definisce anche il concetto di benessere psichico come «uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni».
Afferma inoltre che il diritto alla salute è un diritto fondamentale. Ogni essere umano, senza distinzione di razza, religione, opinioni, condizione economica e sociale deve godere del più elevato standard di salute possibile. Affermare che la salute non è la semplice assenza di malattia ha chiaramente una serie di implicazioni nel diritto alla salute. Salvaguardare la salute significa infatti anche salvaguardare il benessere emotivo e psicologico dell’individuo.
Il diritto alla salute e la Costituzione italiana
La salute è un diritto sancito dalla costituzione italiana. Il primo comma dell’art. 32 della Costituzione Italiana recita infatti che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti“.
Quindi la salute, intesa come condizione di benessere fisico, mentale e sociale, è un diritto del singolo e interesse della collettività.
In quanto tale lo Stato garantisce la gratuità del servizio a chi non può permetterselo e prevede una forma di compartecipazione per coprire parte delle spese erogate dal Sistema Sanitario Nazionale per tutti gli altri.
La prevenzione per la difesa della salute
Nel 1982, gli epidemiologi Richard Doll e Richard Peto pubblicarono il primo elenco dei principali fattori di rischio che contribuiscono a determinare l’insorgenza di alcune malattie. Per la prima volta si passò da un approccio puramente curativo ad uno di tipo preventivo.
La prevenzione gioca oggi un ruolo fondamentale nel ridurre al minimo il rischio di ammalarsi e permette al Sistema Sanitario Nazionale di abbattere i costi per farmaci, ricoveri e terapie salvavita.
La prevenzione primaria oggi è considerata la migliore arma a disposizione per contrastare l’insorgenza di malattie e salvaguardare la salute degli uomini. Consiste dunque, in primo luogo, nell’agire sui fattori di rischio in modo da abbattere le possibilità di ammalarsi.
In secondo luogo la prevenzione (prevenzione secondaria) si occupa di diagnosticare precocemente e individuare quanto prima possibile l’insorgenza delle malattie in modo da garantire le migliori cure e la loro tempestività. Realizza la sorveglianza sanitaria di coloro che sono esposti a fattori di rischio per una determinata malattia attraverso screening test.
I vari fattori di rischio per la salute
Ma cosa sono i fattori di rischio? I fattori di rischio sono delle condizioni o dei comportamenti che aumentano la probabilità di sviluppare una patologia.
Possono essere classificati in fattori di rischio modificabili (come ad esempio il comportamento, lo stile di vita e l’ambiente circostante) e fattori di rischio non modificabili (come l’età, il sesso e il patrimonio genetico), che non dipendono dalla volontà umana.
Fattori di rischio modificabili e non modificabili
Tra i fattori di rischio modificabili ci sono tutti i comportamenti che causano l’insorgenza di malattie o le aggravano. Pensiamo all’obesità e al suo legame con le malattie cardiovascolari e non solo. Alle diete povere di frutta e verdura che aumentano il rischio di insorgenza di neoplasie. All’abitudine al fumo di sigaretta e al suo legame con l’insorgenza del tumore al polmone. Oppure al consumo eccessivo di alcolici e alla sedentarietà. Pensiamo anche però alla sicurezza sul lavoro e alla permanenza in ambienti di vita e di lavoro insalubri.
I fattori di rischio non modificabili riguardano, come già accennato, età, sesso e patrimonio genetico. Alcune malattie colpiscono infatti prevalentemente un sesso piuttosto che un altro. L’età è legata all’insorgenza di determinate malattie. Alcuen colpiscono solo i bambini e moltissime hanno più probabilità di manifestarsi con l’avanzare dell’età. I fattori genetici hanno un peso rilevante. In quest’ottica è fondamentale individuare fattori ereditari e sottoporre a scrrening i pazienti a rischio.
Qui di seguito vediamo nel dettaglio alcuni dei principali fattori di rischio.
L’alimentazione come forma di prevenzione
Un’alimentazione corretta permette di ridurre al minimo il rischio di ammalarsi. L’apporto di calorie deve essere commisurato alle calorie bruciate evitando diete ipercaloriche o ipocaloriche. L’obesità è un problema molto diffuso nei paesi industrializzati. In Italia si calcola che il 9% della popolazione è in sovrappeso. L’obesità è associata a numerose malattie e a morte prematura.
La malnutrizione è un altro problema che affligge i paesi industrializzati. In Europa tra il 13 e il 29% della popolazione soffre di malnutrizione per difetto. La percentuale sale al 60% per gli anziani in casa di riposo e al 40% per quelli ospedalizzati dove i costi per l’alimentazione diaria subiscono continui tagli (ad oggi sulle 3-5 euro al giorno per paziente). A livello generale è responsabile dell’indebolimento del sistema immunitario, debolezza muscolare e aumentato rischio di morte. A livello ospedaliero comporta più lunghe degenze e aumenta i costi e rischi di infezioni in ospedale.
In generale un’alimentazione ricca di frutta e di verdure riduce la possibilità di contrarre una neoplasia e altre malattie.
Abuso di alcol come fattore di rischio
L’abuso di alcol è correlato all’insorgenza di oltre 60 patologie. La sua nocività risiede in alcune sostanze quali l’etanolo e l’acetaldeide.
Quando l’alcol viene consumato in piccole quantità, può apportare alcuni giovamenti al sistema nervoso. Secondo una ricerca scientifica pubblicata su Scientific Reports, faciliterebbe infatti il processo di smaltimento di alcune tossine, incluse quelle associate all’Alzheimer. Inoltre, alcune sostanze contenute nel vino rosso hanno poteri antinfiammatori e protettivi per il sistema cardiocircolatorio.
Attività fisica come beneficio per corpo e mente
L’attività fisica svolta in maniera regolare previene l’insorgenza di malattie croniche e di ottenere importanti benefici a livello di salute mentale. Tra le attività consigliate ci sono le passeggiate all’aperto e nel verde, limitando il più possibile l’utilizzo di mezzi di trasporto. In questo modo, i benefici si ripercuotono positivamente anche sull’impatto ambientale.
Gli esperti consigliano di camminare per almeno 30 minuti consecutivi tutti i giorni a una velocità sostenuta.
L’abitudine al tabacco e fumo di sigaretta
Il consumo continuo di tabacco, sotto forma di sigari, sigarette e pipe, riduce non solo la durata della vita ma anche la sua qualità. L’abitudine al fumo è responsabile di neoplasie e malattie croniche. Gli agenti cancerogeni derivanti dalla combustione agiscono in modo sinergico con altri agenti cancerogeni aumentando le possibilità di insorgenza di neoplasie non solo per quanto riguarda il sistema respiratorio.
Il fumo attivo accelera il processo di invecchiamento della pelle e diminuisce le difese immunitarie dell’organismo. Anche l’esposizione al fumo passivo è deleterio, soprattutto nei bambini.
Inquinamento ambientale come fattore di rischio
Esistono diversi tipi di inquinamento ambientale. Tra questi l’inquinamento idrico e quello atmosferico sono i più dannosi per la salute e responsabili di circa il 2o% delle morti premature. Tra le sostanze inquinanti vi sono i prodotti della combustione, come le diossine ed il benzene, i gas come l’ozono e alcuni elementi chimici come l’uranio e il radon.
L’ambiente lavorativo come fattore di rischio
Nell’ambiente di lavoro, la salute può essere minacciata da diverse sostanze cancerogene. Quelle maggiormente riscontrate nelle sedi occupazionali sono l’amianto, aflatossine, il benzene e le amine aromatiche.
Secondo uno studio europeo, i lavoratori esposti a cancerogeni in Italia sono circa 4.200.000 su 21.8 milioni di lavoratori complessivi. Per tutti coloro che sviluppano una malattia professionale, la legge prevede delle prestazioni di tipo assistenziale ed economico.
L’esposizione ad amianto come fattore di rischio
Tra i fattori di rischio lavorativi e ambientali il rischio di esposizione all’amianto è uno dei più insidiosi. L’asbesto (la sua produzione, estrazione, utilizzo e commercializzazione) è stato messo al bando in Italia con la legge del 1992. Nonostante questo, nel nostro paese, le esposizioni all’amianto continuano a verificarsi, complice un cogente ritardo nella bonifica dei siti contaminati.
L’amianto e le sue fibre killer sono infatti ancora presenti negli edifici privati e in quelli pubblici, comprese scuole ed ospedali italiani. Al fine di mappare i siti italiani contaminati da amianto, l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha messo appunto un’app: l’app ONA amianto a cui possono partecipare anche i privati cittadini.
Le fibre di asbesto provocano gravi infiammazioni (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti) che in seguito possono evolvere in mesoteliomi (il più diffuso è il mesotelioma pleurico e poi ci sono il mesotelioma peritoneale, pericardico e della tunica vaginale del testicolo) e cancro (per approfondimenti sull’azione cancerogena dell’amianto consultate l’ultima monografia dello IARC).
Approfondisci su: Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022
Trattamento e prevenzione terziaria
La terapia vera e propria per curare o limitare la malattia. In alcuni casi coincide con la terapia palliativa che permette di ridurre i sintomi della malattia e di migliorare la qualità della vita senza pretese di guarigione.
La prevenzione terziaria si declina anche nella tutela legale. Attraverso il dato epidemiologico infatti è possibile agire sulla legge migliroando le tutele e rendendole più complete e adeguate. La tutela legale utilizza strumenti come il prepensionamento che permettono di limitare l’esposizione ai fattori di rischio che hanno causato in primis la malattia.
Il tema della salute è legato a stretto giro a quello dell’amianto. Esso provoca numerose malattie e agisce in modo silenzioso. Le malattie asbesto correlate non sono sempre di facile diagnosi, essendo accompagnate spesso da sintomi subdoli. La corretta e tempestiva diagnosi è fondamentale, e in molti casi, come nel caso dei mesoteliomi, fa la differenza tra la vita e la morte.
Il Consensus Report di Helsinki riporta le migliori pratiche e gli esami più adatti alla diagnosi del mesotelioma a cui i medici devono attenersi. Fondamentale è un’accurata anamnesi lavorativa per vagliare eventuali esposizioni all’asbesto.
Nel casi in cui sussiste l’errore medico con errata o tardiva diagnosi o nella mancata applicazione delle terapie più adatte si parla di responsabilità medica. Anche nei casi di colpa medica la vittima e i suoi familiari hanno diritto al risarcimento dei danni subiti.
Assistenza medica e tutela legale ONA
L’ONa – Osservatorio Nazionale Amianto si occupa di prevenzione a 360°. Nell’ambito dell’assistenza legale difende i diritti delle vittime di esposizione ad amianto e ad altri cancerogeni e dei loro familiari eredi legittimi.
Le vittime dell’esposizione alle fibre killer di amianto che hanno contratto una malattia professionale hanno diritto ad una serie di benefici e tutele previste dalla legge. Oltre alla rendita o indennizzo INAIL, ci sono il prepensionamento e l’accesso al Fondo Vittime Amianto. Le vittime di mesotelioma causato da esposizione ambientale e non lavorativa hanno diritto ad una tantum dal FVA. ONA assiste nelle procedure per il riconoscimento della malattia professionale e nell’ottenimento di tutti i benefici previsti. Le vittime e i loro familiari hanno diritto anche al risarcimento completo dei danni subiti, e quindi ad ottenere il risarcimento differenziale dei danni non compresi negli indennizzi di cui sopra. L’ONA assiste vittime e familiari per il risarcimento integrale dei danni. Offre anche assistenza medica, oltre che legale.
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