Il dipartimento di assistenza medico legale dell’Osservatorio Nazionale Amianto assiste tutti coloro che hanno subito un danno biologico, dovuto all’attività professionale. Tutti i lavoratori e i cittadini esposti ad amianto, possono rivolgersi all’ONA per ottenere assistenza. In questo modo, potranno sottoporsi a visita medica e nel caso in cui ci fossero i presupposti, potrebbero ottenere anche la certificazione medica di malattia professionale.

Grazie a questo certificato, è possibile chiedere l’indennizzo INAIL e il risarcimento danni. Ma guardiamo più da vicino il ruolo fondamentale che la medicina legale ha nella tutela risarcitoria delle vittime amianto.

La medicina legale: cos’è e quali sono le sue funzioni

La medicina legale è una particolare specializzazione che si occupa dei rapporti tra medicina e legge. L’oggetto della medicina legale è l’essere umano, con le sue condizioni di salute in rapporto con il diritto e la legge. Il Legislatore in materia di medicina, non può non tener conto della ricerca medico scientifica e, il medico legale, deve rispettare e tenere presente gli aggiornamenti della giurisprudenza.

L’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza medica legale anche per i cadi di responsabilità medica ed errore medico. Anche in questi casi, un accertamento medico che faccia da ponte di collegamento tra medicina e giurisprudenza, diventa fondamentale.

Assistenza medico legale: esposizione ad amianto

Asbesto è anche detto amianto ed è un termine generico dato ad un gruppo di minerali fibrosi composti da una combinazione di acidi di silice con magnesio, calcio, sodio e ferro. I minerali di amianto si possono dividere in due gruppi maggiori:

  • i serpentini, fra i quali l’unico componente di importanza commerciale è il crisotilo;

Le fibre di crisolito hanno un aspetto tipicamente curvo, mentre le anfibole sono rettilinee. Queste proprietà fisiche, così come le differenze chimiche, determinano i vari utilizzi dell’amianto e le sue proprietà cancerogene. Ciò è confermato dalla monografia IARC.

I dati tecnici di esposizione a rischio ed epidemiologia

Nei primi tre quarti del ventesimo secolo, fu registrato un aumento dell’utilizzo di amianto, incrementando così anche il numero degli individui esposti. La preoccupazione relativa alle conseguenze dell’esposizione ad amianto ha determinato nel tempo un declino del suo utilizzo. Nel dettaglio, l’utilizzo di materiali in asbesto è passato da 6 milioni a meno di 2,5 milioni di tonnellate.

Le principali tipologie di esposizione

Esistono diverse fonti di esposizione con diverse tipologie, ma le principali sono fondamentalmente 3. Le occupazioni primarie implicano utilizzo nelle miniere di asbesto e la loro frantumazione. L’esposizione in ambienti come miniere, cave e simili, un tempo era sicuramente più diffusa. Attualmente, nonostante il settore minerario rappresenti comunque una fetta importante della nostra economia, l’attività è notevolmente diminuita proprio a causa dei rischi in cui incorrono i lavoratori. Tra le conseguenze dell’attività mineraria vi è l’insorgenza, anche a lungo termine, di asbestosi.

Le occupazioni secondarie sono il suoi utilizzo nei prodotti industriali e commerciali. L’ambito principale, tra le occupazioni secondarie, in cui venivano impiegate le polveri di asbesto è la costruzione di automobili, navi, tubature di cemento, mattonelle, cornicioni, pannelli e guarnizioni dei freni.

Infine le occupazioni terziarie riguardano il settore aereo militare. L’amianto è stato utilizzato anche per la produzione di inalanti aerei che hanno determinato l’esposizione, anche se indiretta, di moltissimi individui. Tale evidenza è stata riscontrata in seguito ad alcune autopsie eseguite a corpi in cui è stata trovata traccia di amianto. La cosa più sorprendente è il fatto che le vittime a cui appartenevano questi corpi, in vita, non hanno mai svolto lavori a rischio esposizione e non hanno mai vissuto in prossimità di manufatti in eternit.

I danni dovuti alla esposizione ambientale da amianto

Studi scientifici nel corso del tempo hanno dimostrato che anche la semplice esposizione ad eternit può determinare l’insorgenza di neoplasie asbesto correlate. Difatti, è provato che anche chi ha vissuto nei pressi delle miniere, delle stazioni ferroviarie e stabilimenti in cui venivano lavorati i materiali asbestiformi, ha contratto patologie a carico dell’apparato respiratorio.

È il caso di puntare l’attenzione anche sulle mogli dei lavoratori che in passato hanno svolto attività negli stabilimenti Eternit, Fibronit, Materit etc.. Mogli, e soprattutto madri, che si sono semplicemente limitate a lavare quelle che erano le tute di lavoro dei mariti, impregnate di polvere d’amianto. Lavando quelle tute, le donne hanno respirato in maniera diretta le fibrille di amianto, determinando così l’insorgenza di malattie gravemente invalidanti, tra cui anche il mesotelioma.

Assistenza medico legale: malattie asbesto correlate

La patogenesi delle malattie asbesto correlate è complessa, e nonostante i risultati avanzati della ricerca, non risulta ancora completamente chiara. I fattori che influenzano maggiormente la cancerogenicità delle fibre sono la dimensione e la composizione chimica. Inoltre, altri fattori che incidono sulla fibrogenicità sono la lunghezza e lo spessore delle fibre.

Le fibre inalate, in genere, vengono espulse dal nostro organismo, tuttavia alcune riescono a penetrare nei macrofagi. La penetrazione avviene o in maniera diretta attraverso l’epitelio, o in seguito alla presenza di una lesione epiteliale. I macrofagi, una volta attivati, si accumulano alla biforcazione delle vie aeree. Dopo di ché, iniziano la produzione di citochine, chemiochine e fattori di crescita che promuovono l’infiammazione e la fibrosi. Questi prodotti includono TNF-alfa, TGF-beta, IL-1, IL-8 e il fattore di crescita derivato dalle piastrine.

Nesso causale: criteri medico legali di accertamento

nesso causale

Una delle maggiori difficoltà che ogni lavoratore esposto deve affrontare, risiede proprio nella possibilità di dimostrare il nesso causale tra malattia e lavoro. Le principali motivazioni su cui si basa la difficoltà di accertamento del nesso causale sono i vari cancerogeni, a cui si può essere esposti, sviluppano gli stessi tipi di tumori. Inoltre, è dato conoscere lo sviluppo di tumori in tutti gli esposti solo in un reparto di distillazione di 2-naftilamina di una piccola industria in Gran Bretagna (in cui si verificarono 15 casi di tumore alla vescica su 15 dipendenti).

Per una quota dei tumori che si sviluppano nella popolazione non è possibile identificare fattori cui assegnare anche solo in via ipotetica un ruolo causale. Nell’anamnesi di persone colpite da tumori non è raro identificare esposizioni a più di un noto agente causale (fumo). L’effetto di un cancerogeno è di accrescere la frequenza con cui un tumore tende a svilupparsi tra le persone esposte, rispetto a quelle che non lo sono e che vengono prese come termine di riferimento.

Nesso causale: i criteri di giudizio

In generale, l’accertamento del nesso di causalità materiale in medicina legale richiede alcuni criteri di giudizio. Il criterio cronologico indica il giudicare se l’intervallo di tempo trascorso dall’azione lesiva alla comparsa delle prime manifestazioni di una determinata malattia, sia compatibile o meno con l’esistenza di una relazione causale. Solitamente il lasso di tempo tra l’inizio dell’esposizione alle fibre d’amianto e l’insorgenza di patologie è di almeno un decennio. Il criterio topografico riguarda la corrispondenza tra la regione anatomica interessata dall’azione lesiva e la sede dell’insorgenza della malattia.

L’idoneità è il criterio che si basa sull’attitudine dell’azione lesiva a cagionare l’effetto dannoso tenuto debitamente conto dei principi generali della fisiopatologia, dell’anatomia patologica e della clinica. Una causa è idonea quando ha effettiva capacità di produzione dell’evento (efficienza), quando vi è proporzionalità tra l’entità della causa e la gravità del danno prodotto, quando causa e danno sono compatibili sotto il piano clinico e anatomo-patologico.

L’esclusione di altre cause consiste nell’eliminare ogni altra causa possibile. In questo modo si isola un solo fattore etiologico al quale attribuire la malattia in esame. Occorre dunque valutare gli antecedenti causali e segnalare quelli eventualmente concausali. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che il fumo di tabacco potenzia l’effetto cancerogeno dell’asbesto, rivelando l’esistenza di un’importante sinergismo fra l’abitudine al fumo e l’esposizione ad amianto nello sviluppo di tumori polmonari. Detto questo, si ritiene di poter attribuire al fumo un ruolo sostanzialmente concausale che, dunque, non interrompe l’effetto nocivo dell’esposizione all’asbesto.

Criterio di tipo epidemiologico biostatistico

Vista la difficoltà della materia, oltre ad affidarsi alla criteriologia classica, è necessario fare riferimento anche ad altri elementi. Difatti, altrettanto importante è il cosiddetto criterio della sussunzione sotto leggi scientifiche.

Secondo tale principio, solo attraverso il riscontro di una legge scientifica di copertura è possibile dimostrare il rapporto fra la condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso. Ne consegue la possibilità di formulare un profilo di responsabilità penale.

Proprio in merito al profilo di responsabilità penale, è necessario rendere la prova oltre ogni ragionevole dubbio. Mentre, per quanto riguarda i profili previdenziali e risarcitori, é sufficiente la rilevante probabilità.

In questo contesto si riconoscono le leggi universali, sulla base delle quali è consentito affermare, allo stato dell’attuale conoscenza umana, che ad un certo atto corrisponde con certezza un certo evento; e le leggi statistiche, munite di una minore certezza scientifica.

Dipartimento ONA di assistenza medico legale

Il dipartimento di assistenza medico legale e svolge un ruolo fondamentale Infatti tutti i lavoratori che hanno subito dei danni alla salute o che sono stati esposti,  possono chiedere il supporto medico legale ONA. Per ottenere assistenza medica e legale è sufficiente farne richiesta all’associazione. L’Osservatorio Nazionale Amianto ha diversi professionisti che si sono dichiarati disponibili ad offrire assistenza psicologica, medica e legale a tutti coloro che ne hanno necessità, anche per responsabilità medica in seguito a carenza di sorveglianza sanitaria, ovvero per errori e ritardi diagnostici, tutt’altro che inusuali, come già posto in evidenza dai numerosi casi per i quali sono state iniziate azioni di risarcimento dei danni e come peraltro reso evidente dalle numerose notizie apparse.

Numerosi medici legali hanno reso la loro disponibilità ad assistere i pazienti:

  • il Prof. Marco Di Paolo;
  • la Dott.ssa Benedetta Guidi;
  • il Dott. Arturo Cianciosi;
  • il Dott. Alessandro Vallebona;
  • il Dott. Andrea Angelo Bordiga.

Puoi rivolgerti a una delle nostre sedi in tutto il territorio nazionale. Inoltre, si può telefonare al numero verde 800034294 o  contattare lo Sportello Nazionale Amianto Online ONA.

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