Il tumore allo stomaco è una neoplasia che, nella maggior parte dei casi, è provocata dall’esposizione all’amianto e altri cancerogeni di origine occupazionale. Si tratta però di una malattia che si può prevenire, curare e da cui si può guarire. Il cancro gastrointestinale si identifica nel gruppo di tumori del sistema digestivo o nel tratto intestinale, che include anche il tumore del pancreas, del fegato, della colecisti, del colon rettale, oltre ai tumori stromali gastrointestinali (GIST) e altri tumori allo stomaco.
Questa neoplasia ha colpito finora più di 250mila persone. Solo nel 2019, sono stati circa 100mila i decessi. Per questi motivi, l’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni hanno insistito e insistono per evitare le esposizioni all’asbesto. L’ONA assiste i pazienti affetti da tumore allo stomaco innanzitutto nella diagnosi, necessaria per avviare la procedura INAIL per ottenere prima l’indennizzo e, successivamente all’esposizione ad amianto, per ricevere l’accredito delle maggiorazioni contributive, oltre al diritto al prepensionamento e il risarcimento integrale dei danni.
Tumore allo stomaco: i diritti che spettano alle vittime
Lo IARC, nell’ultima monografia pubblicata riguardo l’amianto, ha confermato che tra gli agenti eziologici del tumore allo stomaco è presente, appunto, l’asbesto. L’INAIL, infatti, lo ha inserito nella Lista II (la cui origine lavorativa è di limitata probabilità). Anche se tale lista non è assistita dalla presunzione legale di origine, ad ogni modo coloro che risultano affetti da tale patologia possono chiedere e ottenere il riconoscimento dell’origine professionale e quindi la conseguente costituzione della rendita INAIL.
In caso di riconoscimento del carcinoma allo stomaco quale malattia professionale, il paziente, allo stesso modo degli eredi in caso di decesso, ha diritto alle prestazioni INAIL, innanzitutto con costituzione della rendita (nel caso in cui il grado di inabilità sia almeno del 16%) e dell’indennizzo del danno biologico (quando il grado invalidante è dal 6% al 15%). Se il grado di invalidità acquisito con il tumore allo stomaco è almeno pari al 16%, la vittima ha altresì diritto alla liquidazione dei benefici del Fondo Vittime Amianto. Di seguito, sono meglio specificati i diritti a cui è possibile accedere in base al grado invalidante riconosciuto:
- Inabilità inferiore al 6%: non è previsto l’indennizzo del danno biologico. Il datore di lavoro è obbligato a risarcire il lavoratore di tutti i danni, sofferti per via dell’esposizione professionale a polveri e fibre di amianto (Cass. sez. lav., n. 2491/2008).
- Grado invalidante dal 6% al 15%: il datore di lavoro deve risarcire sia i danni differenziali (la maggiore entità del danno biologico) sia tutti gli altri danni (morali ed esistenziali e patrimoniali).
- Grado di invalidità a partire dal 16%: l’INAIL indennizza il danno biologico e il danno patrimoniale da diminuite capacità di lavoro. Il datore di lavoro risarcisce solo i danni differenziali e complementari.
Certificato di esposizione ad amianto
I pazienti affetti dal tumore allo stomaco hanno diritto a ricevere dall’INAIL il certificato di esposizione ad amianto (art. 13 comma 7 L. 257/1992), la rivalutazione della posizione contributiva e il prepensionamento per un periodo pari al 50% di quello sottoscritto nel certificato, oltre alla rivalutazione della prestazione pensionistica in godimento. Le maggiorazioni amianto possono essere riconosciute anche per i periodi inferiori ai 10 anni, senza superare la soglia delle 10 ff/l, come dalle più recenti modifiche della direttiva comunitaria 2023/2668/UE, che ha abbassato ancor di più la soglia limite di esposizione a questo minerale.
È possibile ottenere i benefici amianto per i tumori allo stomaco, e più in generale per quelli gastrici, anche nei casi in cui non è stata presentata domanda all’INAIL prima del 15 giugno 2005. La prescrizione decennale, infatti, decorre solamente dal riconoscimento INAIL. Tutte le vittime di tumore allo stomaco, così come i loro eredi in caso di decesso, hanno altresì diritto all’integrale ristoro di tutti i danni subiti, patrimoniali e non patrimoniali.
Il prepensionamento per tumore allo stomaco
I lavoratori che sono affetti da una patologia asbesto correlata, grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni e dell’ONA, possono ottenere il prepensionamento oppure la pensione inabilità amianto. In seguito ad alcune modifiche apportate al testo di legge di cui all’art. 1, co. 250, L. 232 del 2016, il diritto al prepensionamento è stato esteso a più categorie. In principio, infatti, potevano essere collocati in pensione anticipata solamente coloro che avevano ottenuto il riconoscimento di malattia professionale per asbestosi, mesotelioma oppure tumore del polmone. Attualmente invece, per effetto del Decreto L. 34 del 2019, convertito con Legge 58 del 2019, e della Circolare INPS n. 34 del 09.03.2020, tutti coloro che hanno ottenuto il riconoscimento di una patologia asbesto correlata, compreso il tumore allo stomaco, possono chiedere di essere immediatamente collocati in quiescenza, anche anticipatamente.
Bisogna tener conto però della verifica dei requisiti, poiché con il riconoscimento di queste malattie, a prescindere dal grado di invalidità, si ha diritto ai benefici amianto con l’art. 13 co. 7 L. 257/92. Inizialmente, l’INPS richiedeva il grado di invalidità almeno del 6%. Successivamnete, la Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, sentenza n. 30438/2018, ha stabilito, invece, che la rivalutazione del periodo contributivo con il coefficiente 1,5, spetta sempre e comunque, a prescindere dal grado di invalidità riconosciuto dall’INAIL.
La pensione di inabilità INPS: pro e contro
La pensione di inabilità INPS non è cumulabile con le prestazioni INAIL. In questo modo, coloro che hanno chiesto ed ottenuto il beneficio INPS, si vedono precluso il diritto per le altre prestazioni INAIL.
Quindi, tenendo conto che con i benefici amianto si matura ugualmente il diritto al prepensionamento, perché si raggiungono i limiti di età e di anzianità contributiva, a questo punto è preferibile mantenere la rendita INAIL, e allo stesso tempo, acquisire il prepensionamento, con i requisiti ordinari. Infatti, ottenuto il riconoscimento delle maggiorazioni contributive (ex art. 13 co. 7 L. 257/92), con la maggiorazione amianto, nella maggioranza dei casi si raggiungono in ogni caso i requisiti per il pensionamento. Qualora le contribuzioni mancanti fossero limitate è comunque preferibile attendere la maturazione ordinaria, beneficiando comunque del prepensionamento pari al 50% del periodo di esposizione al cancerogeno.
In caso di riconoscimento di un grado abbastanza basso, come succede per esempio quando si è in presenza di placche e ispessimenti pleurici, si potrebbero fare valutazioni differenti. Infatti, i lavoratori affetti da queste patologie ricevo nella maggior parte dei casi dall’INAIL un grado di inabilità quasi sempre inferiore al 6%. L’ONA ha tentato di contestare, in ogni modo, queste valutazioni, perché in realtà il danno da esposizione, con placche ed ispessimenti, è comunque più elevato. Le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici d’altronde non sono altro che i primi segnali che si evidenziano la presenza di uno stato infiammatorio, che solitamente anticipano l’insorgenza del mesotelioma della pleura.
Tuttavia, in questi casi, specialmente quando il lavoratore malato è molto giovane, e quindi ancora molto distante dal pensionamento, è preferibile chiedere di poter essere collocato in pensione di inabilità con la domanda di prepensionamento specifica.
Le nuove linee guida
L’art. 41-bis della legge 58 del 2019 ha ampliato la tutela per le vittime dell’amianto che hanno sviluppato una qualsiasi malattia professionale con i commi 250-bis e 250-ter all’art. 1 della L. n. 232/2016. La pensione di inabilità è subordinata alla condizione che le patologie asbesto correlate siano state riconosciute di origine professionale. Altresì, è necessario che ogni malattia sia documentata da apposita certificazione rilasciata dall’INAIL e domanda di certificazione che permette l’accesso al diritto al beneficio.
Quindi, anche in caso di placche e ispessimenti pleurici, oppure di cancro della laringe o tumore delle ovaie e più in generale di una qualsiasi patologia asbesto correlata riconosciuta dall’INAIL, si avrà diritto al pensionamento immediato. Grazie all’applicazione dell’art. 13 co. 7 della L. 257/92, infatti, si maturerà il diritto pur senza raggiungere l’anzianità anagrafica. A specificarlo è stato proprio l’INPS attraverso la pubblicazione della circolare n. 34 del 9 marzo 2020. Nel documento, inoltre, vengono fornite tutte le istruzioni necessarie.
Sintomi e cause del tumore allo stomaco
Tra le cause più probabili del tumore allo stomaco c’è con certezza l’esposizione o l’ingestione di polveri e fibre di amianto. Le persone affette da gastrite atrofica, infiammazione o di infezione dello stomaco causata dall’Helicobacter pylori (responsabile dell’ulcera gastrica), corrono maggiori rischi di contrarre la neoplasia e sono maggiormente predisposti alla formazione di metastasi più estese.
Esistono comunque altre cause, che sono identificate come responsabili dell’insorgenza del tumore allo stomaco. Tra queste, fattori ereditari, dieta poco sana, età avanzata, obesità, consumo di alcool, fumo di sigaretta e sedentarietà. In ogni caso, è sempre consigliato far attenzione e monitorare eventuali sintomi riconducibili a tale neoplasia, al fine di ottenere una diagnosi precoce e, quindi, maggiori possibilità di guarigione.
Secondo il National Cancer Institute, alcuni pazienti affetti da tumore allo stomaco in fase iniziale non presentano sintomi riconducibili a tale neoplasia. L’assenza di una preliminare sintomatologia, così come accade per altre malattie asbesto correlate, potrebbe ritardare la visita e quindi diminuire la probabilità di una diagnosi precoce.
Generalmente, i sintomi che preannunciano l’insorgenza di un cancro gastrico sono disturbi persistenti della digestione, inappetenza, difficoltà di deglutizione, perdita di peso. Tra gli altri sintomi, invece, potrebbe esserci la sensazione di pienezza dopo i pasti e senso di nausea e vomito. Solo in una fase avanzata potrebbe manifestarsi pirosi, presenza di sangue nelle feci o feci nere, oltre alla stanchezza dovuta all’anemia. Tali sintomi potrebbe essere dovuti al sanguinamento dalle pareti dello stomaco.
Tumore allo stomaco e amianto: cosa dice la letteratura scientifica
Il New York Times, già in data 21 gennaio 1973, ha pubblicato un articolo intitolato: “Amianto, il salvatore di vite ha anche un lato mortale” (Asbestos, the saver of lives, has a deadly side). Grazie agli studi del Prof. Irvin Selikoff, fin dagli anni ’60, è stato dimostrato che l’amianto risulta tra gli agenti eziologici del cancro gastrico. Il tumore allo stomaco, tra l’altro, è stato registrato tra i tumori più diffusi nei Paesi industrializzati, nel corso dell’ultimo secolo, ed è provocato nella maggior parte dei casi dall’esposizione all’amianto e ad altri cancerogeni.
Anche nell’ultima monografia IARC, il cancro allo stomaco viene ricondotto all’esposizione all’asbesto. “Associazioni positive sono state osservate anche tra esposizione a tutte le forme di amianto e tumore della faringe, stomaco, colon-retto. Per il cancro del colon-retto, il Gruppo di lavoro è stato equamente diviso sul fatto che la prova era abbastanza forte da giustificare la classificazione come sufficiente“, si legge.
Tumore allo stomaco: diagnosi precoce
La diagnosi del cancro stomaco e delle altre malattie gastrointestinali generalmente viene confermata a seguito di una preliminare visita con il medico di base. Quest’ultimo, dopo aver valutato l’anamnesi lavorativa, e quindi l’eventuale pregressa esposizione ad asbesto, la storia clinica, la sintomatologia e aver prescritto tutti gli esami utili, può rimandare a un consulto con un gastroenterologo per una valutazione più approfondita. Gli esami più frequenti prescritti in questi casi sono la gastroscopia, la tomografia computerizzata (TC), la tomografia a emissione di positroni (PET), l’ecografia e la radiografia del tubo digerente.
Quando si avvertono i primi sintomi riconducibili al tumore allo stomaco, è sempre consigliato effettuare una gastroscopia, nonché procedura più diffusa per la conferma della diagnosi. Si tratta però di un esame invasivo, effettuato a digiuno e in sedazione. Spesso, per diagnosticare specifiche malattie dello stomaco può essere necessaria addirittura la gastroscopia transnasale. Quest’ultima è meno invasiva, in quanto vengono utilizzate delle sonde endoscopiche ultrasottili e il gastroscopio viene introdotto attraverso il naso anziché attraverso la bocca, rendendo quindi non necessaria la sedazione.
La gastroscopia potrebbe risultare fastidiosa, ma non è certamente dolorosa. Anzi, l’effetto del sedativo scompare nel giro di qualche ora e si può fare ritorno a casa, benché è opportuno non mettersi alla guida di veicoli fino al completo smaltimento dell’effetto sedante. A seguito della gastroscopia potrebbe essere avvertito un leggero fastidio alla gola, che è del tutto normale e solitamente scompare nell’arco di un paio di giorni.
Quando è necessaria la tomografia
Tra gli altri esami utilizzati ai fini della conferma della diagnosi del tumore allo stomaco, c’è anche la tomografia computerizzata (TC). Si tratta di una tecnica radiologica abbastanza utilizzata per eseguire la diagnosi di patologie gastriche. Essa permette di fornire immagini tridimensionali delle strutture interne degli organi. In questo modo, risulta utile per la localizzazione del tumore, oltre alla sua eventuale diffusione. La TC è indolore e ha una durata di circa 10-30 minuti. Inoltre, è possibile impiegare un mezzo di contrasto.
Al contrario, la tomografia a emissione di positroni (PET) è una tecnica radiologica che richiede la somministrazione endovena di una piccola quantità di glucosio radioattivo allo scopo di evidenziare le cellule tumorali in rapida crescita e di rilevare le alterazioni non visibili. Risulta utile principalmente per l’identificazione di metastasi a distanza.
Ecografia e radiografia
L’ecografia è, invece, una tecnica radiologica che utilizza le riflessioni di un fascio di ultrasuoni per formare un’immagine degli organi interni del corpo. Può essere utilizzata per localizzare esattamente la massa tumorale e misurarne il diametro, visualizzare i vasi sanguigni e il flusso del sangue al loro interno.
Infine, la radiografia del tubo digerente è una tecnica di secondario utilizzo che prevede l’utilizzo di un mezzo di contrasto per avere un quadro più chiaro delle strutture interne dello stomaco e dell’intestino.
Trattamenti, terapia e cura del tumore allo stomaco
Le possibilità di guarigione dalle malattie allo stomaco e la scelta del trattamento più efficace dipendono dalla stadiazione della neoplasia, dalla diffusione anche ad altri organi e dalle condizioni generali del paziente. In alcuni casi, è possibile asportare il tumore allo stomaco in via endoscopica tramite la dissezione sottomucosa che, se eseguita radicalmente, non richiede ulteriori terapie. Tale operazione, nei casi più gravi, potrebbe prevedere la totale asportazione dello stomaco.
Qualora l’adenocarcinoma venga diagnosticato nella sua fase iniziale, è possibile ricorrere alla chirurgia tramite l’asportazione di tutto lo stomaco o di una parte di esso, attraverso la gastrectomia totale o parziale. In quest’ultima circostanza, si elimina solo la parte dell’organo dove è posizionato il tumore ed eventuali altri tessuti e organi vicini alla neoplasia. Invece, quando si effettua una gastrectomia totale si asporta del tutto lo stomaco, compresa una piccola parte dell’esofago e i linfonodi vicini e a distanza, senza però inficiare la possibilità per il paziente di mangiare.
Generalmente, prima di sottoporre il paziente all’intervento chirurgico, si potrebbe optare per un ciclo di chemioterapia preventiva. Oppure, quest’ultima terapia potrebbe essere effettuata in seguito all’operazione con azione adiuvante. Questo trattamento comporta la somministrazione di farmaci che uccidono selettivamente le cellule tumorali.
Sopravvivenza e aspettative di vita
L’incidenza del tumore allo stomaco e delle altre malattie gastriche è circa il doppio negli uomini rispetto alle donne. Circa il 90-95% dei tumori dello stomaco sono adenocarcinomi. La maggior parte, inoltre, si sviluppa molto lentamente nel corso degli anni. Le lesioni premaligne e i tumori in stadio iniziale iniziano generalmente nella mucosa o nel rivestimento interno dello stomaco. Qui, le cellule diventano progressivamente anomale, accumulando danni genetici.
Con la trasformazione in cellule maligne, le neoplasie riescono ad invadere la sottomucosa e la parete muscolare dello stomaco, per estendersi fino alla sottosierosa e la sierosa più esterna. Le metastasi possono estendersi anche ad altri organi, oltre allo stomaco, come fegato, polmoni e ossa. La sopravvivenza media per le vittime di tumore allo stomaco è, purtroppo, inferiore a un anno dopo la diagnosi. Solo nei casi in cui il tumore gastrointestinale è limitato alla sottomucosa e non sono presenti ulteriori metastasi, nel 90% dei casi, la sopravvivenza a 5 anni dopo la diagnosi. Quando la neoplasia è già a uno stadio avanzato, la sopravvivenza a 5 anni scende a circa il 25%.
Assistenza medica e legale per il tumore dello stomaco
Il tumore allo stomaco è stato tabellato nella Lista II dell’INAIL. Quindi, anche se non vi è una presunzione legale di origine di cui alla Lista I dell’INAIL, è possibile ottenere il riconoscimento di malattia professionale, con conseguente istituzione della rendita e di tutti i benefici amianto.
L’ONA con la cooperazione del suo Presidente, Avv. Ezio Bonanni, assistono le vittime del tumore allo stomaco nella la tutela dei propri diritti. E, quindi, nell’ottenimento dell’indennizzo INAIL, certificato di esposizione amianto, diritto al prepensionamento e risarcimento danni. L’associazione, infatti, offre un’assistenza legale gratuita oltre a un sostegno medico, dalla diagnosi alla cura, grazie al team di specialisti istituito dall’ONA. Per ottenere la consulenza gratuita è attivo il numero verde 800.034.294 oppure è possibile compilare l’apposito form online.