Il tumore alla laringe è la neoplasia che si sviluppa lungo la laringe. Essa riconosce nell’amianto una delle cause principali, ma non l’unica in assoluto. Questa specifica neoplasia, infatti, può essere provocata anche dal fumo di sigaretta oppure da uno stile di vita poco salutare.

L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste anche coloro che hanno ricevuto una diagnosi di tumore alla laringe. Proprio perché è inserito nella Lista I INAIL, con particolare riferimento all’asbesto, nel caso di esposizione lavorativa sussiste il diritto al riconoscimento quale malattia professionale. L’ONA assicura il servizio di tutela legale gratuita, oltre alla tutela medica.

Assistenza medica e legale cancro alla laringe gratuita

Il tumore della laringe o tumore alle corde vocali provoca un danno biologico causato originariamente dalle fibre di amianto. Per tale ragione, questa neoplasia è classificata come malattia asbesto correlata, che quindi sancisce il diritto al riconoscimento di malattia professionale.

In questo modo deve essere loro erogato anche l’indennizzo INAIL. Inoltre per i dipendenti pubblici non privatizzati, sussiste il riconoscimento della causa di servizio. In ogni caso, con il riconoscimento di malattia professionale, sussiste il diritto di beneficiare del prepensionamento amianto e del risarcimento del danno. Anche per coloro che sono stati in vita fumatori, sussiste sempre tale diritto.

Che cos’è la laringe?

La laringe è l’organo localizzato tra collo, faringe e trachea. Si tratta di una cavità cilindrica che permette il passaggio d’aria durante l’inspirazione, attraverso la bocca e poi i bronchi, e l’espirazione, verso bocca e naso. Attraverso questo passaggio, la laringe permette anche l’emissione del suono. Per tale ragione, quando le fibre di amianto vengono inalate si dà luogo prima a un’infiammazione e poi, nei casi più gravi, anche all’insorgenza del tumore stesso.

Solitamente, la neoplasia si origina all’interno dell’epitelio, cioè la mucosa di cui la laringe è rivestita al suo interno. Lo scopo della laringe è quello di proteggere la trachea, per evitare dolori  durante la deglutizione grazie all’azione dell’epiglottide.

Il 95% dei tumori della laringe e dell’ipofaringe è provocato proprio dall’asbesto, dal fumo di sigaretta o dall’eccessivo consumo di alcol. Le forme più comuni di alterazioni precancerose interessano i tessuti che ricoprono la cavità della bocca.

I sintomi più frequenti del tumore alla laringe

I sintomi che evidenziano l’insorgenza di un tumore maligno alla laringe non sempre sono specifici, ma variano a seconda della localizzazione e dell’estensione della massa tumorale. Solitamente, uno dei sintomi che maggiormente si manifesta in queste circostanza è quello del dolore persistente nella zona della laringe. In questo caso, se il fastidio si protrae oltre le due settimane, o si estende fino alla trachea, è opportuno rivolgersi al proprio medico curante, che saprà meglio indicare gli esami specifici. In ogni modo, la sintomalogia generale di questa neoplasia è la seguente:

  • raucedine e tosse persistente;
  • difficoltà nella deglutizione;
  • dolore alle orecchie;
  • sensazione di avere una protuberanza in gola;
  • mal di gola costante;
  • dimagrimento inspiegabile;
  • difficoltà nella respirazione o dispnea;
  • linfonodi ingrossati;
  • macchie bianche e sospette in gola;
  • dolore laringe;
  • corde vocali o laringe ingrossate.

Quando il tumore è specificatamente sulle corde vocali i sintomi possono sostanziarsi in un’alterazione della voce. Per questo motivo, si arriva tendenzialmente a una diagnosi precocemente. In questo modo, si può procedere a un’opportuna terapia e cura, in tempi brevi per garantirne una maggiore efficacia, oltre alla tutela dei diritti. Il medico rilascia il primo certificato che, inoltrato all’INAIL, permette l’avvio del procedimento per il riconoscimento della rendita INAIL, oltre alle maggiorazioni ex art. 13 comma 7 L. 257/92.

Tumore della laringe: epidemiologia

Il cancro alla laringe colpisce soprattutto individui di genere maschile sopra i 55 anni. Come abbiamo già anticipato, questo tumore ha tra i suoi agenti eziologici principali l’esposizione a polveri e fibre di amianto, oltra al tabacco, abuso di alcol, infezioni da HPV, dieta povera di ortaggi e frutta e altri agenti cancerogeni di natura occupazionale e ambientale. Infatti, sul punto, il dato epidemiologico è coerente con le tabelle dell’INAIL:

  • Asbesto – lista I gruppo 6;
  • Acido solforico – lista I gruppo 6;
  • Cloruro di carbonile (Fosfogene) e iprite – lista I gruppo 6;
  • Industria della gomma – lista II gruppo 6.

La diagnosi del cancro alla laringe

Per giungere a una diagnosi del tumore alla laringe, innanzitutto, occorre effettuare una visita otorinolaringoiatrica, con annessa laringoscopia. Questo tipo di esame, infatti, permette la verifica della funzione laringea, oltra alla presenza o meno di ulcerazioni.

Se necessario, si può ricorrere anche a un esame NBI (Narrow Band Imaging), che evidenzia la vascolarizzazione mucosa e permette di identificare il carcinoma di tipo di laringeo. In ogni caso, lo strumento più efficace per la conferma della diagnosi resta la biopsia. Si tratta di un esame che avviene attraverso il prelievo di un frammento di tessuto al fine di valutare la presenza di cellule tumorali e quindi rilevare l’entità del tumore stesso.

Le possibili cure per il tumore alla laringe

trattamento diagnostico precoce

Esistono diversi approcci terapeutici che possono essere adottati per la cura del tumore alla laringe. Il tumore può insorgere come forma benigna oppure maligna. Preliminarmente, si può intervenire con la chirurgia, o in alternativa con la radioterapia. Soprattutto quando si è di fronte a una neoplasia di ridotte dimensioni, è preferibile estirpare chirurgicamente la massa tumorale. In questo caso, la radioterapia è utile per eliminare eventuali residui di tessuto neoplastico. Se il tumore è in uno stadio avanzato si procede con una laringectomia, che rimuove completamente il cancro. Qualora il tumore alla laringe si è già esteso anche agli altri linfonodi limitrofi, risulta più efficace la chemioterapia.

A volte, la neoplasia arriva ad estendersi fino all’orecchio, manifestandosi con ipoacusia. In questi casi, si possono manifestare stati confusionali, vertigini o instabilità. Questi tumori sono rari e possono essere difficili da diagnosticare. Infatti, i sintomi spesso si limitano a semplici mal di gola, dolori alla trachea e ingrossamento dei linfonodi, quindi, spesso vengono trascurati, con conseguente diagnosi tardiva. Anche l’infiammazione persistente causata da otite media cronica può provocare lo sviluppo di carcinomi squamocellulari.

Le più comuni sedi di origine del carcinoma a cellule squamose sono la corda vocale vera, l’epiglottide e l’area post-cricoidea. Anche in questi casi, è indicata una resezione chirurgica, seguita da radioterapia. Qualora le lesioni siano limitate al canale e non abbiano invaso l’orecchio medio, è preferibile effettuare una resezione en bloc del canale auricolare con risparmio del nervo facciale.

Tumore alla laringe: qual è la differenza tra glottico e sopraglottico?

Spesso la diagnosi del tumore alla laringe avviene in una fase avanzata della malattia, proprio per la tardività con la quale viene riconosciuta la sintomatologia. Per questo, occorre fare una distinzione in base alla stadiazione della neoplasia al momento della diagnosi:

  • Forme precoci (T1 e T2): da trattare con chirurgia o radioterapia.
  • Moderatamente avanzate (T3): il cui trattamento potrebbe essere la radioterapia ed eventualmente chemioterapia.
  • Avanzate (T4): in cui si opta per la chirurgia (spesso seguita da radioterapia e, talvolta, chemioterapia) o, talvolta, per la chemioterapia e la radioterapia.

Bisogna, innanzitutto, preliminarmente fare una distinzione tra carcinoma glottico e carcinoma sopraglottico, in base alla localizzazione della neoplasia. Nel primo caso, infatti, è posizionato nella glottide; nel secondo caso, invece, nella sopraglottide. Il carcinoma glottico, se diagnosticato in tempi brevi, è generalmente trattato con resezione laser o radioterapia. Tenendo così sotto controllo la malattia. L’utilizzo della radioterapia e della chirurgia viene solitamente consigliata per neoplasie allo stadio iniziale, anche in base al loro posizionamento. Infatti, se il cancro è abbastanza centrale, l’operazione avrà più chance di successo.

Tutta un’altra storia se, invece, lo stadio è avanzato, perché coinvolge anche le corde vocali e la base della lingua. In questi casi, è sconsigliato l’intervento chirurgico ed è fondamentale la radioterapia e la chemioterapia. Generalmente, se il cancro è esteso si può agire con la laringectomia, che rende buoni risultati. In alcuni casi, invece, è sufficiente la resezione microscopica, come il laser, oppure, la parziale laringectomia.

Gli altri possibili trattamenti

In caso di carcinoma sopraglottico, invece, si predilige un trattamento con radioterapia o laringectomia parziale. L’intervento laser dimostra ottimi risultati nei carcinomi squamocellulari sovraglottici in fase precoce. In questo modo, si salva la funzionalità dell’organo. Se, invece, il cancro è esteso anche alle corde vocali, allora, vi deve essere la laringectomia sovracricoidea. In ogni caso, il carcinoma della glottide, come per la maggior parte dei carcinomi avanzati sovraglottici, richiede il trattamento di chemioterapia e radioterapia. Nella zona sovraglottica, vi è la rete linfatica e le stazioni linfonodali cervicali debbono essere valutate in tutti i pazienti con cancro sopraglottico.

Il carcinoma sottoglottico precoce, molto raramente, può essere trattato con resezione endoscopica. Per le lesioni sottoglottiche più avanzate o le lesioni con metastasi, la chemioradioterapia è lo standard di cura. Nel caso in cui vi è, invece, un’invasione fuori la laringe e della cartilagine, è preferibile sottoporre il paziente alla laringectomia totale.

Tumore alla laringe: lesività e indice di mortalità

Le aspettative di vita, ovvero le probabilità di guarigione, dipendono molto dalla stadiazione della neoplasia, oltre alla localizzazione, estensione e dalle condizioni generali del paziente. Se, infatti, il tumore alla laringe cresce velocemente, potrebbe ostruire le vie aeree, causando forti difficoltà respiratorie. In questi casi, è necessario realizzare una tracheotomia, che consiste nell’apertura delle vie aeree. La sopravvivenza, generalmente, nel 60% dei casi è pari a cinque anni. Invece, solo il 19% dei casi, si superano i dieci anni, a maggior ragione se il paziente riceve la diagnosi in uno stadio avanzato con metastasi.

A questo proposito, l’ONA, nello svolgere il suo servizio di assistenza medica e tutela legale gratuita, raccomanda a tutti i lavoratori che sono stati esposti all’amianto e ad altri cancerogeni di effettuare delle visite di controllo. Questo garantisce di ottenere una diagnosi precoce, e quindi una prevenzione secondaria, che permette di procedere tempestivamente alle terapie, rivelandosi maggiormente efficaci.

Tutela legale del tumore alla laringe: i rischi professionali

L’ONA assiste anche tutte le vittime di tumore alla laringe, che abbiano contratto questa malattia per esposizione all’amianto. Infatti, bisogna tener conto che questa patologia è inserita nella Lista I INAIL e, quindi, è possibile avviare il percorso di riconoscimento di malattia professionale. Nel corso della procedura, si dovrà tener conto della presunzione legale origine. In altri termini, il lavoratore dovrà dimostrare il danno biologico, ovvero la diagnosi. A quel punto, se l’INAIL non dovesse riuscire a dimostrare l’esclusiva origine extraprofessionale, sarà obbligata a erogare l’indennizzo, in proporzione all’entità del danno.

L’INAIL dovrà, altresì, rilasciare una certificazione di esposizione amianto, grazie alla quale il lavoratore potrà chiedere all’INPS l’accredito delle maggiorazioni contributive. Queste ultime gioveranno il paziente in materia di diritto al prepensionamento, ma anche per la rivalutazione dell’entità del valore della contribuzione.

Tumore alla laringe per esposizione all’amianto

Nell’ultima monografia IARC, si fa riferimento all’asbesto come condizione di rischio per il tumore alla laringe. L’amianto è, pertanto, una delle cause principali del tumore alla laringe. Ciò è stato dimostrato anche da studi di coorte su lavoratori esposti all’amianto per motivi professionali.

Anche il rapporto Eurogip del 2006 ha dimostrato che la neoplasia della laringe è riconducibile a patologia asbesto correlata, precisamente in 237 casi in Germania, per il periodo dal 1997 al 2012. Sono 15 casi in Danimarca per il periodo dal 1991 al 2003 e altri 11 casi in Francia dal 1994 al 2002. Mentre in Italia soltanto tre casi nel 2002. Infine, è stata l’ultima monografia IARC a fugareogni dubbio sulla rilevanza dell’esposizione alle fibre killer. Per tali ragioni, sussiste il diritto al riconoscimento di malattia professionale, che è possibile ottenere solamente dimostrando la presenza dell’asbesto nell’ambiente lavorativo.

Tumore alla laringe e amianto: il nesso causale

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 5704 del 07.03.2017, ha cassato la sentenza della Corte di Appello di Venezia che aveva negato l’origine professionale del tumore alla laringe di un lavoratore esposto all’amianto. Infatti, la Suprema Corte non ha ritenuto sufficiente la prova secondo la quale la vittima avesse abitudini tabagiche, tanto più per la rilevanza della concausa.
Quindi, si è affermato il principio dell’equivalenza causale tra cause professionali ed extraprofessionali nel rispetto dell’art. 41 c.p.. Ciò perché “il rapporto causale tra evento e danno è governato dal principio dell’equivalenza delle condizioni, per il quale va riconosciuta l’efficienza causale ad ogni antecedente che abbia contribuito, anche in maniera indiretta e remota, alla produzione dell’evento”.

Soltanto l’intervento di un fattore extralavorativo che possa ritenersi causa esclusiva dell’infermità può giustificare l’esclusione del nesso causale. Così, anche la sentenza della Corte di Cassazione appena richiamata si rifà ad alcuni precedenti giurisprudenziali: Cass., 26 marzo 2015, n. 6105; Cass., 11 novembre 2014, n. 23990; Cass. 19 giugno 2014, n. 13954.

Infatti, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, n. 5704 del 07.03.2017, ha applicato questo principio e ha censurato la Corte di Appello, perché non si è attenuta a questi fondamenti, avendo rigettato la domanda in base a un giudizio fondato su affermazioni apodittiche e generiche, senza fornire adeguata motivazione, nonostante la pacifica prolungata esposizione del G.C. ad agenti patogeni (come gli idrocarburi, il benzene, la piridina, l’ossalato di ammonio e l’amianto) che presentano coefficienti di rischio cancerogeno, come affermato dallo stesso consulente, sia pervenuto alla conclusione che “la patologia che ha provocato il decesso del Sig. G.C. non può in alcun modo essere correlata all’esposizione lavorativa, attribuendo invece efficacia causale esclusiva al fumo”.

Tumore alla laringe e indennizzo INAIL

Le vittime di tumore alla laringe hanno diritto all’indennizzo INAIL. Tra gli agenti causali di tale neoplasia, oltre alle fibre di asbesto, ci sono altre situazioni di rischio e cancerogeni.
Infatti, nella Lista I sono inseriti anche l’acido solforico, il cloruro di carbonile (fosfogene) e iprite. In più, nella Lista II, si fa ulteriore riferimento all’industria della gomma. Per tali motivi, il medico legale dovrà verificare la sussistenza, o meno, delle condizioni di rischio e, su questa base, procedere alla certificazione di malattia professionale. Solo in questo modo, è possibile attivare la procedura amministrativa al fine di ottenere il riconoscimento della natura occupazionale del tumore alla laringe. Al termine di tale procedura sussisterà il diritto all’indennizzo Inail.

Anche per questa patologia, l’indennizzo INAIL sarà quantificato in base alla gravità delle infermità, dunque all’entità del danno biologico:

  • indennizzo danno biologico (in caso di grado invalidante dal 6% al 15%);
  • rendita INAIL (grado invalidante superiore al 15%).

Nel caso la patologia sia stata causa dai cancerogeni appartenenti alla Lista I sussiste la presunzione legale di origine, invece, per quanto riguarda quelli inseriti nelle altre liste, l’onere della prova è a carico del lavoratore assicurato.
In più, in caso di riconducibilità del tumore alla laringe ad esposizione all’amianto sussiste l’ulteriore diritto alle prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto.

Benefici contributivi e pensione amianto

Nel caso in cui il tumore alla laringe sia riconosciuto come malattia professionale asbesto correlata, dovranno essere riconosciuti al lavoratore anche i benefici contributivi. Questi benefici previdenziali consistono nella rivalutazione della posizione contributiva sulla base del coefficiente a 1,5. La maggiorazione corrisponde al 50% del periodo di esposizione.

Secondo l’articolo 13 comma 7 della legge 257 del 1992, queste maggiorazioni contributive sono ritenute poi valide sia per il pensionamento amianto, sia per la ricostituzione della posizione contributiva. In quest’ultimo caso, il lavoratore riconosciuto avrà diritto anche alla riliquidazione della pensione con adeguamento dei ratei pensionistici mensili e ulteriore liquidazione delle differenze pregresse.

La procedura di accredito dei benefici amianto deve essere attivata prima nei confronti dell’INAIL. Dopo aver ottenuto la certificazione, deve essere depositata la domanda di pensione all’INPS. A quel punto, si ottiene dall’INPS la ricostituzione della posizione contributiva. In questo modo, i lavoratori potranno essere collocati in pensione e coloro che, invece, sono già posizionati in quiescenza otterranno la maggiorazione dell’accredito, oltre agli arretrati su quelli già liquidati.

Pensione d’invalidità e vittime del dovere

Nel caso in cui, pur con l’accredito delle maggiorazioni contributive, la vittima non abbia raggiunto il diritto a pensione, quest’ultimo può chiedere il prepensionamento. Non solo, anche oltre l’art. 13, co. 7, L. 257/1992, si può avere diritto alla pensione d’invalidità. Ciò in forza dell’art. 41-bis della legge 58 del 2019, che ha ampliato la tutela per le vittime dell’amianto.

La platea degli aventi diritto è stata ampliata con i commi 250-bis e 250-ter all’art. 1 della L. n. 232/2016. Infatti, originariamente, il diritto alla pensione di inabilità era circoscritto alla sola asbestosi, mesotelioma e tumore del polmone. Ora, invece, anche coloro che ottengono il riconoscimento di malattia professionale per tumore alla laringe possono accedere al pensionamento.

Anche il personale civile e militare, che per motivi di missione o nello svolgimento delle mansioni di servizio in esposizione a polveri e fibre di asbesto o altri agenti patogeni e cancerogeni ha contratto cancro alla laringe, ha diritto al riconoscimento di Vittima del Dovere.

Tumore alla laringe: il risarcimento danni

In caso di tumore alla laringe che sia di origine professionale sussiste il diritto all’integrale risarcimento dei danni. Come abbiamo già evidenziato, l’amianto e gli altri cancerogeni sono tra i fattori scatenanti di questa neoplasia. Pertanto, è un preciso obbligo giuridico del datore di lavoro evitare l’esposizione. Innanzitutto, utilizzando materiali alternativi e, poi, predisponendo strumenti di prevenzione tecnica e di protezione individuale. Quindi, la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale e l’obbligo del risarcimento del danno differenziale si configura a carico del datore di lavoro.

In caso di decesso, gli importi maturati dalla vittima devono essere liquidati agli eredi legittimi. In più, questi ultimi, specialmente se stretti congiunti, hanno diritto all’integrale risarcimento, anche del danno iure proprio, provocando tali malattie anche uno sconvolgimento psicofisico nei familiari. Il criterio di quantificazione dei danni, in ogni caso, non può che essere quello equitativo.

Si possono richiedere maggiori informazioni e ottenere una consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il formulario.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Nome