In questo articolo facciamo il punto su un risultato positivo: nel mondo milioni di persone sono guarite dal cancro. La prognosi in caso di malattia oncologica è in netto miglioramento e per alcuni tipi di tumore la sopravvivenza a 5 anni arriva a toccare punte del 93%.
Ma chi sono le persone che possono considerarsi effettivamente guarite? Una legge del 2023 definisce i guariti dal cancro e gli assicura il diritto all’oblio della malattia.
I cancer survivor in Italia: chi sono e quanti sono
In Italia circa 6 persone su 10 sono vive dopo 5 anni da una diagnosi di cancro: più della metà. Si tratta di un dato medio: per alcuni tipi di cancro infatti le percentuali di sopravvivenza sono molto più alte. Per i tumori della tiroide per esempio la sopravvivenza a 5 anni arriva al 92 per cento per gli uomini e al 96 per cento per le donne; per i tumori del testicolo il 93 per cento.
Ma chi sono i “cancer survivor” ovvero i guariti dal cancro?
L’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM) nelle “Linee guida lungoviventi” ne dà una definizione: “vengono considerati ‘sopravvissuti’ al cancro quei pazienti ancora in vita dopo 3 o 5 anni dalla diagnosi o dalla fine del trattamento e che si trovano in una condizione di remissione completa di malattia”. L’uso del termine “sopravvissuto al cancro” è dibattuto: in alcuni Paesi infatti si è proposto di sostituirlo con “persona che ha avuto il cancro”.
Solo nel nostro Paese la stima più recente di coloro che sono sopravvissuti al cancro è di circa 4 milioni. Questo numero è in aumento a causa dell’aumento delle diagnosi (per l’invecchiamento della popolazione e diagnosi precoce) ma anche perché esistono trattamenti sempre più efficaci.
Parliamo dei passi da gigante fatti dall’immunoterapia, dai vaccini contro il cancro e da altri farmaci specifici.
Il follow-up dei pazienti oncologici è sempre più importante
Con tante guarigioni, fortunatamente diventa sempre più importante gestire al meglio il follow-up post cancro. Con esso gli effetti collaterali delle terapie, i problemi psicologici e sociali e i dubbi sul futuro. Ritornerà il cancro? I miei famigliari si ammaleranno? Potrò avere dei figli?
Molte associazioni, tra cui l’Osservatorio Nazionale Amianto, e centri di ricerca mettono a disposizione informazioni su come vivere al meglio dopo la diagnosi. I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi (CDCs), per esempio, hanno creato alcune guide per aiutare i pazienti a gestire i diversi aspetti della salute fisica, emotiva e sessuale.
A pazienti ed ex pazienti si raccomanda una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura; praticare attività fisica regolarmente, in base alle proprie capacità e condizioni di salute, e fare il possibile per garantirsi una buona qualità del sonno. Un ruolo centrale hanno anche i programmi di riabilitazione che coinvolgono molti altri aspetti della vita dei pazienti (o ex-pazienti) e delle loro famiglie.
Psicologi e altri terapisti sono importanti per gestire al meglio gli effetti collaterali delle terapie (per esempio i problemi cognitivi che si presentano dopo alcuni trattamenti), ma anche per aumentare il benessere e ridurre stress, ansia e depressione. Magari attraverso piacevoli attività come l’arte, la musica, yoga, meditazioni, passeggiate all’aperto o la danza.
I cancer survivor definitivamente guariti: quanti sono?
Coloro che non stanno più seguendo alcun trattamento hanno un’aspettativa di vita pari a quella della popolazione generale che non ha mai ricevuto una diagnosi di tumore.
Riconoscere a tali persone lo status di guarite è importante non solo per gli aspetti psicologici ma anche per questioni più pratiche. Chi ha ricevuto una diagnosi di tumore nel corso della propria vita per esempio può avere difficoltà a ottenere un mutuo o a stipulare una polizza assicurativa.
Diritto all’oblio: una battaglia vinta anche in Italia per i guariti dal cancro
Sull’esempio di quanto già avvenuto in alcuni Stati europei, anche in Italia hanno preso il via diverse iniziative per garantire ai guariti dal cancro il “diritto all’oblio”. La possibilità di lasciarsi alle spalle la malattia anche nelle pratiche amministrative e burocratiche della vita di tutti i giorni è diventata legge.
La campagna “Io non sono il mio tumore”, condotta in Italia da Fondazione AIOM, è stata pensata proprio per aumentare la consapevolezza su questo tema anche nel nostro Paese e per promuovere una legge sul diritto all’oblio.
Grazie anche alle 108.000 firme raccolte nella campagna, il testo di legge sul diritto all’oblio, è stato approvato dalla Camera dei Deputati nel luglio 2023. E ha ricevuto il via libera senza modifiche anche dal Senato qualche mese dopo, nel dicembre 2023. “La legge approvata anche al Senato e prevede il divieto di richiedere informazioni su una pregressa patologia oncologica. Questo dopo 10 anni dal termine dei trattamenti in assenza di recidiva di malattia in questo periodo. Per i pazienti in cui la diagnosi sia antecedente ai 21 anni, questo limite è ridotto a 5 anni. La legge non tutela solo nei rapporti con banche e assicurazioni. Ma anche nei concorsi, qualora sia richiesta un’idoneità fisica, e nell’ambito delle procedure di adozione”.
La legge considera dunque guariti dal cancro tutti coloro che hanno superato 10 anni dalla fine dei trattamenti senza recidive.
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