Il tumore al polmone, conosciuto anche come k polmonare, colpisce bronchi, bronchioli e alveoli. Si classifica in due distinte tipologie, in base alle cellule di cui si compone: carcinoma polmonare a piccole cellulecarcinoma polmonare non a piccole cellule. Quest’ultimo si distingue a sua volta in altri tre tipi istologici: carcinoma a cellule squamose, adenocarcinoma carcinoma a grandi cellule.

Cancro al polmone: sintomi e tipologie

Esistono due tipologie di tumore al polmone:

  • Tumore polmonare a piccole cellule (SCLC), conosciuto anche come microcitoma o tumore a chicco d’avena e tumore neuroendocrino polmonare. Questa neoplasia ha quasi sempre un esisto infausto e ha origine dalle cellule neuroendocrine dell’epitelio di rivestimento dei bronchi. La malattia del microcarcinoma polmonare attacca quasi esclusivamente l’area polmonare centrale per poi espandersi nei bronchi;
  • Tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) è detto anche tumore polmonare a grandi cellule. Si tratta della neoplasia polmonare più frequente, infatti comprende il 70% dei casi. La patologia ha origine dai tessuti epiteliali intorno ai bronchi e al parenchima polmonare.

A causa di questa differenziazione per quanto riguarda il cancro ai tessuti polmonari occorre applicare approcci terapeutici altrettanto differenti.

I sintomi più frequenti del tumore al polmone

Purtroppo, il tumore al polmone non è sempre facile da diagnosticare. Infatti, il cancro del polmone spesso è privo di sentimo, se non nello stadio avanzato. Per questo, coloro che sono a rischio, per esposizione all’amianto, debbono sottoporsi a controlli prima della sintomatologia. In ogni caso, oltre al tipo di lavoro svolto, ed in particolare alle esposizioni ad asbesto, occorre tener conto delle avvisaglie, cioè dei segnali di allarme del tumore al polmone. Generalmente, infatti, i pazienti affetti da tumore al polmone manifestano affaticamento, fiato corto, dispnea. In questi casi, si può riscontrare anche un acuto dolore nella zona toracica, oltre a inappetenza con conseguente perdita di peso. La sintomatologia principale del tumore al polmone potrebbe poi essere accompagnata da ulteriori segnali, quali raucedine, disfagia, tosse con eventuali tracce di sangue. Inoltre, il dolore al polmone aumenta durante la respirazione e l’inspirazione.

Quando il carcinoma del polmone è in uno stadio avanzato, addirittura con presenza di metastasi, si manifesta la sintomatologia più acuta. In questi casi, purtroppo, lo stadio del tumore al polmone è così avanzato che spesso è impossibile poter praticare la terapia chirurgica. Non solo, ma anche la chemioterapia potrebbe essere poco efficace. In questi casi, i sintomi del tumore al polmone sono imponenti. Infatti, si manifestano dolori alle ossa, dolori addominali o mal di schiena, mal di testa, debolezza, convulsioni e difficoltà di parola. A questi sintomi si aggiungono ittero, vertigini, apatia, ingrossamento dei linfonodi, debolezza degli arti. Raramente il tumore al polmone provoca squilibri ormonali.

I fattori di rischio del tumore al polmone

A differenza del mesotelioma, tra le altre patologie asbesto correlate, il tumore al polmone è una malattia multifattoriale, cioè scatenata da diverse cause. Oltre all’esposizione all’amianto, infatti, il k del polmone può insorgere anche per esposizione a altri cancerogeni. Ad esempio, benzene, IPA, radon, radiazioni, fumi di saldatura, arsenico, nichel, catrame e cromo.

Questi fattori eziologici si uniscono a quello rappresentato dall’inquinamento ambientale. La co-esposizione contribuisce a potenziare gli effetti dell’esposizione anche ad altri cancerogeni, oltre all’amianto. La ricerca di Berry e Gibbs, sintetizzata nella pubblicazione del 2008, “An overview of the risk of lung cancer in relation to exposure to asbestos and of taconite miners. In Regul Toxicol Pharmacol, evidenzia proprio questo ulteriore problema.

L’amianto e l’epidemia di tumore ai polmoni

Secondo le statistiche, i nuovi casi di tumore e i decessi correlati sono in costante aumento. Ogni anno vengono censite circa 70mila vittime cagionate dal tumore al polmone avente come fattore eziologico l’amianto.

Questa strage è confermata anche dalla IARC, nella monografia “Asbestos – chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite and anthophyllite“. Già all’inizio degli Anni ’30, alcuni studi hanno provato il nesso di causa tra cancro ai polomi ed esposizione all’amianto, ulteriori consensi sono stati poi integrati sulla questione anche attraverso lo studio di Richard Doll, nella pubblicazione del 1955, “Mortality from lung cancer in asbestos workers”.

In Germania, già dal 1942, il tumore al polmone veniva riconosciuto come malattia professionale e, per questo, prevedeva un indennizzo. In ogni caso, la prevenzione risulta il più efficace strumento per evitare l’insorgenza di questa patologia. Perciò, è essenziale evitare qualsiasi esposizione all’amianto, così come agli altri cancerogeni, che potrebbero allo stesso modo provocare una neoplasia al sistema respiratorio. Inoltre, i fattori eziologici potrebbero agire in sinergia e potenziamento, l’uno con l’altro.

Tumore polmonare: sinergismo tra fumo e amianto

Coloro che hanno subito o potrebbero subire un’esposizione all’amianto dovrebbero evitare di esporsi ulteriormente ad altri cancerogeni per il polmone. Tra questi anche il fumo di sigaretta potrebbe provocare un effetto sinergico e moltiplicativo. In questi casi, l’amianto resta comunque il fattore eziologico principale, ma sicuramente il processo di insorgenza della malattia viene accelerato a causa delle abitudini tabagiche della vittima. Asbesto e fumo di sigaretta in sinergia tra loro provocano un’infiammazione cronica, che riveste un ruolo determinante nella genesi del tumore. Inoltre, il fumo esplica la sua azione cancerogena anche attraverso l’interazione diretta di alcuni suoi componenti con il DNA.

Il Rapporto del Global Burden of Disease Cancer Collaboration dimostra, in ogni caso, che l’insorgenza del tumore al polmone è dovuta a più fattori eziologici. Infatti, nonostante le abitudini tabagiche siano notevolmente diminuite negli ultimi anni, i casi di neoplasie polmonari hanno comunque subito un aumneto pari al 33%, come dimostrato anche dalla pubblicazione scientifica Global, Regional, and National Cancer Incidence 1990 to 2015.

Tumore al polmone: gli effetti del gas radon e dell’arsenico

Il gas radon si forma a seguito di un processo di trasmutazione nucleare da elementi pesanti come uranio e il torio, presenti nelle rocce della costa terrestre. Questo particolare gas risulta essere molto dannoso, non solo per l’ambiente ma anche per l’uomo. Infatti, le particelle che vengono prodotte dalla trasmutazione sono così sottili, come le fibre di amianto, che spesso vengono inalate e si depositano sui polmoni. Essendo ad alto tasso di tossicità, non esiste una soglia limite al di sotto della quale gli effetti nocivi di questo gas si annullano, senza provocare danni alla salute. Le fibre del gas radon, una volta respirate, si depositano sui tessuti polmonari e bronchiali, provocando una forte esposizione a radiazioni anche per i tessuti e gli organi circostanti. Addirittura, queste fibre potrebbero danneggiare anche il patrimonio genetico delle cellule dei tessuti. In questo modo, si assiste all’inizio di un processo canceroso.

A differenza del gas radon, l’arsenico non sempre risulta essere nocivo per l’organismo. Di certo, è un elemento spesso presente nell’ambiente, che spesso si ritrova nell’acqua potabile. La presenza di arsenico negli acquedotti è legata sia a processi di cessione degli elementi da parte dei minerali sia ad attività umane. Infatti, questo particolare elemento chimico è molto utilizzato nel settore industriale, ma anche nella produzione di pesticidi in agricoltura. Solo l’arsenico inorganico risulta però essere nocivo. Il suo assorbimento è abbastanza rapido e si verifica dopo l’ingestione attraverso l’apparato gastrointestinale. Solo successivamente, riesce ad espandersi in poco tempo verso quasi tutti gli organi.

Diagnosi e terapie per il tumore al polmone

Spesso la diagnosi non è sempre celere nei casi di tumore al polmone, per questo risulta fondamentale effettuare controlli sanitari periodici (sorveglianza sanitaria). Solo in questo modo si potrebbe giungere a una diagnosi della malattia in uno stadio ancora iniziale. Gli esami più significativi sono certamente l’analisi clinica e l’anamnesi lavorativa. Soprattutto nei casi in cui l’esposizione all’amianto non è certa e la vittima o il paziente presenta abitudini tabagiche, sarebbe opportuno mantenere una certa costanza nei controlli sanitari.

Alcuni esami tecnico-scientifici dimostrano maggiore efficacia nel far emergere la diagnosi in tempi brevi. Tra questi ci sono senz’altro la TC spirale, che dovrebbe essere ripetuta con cadenza annuale, e l’uso selettivo della tomografia a emissione di positroni (PET). Anche attraverso la radiografia è possibile acquisire informazioni più dettagliate relative alla neoplasia e la sua estensione. Solo dopo aver appreso tali informazioni, il medico può scegliere la più consona terapia per il paziente.

Gli effetti della chirurgia per il tumore al polmone

Prima di procedere con un intervento di chirurgia per curare il tumore al polmone, è necessario sottoporsi ad alcuni controlli clinici. E’ fondamentale, infatti, monitorare la funzione cardiaca attraverso  l’elettrocardiogramma e verificare la quantità di aria che resta in circolo nei polmoni, grazie alla spirometria.

Nei casi di adenoma polmonare possono applicarsi diverse strategie chirurgiche:

  • resezione a cuneo, tecnica usata quando la malattia è ben delimitata, che comporta l’esportazione della parte del polmone compromessa;
  • lobectomia, in cui si esporta un lobo o una parte dell’adenoma polmonare maligno;
  • pneumonectomia, tecnica utilizzata quando il tumore è esteso, procedendo con l’asportazione totale del polmone malato.

Un approccio di chirurgia radicale potrebbe garantire al paziente maggiori chances di guarigione. Per tale ragione, quasi nella totalità dei casi, si procede con un’operazione chirurgica, qualora il tumore fosse ancora a uno stadio iniziale, in modo da poter rimuovere il cancro. In queste circostanze, il tasso di sopravvivenza sale nella maggioranza dei casi anche fino a dieci anni, con dignitose aspettative di vita. Tuttavia, a volta l’intervento chirurgico deve essere combinato con ulteriori trattamenti  nel 88% dei casi, vi è sopravvivenza ai 10 anni. Tuttavia, all’intervento chirurgico spesso si affiancano altri trattamenti, che possano aumentare le possibilità di guarire definitivamente dal tumore al polmone.

Radioterapia e chemioterapia per la cure del tumore al polmone

La radioterapia è uno tra i trattamenti che spesso viene scelto e abbinato anche nei casi in cui si procede a un’operazione chirurgica, per cercare di estirpare la massa tumorale. Nel caso, infatti, di tumore polmonare il trattamento è effettutato a fasci esterni, quando l’energia è emessa al di fuori del corpo, o interni, inserendo una sonda che arriva proprio all’interno dell’organo colpito dalla neoplasia.

Oltre alla radioterapia, spesso si decide di tentare diversi cicli di chemioterapia, stabiliti in tempi e modalità secondo il caso specifico. Ad ogni modo, i farmaci, in questo caso, sono somministrati direttamente endovena.

Inoltre, la chemioterapia si rende un’opzione possibile anche quando il cancro non è operabile, oltra ai casi di adenocarcinoma polmonare e microcitoma. Anche per la chemioterapia esistono diverse metodologie:

  • neoadiuvante, di solito somministrata prima dell’intervento chirurgico, per tentare la riduzione del volume della massa tumorale;
  • adiuvante, utilizzata successivamente all’operazione per eliminare eventuali cellule tumorali rimaste nel corpo;
  • esclusiva, scelta come unica e sola terapia quando il tumore non è più operabile;
  • palliativa, nei casi in cui si tenta di allungare la vita del paziente.

Altre terapie per il cancro al polmone

trattamento tumore al polmone

In caso di un paziente affetto da cancro ai polmoni, questo può essere sottoposto al trattamento con Erlotinib (Tarceva). Questo specifico farmaco, infatti, risulta efficace nella cura del cancro al polmone, per la sua capacità di impedire alle cellule maligne di riprodursi e moltiplicarsi. In alternativa, si può ricorrere all’ablazione con radiofrequenza, una tecnica che prevede l’inserimento di un ago nel tumore attraverso onde radio.

La crioterapia è un’altra terapia utilizzata per la cura del cancro al polmone, soprattutto in caso di ostruzione endobronchiale e difficoltà respiratoria. Attraverso la crioterapia il tumore viene trattato con una “criosonda” per ridurne le dimensioni. Si può, altresì, ricorrere alla terapia fotodinamica. Questo specifico approccio terapeutico viene consigliato in quei casi in cui il paziente non vuole o non può sottoporsi a un intervento chirurgico. La terapia fotodinamica consiste nell’assunzione del farmaco porfimer, che foto-sensibilizza il corpo e il successivo inserimento di un broncoscopio, che attraverso un fascio laser distrugge le cellule tumorali. Tuttavia, quest’ultimo trattamento potrebbe portare all’insorgenza di alcuni effetti collaterali, tra cui infiammazione delle vie aeree e accumulo di liquido nei polmoni.

Tumore al polmone: tutela e assistenza legale

L’Osservatorio Nazionale Amianto, unitamente al Presidente, Avv. Ezio Bonanni, si impegnano nella tutela e assistenza legale delle vittime delle patologie asbesto correlate, tra cui rientra anche il cancro polmonare. In tali circostanze è fondamentale delinare prima di tutto il quadro clinico della vittima o del paziente. Questo è utile, non solo a scegliere l’opprtuno trattamento, ma anche per accertare o meno l’origine professionale della neoplasia.

Solo a seguito della certificazione redatta dal medico legale, si potrà avviare la procedura INAIL per ricevere un indennizzo del danno biologico subito. Il tumore al polmone è inserito nella Lista I INAIL, perciò sussiste la presunzione legale di origine. Perciò, è sufficiente la presenza di tale minerale nell’ambiente di lavoro per accedere al diritto del riconoscimento INAIL di malattia professionale (Cass., Sez. lav., n. 30438/2018). E’ bene rimarcare che l’indennizzo INAIL viene assegnato alla vittima, solo nei casi in cui si riscontra un’inabilità superiore al 6%. Anche la rendita INAIL, che consiste in un assegno mensile, spetta a coloro a cui è stato attribuito un punteggio di inabilità superiore al 16%. Se, appunto, la neoplasia è causata da un’esposizione all’amianto, si può accedere anche al Fondo Vittime Amianto. In caso di decesso del paziente, le prestazioni sono trasmissibili al coniuge e agli orfani.

Benefici contributivi amianto in caso di cancro del polmone

Oltre ai riconoscimenti sopra menzionati, che spettano di diritto alle vittime delle malattie asbesto correlate, tra cui anche il cancro del polmone, si può accedere anche al riconoscimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto (art. 13 comma 7 L. 257/92). I benefici contributivi consistono in un aumento dell’anzianità contributiva pari al 50% del periodo di esposizione ad asbesto, utile sia per anticipare la data di maturazione del diritto a pensione sia per rivalutare la prestazione pensionistica in godimento.

Si può richiedere anche il pensionamento immediato o pensione invalidità amianto quando, nonostante l’accredito dei benefici amianto con il coefficiente 1,5, non si matura il diritto a pensione.

Riconoscimento vittime del dovere per cancro polmonare

Se il tumore al polmone è insorto nell’esercizio e a causa di lavorazioni rischiose, anche in concorso con esposizioni extraprofessionali, siamo di fronte a una malattia professionale indennizzabile, prima di tutto dall’INAIL. Invece coloro che fanno parte delle Forze Armate e Comparto Sicurezza hanno contratto l’infermità per motivi di servizio per particolari condizioni ambientali e operative hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio e della qualità di vittima del dovere.

Alle Vittime del Dovere spettano specifiche prestazioni assistenziali e previdenziali, tra cui l’equo indennizzo, la pensione privilegiata, la speciale elargizione, assegno vitalizio, speciale assegno vitalizio, con parificazione alle vittime del terrorismo (SS.UU. 7761).

Tumore al polmone per malattia professionale: risarcimento dei danni

In caso di tumore dei polmoni per malattia professionale è dovuto anche il risarcimento del danno. In questi casi, occorre distinguere, rispetto alla richiesta di indennizzo INAIL e/o causa di servizio. Infatti, nel caso di cancro dei polmoni, il riconoscimento INAIL si può ottenere già applicando la presunzione legale di origine. In sostanza, è sufficiente la presenza di amianto o di altri cancerogeni inseriti nella Lista I, per ottenere tale riconoscimento. In questo modo, il lavoratore e, in caso di decesso, i suoi superstiti, primi fra tutti il coniuge, hanno diritto all’accredito di queste prestazioni. Così, allo stesso modo, per il settore della difesa militare e della sicurezza pubblica, regolato dal riconoscimento della causa di servizio.

Come ottenere il risarcimento del danno

Le prestazioni INAIL, come pure la pensione privilegiata, costituisce un mero indennizzo e non un risarcimento. Nel caso di malattia professionale è dovuto invece l’integrale risarcimento del danno. Il titolo per il risarcimento per il tumore al polmone, quale malattia professionale, è quello della responsabilità contrattuale. Infatti, l’art. 2087 c.c. sancisce il principio del divieto di esposizione all’amianto e altri cancerogeni. Il datore di lavoro deve, quindi, evitare che il lavoratore sia esposto a questa sostanza, secondo il principio di cui all’art. 32 Cost., in uno con gli artt. 1218, 1223 e 1453 c.c. Allo stesso tempo, in via alternativa e concorrente, sussiste la responsabilità extracontrattuale, che si fonda sull’illecito, quindi sull’art. 2043 c.c., e dell’obbligo risarcitorio ex art. 2059 c.c.

Il lavoratore che in seguito ad esposizione ad amianto e ad altri cancerogeni occupazionali si ammala di tumore del polmone ha diritto al risarcimento del danno. Come abbiamo già sopra evidenziato, infatti, l’INAIL indennizza soltanto il danno biologico e le diminuite capacità di lavoro. Quindi la vittima del tumore al polmone ha diritto al risarcimento dei danni, in modo integrale.

Nesso di causalità anche per i fumatori

Per poter dimostrare il nesso di causalità, è sufficiente che ci sia stata l’esposizione alla sostanza cancerogena, tra cui l’amianto. Il principio è quello della sufficienza della concausa, e/o dell’equivalenza causale. Questo principio si applica anche nel caso di lavoratore fumatore. Tant’è che nella recente decisione sul caso Pennacchietti, proprio l’Avv. Ezio Bonanni è riuscito a far annullare la sentenza che aveva rigettato la richiesta di risarcimento del danno: Cassazione, sezione lavoro, ord. 21950/2023.

Infatti, il criterio applicabile è proprio quello dell’equivalenza della concausa, ovvero della sufficienza della concausa. Si tratta di un principio molto importante perchè, in questo modo, anche i lavoratori fumatori che sono stati esposti ad amianto e si sono ammalati hanno diritto al risarcimento del danno. Inoltre, è comunque molto importante il riconoscimento INAIL che rileva come elemento di prova: così Cassazione, sezione lavoro, n. 678/2023.

I danni risarcibili per tumore del polmone

La prestazione previdenziale INAIL non è altro che un indennizzo del danno biologico e delle diminuite capacità di lavoro. Per questo motivo, alla vittima è dovuto il differenziale di queste voci di danno e il risarcimento anche del danno patrimoniale e danno non patrimoniale, compreso quello morale ed esistenziale.

Infatti, sono dovuti anche i c.d. danni differenziali e complementari. Anche per queste ulteriori voci di danno, le attività dell’Avv. Ezio Bonanni si sono rivelate decisive. Tant’è che nel caso Converso, a fronte del risarcimento del solo danno morale, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso. Così in Cassazione Civile, Sez. Lav., 30 novembre 2022, n. 35228, si è stabilito il principio secondo cui tutti i danni sono risarcibili. Quindi, anche i danni per inabilità temporanea e quelli morali terminali e/o catastrofali.

Tumore del polmone e danni differenziali

Il punto chiave è che per queste voci non contemplate nell’indennizzo INAIL, non si dà corso allo scomputo della rendita. In altri termini, quando c’è l’indennizzo del danno terminale, e anche delle voci non contemplate dall’INAIL, non si sottrae la rendita già liquidata. Inoltre, proprio nella pronuncia sopra richiamata, e anche in Cassazione, Sezione Lavoro, n. 35416/2023, si afferma il principio della stabilizzazione. Infatti, se la malattia si è stabilizzata, il danno biologico va risarcito integralmente secondo le tabelle del Tribunale di Milano.

Oltre al danno biologico sono risarcibili tutte le altre voci, e quindi anche quelle del danno terminale, nel caso di successiva agonia e decesso.

Risarcimento danni per gli eredi del defunto

Nei casi in cui l’esposizione professionale ad amianto abbia provocato l’insorgenza di una malattia asbesto correlata, nemmeno il decesso della vittima primaria frena gli indennizzi, che in questo caso saranno liquidati agli eredi, che siano coniuge e/o i figli. Siamo di fronte, infatti, ai c.d. danni iure hereditario.

Non solo, gli stretti congiunti hanno diritto alla liquidazione del danno da lutto, ovvero al danno da perdita parentale. In questi casi, si definisce danno iure proprio. Per gli stretti congiunti, inoltre, è dovuto anche il risarcimento del danno da esposizione domestica. Infatti, in molte occasioni, i lavoratori esposti ad amianto sono rientrati in casa con tute contaminate, oppure proceduto al lavaggio dei propri abiti da lavoro nelle abitazioni. In tal senso, gli stretti congiunti hanno subito un’esposizione domestica all’amianto. In questi casi, sussiste il risarcimento anche di questa ulteriore voce di danno. Il principio è stato stabilito più volte e ultimamente ribadito con Cassazione, Sezione Lavoro, n. 19623/22.

La quantificazione dei danni

I danni sono quantificati in base alle tabelle del Tribunale di Milano o di Roma, per quanto riguarda il danno biologico. Così, anche per quanto riguarda il danno per perdita parentale. Al di là del criterio tabellare, in ogni caso, proprio sul principio dell’integrale ristoro, ogni caso è a sè. Per questo, quindi, è molto importante dedurre e dimostrare il danno. Perciò, oltre alla completezza dell’atto introduttivo del giudizio, sono importanti le prove. Quindi, l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto – attraverso il suo staff medico legale raccomanda, innanzitutto, di certificare il danno, anche quello psicologico dei congiunti. In ogni caso, anche la prova testimoniale è molto importante. Il criterio in ogni caso è quello di equità, ex art. 432 c.p.c. e 1226 c.c. e/o 2056 c.c.

Tutela legale tumore polmone vittime amianto

Tutti coloro che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al polmone, possono rivolgersi all’ONA -Osservatorio Nazionale Amianto- per la tutela dei loro diritti. In modo particolare, è decisivo ricostruire le attività di lavoro. Solo così sarà possibile verificare se all’origine della neoplasia vi è un’esposizione professionale aall’amianto, gas randon e altri cancerogeni di origine occupazionale. In questi casi, è possibile chiedere una consulenza legale gratuita.

Ottieni maggiori informazioni richiedendo la consulenza medica e/o legale chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.

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