Con il termine Eternit si identifica il cemento amianto realizzato grazie all’impasto di malta e fibre di amianto. Con lo stesso termine si identifica anche la multinazionale svizzera, proprietà della famiglia Schmidheiny, e maggiore produttrice di fibrocemento.

In Italia abbiamo utilizzato prodotti in Eternit fino all’entrata in vigore della Legge 257 del 1992. Grazie a questa legge l’amianto, assieme ai suoi derivati, sono stati messi al bando definitivamente dal nostro Paese. Da allora però la strage di malattie asbesto correlate continua indisturbata a causa dei ritardi nelle bonifiche.

Il brevetto Eternit e la produzione di fibro cemento

Nel 1901, l’imprenditore austriaco, Ludwig Hatschek, brevetta un materiale composto da cemento e amianto e decide di chiamarlo Eternit. Il termine deriva dal latino aeternitas, che significa eternità.

Successivamente, nel 1902, l’imprenditore Alois Steinmann acquista la licenza del brevetto e avvia la produzione di materiali in Eternit. L’anno successivo, nel 1903, Steinmann fonda la Schweizerische Eternitwerke AG a Niederurnen.

Nel 1911 inizia ufficialmente la produzione di lastre e tegole, poi nel 1928 comincia la realizzazione dei tubi e nel 1933 inizia la produzione delle lastre ondulate, conosciute anche come onduline. È questa massiccia produzione di materiali in cemento amianto che danno il via ad una vera e propria strage.

Gli stabilimenti italiani e la loro attività

La prima multinazionale produttrice di eternit che approda in Italia è proprio quella svizzera. Al tempo, erano presenti in Italia ben cinque stabilimenti: Casale Monferrato, Napoli BagnoliCavagnolo, Rubiera e Priolo Gargallo.

In un secondo momento in Italia sorge un altro marchio associato alla produzione di materiali in cemento amianto, si tratta della Fibronit. La multi società apre in Italia 3 stabilimenti, uno a Broni, uno a Bari e uno presso Massa Carrara.

Dopo la seconda guerra mondiale, il nostro Paese è rientrato tra i maggiori produttori ed estrattori di amianto del continente europeo. A consolidare questa posizione dell’Italia, la presenza della Cava di Balangero, acquisita successivamente dalla stessa famiglia Schmidheiny.

Amianto: l’uso incontrollato avvenuto in Italia e nel  mondo

smaltimento amianto e bonifica

In edilizia l’amianto e l’eternit hanno trovato un uso massivo per la realizzazione di tetti, coibentazioni e persino di tubature d’acqua potabile. Infatti, in Italia si stimano circa 3.748.550 tonnellate di fibra grezza estratte dalla miniera di Balangero e circa 1.900.885 tonnellate di materiale utilizzato per la produzione di fibrocemento con amianto.

Attualmente sono 62 gli Stati in tutto il mondo in cui è stato messo al bando l’amianto. Tra questi troviamo l’Arabia Saudita, Argentina, Australia, Cile, Croazia, Gabon, Giappone, Honduras, IslandaKuwaitNorvegiaSeychellesUruguay, oltre a quelli dell’Unione Europea.

Tuttavia, la produzione di amianto nel mondo continua indisturbata per circa 2 milioni di tonnellate. Per esempio, solo nel 2014, la Russia ne ha estratto circa 1.100.000, la Cina oltre 400.000, il Brasile circa 284.000, il Kazakhstan 240.000, l’India 270.000.

La pericolosità dell’amianto e i relativi studi

La pericolosità dell’amianto è ben nota dagli inizi del secolo e tali rischi sono stati confermati nel R.D. 442/1909. Ulteriore conferma arriva nel 1943, quando l’asbestosi, con la Legge 455, è stata inserita nelle tabelle INAIL delle malattie professionali.

Tra il 1959 e il 1960 lo studioso Chris Wagner ha evidenziato attraverso i suoi studi, che l’insorgenza di mesotelioma aumentava anche nei soggetti che vivevano nelle vicinanze delle miniere di amianto.

Nel corso dell’evento “Effetti Biologici Dell’Amianto“, tenutosi a New York nel 1964, l’Accademia delle Scienze ha puntato l’attenzione sulla cancerogenicità dell’amianto e sui dettagli clinici ed eziologici del mesotelioma. Purtroppo però, nonostante la consapevolezza della lesività dell’amianto, vi fu di lì a poco un aumento della produzione.

Per oltre 25 anni, in Italia la produzione di amianto ha continuato indisturbata nonostante gli studi scientifici abbiano dimostrato i danni che esso possa provocare. Qualcosa cambia quando nel 1992 viene varata la Legge 257. Tuttavia, a distanza di 30 anni dalla messa al bando di questo cancerogeno, in Italia restano ancora 40 milioni di tonnellate di amianto in attesa di bonifica.

Le patologie asbesto correlate e i rischi per la salute

L’esposizione ad eternit provoca danni alla salute soprattutto per coloro che vi hanno lavorato a stretto contatto. I lavoratori esposti ad amianto corrono il rischio di contrarre particolari neoplasie o infiammazioni croniche, come confermano la monografia IARC e la recente pubblicazione dell’OMS ‘Asbestos’ (27 settembre 2024).

Le fibre di amianto, se respirate o ingerite provocano l’insorgenza dell’asbestosi, delle placche pleuriche e dell’ispessimento pleurico. Si tratta in tutti e tre casi di forti infiammazioni a carico dell’apparato respiratorio. Ma l’esposizione a un cancerogeno così potente provoca anche l’insorgenza di particolari neoplasie, come per esempio il mesotelioma, il cancro al polmone,  tumore alla laringetumore alla faringecancro allo stomacocancro al colon e tumore alle ovaie.

L’Osservatorio Nazionale Amianto nel corso del tempo ha raccolto tantissime segnalazioni di patologie asbesto correlate. Per questa ragione l’avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA, ha raccolto tutti i dai e li ha resi pubblici attraverso la pubblicazione: Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022.

Eternit, quando diventa pericoloso?

La pericolosità dell’eternit è riconducibile al suo grado di friabilità. Nella maggior parte dei casi l’amianto è un agente resistente alle fonti di calore e alle intemperie. Tuttavia, nel corso del tempo le fibre perdono la loro capacità aggrappante, dando inizio ad un processo di frammentazione della superficie con conseguente aerodispersione.

Al fine di prevenire i danni da amianto bisogna procedere con la bonifica totale dei siti ancora contaminati. Nel complesso però, i lavori di messa in sicurezza procedono con estrema lentezza, per questo motivo occorre monitorare i manufatti realizzati in cemento amianto.

Se nel corso del tempo il manufatto presenta una superficie sgretolata e particolarmente usurata, significa che deve essere subito sostituita e smaltita in sicurezza. Inoltre, chiunque sia in possesso di un immobile o per qualche ragione si ritrovi a gestirne uno, come per esempio un amministratore condominiale o un dirigente scolastico, è obbligato a controllare che non vi sia traccia di amianto o Eternit.

Nei casi in cui ne venga riscontrata la presenza è obbligatorio comunicare la notizia agli uffici di competenza che sono il dipartimento di prevenzione ASL e il Comune di Appartenenza. L’Azienda sanitaria dispone, infatti, di un registro all’interno del quale è possibile localizzare l’amianto. Una volta ricevuta la segnalazione, deve essere inviato un esperto sul luogo che possa verificare lo stato di friabilità e quindi di pericolosità del minerale. Redatto il certificato di “valutazione del rischio”, deve comunicare agli inquilini le modalità attraverso le quali procedere.

Quando è obbligatorio rimuovere l’eternit?

Solitamente se l’amianto è particolarmente friabile, è prevista la bonifica, attraverso la rimozione dell’amianto. Colui che possiede l’immobile o lo gestisce, in ottemperanza all’art. 2051 c.c., è incaricato di vigilare sulle condizioni dell’edificio, provvedendo alla manutenzione. Qualunque danno arrecato agli inquilini deve essere risarcito dal proprietario.

Se si tratta di un condominio, invece, è l’amministratore che deve occuparsi di tracciare una mappatura dei materiali amianto, presenti nelle zone comuni. L’amianto va sempre segnalato, a prescindere dalle condizioni in cui risiede, pena sanzione amministrativa pecuniaria. Nei casi di rimozione, la spesa verrà dipartita fra i condomini, a seconda delle tabelle millesimali.

L’eventuale acquisto di un immobile con presenza amianto, comporta alcune condizioni. La Corte di Cassazione, sez. II, sentenza n.15742 del 23.06.2017 ha affermato che se l’acquirente di un immobile viene a sapere della presenza amianto, dopo il compromesso, quest’ultimo rimane comunque valido. Gli acquirenti hanno però la possibilità di chiedere una riduzione del prezzo. Questo cambia nel caso in cui l’amianto sia allo stato friabile e il venditore abbia volutamente occultato la sua presenza. In tal caso il contratto preliminare può essere annullato.

Consulenza gratuita per le vittime amianto: servizio ONA

Per richiedere la consulenza gratuita dell’ONA e ricevere maggiori informazioni riguardo l’assistenza legale e medica si può chiamare il numero verde 800.034.294 o compilare il form. In questo modo si potranno avere tutte le informazioni per tutelare la propria salute e i propri diritti.

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