Il futuro della lotta contro l’amianto, nonostante siano passati anni dalla sua messa al bando, è ancora purtroppo ricco di ostacoli. Sui 41 siti da bonificare di interesse nazionale (SIN) identificati in Italia dal Ministero dell’Ambiente, ben 11 sono principalmente contaminati da amianto. Inoltre, la mappa del rischio riporta più di 12.000 siti di interesse regionale (SIR) e altri di competenza comunale (SIC).

Fino al 1992, anno in cui sono stati banditi sia l’estrazione sia l’impiego del minerale, l’Italia è stata tra i maggiori produttori mondiali di amianto e materiali contenenti asbesto. Tra il 1945 e il 1992 sono state prodotte 3.748.550 tonnellate di amianto grezzo e ne sono state importate 1.900.885. I danni alla salute che causa però l’esposizione a questo materiale hanno portato all’emanazione della Legge 257/1992, che lo ha messo definitivamente al bando. Oltre all’Italia, altri 55 Paesi non fanno più uso di asbesto. Tuttavia ce ne sono molti, in particolare nell’Asia, il cui utilizzo è ancora permesso. Questo fa sì che l’epidemia di malattie asbesto correlate continui tutt’oggi. Un quadro chiaro della situazione d’emergenza è definito dall’Avv. Ezio Bonanni nella sua pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2023“.

L’Avvocato Bonanni è il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Insieme da anni sono in prima linea nella lotta contro l’amianto e nella difesa delle vittime dell’amianto dei loro familiari. Offrono un servizio di consulenza gratuita, sia medica sia legale, chiamando il numero verde 800.034.294.

I danni alla salute provocati dall’amianto

L’amianto è un gruppo di minerali fibrosi, i quali hanno specifiche caratteristiche che ne hanno motivato il diffuso utilizzo. È incombustibile e flessibile, presenta delle resistenze a trazione molto elevate, ha buone qualità fonoassorbenti e fonoisolanti, e si lega chimicamente facilmente con i materiali da costruzione, in particolare con il cemento, formando così il cemento amianto o eternit.

Tuttavia, proprio la sua capacità di rilasciare fibre potenzialmente inalabili o ingeribili fanno sì che l’amianto sia gravemente nocivo per la salute dell’uomo. Anche quando è di matrice compatta nella forma di cemento amianto, sotto l’azione degli agenti atmosferici, può essere corroso e degradato, lasciando libere le fibre. Tanto è vero che già negli anni ’60 la ricerca scientifica aveva prodotto evidenze sulla cancerogenicità dell’amianto, confermata recentemente anche dalla monografia IARC. Tuttavia questi risultati non sono stati presi in considerazione fino a tempi recenti.

L’esposizione alle fibre è responsabile di patologie gravi e irreversibili dell’apparato respiratorio, come l’asbestosi, il mesotelioma e il cancro ai polmoni, con un periodo medio di latenza di 30 anni tra l’esposizione e i primi segni della malattia.

Progressi nella ricerca e nella tecnologia

convegno trieste

La ricerca scientifica anno dopo anno sviluppa nuove tecnologie e metodologie che possano far fronte alla lotta contro l’amianto. Innanzitutto l’attenzione degli scienziati è posta sull’ideazione di nuove modalità e tecnologie innovative per il riconoscimento delle diverse tipologie di minerale. In particolare, per esempio, uno dei bandi di ricerca dell’INAIL ha come obiettivo il riconoscimento della caratterizzazione di materiali contenenti amianto mediante l’impiego di tecnologie innovative ma non invasive e non distruttive.

Nuove metodologie riguardano anche il monitoraggio e la mappatura attraverso il telerilevamento. Recentemente è stata realizzata la mappatura 2D delle superfici dei materiali mediante analisi in microfluorescenza a raggi X (micro-Xrf) e imaging iperspettrale (hsi). Così sono state analizzate diverse tipologie di materiali, caratterizzati da matrici di natura differente (cementizie, resinoidi, cellulosiche, etc.) e dalla presenza di varie tipologie di minerali di amianto (crisotilo, crocidolite, amosite, tremolite, antofillite, actinolite).

Si è sviluppato anche un programma di lotta contro l’amianto che prevede l’impiego di droni. Si tratta di un progetto innovativo di prevenzione atto a mappare il territorio dall’alto in modo da arginare il problema delle costruzioni in eternit che ancora oggi si trovano in gran numero nelle regioni italiane. Attualmente l’idea è quella di mappare oltre 24 comuni del friulano, per una copertura di circa il 50% del territorio. Si procederà poi alla creazione dell’Aram. In questo archivio regionale saranno raccolti tutti i dati rilevali, che verranno poi messi a disposizione di comuni e aziende sanitarie.

Lo stesso Osservatorio Nazionale Amianto ha organizzato a Trieste il 14.11.2022 il convegno: “Amianto a Trieste: profili sanitari e risarcitori”. Qui, l’avvocato Ezio Bonanni ha avuto l’occasione per fare il punto sulla lotta contro l’amianto e sulle bonifiche realizzate in Friuli Venezia Giulia, e per presentare le novità relative a benefici e cure.

Lotta contro l’amianto: sicurezza dei lavoratori

La ricerca è fondamentale non solo per tutelare chi è stato esposto all’amianto, ma anche chi lo è attualmente o chi è esposto inconsapevolmente, perché si occupa di smaltimenti e bonifiche. Infatti particolare attenzione la ricerca la pone proprio alla tutela dei lavoratori. Per garantire la sicurezza sul lavoro sono stati sviluppati nuovi DPI dotati di visori in realtà aumentata, metodiche analitiche innovative, sia da laboratorio sia da remoto, e prototipi strumentali ad alta tecnologia per il supporto degli operatori. Inoltre sono a disposizione corsi per la formazione di personale qualificato che possa contribuire alla lotta contro l’amianto.

Non solo i lavoratori che facevano uso di questo materiale sono stati colpiti, ma anche i loro familiari e gli altri abitati di zone contaminate. Per avere un quadro completo si può consultare il VII Rapporto ReNaM. Questo è un articolato sistema di identificazione dei casi di mesotelioma diagnosticati e di analisi dell’esposizione ad amianto subita dai soggetti ammalati. Si tratta di un sistema di sorveglianza epidemiologica basato sulla ricerca attiva dei casi e sulla ricostruzione anamnestica individuale delle circostanze di esposizione ad amianto avvenute sia in ambito professionale sia residenziale o familiare. È articolato in una rete regionale, che si sviluppa attraverso i Cor, Centri operativi regionali.

Lotta contro l’amianto: nuove leggi e regolamenti

Dagli inizi degli anni ’90 la legislazione italiana ha recepito i pericoli insiti nell’amianto e ha provveduto ai divieti di produzione, obblighi e prescrizioni per limitare i rischi sulla popolazione. In Italia le procedure e le logiche di prevenzione, derivate dal recepire la direttiva comunitaria in materia di esposizione professionale ad amianto, si sono concretizzate nel 1991 con la legge 277, che predisponeva l’insieme delle azioni prevenzionali da mettere in campo nel caso di operatività a contatto con gli agenti di rischio, come l’asbesto. Poi con la legge 257 del 1992 vengono emanate norme per la cessazione dell’uso di amianto, modificate da seguenti aggiornamenti, tra cui:

  • Ministero dell’Industria, circolare del 17.02.93, n. 124976, concernente le imprese che utilizzano amianto nei processi produttivi o che svolgono attività di smaltimento o di bonifica;
  • Decreto del Presidente della Repubblica del 08.08.94, per l’adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto;
  • Decreto Ministeriale del 06.09.94, relativo alla cessazione dell’impiego dell’amianto;
  • il Decreto Legislativo del 17.03.95, n. 114 (attuazione della direttiva n. 87/217/CEE) in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’ambiente causato dall’amianto;
  • Ministero della Sanità, circolare del 12.04.95, n. 7;
  • Decreto Ministeriale del 14.05.96, per gli interventi di bonifica, compresi quelli per rendere innocuo l’amianto;
  • Decreto Ministeriale del 20.08.99 per ampliamento delle normative e delle metodologie tecniche per gli interventi di bonifica.

Normativa per la bonifica dell’amianto

Le leggi in materia di amianto non sanciscono in alcun modo l’obbligo di asportare manufatti con amianto. Questo obbligo di procedere all’asporto di manufatti con amianto è presente solo in un caso sia prevista la demolizione di un edificio che lo contiene, al fine di differenziare nettamente i rifiuti con amianto dagli altri rifiuti. Il mancato rispetto delle norme di legge che regolano i comportamenti da adottare in presenza di manufatti con amianto è pesantemente sanzionato.

La bonifica dell’amianto è trattata però all’interno della norma UNI 10686Rivestimenti incapsulanti per lastre in cemento-amianto. Requisiti e metodi di prova”. A questa norma si fa riferimento all’interno del D.M. 20.08.99. In particolare essa riguarda il metodo di incapsulamento, riportando le prove di laboratorio da usare come test da superare perché i prodotti siano accettati dalla legge e da effettuarsi relativamente alla resistenza al lavaggio dei prodotti incapsulanti. Quest’ultimo aspetto è riportato dettagliatamente nella UNI 10560Prodotti vernicianti, pitture murali in emulsione per interno. Resistenza al lavaggio. Metodo della spazzola”.

Il piano dell’Unione Europea contro l’amianto

Responsabile del 78% dei tumori professionali riconosciuti negli Stati membri e vietato dal 2005 in tutte le sue forme nell’Unione Europea, l’amianto è una sostanza cancerogena estremamente pericolosa ancora presente in molti edifici e causa numerosi decessi. Più di 70.000 persone sono morte per le conseguenze dell’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro. Inoltre si stima che attualmente siano esposti all’amianto tra i 4,1 e i 7,3 milioni di lavoratori, dei quali il 97% nel settore edile e il 2% nella gestione dei rifiuti.

Per far fronte a un’emergenza come quella dell’amianto, la Commissione ha optato per la proposta del pacchetto di misure “Costruire un futuro senza amianto“, che i governi sono tenuti ad adottare nel più breve tempo possibile. I provvedimenti sono volti ad affrontare il problema in modo globale, dal miglioramento delle diagnosi e delle cure delle malattie causate dall’amianto fino all’identificazione e alla rimozione sicura della sostanza e al trattamento dei relativi rifiuti. L’obiettivo è proteggere le persone dall’esposizione alla sostanza e prevenire i rischi per le generazioni future, definendo un approccio globale in materia di salute pubblica. Inoltre è prevista una proposta legislativa relativa a uno screening in tutti i Paesi dell’UE, mirato alla creazione di un registro dell’amianto negli edifici, a partire dal quale gli Stati membri saranno invitati a elaborare strategie nazionali per la rimozione della sostanza.

Infine, per garantire lo smaltimento sicuro dell’amianto e l’inquinamento zero, la Commissione intende:

  • rivedere il protocollo UE per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione e gli orientamenti per le verifiche dei rifiuti prima dei lavori di demolizione e di ristrutturazione degli edifici;
  • avviare uno studio volto a individuare le pratiche di gestione dei rifiuti di amianto e le nuove tecnologie di trattamento.

Registrazione delle aree contaminate e limiti di esposizione

Affrontare i rischi derivanti dall’esposizione all’amianto è quindi essenziale per proteggere la salute umana e l’ambiente, garantendo nel contempo condizioni di vita e di lavoro dignitose. Per questo la proposta prevede anche la volontà di modificare la direttiva sull’esposizione all’amianto durante il lavoro e migliorare la protezione dei lavoratori, riducendo significativamente il limite di esposizione professionale per l’amianto e fornendo formazione e orientamenti ai datori di lavoro. La proposta prevede di abbattere i limiti massimi di esposizione alla sostanza cancerogena sul posto di lavoro a un valore 10 volte inferiore a quello attuale (da 0,1 f/cm³ a 0,01 f/cm³).

La Commissione intende, inoltre, migliorare le informazioni sull’amianto negli edifici, mediante:

  • la presentazione di una proposta legislativa concernente il rilevamento e la registrazione dell’amianto negli edifici in ogni Stato membro;
  • introduzione di registri digitali al fine di migliorare la condivisione e l’uso dei dati relativi agli edifici, dalla progettazione alla costruzione, fino alla demolizione;
  • una campagna di sensibilizzazione sulla rimozione sicura dell’amianto.

Le azioni presentate fanno parte del pilastro relativo alla prevenzione del Piano europeo di lotta contro il cancro e contribuiranno agli obiettivi del Green Deal Europeo, del piano di azione “inquinamento zero’’ e del pilastro europeo dei diritti sociali.

Recentemente il Parlamento Europeo ha accolto le modifiche delle norme a tutela dei lavoratori dai rischi per la salute dovuti all’esposizione ad amianto (148/2009/CE). Le soglie amianto sono state ulteriormente ridotte: “il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, oppure a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili“.

Miglioramento delle tecniche di bonifica

L’amianto è stato utilizzato largamente come materiale da costruzione per realizzare sia gli strati coibenti, sia le lastre in cemento amianto per la copertura dei tetti, sia i tubi per il trasporto di acque potabili e reflue. A causa dei suoi effetti deleteri, è stato bandito da tutti gli impieghi grazie alla legge 257/92, che ne ha vietato la produzione e l’utilizzo, oltre a indicare i metodi di bonifica. Delle modalità di bonifica dell’amianto si occupa anche un intervento legislativo successivo, il decreto ministeriale del 6 settembre 1994.

Si individuano tre precise tecniche di intervento (incapsulamento, sovracopertura e rimozione), che sono obbligatorie nel caso in cui il tecnico, che ha svolto il censimento e valutato il rischio, abbia provveduto a dichiarare il materiale contenente amianto come particolarmente pericoloso per la sua conservazione. Nello specifico gli indicatori dello stato di degrado del materiale sono:

  • friabilità del materiale;
  • fratture e crepe;
  • aree di corrosione della matrice;
  • sviluppo di muffe o licheni.

Gli indicatori di dispersione di fibre sono invece:

  • materiale pulverulento in corrispondenza di scoli d’acqua e in gronda;
  • materiale pulverulento che forma piccole stalattiti nei punti di gocciolamento;
  • scolo delle acque non canalizzato;
  • possibilità di aerodispersione verso l’interno di edifici.

Lotta contro l’amianto: rimozione e smaltimento

Ogni tecnica di bonifica presenta i suoi vantaggi e svantaggi. Infatti la sovracopertura e l’incapsulamento, detti sistemi transitori, comportano il mantenimento dei manufatti contenenti amianto, ma hanno costi minori, velocità di intervento e una diluizione nel tempo della massa di rifiuti nocivi. Invece l’asportazione di eternit risolve per sempre il problema, ma può anche costituire una fonte di rischio se condotta impropriamente. In molti casi, però, questa è l’unica scelta praticabile date le condizioni di degrado del materiale in eternit.

Il procedimento di asportazione consiste innanzitutto nell’imbibizione e nel fissaggio delle fibre in fase di distacco, per diminuire la possibilità di rilasci consistenti durante la movimentazione dei pezzi. Questi sono poi rimossi e imballati in appositi teli in polietilene ad alta densità e trasportati in discariche autorizzate per rifiuti speciali.

La procedura prevede inoltre per legge sopralluoghi, rilevazioni fotografiche, prelievi di campioni, la redazione di un piano di lavoro da presentare all’A.S.L. competente e la predisposizione di dispositivi di protezione sia personali sia delle aree di lavoro.

Prodotti utilizzati per la bonifica dell’amianto

I prodotti utilizzati per la bonifica dell’amianto durante la procedura di asportazione di amianto sono essenzialmente di due tipi. In primo luogo il cemento amianto destinato allo smaltimento necessita di un rivestimento costituito da una vernice pellicolante elastica e pigmentata che abbia funzione di fissativo delle fibre amiantitiche durante le operazioni di smontaggio e manipolazione. In genere esse sono applicate a spruzzo con pompa a bassa pressione.

Un altro materiale utilizzato è il polietilene ad alto spessore e ad alta grammatura in sacchi termosaldati. Esso viene utilizzato per l’imballaggio dei materiali rimossi e per il loro trasporto in sicurezza verso la discarica.

Tecniche sostitutive di bonifica: incapsulamento

L’incapsulamento è una tecnica transitoria per un isolamento temporaneo del materiale in amianto, ma efficace. Consiste infatti nel trattamento con prodotti penetranti o ricoprenti, che tendono a inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l’aderenza al supporto e a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Questo metodo:

  • frena l’invecchiamento del manufatto;
  • migliora l’impermeabilità all’acqua;
  • è rapido e economico;
  • garantisce l’agibilità dell’edificio durante i lavori;
  • evita la produzione di rifiuti;
  • costituisce un minor rischio per i lavoratori addetti a tale operazione.

Il principale inconveniente che l’incapsulamento comporta è invece rappresentato dalla permanenza nell’edificio del materiale amianto e dalla conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione. Questa è infatti una soluzione non definitiva. Inoltre l’incapsulamento potrebbe alterare le proprietà antifiamma e fonoassorbenti.

Prima di scegliere un intervento di incapsulamento deve essere attentamente valutata l’idoneità del materiale di amianto a sopportare il peso dell’incapsulante. In particolare trattamenti incapsulanti non sono indicati nel caso di materiali molto friabili o che presentano scarsa coesione interna o adesione al substrato. Infatti l’incapsulante aumenta il peso strutturale, aggravando la tendenza del materiale a delaminarsi o a staccarsi dal substrato. Invece, nel caso di materiali friabili di spessore elevato (maggiore di 2 centimetri), il trattamento non penetra molto in profondità e non riesce quindi a restituire l’adesione al supporto sottostante.

Inoltre l’incapsulamento non dovrebbe essere mai effettuato su superfici soggette a frequenti interventi di manutenzione che non siano almeno a 3 metri di altezza o su superfici che possano essere danneggiate da attrezzi o nel caso di installazioni soggette a vibrazioni (aeroporti, locali con macchinari pesanti), poichè le vibrazioni determinano rilascio di fibre anche se il materiale è stato incapsulato.

Incapsulamento: l’innovazione di sistemi di pulizia

Se la rimozione comporta lo smaltimento di una grande quantità di materiale tossico in discariche speciali, anche l’incapsulamento pone problemi di smaltimento, poiché le lastre di cemento amianto vanno preliminarmente pulite. La presenza di smog, flora batterica, muschi e fibre in distacco non permettono infatti un buon aggrappaggio dei prodotti a spruzzo. Per questo motivo il D.M. 06.09.94 indica la necessità di un trattamento di pulitura da effettuarsi con attrezzature che evitino la liberazione di fibre nell’ambiente e che le raccolgano, al fine poi di smaltirle come rifiuti speciali.

L’innovazione tecnologica ha permesso la creazione di nuovi prodotti e nuove tecnologie, che seguano sempre le precise disposizioni di legge. Per esempio, per quanto riguarda la pulizia preliminare delle superfici esistono dei sistemi innovativi alternativi all’acqua in pressione non nebulizzata. Si tratta di macchine che proiettano bicarbonato di sodio mediante aria compressa. Infatti il bicarbonato non abrade la matrice cementizia ma rimuove il rifiuto. L’acqua, in questo procedimento, ha l’unico scopo di abbattimento delle polveri.

Nuovi prodotti incapsulanti, resine e vernici

L’innovazione è anche alla base di tutta la produzione di prodotti incapsulanti. Le problematiche che devono affrontare sono l’adesione al supporto, l’elasticità e la tenacia del rivestimento, e l’assenza di sostanze rischiose per la salute. I prodotti devono dunque essere autoestinguenti. In generale i prodotti per incapsulamento si possono dividere in due categorie:

  • impregnanti, che penetrano nel materiale legando le fibre tra loro e con il cemento;
  • ricoprenti, i quali formano una spessa membrana sulla superficie del manufatto.

I rivestimenti incapsulanti possono essere a vista all’esterno, a vista all’interno, non a vista (sotto un intervento di sovracopertura) e ausiliario (a supporto di un intervento di rimozione). Per una migliore adesione i cicli di prodotto prevedono un primer da applicare sulla superficie pulita. Poi si applica un fondo e un formulato a base di resine dalle alte resistenze meccaniche. Le resine incapsulanti possono essere a base acrilica, metacrilica, elastomerica, poliuretanica e epossidica. L’innovazione tecnologica ha ultimamente prodotto dei primer da applicarsi anche senza pulizia preliminare o addirittura dei cicli che non richiedono né primer né pulizia.

Lotta contro l’amianto: la tecnica della sovracopertura

La tecnica di bonifica della sovracopertura prevede la sovrapposizione di pannelli o lastre al cemento amianto, che può essere così confinato e reso innocuo. Per sovracopertura si intende infatti il confinamento dei materiali in amianto mediante l’installazione di una nuova copertura. Questa tecnica richiede comunque, per legge, un preventivo trattamento incapsulante, altrimenti il rilascio di fibre continuerebbe all’interno dell’area confinata. Essa deve essere eseguita preferibilmente dopo l’impregnazione e il consolidamento del cemento amianto attraverso prodotti liquidi appositi, in genere un primer a base di acqua.

Il nuovo manto sarà quindi costituito da appositi pannelli che accoppiano funzioni di strato isolante e di primo strato protettivo, oppure da strati di coibentazione rivestiti da lastre impermeabili e resistenti. Questi sistemi consentono il recupero di funzionalità delle coperture in cemento amianto, assicurando coibentazione termica, impermeabilizzazione e pedonabilità. Tuttavia, come per l’incapsulamento, sarà necessario un programma di controllo e manutenzione, poiché la nuova barriera installata deve essere mantenuta in buone condizioni.

I vantaggi di questa tecnica sono i costi più contenuti, non comporta produzione di rifiuti tossici né aerodispersione e l’edificio rimane comunque agibile durante tutto lo svolgimento dei lavori. In più, attraverso il nuovo strato applicato, la copertura acquista maggiori prestazioni termoigrometriche e risulta poi praticabile per la manutenzione.

Uno degli svantaggi di questo metodo, che comunque non è una soluzione definitiva, è però quello di necessitare di dispositivi di ancoraggio meccanico, che tendono a provocare facilmente danneggiamenti delle lastre e diffusione di fibre. Inoltre questo metodo di bonifica risulta indicato solo nel caso di materiali facilmente accessibili e aree circoscritte. Quando lo spazio confinato contiene componenti da mantenere ispezionabili, il metodo della sovracopertura non è la scelta giusta.

Aumentare la consapevolezza del pubblico

Il metodo migliore per debellare definitivamente questa minaccia resta comunque l’attuazione di una massiccia campagna di sensibilizzazione della popolazione sulla lotta contro l’amianto.  Occorre mettere a conoscenza le persone dei rischi comportati dal manipolare l’asbesto o dal trovarsi in prossimità di zone contaminate dall’eternit.

Manca infatti una consapevolezza delle dimensioni nazionali della questione, poiché l’allarme non coinvolge solo singole realtà come Casale Monferrato, l’ex Fibronit e la Bridgestone di Bari, Inoltre è necessario imporla anche a livello internazionale. Per esempio gli Stati Uniti vantano il triste primato di 10mila morti all’anno per patologie asbesto correlate.

Si manifesta perciò la necessità di capire le strategie più adatte da mettere in campo per difendersi dall’amianto, per la prevenzione a livello domestico, per incentivare le ricerche su innovativi trattamenti del mesotelioma e su nuove modalità di smaltimento dei materiali, di bonifica e di messa in sicurezza degli edifici.

Lotta contro l’amianto: assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza tecnica, medica e legale per tutti i lavoratori che sono stati esposti ad amianto e possono aver subito gravi danni alla salute. In particolare un team di avvocati specializzati, guidati dall’Avv. Bonanni, assiste coloro che ricevono una diagnosi di malattia da amianto e i loro familiari per ottenere i benefici assistenziali e previdenziali e il risarcimento dei danni da parte del datore di lavoro.

Il primo obiettivo da perseguire resta comunque la prevenzione, in particolare la prevenzione primaria. Come conferma la revisione del Consensus Report di Helsinki (commento di Landrigan), solo tenendosi lontano da aree contaminate dall’amianto è possibile ridurre a zero il rischio per la propria salute. E la lotta contro l’amianto si può vincere solo effettuando la bonifica dei siti contaminati. I cittadini possono contribuire alla mappatura del rischio amianto in Italia attraverso la segnalazione tramite l’App Amianto dell’ONA. Infine l’associazione favorisce la comunicazione di tutte le novità legate alla lotta contro l’amianto attraverso diversi organi d’informazioni. Richiedi la consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.

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