Cos’è la prevenzione secondaria? Essa agisce in relazione alle altre forme di prevenzione e consiste nel tutelare la salute e dunque anche il benessere degli individui, attraverso controlli sanitari costanti dei pazienti a rischio. Questi controlli permettono di diagnosticare una patologia precocemente in modo da garantire il trattamento e la cura più efficaci.

La prevenzione si inserisce all’interno del diritto alla salute. Non è possibile infatti esercitare i diritti della persona e mantenerne la dignità se non si garantisce la salute con tutti i mezzi a disposizione. A livello morale e giuridico è infatti necessario tutelare la salute delle persone.

In questa guida scopriamo tutto sulla prevenzione secondaria del cancro legato all’esposizione all’amianto e ad altre sostanze nocive e di altre malattie.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto combatte da decenni la lotta all’amianto e ad altri cancerogeni a cui sono esposti i lavoratori. Promuove la prevenzione secondaria, come mezzo da mettere in campo quando fallisce la prevenzione primaria. Quando le esposizioni sono infatti ormai avvenute è necessario sottoporre gli esposti a screening puntuali e pianificati in modo da garantire la diagnosi tempestiva e l’accesso tempestivo alle cure.

Prevenzione primaria e secondaria e terziaria

Dunque che cos’è la prevenzione? Ne esistono diverse forme ed in particolare tre tipologie:

  • prevenzione primaria;
  • secondaria;
  • terziaria.

Tutte e tre le tipologie sono fondamentali per impedire il diffondersi di una patologia e migliorare lo stato di salute della popolazione. Come già detto le diverse forme di prevenzione sono intrecciate l’una all’altra e agiscono secondo uno schema circolare.

La prevenzione primaria consiste nell’adottare comportamenti e stili di vita che riducano o evitino la comparsa o lo sviluppo di una malattia. In altre parole viene ridotta, o nelle migliori delle ipotesi eliminata, l’esposizione di un individuo a eventuali rischi o abitudini che possono portare alla comparsa di un tumore. Vaccini, stile di vita sano, campagne di sensibilizzazione, bonifica dei siti dalle sostanze nocive, messa in sicurezza dei luoghi di lavoro sono alcuni dei mezzi principali di cui si avvale la prevenzione primaria. In ambito di prevenzione primaria al rischio amianto l’unica prevenzione primaria possibile è la bonifica dei luoghi contaminati.

La prevenzione terziaria consiste nella corretta gestione della malattia, una volta diagnosticata. Ha lo scopo di diminuire il rischio di recidive. Garantisce una qualità della vita e uno stile di vita quanto più possibile sano durante la degenza. ONA, nell’ambito della prevenzione terziaria, offre assistenza legale gratuita agli esposti per l’ottenimento di indennità e risarcimenti per essere stati esposti a sostanze cancerogene o in maniera inconsapevole o in maniera poco idonea (senza tutele per il lavoratore). La pensione anticipata è uno strumento che permette ai lavoratori vittima di esposizione di evitare ulteriori esposizioni dannose.

La prevenzione secondaria: che cos’è?

Ma che cos’è di preciso la prevenzione secondaria? Come già accennato, la prevenzione secondaria consiste nella diagnosi tempestiva e precoce di una determinata patologia. In questo modo, è possibile intervenire in tempo per contrastare il suo più o meno rapido decorso nel modo più idoneo.

La prevenzione secondaria agisce solitamente sulle persone che hanno già contratto la malattia ma sono al primo stadio o risultano ancora asintomatiche (ma sono entrate in contatto con sostanze patogene o risultano predisposte geneticamente).

Più si è veloci nell’intervento, più è facile fermare in tempo il tumore o altra malattia. La prevenzione secondaria si attua sottoponendo la popolazione a rischio a screening test. A seconda dei fattori di rischio cambiano i test e le malattie da monitorare.

Prevenzione secondaria: sorveglianza sanitaria degli esposti

prevenzione secondaria

In ambito di prevenzione rispetto al rischio amianto, la sorveglianza sanitaria delle persone esposte ad amianto o altri cancerogeni sul luogo di lavoro gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione. Lo IARC conferma gli effetti cancerogeni dei minerali di amianto nella sua ultima monografia “Asbestos – chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite and anthophyllite“.

Una volta stabilita, attraverso la prevenzione primaria, la possibilità di esposizione nociva sul luogo di lavoro, l’individuo viene così sottoposto a sorveglianza sanitaria. “Tutti coloro che sono stati esposti a cancerogeni hanno diritto alla sorveglianza sanitaria, che purtroppo troppo spesso è sottovalutata” ribadisce l’Avv. Bonanni durante l’incontro del 16.01.2023 con il Dott. Montilla e la Dott.essa Melpignano.

Essa ha ovviamente senso solo nel caso in cui siano stati applicati tutti gli step della prevenzione primaria: valutazione del pericolo e bonifica dagli agenti tossici.

Perché la sorveglianza sanitaria è importante?

La sorveglianza sanitaria è fondamentale per almeno 3 ragioni:

  1. i tumori sono spesso asintomatici o hanno sintomi aspecifici (in questo modo la sorveglianza sanitaria rappresenta l’unica possibilità per una diagnosi precoce e cura tempestiva);
  2. il trattamento dei tumori è molto più efficace se tempestivo (la cura del tumore risulta più efficace e consona alla guarigione o al miglioramento della qualità di vita del paziente se iniziata nel primo stadio di insorgenza del cancro);
  3. la sorveglianza sanitaria permette di aggiornare i dati epidemiologici (attraverso l’aggiornamento dei dati riguardanti l’insorgere di una patologia è possibile migliorare la prevenzione terziaria e in questo modo favorire un limitato diffondersi della malattia).

Prevenzione secondaria e mesotelioma

Il mesotelioma è un tumore causato esclusivamente dall’esposizione alle fibre di amianto. Tanto da configurarsi come una sorta di marcatore per la presenza di asbesto sui luoghi di lavoro. Nel caso del mesotelioma, malattia amianto tra le più aggressive, la sorveglianza sanitaria diventa ancora più importante.

L’esito della malattia è infatti spesso infausto e l’unico modo per accedere a terapie con probabilità di efficacia e garantire una migliore qualità della vita è la diagnosi precoce.

Il rischio di ammalarsi a causa dell’amianto in Italia

Quando in Italia nel 1992 è passata la Legge 257 che vietava l’utilizzo dell’amianto, ritenuto cancerogeno e pericoloso, pochissime aziende si sono adeguate alle normative vigenti e altrettanto poche sono state le prese di posizione a riguardo.

Gli anni sono trascorsi e con loro anche il rischio sempre più alto per i dipendenti di contrarre malattie. Ancora oggi le esposizioni sono in atto e continuano a causare malattia. Il mesotelioma in particolare è una patologia con una lunga latenza che arriva fino a 40 anni. In questo decennio dovremo per questo affrontare il più alto picco di insorgenza dei mesoteliomi.

L’obbligo giuridico della sorveglianza sanitaria

L’articolo 259 del D. L.vo 81/2008 parla chiaro e riconosce nella ASL la figura incaricata ad applicare la prevenzione secondaria nelle malattie tumorali. Nonostante questo in Italia sono ancora pochi i centri che se ne occupano e che se ne fanno carico nel modo giusto.

Quando si parla di mesotelioma, in particolare, la diagnosi non è sempre facile. Per garantire una diagnosi corretta e precoce, è necessaria una corretta ed approfondita anamnesi lavorativa del paziente. Sono necessari esami especifici e un personale medico formato a riconoscere questo tipo di patologia. Il Consensus di Helsinki raccomanda la sorveglianza di tutti gli esposti ad amianto a partire dai pensionati e stila la lista degli esami adatti alla diagnosi.

L’esito della malattia è inoltre spesso infausto e l’unico modo per accedere a terapie con probabilità di efficacia e garantire una migliore qualità della vita è la diagnosi precoce.

Aggiornamento riguardo la protezione dei lavoratori

Con l’approvazione della Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 si vogliono avviare una serie di iniziative volte alla protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto.

Si propone innanzitutto di aggiornare la direttiva 2009/148/CE per:

  • rafforzare le misure volte a proteggere i lavoratori dalla minaccia dell’amianto;
  • prevenire una nuova ondata di vittime dell’amianto, provocata dalle ristrutturazioni in esecuzione.

Inoltre si cerca di definire le strategie nazionali di rimozione sicura di tutto l’amianto negli Stati membri con l’European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA).

Prevenzione secondaria e screening oncologico

Il detto che recita “prevenire è meglio che curare” è ancora più vero quando si parla di cancro, una delle malattie più infauste dei nostri tempi. La prevenzione primaria, in questo contesto, è elemento fondamentale e imprescindibile. Ad essa si affianca la prevenzione secondaria che si occupa di riconoscere una patologia sul nascere per affrontarla nel modo più corretto.

Fa parte della prevenzione secondaria lo screening oncologico che permette di rivelare la presenza della neoplasia, di riconoscerne lo stadio e la gravità.

Anche se l’articolo 259 del D. L.vo 81/2008 detta l’obbligo giuridico alla sorveglianza sanitaria e riconosce nell’ASL la figura incaricata ad applicare la prevenzione secondaria nelle malattie tumorali, in Italia sono ancora pochi i centri che se ne occupano e se ne fanno carico nel modo giusto.

ONA: assistenza e programma di screening

L’Osservatorio Nazionale Amianto si occupa di prevenzione primaria secondaria e terziaria. In ambito di prevenzione secondaria ha stilato un codice di principi della prevenzione secondaria:

  • la malattia è un reale problema di salute;
  • è disponibile un trattamento per i pazienti affetti da tumori;
  • esistono strutture sanitarie in grado di fare diagnosi e terapia;
  • si può riscontrare uno stadio asintomatico della malattia;
  • è disponibile un test preliminare e poco invasivo;
  • il test deve essere di facile accesso per la popolazione;
  • il percorso della malattia deve essere facilmente riconoscibile;
  • gli operatori sanitari sono a conoscenza delle linee guida su come trattare i pazienti;
  • il servizio sanitario nazionale deve poter sostenere i costi dello screening;
  • identificare i casi di malattia deve essere un processo costante, non una tantum;
  • lo screening è da raccomandare se si determina la riduzione di tumori o recidive;
  • lo screening è da raccomandare se è in grado di ridurre il rischio di mortalità;
  • la prevenzione secondaria ha valore solo e soltanto se è stata applicata a fondo la prevenzione primaria, con l’assunzione di uno stile di vita sano e l’applicazione di tutte le normative riguardanti la sicurezza sul lavoro.

Si può richiedere la consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.

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