La fluoro-edenite è un minerale di recente scoperta con una struttura asbestiforme. Come tutti i minerali di questo tipo, conosciuti sotto il nome di minerali di amianto, causa gravi danni alla salute, infiammazioni gravi e cancro.

In questa guida scopriamo tutto sulla fluoro-edenite, dove si trova, come si riconosce, sulla sua storia e sulle possibilità di ottenere un risarcimento danni in seguito alla malattia causata dall’esposizione dannosa.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si batte per i diritti delle vittime dell’amianto, per la bonifica dei siti contaminati e perché vengano applicati tutti i mezzi della prevenzione, primaria, secondaria e terziaria. Particolarmente impegnativo è il caso della fluoro-edenite essendo un minerale di recente scoperta e quindi differente da tutti gli altri minerali di amianto.

Fluoro-edenite: che cos’è questo minerale?

Ma andiamo con ordine: cos’è la fluoro-edenite? La fluoro-edenite è un minerale anfibolo appartenente al sottogruppo degli anfiboli di calcio. Il minerale si presenta di colore giallo intenso, trasparente, brillante, ma a volte anche di aspetto resinoso.

La fluoro-edenite è analoga all’edenite con il fluoro in sostituzione del gruppo ossidrile ((OH)). Le fibre hanno una risoluzione microscopica di alcuni micrometri. Come tutti gli anfiboli è presente nelle zone magmatiche e come alcuni degli anfiboli, ovvero gli amainti, è dotata della capacità di suddividersi in fibre sottilissime.

Come tutti i minerali di amianto, come già accennato, causa cancro e in particolare mesoteliomi (soprattutto pleurici e peritoneali).

Dove si trova la presenza di fluoro-edenite?

smaltimento amianto e bonifica

Dove si trova la fluoro-edenite? La Fluoro-edenite è presente in Giappone e a Biancavilla, in Sicilia. Figura in Italia anche nel complesso Monte Somma-Vesuvio, in Campania, e per la precisione a Ercolano presso Cava Novella. Si presume che questo minerale possa essere presente in altre rocce di genesi vulcanica del nostro pianeta.

Storia recente della fluoro-edenite

Fino al 1997 la Fluoro-Edenite era conosciuta solo come prodotto di sintesi. In quell’anno un campione di fluoro-edenite, con una composizione vicina a quella ideale (formula ideale NaCa2Mg5(Si7Al)O22F2), fu scoperto nei pressi di Biancavilla (miniera di Monte Calvario) in provincia di Catania.

In letteratura erano stati precedentemente segnalati in Giappone, e descritti, campioni corrispondenti alla definizione di fluoro-edenite. Non era però stata sottoposta l’approvazione come nuova specie all’IMA (International Minearologic Association), cosa che fu invece fatta nel 1997.

Oggi il geosito della cava dismessa sul versante sud-occidentale del Monte Etna è stato inserito, insieme all’intero comune di Biancavilla, tra i “Siti di interesse nazionale”, per la presenza di mineralizzazioni cangerogene. L’area attualmente è stata messa in sicurezza ed è soggetta a bonifica.

Nel 2014 lo IARC ha confermato la pericolosità e la capacità cancerogena di questo nuovo minerale.

Perché la fluoro-edenite è cancerogena?

I minerali di amianto sono un gruppo di minerali accomunati, come già accennato, dalla capacità di suddividersi in fibre sottilissime, che se inalate o ingerite, provocan gravi danni all’organismo. Insorgono prima gravi infiammazioni, tra cui placche pleuriche e ispessimenti pleurici che possono causare lo sviluppo di neoplasie. Tra queste il mesotelioma, il tumore al polmone, quello alle ovaiecancro alla laringe e alla faringe, all’esofago, al colon-retto e il tumore allo stomaco.

Nel 1992 si mise al bando l’amianto in Italia ma, complice un cogente ritardo nella bonifica, le esposizioni continuano ad avvenire. Il numero dei casi aggiornato è disponibile nel VII Rapporto ReNaM. La situazione di emergenza in Italia è descritta con i dati alla mano nella pubblicazione dell’Avvocato Ezio Bonanni: Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed.2022.

L’amianto agisce in modo sinergico con altri cancerogeni che, se associati, aumentano le possibilità di insorgenza della malattia, come per esempio il fumo di sigaretta. I tempi di latenza per l’insorgere delle malattie amianto sono spesso molto lunghi, come nel caso del mesotelioma, per il quale arrivano fino a 40 anni.

Il caso Biancavilla, contaminazione del minerale

Biancavilla è un comune in provincia di Catania che sorge nella zona etnea e che conta ad oggi circa 22mila abitanti. Nel corso degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso il comune è stato interessato da una forte espansione edilizia, per lo più di natura abusiva. Per ricavare i materiali da utilizzare nelle costruzioni è stata realizzatauna cava presso il vicino monte Calvario, a 2 chilometri dal centro abitato.

Negli anni ’90 si sono però sono partiti i primi allarmi per il verificarsi di un numero abnorme di casi di mesotelioma, malattia correlata esclusivamente all’esposizione da amianto.

Nel 1997 l’ISS ha istituito un gruppo di lavoro in collaborazione con la Regione Sicilia, il Comune di Biancavilla e l’Azienda sanitaria provinciale di Catania (Asp) con lo scopo di individuare la fonte di contaminazione. Di solito questi livelli di allarme si raggiungono infatti nei siti interessati dalla lavorazione dell’Eternit, non presente a Biancavilla.

Un funzionario del Comune con competenze in geologia ebbe l’intuizione corretta. Suggerì di analizzare la cava del monte Calvario, da cui si ricavarono i materiali edili per strade ed edifici realizzati in tutto il comune.

Dall’analisi è infatti emerso che le polveri della cava erano costituite di un materiale con palesi capacità asbestiformi. Gli studi hanno accertato che tra gli esposti alla fluoro-edenite i più fragili sono i bambini. Questo perché hanno a disposizione più tempo per un’esposizione prolungata alle fibre patogene.

Biancavilla oggi: come è la situazione?

In seguito alle operazioni di bonifica, dal 2009, il Dipartimento Provinciale di Catania dell’Agenzia Regionale di Protezione dell’Ambiente della Sicilia (ARPA, Sicilia) esegue da 1 a 3 monitoraggi ambientali dell’aria di Biancavilla.  Questo con cadenza settimanale. I dati forniti dall’ARPA mostrano un trend discendente delle concentrazioni di fibre aerodisperse. Da una media di 0,46 f/l nel 2009 a una media di 0,1 f/l nel 2013. In concomitanza con specifici interventi, come ad esempio progetti di scavo, o in determinate condizioni meteorologiche i valori salgono oltre questa soglia.

Nell’insieme della popolazione di Biancavilla il rischio di mesotelioma è circa 5 volte maggiore che nella popolazione regionale siciliana.

Lavori di bonifica e la battaglia dell’ONA

Biancavilla              ezio bonanni -Biancavilla

Gli operai asfaltarono le strade di Biancavilla con un materiale che non permette alle polveri asbestiformi di essere rilasciate. Si rifanno le facciate di alcuni edifici pubblici per coprire gli intonaci che cominciavano a sgretolarsi. Si rivestì il campo sportivo con un fondo d’erba sintetica.

Questo, però, non è sufficiente ad azzerare il rischio. Come ripete da sempre il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, l’unico modo per fermare la strage è la bonifica dei siti contaminati.

L’ONA da anni si batte per le bonifiche dei siti interessati dall’amianto nella Regione Sicilia (Biancavilla, Gela, Milazzo e Priolo Gargallo) anche con manifestazioni e convegni. Il coordinatore di Ona Sicilia è Calogero Vicario.

Già nel 2013 l’Ona ha effettuato un sopralluogo a Biancavilla, proprio davanti all’ex cava. Nel gennaio dell’anno successivo l’ONA ha organizzato un convegno con la presenza delle istituzioni e l’On. Pippo Gianni che ha fatto sua la battaglia contro l’amianto.

Già nel 2009, Pippo Gianni, all’epoca assessore presso la regione Sicilia, aveva avanzato numerose proposte al Governo regionale e nazionale, ma era difficile farsi sentire su questo tema. Nel 2014 fu il promotore della legge regionale Gianni (10/2014) che, però, passò soltanto molti anni più tardi.

Fluoro-edenite: tutela legale dell’ONA

L’ONA promuove la prevenzione a 360°, in particolare la bonifica dei siti contaminati, e questo vale anche per il caso Biancavilla e per l’esposizione a fluoro-edenite. L’ONA promuove un’attenta sorveglianza sanitaria per diagnosticare in tempi utili la patologie amianto e assicurare cure tempestive ed efficaci (prevenzione secondaria), così come raccomandato dal Consensus Report di Helsinki.

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha intrapreso un’azione legale nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute e della Regione Sicilia in relazione alla strage per malattie asbesto correlate, causate dalla fluoro-edenite. L’occasione è la malattia di una vittima assistita dall’Avv. Ezio Bonanni. La vittima è residente a Biancavilla e ha contratto una grave patologia fibrotica, la cui causa è l’esposizione alla fluoro-edenite.

Ad oggi non esiste ancora alcuna legislazione che prenda atto del fatto che la fluoro-edenite è dannosa. Per questo motivo per gli esposti a fluoro-edenite non sussistono gli stessi benefici previsti per gli esposti ad altri tipi di amianto. Nella definizione che la legge dà dell’amianto sono presenti infatti solo grunerite, actinolite, crisotilo, tremolite, antofillite e crocidolite.

Manca quindi per gli esposti a fluoro-edenite la possibilità di ottenere la malattia professionale e i relativi benefici. Tra questi ci sono i benefici contributivi amianto e tutte le prestazioni INAIL o di causa di servizio. L’accesso al Fondo Vittime Amianto, normalmente previsto anche per i malati di mesotelioma da esposizione ambientale, non è presente. L’ONA si è attivata perché le vittime della fluoro-edenite possano richiedere il risarcimento danni a cui hanno diritto per via dell’esposizione all’amianto. Richiedi la consulenza gratuita tramite form o chiamando il numero verde.

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