Il tumore all’esofago è la neoplasia che colpisce la faringe, cioè quel tubo che unisce la gola allo stomaco. Questo cancro è causato principalmente da diversi cancerogeni ed in molti casi l’esposizione viene riconosciuta di origine professionale, specialmente quando si tratta di polveri e fibre di amianto. In questi casi, si può chiedere il riconoscimento di malattia professionale al fine di effettuare richiesta per l’indennizzo INAIL e per i benefici contributivi amianto, oltre al diritto al prepensionamento.

L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni assistono tutti coloro che per motivi di esposizione professionale hanno contratto un tumore all’esofago. Attraverso la tutela legale, infatti, le vittime possono ottenere tutti i benefici spettanti, oltre all’integrale risarcimento dei danni. Inoltre, vi é anche il diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere per coloro che hanno contratto l’infermità per motivi di servizio.

L’esofago: che cos’è e a che cosa serve

L’esofago è un organo fibromuscolare lungo circa 25–30 cm e con una larghezza di 2–3 cm a forma cilindrica. Quest’organo permette agli alimenti e ai liquidi che ingeriamo di giungere, dalla faringe, allo stomaco, grazie a contrazioni peristaltiche. Durante la deglutizione, l’epiglottide si inclina all’indietro per evitare che il cibo invada la laringe e i polmoni. Le pareti dell’esofago sono rivestite da strati di fibre muscolari e un tessuto mucoso, composto da cellule squamose. Quest’ultimo ha il compito di lubrificare le pareti facilitando il transito del cibo deglutito.

La muscolatura dell’esofago è liscia e innervata dai nervi involontari e volontari che, contraendosi all’atto della deglutizione, spingono il cibo verso lo stomaco. Inoltre, l’esofago possiede due anelli muscolari, detti sfinteri, che hanno il compito di prevenire il reflusso dei succhi gastrici e gli acidi dello stomaco.

Epidemiologia del tumore dell’esofago

Il tumore all’esofago, così come la variante del carcinoma squamoso, è una neoplasia che si genera quando le cellule che compongono internamente quest’organo subiscono una brusca crescita incontrollata. Solo in rari casi, l’insorgenza della patologia è determinata dalle cellule muscolari esterne. Si tratta del sesto tumore più comune nei Paesi non industrializzati e il 18esimo in quelli industrializzati. In Italia, il tasso di incidenza annuo è di circa 4 casi su 100mila, con più di 2mila casi all’anno. Sono maggiormente colpiti gli uomini rispetto alle donne, prevalentemente dopo i 60 anni. Il tumore all’esofago sfortunatamente ha un’elevata aggressività, che nella maggior parte dei casi porta il paziente addirittura al decesso.

Tra gli agenti eziologici che determinano l’insorgenza del cancro all’esofano vi è l’esposizione a polveri e fibre di asbesto, ma non l’unico. Altri fattori scatenanti sono, infatti, anche il tabacco, l’abuso di alcool, una dieta sbilanciata oppure altri agenti cancerogeni di natura occupazionale e ambientale.

Il cancro all’esofago come malattia asbesto correlata

Essendo il tumore all’esofago generato nella maggioranza dei casi da un’esposizione cancerogena, in particolar modo all’amianto, essa viene tabellata come patologia asbesto correlata,prevalentemente di natura occupazionale. A confermalo è stata anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).

Proprio nell’ultima monografia è la stessa fonte scientifica a porre chiarimenti sulle cause di insorgenza del tumore all’esofago: “There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos […]. Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx and ovary. Also positive associations have been observed between exposure to all forms of asbestos and cancer of the pharynx, stomach, and colorectum“.

L’esposizione all’asbesto, quindi, è certo che provochi il tumore all’esofago, come dimostrato da studi di coorte su popolazioni di lavoratori esposti all’agente cancerogeno per motivi professionali. Per questo motivo, tale neoplasia è riconosciuta come malattia professionale e, pertanto, indennizzata dall’INAIL. In più, con il rilascio della certificazione di esposizione si può accedere al diritto al prepensionamento e all’aumento del rateo pensionistico mensile. Oltre a questi benefici di natura previdenziale, al lavoratore esposto e affetto da patologia asbesto correlata spetta anche l’integrale risarcimento del danno da parte del datore di lavoro, considerato responsabile di aver violato le regole cautelari e aver esposto il dipendente al minerale cancerogeno.

Tumore esofago: cause genetiche e di stile di vita

Certamente, come abbiamo già rimarcato, esistono diverse causa che determinano l’insorgenza della neoplasia all’esofago, ma quella dell’esposizione all’amianto è sempre uno dei fattori eziologici a maggior rischio. Per questo, l’INAIL ha deciso di inserire il tumore all’esofago nella Lista III delle malattie professionali.

Tra le altre possibili cause, infatti, ci sono anche fattori genetici, in particolare nei pazienti colpiti da tilosi palmare e plantare. Anche il consumo eccessivo di alcolici e tabacco aumenta drasticamente la probabilità dell’insorgenza di questa neoplasia. Secondo dati statistici, i fumatori hanno un rischio di malattia fino a 5-10 volte maggiore rispetto ai non fumatori, effetti che vengono moltiplicati per il consumo di alcol. Quindi, coloro che consumano alcol e hanno allo stesso tempo abitudini tabagiche hanno un rischio 100 volte maggiore di ammalarsi rispetto chi invece conduce una vita più salutare. Un altro fattore che potrebbe favorire l’insorgenza del tumore all’esofago è l’infiammazione cronica della mucosa che riveste l’esofago. In particolare è particolarmente rischiosa l’esofagite peptica, cioè l’infiammazione cronica della parte terminale dell’esofago, che si manifesta a causa del reflusso gastroesofageo.

Inoltre, è stato altresì dimostrato che una dieta povera di frutta e verdura e con un ridotto apporto di vitamina A e di metalli, come zinco e molibdeno, potrebbe incentivare l’insorgenza del cancro esofageo. Allo stesso modo, la comparsa della malattia potrebbe essere determinata da uno stato di obesità, che, oltre ad influire a livello ormonale, creando un ambiente favorevole per l’insorgenza dei tumori, porta al manifestarsi di reflusso gastroesofageo e dell’esofago di Barrett.

I sintomi del tumore dell’esofago

Purtroppo, non sempre la sintomatologia riconducibile alla presenza di tumore all’esofago viene individuata tempestivamente. Anzi, nella maggior parte dei casi i sintomi iniziali vengono trascurati, non permettendo quindi una diagnosi precoce. Spesso, infatti, i primi segnali in caso di cancro esofageo si limitano a mal di gola, esofago ingrossato o linfonodi ingrossati. Qualora i sintomi dovessero protrarsi per oltre due settimane, senza mostrare alcun segno di miglioramento, è opportuno rivolgersi al proprio medico curante. In generale, di seguito riportiamo una lista dei sintomi più comuni in caso di insorgenza di neoplasia all’esofago:

  • disfagia (difficoltà a deglutire) graduale, prima per i cibi solidi e poi per i liquidi;
  • vomito, anche vomito ematico;
  • deglutizione dolorosa;
  • perdita di peso;
  • alterazione del tono di voce;
  • tosse persistente;
  • dolore retro-sternale;
  • difficoltà respiratorie;
  • linfonodi sul collo e sopra la clavicola ingrossati;
  • versamento pleurico;
  • dispnea (difficoltà a respirare);
  • esofago ingrossato;
  • ispessimento esofago.

Solitamente, quando si manifesta un’alterazione del tono della voce, il carcinoma potrebbe aver colpito anche le corde vocali. In questi casi, generalmente, la diagnosi avviene in tempi molto più brevi. Lo stesso accade in casi di tumori alla base della lingua e dell’epiglottide, che potrebbero avere tra i sintomi una sensazione persistente di un corpo estraneo con un dolore irradiato all’orecchio. Solo in caso di metastasi potrebbero manifestarsi anche dolori ossei o un ingrossamento del fegato. In ogni caso, qualsiasi sia la situazione, è sempre preferibile una diagnosi precoce, che potrebbe garantire anche una sopravvivenza di cinque anni dalla diagnosi.

Diagnosi e cura del tumore all’esofago

trattamento diagnostico precoce

La diagnosi per il tumore all’esofago può essere confermata solo attraverso determinati esami tecnico-strumentali e specifiche visite specialistiche. Tra questi vi sono anche le esofago-gastroscopie, da ripetere periodicamente in caso di sintomi sospetti, e la radiografia dell’esofago con mezzo di contrasto, oltre all’endoscopia esofagea.

Anche in questo caso, l’esame decisivo è sempre quello istologico, che permette di ottenere una certezza diagnostica che sia in grado di escludere o confermare la neoplasia. Per effettuare l’esame istologico occorre prima sottoporsi a biopsia. Si tratta di un prelievo di un frammento di tessuto, che permette di valutare la presenza di cellule tumorali e la loro entità.

Per confermare o meno che il paziente sia affetto da metastasi, lo stesso deve essere sottoposto all’eco-endoscopia oppure ad una tomografia computerizzata (TC) dell’encefalo, del torace e dell’addome e, in ultimo, ad una PET. Solo in questo modo è possibile valutare l’estenzione della neoplasia, la sua precisa localizzazione e la presenza di eventuali metastasi e, quindi, decidere l’approccio terapeutico.

Tipologie e stadiazione del tumore all’esofago

In base al tipo di tessuto in cui insorge il cancro all’esofago, quest’ultimo si può dividere in carcinoma a cellule squamose e adenocarcinoma. Il carcinoma esofageo a cellule squamose, conosciuto pure come squamocellulare o spinocellulare è la tipologia più comune e rappresenta il 60% dei casi. Questa neoplasia si sviluppa nelle cellule di rivestimento della parte superiore e centrale del canale.

L’adenocarcinoma, invece, rappresenta il 30% dei casi e, generalmente, si origina nelle ghiandole della mucosa o da isole di mucosa gastrica fuori sede o da ghiandole del cardias o della sottomucosa esofagea. In base alla sua localizzazione, il tumore all’esofago viene trattato con diversi approcci terapeutici. Per la classificazione dei tumori dell’esofago si applica il sistema TNM (T=tumore primitivo; N=interessamento dei linfonodi; M= metastasi a distanza). Bisogna poi distinguere le diverse stadiazioni della neoplasia.

  • stadio 0 (carcinoma in situ): il tumore all’esofago è in stadio iniziale e interessa solo i primi strati delle cellule della mucosa esofagea;
  • stadio I: il cancro interessa la mucosa, si è esteso nella sottomucosa o invade la parete sino allo strato muscolare, ma non si è diffuso ai tessuti adiacenti, né ai linfonodi, né ad altri organi;
  • stadio IIA: il tumore ha invaso lo strato muscolare e la parete esterna (avventizia) dell’esofago senza interessamento dei linfonodi;
  • stadio IIB: la neoplasia, oltre ad aver invaso lo strato muscolare, interessa anche i linfonodi regionali;
  • stadio III: il tumore ha invaso la parete esterna dell’esofago e potrebbe aver coinvolto anche i tessuti o i linfonodi adiacenti, ma non ha dato metastasi a distanza;
  • stadio IV: il cancro ha generato la presenza di metastasi anche in organi distanti.

Approccio terapeutico per il cancro dell’esofago

Il tumore all’esofago richiede uno specifico trattamento, in base alla stadiazione della neoplasia e alle condizioni generali e l’età del paziente. Generalmente, si procede con un approccio chirurgico, a cui può far seguito la radioterapia e la chemioterapia. Infatti, solo la rimozione della massa tumorale può assicurare una sopravvivenza a lungo termine, anche se con postumi invalidanti.

Esistono diverse tecniche chirurgiche. La rimozione del tratto interessato può effettuarsi con attraverso la chirurgia laparoscopica, con la resezione del tratto interessato dal cancro.
In alternativa, si può utilizzare anche una tecnologia laser, meno invasiva. Anche in questi casi, la decisione sul tipo di intervento chirurgico dipende dall’istologico rilevato e dalla stadiazione della malattia stessa.

In ogni caso, deve essere deciso un protocollo che potrebbe stabilire sedute di radioterapia o somministrazione di chemioterapia. Quest’ultimo approccio appare come quello più efficace, soprattutto relativamente al trattamento ECF. Si tratta di una combinazione di chemioterapici a base di 5FU – 5-fluorouracile, epirubicina e cisplatino.

A volte, il tumore non é operabile, perché è troppo esteso a causa delle metastasi. In tali circostanze, il tumore all’esofago può essere trattato con radioterapia e chemioterapia al fine di aumentare le chance di sopravvivenza e migliorare le condizioni di vita del paziente. Nei casi in cui anche le cure chemioterapiche e radioterapiche non possano essere applicate, i sintomi vengono alleviati attraverso cure palliative.

Il tumore all’esofago come malattia professionale

Tra le cause che determinano l’insorgenza del tumore all’esofago sono da segnalare le radiazioni ionizzanti, inserite tra l’altro nella lista 1 gruppo 6 dell’INAIL. Qualora, infatti, venissero riconosciute come fatto eziologico che ha scatenato la neoplasia, il paziente ha diritto al riconoscimento di malattia professionale con la presunzione legale di origine. In caso, invece, di inserimento nella lista II dell’INAIL, come per le attività dell’industria della gomma, non sussiste la presunzione legale di origine.

Gli ulteriori rischi per l’insorgenza del tumore all’esofano sono identificati nelle polveri e fibre di asbesto. I minerali di asbesto, infatti, sono altamente cancerogeni per il tratto gastrointestinale, per cui, non è escluso il nesso causale.

La prova del rischio amianto e delle radiazioni ionizzanti

A differenza delle radiazioni ionizzanti, inserite nella lista I dell’INAIL, l’asbesto è inserito nella lista III. Questo significa che, almeno per l’indennizzo INAIL, vi è la presunzione di origine per chi è stato esposto a radiazioni ionizzanti. In questi casi, è sufficiente dimostrare l’esposizione, anche minima. La comprovazione dell’esposizione, in questi casi, è a carico del lavoratore. Il
nesso causale deve essere dimostrato con meno rigore rispetto al profilo penalistico. In sede previdenziale, infatti, rileva anche il dato epidemiologico. In caso di accertamento dell’esposizione professionale, si procede con una valutazione medico legale e la successiva certificazione di malattia professionale da parte dell’ente previdenziale. Solo in questo modo, si può avviare il procedimento amministrativo presso l’INAIL. L’ente, a sua volta, provvederà a verificare la situazione di rischio, sottoponendo a visita il paziente e formulando il giudizio, con accoglimento o rigetto della richiesta.

In caso di accoglimento, la vittima o il paziente ottiene l’indennizzo in proporzione all’entità della lesione, che consiste comunque in una rendita a partire dal 16% e l’indennizzo del danno biologico, a partire dal 6%. Al contrario, in caso di rigetto della domanda amministrativa, si può impugnare il provvedimento attraverso ricorso amministrativo, cui farà seguito la fissazione della collegiale medica. Il lavoratore, in questo caso, può farsi assistere dal medico legale. In caso di ulteriore rigetto o di riconoscimento con grado invalidante non soddisfacente, si può agire, allo stesso modo, in sede giudiziaria, con ricorso al Giudice del lavoro. Quando vi è il decesso della vittima, le prestazioni previdenziali, essendo reversibili, vengono trasmesse al coniuge superstite o agli eventuali eredi del defunto.

L’indennizzo INAIL per malattia professionale

Le vittime del tumore all’esofago hanno diritto a diverse prestazioni INAIL. Nello specifico, i diritti di coloro affetti da tale neoplasia consistono in:

  • indennizzo danno biologico (in caso di grado invalidante dal 6% al 15%)
  • rendita INAIL (nel caso di grado invalidante superiore al 15%)

Alla rendita si aggiungono anche le ulteriori prestazioni del Fondo Vittime Amianto. Si tratta solo di indennizzi, rispetto al maggior avere, ad integrale ristoro dei danni, sempre nel caso l’INAIL riconosca l’origine professionale della malattia. In caso di decesso, le prestazioni maturate in vita dalla vittima debbono essere erogate agli eredi. Il coniuge, i figli se minorenni o studenti, e in alcuni casi anche altri famigliari, in caso di morte, hanno diritto alla rendita di reversibilità. Anche in queste circostanze va depositata la domanda all’INAIL, con allegato il certificato necroscopico che dimostri la causa della morte per l’infermità riconosciuta. In questo modo, si avvia il percorso amministrativo e, in caso di rigetto, la fase giudiziaria.

Tumore esofago: benefici contributivi e prepensionamento

L’ONA assiste i lavoratori esposti all’amianto e anche tutte le vittime del cancro all’esofago per la tutela dei loro diritti (prevenzione terziaria). Così, per l’ottenimento della rendita INAIL, dell’indennizzo INAIL, oltre al rilascio del certificato di esposizione all’asbesto, il diritto al prepensionamento amianto e l’integrale risarcimento di tutti i danni subiti.

Il tumore dell’esofago è inserito nella lista III dell’INAIL, per esposizione ad asbesto. Per questo motivo, l’onere della prova dell’origine professionale di questa neoplasia è a carico del lavoratore. A seguito del riconoscimento INAIL dell’origine professionale del tumore dell’esofago, sussiste l’ulteriore diritto ai benefici amianto (art. 13, co.7, L. 257/92). Tali benefici contributivi permettono al lavoratore di ottenere il diritto al prepensionamento, nella misura del 50% rispetto il periodo di esposizione all’amianto.

Anche per coloro che sono già stati collocati in quiescenza sussiste il diritto alla ricostituzione della posizione contributiva. Oltre al ricalcolo, si somma anche la riliquidazione della pensione con adeguamento dei ratei e liquidazione delle differenze sui ratei arretrati. Nel caso in cui queste contribuzioni non siano sufficienti alla maturazione del diritto al pensionamento, il lavoratore può comunque richiedere la pensione di inabilità.

Infatti, grazie all’art. 41-bis della legge 58 del 2019 si è ampliata la tutela dei lavoratori che sono rimasti vittime di patologie asbesto-correlate, tra cui anche coloro affetti tumore all’esofago. Ora, infatti, anche coloro che ottengono il riconoscimento di malattia professionale per tumore dell’esofago possono accedere alla pensione di invalidità. Resta valido che la domanda deve essere depositata secondo i termini della circolare INPS n. 34 del 2020.

Risarcimento per malattia professionale

Bisogna tener presente che le prestazioni offerte dall’INAIL sono semplicemente dei meri indennizzi. Quindi, resta il diritto per la vittima primaria all’ottenimento dell’integrale risarcimento dei danni. Prima di tutto, infatti, ci sono quei pregiudizi non contemplati nell’indennizzo INAIL, come danni morali ed esistenziali. Inoltre, ci sono le ulteriori differenze rispetto ai pregiudizi indennizzati dall’INAIL, come il danno biologico e il danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. La differenza degli importi per questi pregiudizi deve essere richiesta, invece, al datore di lavoro, scomputando quanto ottenuto dall’INAIL a titolo di ristoro previdenziale. Il calcolo dell’entità dei danni complessivamente subiti dalla vittima comporta l’applicazione del criterio di equità, sulla base di quanto dedotto e dimostrato. In tal senso, l’Osservatorio Nazionale Amianto, insieme all’avvocato Ezio Bonanni, raccomandano di raccogliere tutte le prove circa i danni, comprese sofferenze fisiche e morali.

Si deve tener conto, oltre ai danni subiti dalla vittima primaria, anche di tutte le sofferenze a cui sono stati esposti i congiunti del lavoratore malato o deceduto. Per questo il danno, che è stato provocato alla vittima quando era ancora in vita, deve essere risarcito agli eredi legittimi, a titolo di danno iure hereditario. In quest’ultimo caso, sussiste il diritto dei familiari, in particolare della vedova e dei figli, se minorenni o studenti, a ottenere l’ulteriore indennizzo INAIL, specialmente la rendita di reversibilità e l’assegno funerario. Inoltre, sono anche dovuti tutti i risarcimenti dei iure proprio, che sono quei danni sofferti dagli stretti congiunti della vittima.

Riconoscimento di Vittima del Dovere per cancro esofago

Per coloro che hanno svolto servizio nella difesa, civili e militari, impegnati anche nelle missioni all’estero, l’esposizione all’asbesto, oltreché all’uranio impoverito, potrebbe essere avvenuta proprio per ragioni lavorative. In tal caso, la vittima ha diritto anche al riconoscimento di vittima del dovere.

Sono vittime del dovere tutti coloro che contraggono tumore dell’esofago per esposizione all’amianto e radiazioni ionizzanti, oltreché all’uranio impoverito, durante il servizio. Ci si riferisce, in particolare, a coloro che sono stati imbarcati nelle unità navali della Marina Militare, piuttosto che impegnati nelle missioni in Italia e all’estero. ll personale civile e militare che per motivi di missione o nello svolgimento delle mansioni di servizio è stato esposto ad agenti cancerogeni, tra cui l’amianto, contraendo il carcinoma esofageo, ha diritto al riconoscimento di Vittima del Dovere.

Assistenza medica e legale per il tumore dell’esofago

L’ONA offre assistenza legale gratuita per coloro affetti dal t umore all’esofago, a maggior ragione se temono di essere vittime di malattie asbesto correlate. A questa si aggiunge anche l’assistenza medica gratuita al fine di perseguire l’obiettivo della prevenzione secondaria. In questo modo, si cerca di favorire una diagnosi precoce, permettendo al paziente di accedere in maniera tempestiva alle cure e quindi ottenere maggiori chance di sopravvivenza e guarigione dalla malattia. L’assistenza medica è assicurato anche prima della diagnosi, attraverso la sorveglianza sanitaria.

Ricevere una diagnosi precoce del cancro all’esofago permette di intervenire in modo tempestivo, con le terapie e le cure, oltre alla tutela dei propri diritti. Il medico rilascia il primo certificato di malattia professionale, che, inoltrato all’INAIL, permette l’avvio del procedimento per il riconoscimento dell’eziologia professionale della neoplasia. In caso di esito positivo alla domanda, il paziente ha diritto alla rendita INAIL e alle maggiorazioni contributive ex art. 13 comma 7 L. 257/92, per il prepensionamento e la conseguente rivalutazione.

L’ONA, oltre ad essere presente in tutto il territorio nazionale attraverso gli sportelli regionali con sedi principali in Latina e Roma, assicura l’assistenza anche attraverso il form online e i recapiti telefonici, sempre attivi per qualsiasi necessità o segnalazione. Per richiedere la consulenza gratuita è sufficiente contattare il numero verde 800.034.294.

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