In questa guida approfondiamo il tema della chirurgia come trattamento per la cura del tumore. Non sempre è possibile scegliere questo trattamento in caso di tumore. La scelta dipende dalla localizzazione, dallo stadio del cancro e dalle condizioni di salute generale del paziente.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si occupa di tutela medica e legale delle vittime dell’amianto e di altri cancerogeni. Oltre a fornire assistenza legale gratuita fornisce anche assistenza medica promuovendo i migliori metodi ed esami per la diagnosi e per il trattamento tumorale. Si occupa dunque di prevenzione a 360°, dalla primaria alla terziaria, passando per la prevenzione secondaria che garantisce una diagnosi tempestiva e le migliori cure possibili.

Chirurgia: che cos’è e come funziona?

La chirurgia antitumorale consiste nella rimozione del tumore o di una sua parte. Nel primo caso l’approccio è finalizzato a eradicare la malattia, mentre nel secondo caso si tratta invece di solito di una misura per arginare i sintomi del tumore permettendo al paziente di avere una migliore qualità della vita.

In molti casi la chirurgia è una terapia efficace per la cura del tumore. Si può ricorrere a un intervento chirurgico quando si ha una diagnosi precoce del tumore e quando la massa tumorale è circoscritta e di dimensioni ridotte. Ovviamente, come già detto, nella scelta pesa lo stato di salute generale del paziente.

La chirurgia può essere scelta come unico approccio terapeutico oppure può essere combinata con la radioterapia e chemioterapia. Utilizzate in seguito all’intervento chirurgico permettono di eliminare le cellule tumorali che si sono eventualmente diffuse in altre parti del corpo attraverso il sangue e il circolo linfatico. Si può ricorrere anche a chemioterapia o radioterapia neoadiuvanti (praticate cioè prima dell’intervento chirurgico) al fine di ridurre il volume della massa tumorale da asportare prima dell’intervento.

Per alcune patologie, ricorrere alla chirurgia non è la scelta terapeutica migliore. Questo è per esempio il caso del mesotelioma. Un trattamento di elezione consiste nella chemioterapia somministrata direttamente sull’organo colpito e ad alte temperature. L’intervento in sala operatoria non è quindi caratterizzato dalla resezione del tumore.

Chirurgia come approccio terapeutico: quando è possibile?

Una neoplasia può essere affrontata con un intervento chirurgico solo in determinate circostanze. Come già detto, l’opportunità di affrontare la malattia con un intervento è stabilita dai medici in relazione al tipo di tumore, alla sua posizione ed estensione e alle condizioni generali di salute del paziente.

Si può ricorrere alla chirurgia per:

  • rimuovere tumori localizzati e che non sono a uno stadio avanzato;
  • asportare metastasi isolate;
  • ridurre i sintomi provocati dalla compressione degli organi circostanti e migliorare la qualità di vita del paziente.

I fattori che aumentano il rischio operatorio nei pazienti affetti da cancro sono l’età avanzata, la presenza di comorbilità e delibitazione. Infatti chi è affetto da cancro può soffrire di scarsa nutrizione per le influenze cataboliche del tumore. Ciò può rallentare il recupero dalla chirurgia. Invece i pazienti neutropenici o trombocitopenici o con disturbi di coagulazione possono essere più soggetti a rischio di sepsi ed emorragia.

Generalmente è sconsigliato ricorrere all’intervento chirurgico se:

  • la malattia è in fase avanzata e il tumore è molto esteso;
  • il tumore è localizzato in una posizione per cui l’intervento chirurgico rischierebbe di danneggiare gravemente importanti organi adiacenti;
  • il paziente soffre di linfoma o leucemia, malattie in cui le cellule tumorali circolano nel sistema linfatico o nel sangue.

Controlli preliminari prima dell’intervento chirurgico

trattamento diagnostico precoce

Prima di sottoporre un paziente a un intervento chirurgico, si effettuano i controlli necessari per verificare le sue condizioni generali di salute, la capacità dell’organismo di difendersi dalle infezioni, la funzionalità dei reni, del fegato e del cuore. Si compiono esami del sangue e delle urine, radiografia del torace, elettrocardiogramma ed eventuali altri accertamenti specifici.

Successivamente avrà luogo un colloquio con il chirurgo, durante il quale il paziente sarà informato su:

  • ragioni per cui l’intervento è necessario;
  • eventuali altre opzioni terapeutiche alternative alla chirurgia;
  • obiettivi dell’intervento;
  • modalità dell’intervento;
  • possibili rischi ed effetti collaterali.

Al termine del colloquio al paziente verrà chiesto di sottoscrivere un consenso informato, cioè un documento con cui si autorizza il chirurgo a intervenire.

È fondamentale anche il colloquio con l’anestesista, che rende noto al paziente il tipo di anestesia che si intende eseguire in base al tipo di tumore, alla sede e alle sue condizioni generali. Per esempio, in caso di tumori della pelle, si ricorre solitamente all’anestesia locale e in genere non occorre il ricovero. Con l’anestesia generale, invece, generalmente il paziente trascorre almeno una notte in ospedale.

Per quanto riguarda la preparazione prima dell’intervento, essa può variare in relazione al tipo di intervento e di anestesia. Tuttavia, in genere si chiede al paziente di:

  • non magiare cibi solidi da almeno sei ore prima dell’intervento;
  • non bere da almeno due ore prima dell’intervento;
  • indossare un apposito camice operatorio;
  • togliere ogni gioiello e piercing;
  • rimuovere trucco e smalto per le unghie;
  • togliere lenti a contatto e dentiera.

Inoltre il personale infermieristico provvederà a radere, se necessario, la zona da operare e somministrare eventuali purganti o sedativi.

Tipologie di anestesia durante l’intervento

In base al tipo di tumore, alla sede e alle condizioni generali del paziente, si sceglie la tipologia di anestesia a cui ricorrere durante l’intervento chirurgico. L’anestesia può essere:

  • locale, che rendere insensibili solo piccole parti del corpo soggette all’operazione;
  • loco-regionale, in cui l’iniezione di anestetico avviene in prossimità del tronco nervoso, così da bloccare la trasmissione degli impulsi dolorosi afferenti a quella via;
  • spinale o sub aracnoidea, durante la quale un ago sottile, introdotto tra due vertebre lombari o sacrali, inietta l’anestetico all’interno del canale vertebrale, penetrando al di sotto della spessa membrana che protegge il midollo spinale (dura madre), e toglie sensibilità alla parte inferiore del corpo;
  • epidurale o peridurale, in cui si inietta l’anestetico all’interno del canale vertebrale, ma al di fuori della spessa membrana che protegge il midollo spinale;
  • generale, cioè quando il paziente è completamente “addormentato” tramite la somministrazione di sostanze che lo privano completamente di sensibilità, mobilità e coscienza.

Chirurgia: le varie tipologie d’intervento

La chirurgia presuppone vari tipi di intervento, che si distinguono in base ai fini che persegue. La resezione del tumore primitivo si ha quando si ricorre alla chirurgia per asportare una massa tumorale che non ha ancora metastatizzato. In questo caso la sola chirurgia può essere risolutiva.

Invece la resezione di metastasi si ha quando linfonodi locali e regionali sono rimossi per valutare l’estensione della diffusione del cancro e ridurre la probabilità di recidiva del tumore stesso. Un numero limitato di metastasi, in particolare nei polmoni, nel fegato o nel cervello, possono essere trattate anche con la radioterapia.

Un’altra tipologia di intervento chirurgico è debulking del tumore (citoriduzione), cioè la resezione chirurgica per ridurre le dimensioni del cancro. Si opta per questo approccio quando la rimozione totale del cancro è impossibile.

La chirurgia palliativa, invece, serve a ridurre la sintomatologia e preservare la qualità della vita della vittima. La resezione può essere indicata per controllare il dolore, ridurre il rischio di emorragia oppure mitigare l’ostruzione di un organo vitale.

Per migliorare la qualità di vita di un paziente dopo un intervento chirurgico si può ricorrere anche a una chirurgia ricostruttiva. Comunemente sono sottoposte a questo tipo di intervento le pazienti che hanno subito una mastectomia.

Infine, per l’asportazione di determinati tipi di tumore, il chirurgo potrebbe suggerire un intervento tramite robot con la chirurgia robotica. Il software di questi macchinari permette di amplificare le capacità di visione e di manipolazione del chirurgo. Inoltre, mentre la mano umana ha la possibilità di ruotare di 180° con 4 gradi di libertà, quella del robot può muoversi a 360° con 7 gradi di libertà. Infine il movimento è demoltiplicato. Per cui uno spostamento di un centimetro della mano dell’operatore corrisponde un solo millimetro sul campo operatorio.

Chirurgia: complicazioni post-operatorie

Tempi e modi con cui ci si può riprendere dopo un intervento dipendono dal tipo di operazione e dalle caratteristiche di ognuno. Successivamente a un intervento chirurgico si possono verificare delle complicazioni post-operatorie come:

  • infezioni della ferita;
  • polmoniti;
  • trombosi;
  • raccolte di liquido intorno alla ferita.

La frequenza di questi problemi può essere ridotta con la somministrazione di antibiotici oppure, per quanto riguarda la trombosi degli arti inferiori, con esercizi per le gambe, con l’uso di calze elastiche e con appositi farmaci anticoagulanti.

Inoltre il paziente può avvertire sonnolenza, debolezza, confusione, eventualmente accompagnati da un senso di nausea e di freddo. Un’altra conseguenza a lungo termine di molti interventi oncologici è il linfedema. Si tratta di un rigonfiamento del braccio o della gamba che può subentrare dopo l’asportazione dei linfonodi ascellari o dell’inguine.

Chirurgia e malattie asbesto correlate

Le malattie asbesto correlate sono causate dall’esposizione all’amianto. Alcune, come il mesotelioma e l’asbestosi, possono essere causate esclusivamente dall’amianto. Altre patologie invece possono avere diverse cause. In tutti i casi l’amianto agisce in modo sinergico insieme ad altri cancerogeni i cui effetti vengono potenziati a vicenda. Ciò è sostenuto anche in ” Il libro bianco delle morti di amianto in Italia ed 2022“.

Tra le malattie amianto ricordiamo:

Poi ci sono il tumore dello stomaco, esofago, faringe e colon retto. Tutti i tumori elencati possono essere trattati con la chirurgia negli stadi iniziali audiuvata o meno da radioterapia e chemioterapia. Per il mesotelioma è consigliato sempre un trattamento multimodale. La capacità cancerogena dell’amianto è confermata nell’ultima monografia IARC.

Assistenza medica e legale per le vittime amianto

Le vittime dell’amianto possono richiedere la propria consulenza gratuita e ricevere assistenza medica o legale da parte del team di esperti dell’ONA. Per avere maggiori informazioni si può chiamare il numero verde 800.034.294 o compilare il form.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Nome