In questa guida parliamo di nichel e delle sue proprietà, vediamo dove si trova in natura e dove viene utilizzato nell’industria. Scopriamo nel dettaglio gli effetti del nichel sulla salute e i danni causati dall’esposizione professionale. Le vittime di esposizione che abbiano contratto una malattia hanno il diritto al riconoscimento di malattia professionale e agli indennizzi e previdenze previste dalla legge.
Le vittime hanno anche diritto al risarcimento integrale dei danni, scoprorato dagli indennizzi. Ne hanno diritto anche i famigliari delle vittime decedute.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto difende le vittime di esposizione a sostanze patogene e in particolare le vittime dell’amianto. Compilando il form al termine di questa pagina potrete richiedere una consulenza gratuita per ottenere gli indennizzi e i risarcimenti connessi alle patologieda esposizione al nichel.
L’ONA e l’Avvocato Ezio Bonanni, suo Presidente, hanno alle spalle numerose cause per l’ottenimento della causa di servizio e status di vittime del dovere per i dipendenti delle Forze Armate. I militari italiani in missione di pace nei teatri di guerra dove si usavano armi all’uranio impoverito hanno contratto gravi malattie. Gli armamenti all’uranio impoverito sprigionano grosse quantità di nanoparticelle di metalli pesanti in seguito alla detonazione, tra cui il nichel. Avvelenano l’organismo e causano malattie e morte.
Il Nichel: origine, caratteristiche e impieghi
Il nichel, identificato dal simbolo chimico Ni nella tavola periodica degli elementi, è un elemento naturale diffusamente presente nella crosta terrestre. Storicamente noto come “rame del diavolo” o “rame bianco” tra i minatori, il nichel era considerato meno prezioso del rame.
La sua presenza è ubiquitaria in svariati contesti, inclusi minerali come la pentlandite, suoli (compresi i fondali oceanici) ed emissioni vulcaniche.
Nonostante il suo ampio utilizzo, il nichel presenta rischi per la salute umana, specialmente in ambienti occupazionali. Gestire l’esposizione, rispettare i limiti normativi e comprendere gli impatti sulla salute sono cruciali per mitigare questi rischi.
Descrizione delle caratteristiche del Nichel: quali sono?
Il nichel si presenta come un metallo bianco, caratterizzato da durezza e lavorabilità.
Frequentemente, viene combinato con altri metalli, come ferro, rame, cromo e zinco, per creare leghe metalliche che conferiscono durezza, resistenza alla corrosione e al calore.
Utilizzo e applicazioni del Nichel: dove si trova?
Il nichel trova vasta applicazione in diverse industrie. È impiegato nella produzione di monete, gioielli, valvole e, in particolare, nelle pentole e padelle in acciaio inossidabile. La sua presenza nelle leghe è indicata da sigle come 18/10, che specificano la percentuale di cromo e nichel nella lega.
Il metallo è anche presente in batterie, prodotti cosmetici, lacche e colori per la ceramica. I composti di nichel sono utilizzati nella nichelatura, una pratica di rivestimento con uno strato sottile di nichel.
Impatti ambientali e fonti di esposizione: quali sono?
L’ambiente può essere contaminato dal nichel attraverso attività industriali, impianti a carbone e inceneritori. Tale contaminazione può manifestarsi nell’aria, nell’acqua e nel suolo sotto forma di inquinamento.
Nell’ambiente, il nichel può essere rilasciato da industrie, impianti a carbone e inceneritori, depositandosi nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Tuttavia, non si accumula nei tessuti dei pesci o di altri animali presenti nella nostra dieta alimentare.
Ruolo del Nichel nella nostra dieta alimentare
L’organismo umano richiede circa 100 microgrammi di nichel al giorno, assunti principalmente attraverso l’alimentazione. Condizioni come sudorazione eccessiva, malassorbimento intestinale o malattie come la cirrosi possono causare carenze, con conseguenti problemi di salute.
Tali carenze possono portare a insufficienza epatica, problemi di crescita, alterazioni del colore della pelle e peggioramento di anemie preesistenti.
Alimenti come cereali, semi, grano saraceno, cioccolato e frutti di mare contengono nichel, con maggiori quantità presenti nei grassi vegetali idrogenati.
Esposizione al Nichel e vie di assunzione del metallo
La popolazione è esposta al nichel attraverso diverse vie, tra cui assunzione alimentare, acqua potabile, contatto diretto con la pelle e inalazione di aria contaminata.
Fonti di esposizione extra-professionali includono combustione di materiali organici, consumo di acqua potabile e alimenti, traffico veicolare e fumo di sigaretta.
Le esposizioni professionali, soprattutto durante la produzione industriale, avvengono principalmente per via inalatoria e possono essere significative. I militari italiani sui campi di battaglie o nelle esercitazioni con proiettili all’uranio impoverito sono stati soggetti ad avvelenamento da metalli, tra cui il nichel.
Effetti sulla salute dell’esposizione al nichel
Il nichel e i suoi composti sono stati classificati dallo IARC come cancerogeni per l’uomo. Causano infatti il cancro dei polmoni, della cavità nasale e dei seni paranasali a seguito di inalazione (IARC, 2012).
Il nichel metallico è considerato possibile cancerogeno. Non ci sono evidenze scientifiche di cancerogenicità per quello ingerito o a contatto con la pelle.
Dopo essere stato ingerito, infatti, solo una frazione del nichel (circa il 20-25%) viene assorbita dall’intestino, mentre il rimanente viene espulso attraverso le feci. La quota che entra nel circolo sanguigno è eliminata principalmente attraverso le urine.
L’assunzione di elevate quantità o dei suoi composti può causare avvelenamento con conseguenti disturbi gastrointestinali come vomito, nausea, mal di testa e, nei casi più gravi, emorragia gastrica.
Esposizioni prolungate a basse dosi nei mammiferi hanno effetti sul sistema riproduttivo, e per prevenirli, l’EFSA ha stabilito una Dose giornaliera accettabile di 13 µg/kg di peso corporeo al giorno nel 2020.
Nei lavoratori esposti a dosi elevate tramite inalazione, sono stati osservati effetti sulla pelle, sui reni e bronchiti croniche, ridotta funzionalità polmonare e, in alcuni casi, tumori ai polmoni e ai seni nasali.
Attualmente, non vi sono indicazioni che i bambini siano più vulnerabili agli effetti del nichel rispetto agli adulti, anche se l’esposizione cronica attraverso la dieta è stimata essere più elevata nei bambini.
Gli effetti acuti descritti dopo avvelenamento sono a carico del tratto gastrointestinale (vomito, crampi, diarrea) e sintomi neurologici (capogiro, mal di testa e affaticamento).
Reazioni allergiche al Nichel: implicazioni della SNAS
La dermatite da contatto rappresenta una reazione comune, coinvolgendo circa il 20% delle donne e il 2-10% degli uomini che sviluppano ipersensibilità al nichel.
La sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS) può manifestarsi in soggetti sensibilizzati, generando sintomi cutanei ed extra-cutanei. Dopo la sensibilizzazione, il contatto successivo, anche attraverso l’ingestione, scatena una reazione allergica con dermatite caratterizzata da arrossamento, prurito e piccole vesciche, solitamente nel punto di contatto.
Sintomi extra-cutanei della SNAS includono problemi gastrointestinali, respiratori, neurologici e generali.
Diagnosi e terapia per allergie al Nichel e SNAS
La diagnosi dell’allergia al nichel si basa sul patch test, con la gestione che coinvolge l’uso di antistaminici.
Nella SNAS, l’iposensibilizzazione specifica può migliorare i sintomi, coinvolgendo l’assunzione controllata di nichel a dosaggi crescenti sotto controllo medico.
Limiti e normative per la presenza di Nichel
La Comunità Europea ha fissato dei limiti di presenza del nichel in acqua e nell’aria. La presenza del nichel nedestinata al consumo umano e nelle acque minerali naturali non deve superare i 20 microgrammi per litro.
Nel 2020 l’autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Authority, EFSA) ha stabilito, per proteggere dagli effetti a lungo termine la popolazione non sensibilizzata al nichel, una dose giornaliera tollerabile di ingestione. La dose è fissata a 13 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo. È stato anche evidenziato che in soggetti già sensibilizzati, una dose di 4,3 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo è in grado di causare una dermatite sistemica da contatto. Per evitare questi rischi l’esposizione dovrebbe essere almeno 30 volte inferiore.
Anche a livello professionale, per proteggere i lavoratori dalla inalazione del nichel e dai suoi conseguenti effetti dannosi sulla salute, sono stati fissati dei limiti di contenuto nell’aria sia per il nichel metallico che per i suoi composti.
Limiti per il nichel nelle acque potabili: quali sono?
Nel 2005, l’OMS ha fissato un limite di 70 µg/L per il nichel nelle acque potabili, basato su reazioni allergiche cutanee in pazienti a digiuno. L’EFSA ha recentemente stabilito un limite di 20 µg Ni/L, considerando il rischio basso per la salute, usando uno standard più conservativo rispetto all’OMS. Anche se in Italia ci sono studi che mostrano livelli di nichel nelle acque potabili generalmente inferiori ai limiti, casi di contaminazione significativa si verificano occasionalmente a causa di materiali inadeguati nella rete idrica domestica.
Esposizione professionale al Nichel e categorie a rischio
L’industria metallurgica e galvanica è ampiamente coinvolta nell’uso del nichel.
Secondo D.Lgs. 475/92 – Norme UNI i lavoratori devono indossare i seguenti dispostitivi di sicurezza individuale:
- Filtro P 3: ad alta efficienza per polveri tossiche, nebbie e fumi metallici fino a 50xTLV per proteggere le vie respiratorie.
- Per la protezione deigli occhi: occhiale di sicurezza, non utilizzare lenti a contatto.
- Per la protezione della cute: scegliendo tra i DPI disponibili per categoria di sostanze e/o preparati sulla base delle proprietà dello stesso quali ad es. idrosolubilità, liposolubilità, corrosività, volatilità ecc.
Malattie professionali riconosciute, indennizzi dell’INAIL e risarcimento
I lavoratori esposti possono sviluppare malattie correlate, tra cui tumori ai polmoni, riconosciuti come malattie professionali dall’INAIL.
Tra le malattie correlate al nichel inserite nella lista I dell’INAIL ci sono il tumore dei polmoni, dei seni paranasali e delle cavità nasali. Per le malattie della lista I vige la presunzione legale d’origine della malattia. Il lavoratore deve cioè dimostrare la presenza della noxa patogena sul posto di lavoro e della patologia contratta. Spetta all’INAIL l’onere della prova per dimostrare l’assenza del nesso causale.
Le malattie della lista I danno quindi diritto al riconocimento di malattia professionale. Per i lavoratori del pubblico impiego non privatizzato non esiste la presunzione legale d’origine della malattia. L’Avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, si batte per eliminare disuguaglianze tra i sistemi.
Oltre al riconoscimento e allo status di vittime del dovere, i lavoratori hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti. È possibile richiedere assistenza legale gratuita per far valere i propri diritti compilando il form fornito qui di seguito.