L’antofillite è un minerale di amianto. Proprio per la sua particolare colorazione, spesso è soprannominata anche “amianto verde-giallo-bianco”. Quindi, così come per tutti gli altri tipi di asbesto, anche l’antofillite causa gravi danni alla salute.

In questa pagina scopriremo cos’è, come si riconosce, dove si trova l’antofillite, ma soprattutto il motivo della sua pericolosità per la salute. In caso di esposizione ad antofillite è possibile richiedere l’assistenza medica e legale. I lavoratori che hanno contratto una malattia correlata all’esposizione, infatti, hanno diritto al risarcimento integrale dei danni da parte del datore di lavoro e a tutta una serie di benefici previsti dalla legge in caso di malattia professionale o causa di servizio.

L’ONA- Osservatorio Nazionale Amianto è in prima linea in Italia nella lotta contro le fibre killer dell’amianto e si occupa di prevenzione a 360° (primaria, secondaria e terziaria) compresa la tutela legale degli esposti alla tremolite. Questi, insieme ai loro familiari, hanno, oltre al diritto al risarcimento integrale dei danni subiti a causa dell’esposizione, anche a una serie di benefici connessi all’insorgere di una malattia professionale o causa di servizio.

Che cos’è il minerale dell’antofillite?

L’antofillite è un minerale di amianto e, così come gli altri, fa parte della grande famiglia dei silicati fibrosi e, di conseguenza, anche del gruppo degli anfiboli. I silicati fibrosi sono accomunati dalla capacità di suddividersi longitudinalmente in fibre sottilissime, dette fibrille.

Le fibre di questi minerali hanno la capacità di diventare molto sottili, fino a raggiungere un diametro infinitesimale e del tutto impercettibile all’occhio umano, circa 1300 volte più sottile di un capello. Per questa loro caratteristica che li contraddistingue, possono rimanere a lungo sospesi nell’aria, oltre a disperdersi nell’ambiente facilmente. Proprio tale caratteristica dimostra la pericolosità di tutti i minerali di amianto, compresa l’antofillite. Una volta inalate o ingerite, infatti, queste fibre provocano nella maggior parte dei casi gravi fenomeni infiammatori pre cancerosi e, al termine del loro sviluppo, insorgenza del cancro.

L’antofillite (dal latino scientifico antophyllum = garofano) è un silicato idrato di magnesio ed è il più importante degli anfiboli rombici. Descritto per la prima volta dal mineralogista tedesco Christian Friedrich Schumacher nel 1801, il nome gli viene dal colore che assomiglia a quello del garofano.

E’ possibile reperire l’antofillite, più frequentamente, nei micascisti dell’Alto Adige, soprattutto in Val Passiria, nei pressi di Merano, e in misura inferiore anche nell’isola d’Elba e nelle Alpi e Prealpi Occidentali, e in Finlandia. Tra tutti i minerali di amianto non è però stato largamente utilizzato, a differenza di altri, probabilmente a causa delle sue caratteristiche.

Caratteristiche e proprietà dell’antofillite

ONA TV -smaltimento amianto e bonifica

Al contrario di altri minerali di amianto, l’antofillite è fragile. La sua temperatura di decomposizione si aggira tra i 600 e gli 850°C. Ha, quindi, una grande capacità di resistenza al calore, ma al contrario di altri minerali, non è indistruttibile e resistente alla trazione.

Propio la sua fragilità l’ha resa meno adatta all’utilizzo nell’industria dei trasporti, nell’industria e nell’edilizia ad eccezione dei pavimenti compositi. Ne è però stato fatto un ampio utilizzo nell’industria cosmetica e in altri prodotti a base di talco, nonché nei composti che di solito includono la vermiculite. Proprio per questo, ancora oggi, i prodotti a base di talco necessitano particolari test che ne verifichino l’eliminazione di ogni traccia di antofillite.

La tremolite condivide con gli altri minerali di amianto alcune proprietà: tra queste una grande resistenza al fuoco e al calore, l’inattaccabilità da parte degli agenti esogeni (come gli acidi), l’elevata flessibilità, la resistenza alla trazione e la fonoassorbenza.

Antofillite: uno dei minerali di amianto o asbesto

I minerali di amianto sono un gruppo di minerali abbastanza vasto che appartiene alla famiglia dei silicati. La caratteristica che li accomuna, come già detto, è la loro natura fibrosa (silicati fibrosi), anche detta asbestiforme.

Tutti i minerali asbestiformi sono fibrosi, ma non tutti i minerali fibrosi sono asbestiformi. Tali sostanze per essere classificati come minerali di amianto, oltre a possedere una struttura fibrillare, devono avere anche una certa flessibilità e una particolare resistenza delle singole fibre. Quest’ultime, per essere tali, sono più lunghe di 5 µm e contano un rapporto lunghezza/larghezza di almeno 3:1. Per completare la trasformazione in amianto, i minerali di partenza devono subire inoltre particolari processi idrotermali di bassa pressione e bassa temperatura.

Esposizione e pericolosità per la salute

Già all’inizio del secolo scorso si è presa consapevolezza della potenziale pericolosità dei minerali di amianto. Eppure, ci è voluto del tempo prima di reperire le prove scientifiche che dimostrassero questa sua capacità. Nonostante un regio decreto già ne vietasse l’estrazione a donne e fanciulli, ci è voluto il 1992 per vederne finalmente bannato il suo utilizzo, estrazione e commercializzazione in Europa. Infatti, ancora oggi molti altri Paesi del mondo fanno ancora uso di absesto.

Come tutti i minerali di amianto, anche l’anfitollite è pericolosa per la salute umana. Le fibre di amianto, non a caso anche dette fibre killer, una volta inalate o ingerite provocano fenomeni infiammatori (come l’asbestosi, le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici), oltre a diverse neoplasie. 

L’OMS si è sempre espressa in modo univoco sulla pericolosità dei vari tipi di minerali di amianto ed ha affermato senza mezzi termini che tutti i tipi di amianto sono cancerogeni. Tale concetto è stato poi successivamente ribadito a seguito dei risultati della commissione d’inchiesta sui rischi di amianto e altri cancerogeni e nel VII Rapporto Renam, che raccoglie i dati sui mesoteliomi.

Patologie causate dall’esposizione all’antofillite

L’esposizione all’antofillite, così come ad altri tipi di amianto, provoca infiammazioni e successiva fibrosi del tratto respiratorio. Da qui, l’insorgenza di asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici, così come di altre patologie gravi correlate all’esposizione cancerogena. Queste infiammazioni, nei casi più gravi, potrebbero evolvere in tumore del polmone o in mesotelioma pleurico.

Il mesotelioma pleurico è una malattia monofattorial, e quindi causata esclusivamente dall’esposizione ad amianto. Si tratta della patologia più diffusa, ma non l’unica variante esistente. Esistono, infatti, anche il mesotelioma pericardico, peritoneale e della tunica vaginale del testicolo con un’identica eziologia. L’esposizione ad asbesto, inoltre, potrebbe causare anche tumore alla laringe e cancro alle ovaie.

Anche altre neoplasie, come il tumore della faringe, il tumore dello stomaco, il tumore del colon retto (inserite nella lista II dell’INAIL) e il tumore dell’esofago (che rientra nella lista III dell’INAIL) possono essere allo stesso modo causate da un’esposizione morbigena all’actinolite e ad altri tipi di amianto. La loro incidenza per cause professionali però viene ritenuta meno probabile rispetto a mesoteliomi, tumori del polmone, laringe e ovaie, che per questo sono inseriti nella Lista I dell’INAIL.

Malattie amianto correlate: quali sono?

Come abbiamo già ribadito, l’esposizione alle fibre dei minerali di amianto possono causare malattie amianto correlateDi seguite alcune delle più comuni:

  • mesotelioma (peritoneale, pericardico, pleurico, della tunica vaginale del testicolo);
  • tumore del polmone;
  • tumore alla laringe;
  • cancro alle ovaie.

Queste patologie appena elencate sono incluse nella lista I dell’INAIL (Istituto Nazionale Assicurativo Infortuni sul Lavoro) e prevedono la prevenzione legale d’origine. Quindi, se sono insorte tali infermità, oppure semplicemente l’amianto è presente nell’ambiente di lavoro, le patologia vengono automaticamente considerate malattie di origine professionale. Al contrario, nella lista II stilata sempre dall’INAIL contiene le malattia che non prevedono una presunzione legale di origine. Tra queste:

  • tumore alla faringe;
  • cancro al colon-retto;
  • neoplasia dello stomaco.

Nella lista III dell’INAIL, che come la lista II prevede la dimostrazione a carico del lavoratore del nesso causale, compare, invece, solo il tumore dell’esofago. A prescindere dalla loro classificazione nella lista INAIL di riferimento, queste patologie devono essere totalmente risarcite in quanto da considerare malattie professionali. La sostanziale differenza è che nel primo caso risulta più facile ottenere il riconoscimento di malattia professionale dall’INAIL, negli altri casi è, invece, più complicato.

Tutte le altre patologie correlate all’amianto

Oltre alle malattie riconosciute dall’INAIL, esistono ad ogni modo tutta una serie di patologie che possono essere provocate dall’amianto. Tra le malattie degenerative non tumorali ci sono la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia, oltra a vari problemi cardiovascolari.

Inoltre, le neoplasie causate dalle fibre di asbesto possono colpire il cervello, la colecisti, la mammella, il pancreas, la prostata, i reni, la tiroide, la vagina-vulva e la vescica. Quest’ultima correlazione è stata anche dimostrata da molti studi scientifici.

Classificazione secondo la legge dei minerali

La legge ha classificato e definito i minerali di amianto nell’art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l’art. 2 della Direttiva 477/83/CEE (ora sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE). Include tra i minerali di amianto:

  • l’actinolite di amianto, n. CAS 77536-66-4;
  • la grunerite di amianto (o amosite), n. CAS 12172-73-5;
  • antofillite, n. CAS 77536-67-5;
  • crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
  • crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
  • tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6.

La classificazione del legislatore non rispecchia però la grande varietà di minerali di amianto presenti in natura. Infatti, alcune sostanze, come l’erionite (IARC 2012b) e la fluoro-edenite, non appaiono inclusi in tale classificazione. L’Osservatorio Nazionale Amianto, di cui l’Avvocato Ezio Bonanni è presidente, ha spesso denunciato la necessità di adeguamento della legislazione. Infatti, la mancata classificazione di tutti i minerali asbestiformi espone a enorme rischio i cittadini, e di conseguenza la salute pubblica, oltre a quella dell’ambiente. Li priva infatti della prevenzione primaria e di ogni tutela, preventiva e risarcitoria.

L’App per segnalare la presenza amianto

L’app amianto creata dall’Osservatorio Nazionale Amianto si è subito confermato uno strumento fondamentale nella lotta al rischio amianto in Italia. Questa applicazione, infatti, permette di segnalare la presenza di asbesto nei luoghi di lavoro, oltre a quelli di vita quotidiana.

La raccolta delle segnalazioni da parte degli utenti, permette di migliorare l’efficacia della prevenzione primaria e, allo stesso tempo, di raggiungere la prova di esposizione delle vittime, ai fini di una tutela legale per l’ottenimento dei risarcimenti previsti dalla legge.

Assistenza legale gratuita per il rischio antofillite

Gli esposti all’antofillite e agli altri minerali di asbesto hanno diritto ad una serie di benefici di natura preventiva (prepensionamento e rivalutazione dei contributi) e risarcitoria (risarcimento dei danni, rendita INAIL o indennizzo, accesso al Fondo Vittime Amianto e, per gli appartenenti alle Forze Armate e Comparto Sicurezza, lo status di Vittime del dovere e la causa di servizio).

Per richiedere l’assistenza medica e legale gratuita dell’ONA in caso di esposizione all’amianto o ad altri cancerogeni basta chiamare il numero verde 800 034 294 o compilare il form.

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