La biodiversità è uno dei valori più importanti per la salvaguardia della natura e del nostro ambiente e per la tutela della salute. Il legame tra salute e ambiente è infatti un legame inscindibile, per cui risulta inconciliabile tutelare la salute senza un’attenta salvaguardia ambientale. Un’alta biodiversità, oltre a garantire l’equilibrio degli ecosistemi, fornisce enormi risorse alla ricerca scientifica e alla medicina, fondamentale per la salute.

In questa guida scopriamo la definizione di biodiversità, perché è importante per l’ambiente e per la salute dell’uomo. Scopriamo quali sono le normative vigenti per la tutela della biodiversità e il grado di biodiversità in Italia. Quali sono i danni e i rischi per la biodiversità e le azioni concrete per salvaguardarla.

L’Osservatorio Nazionale Amianto si occupa della tutela dei lavoratori esposti a cancerogeni tra cui l’amianto e di prevenzione a 360° per una corretta tutela della salute. Nella consapevolezza che non esiste salute e benessere per l’uomo senza un ambiente sano, promuove la prevenzione primaria rispetto ai rischi di un ambiente contaminato e povero di biodiversità.

Che cos’è la biodiversità e cosa racchiude?

Andiamo con ordine: qual è la definizione di biodiversità? Il termine biodiversità è stato coniato nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson. La biodiversità consiste nella ricchezza di vita sulla Terra, di piante, animali e microrganismi, dei geni che essi contengono e dei complessi ecosistemi che costituiscono.

All’interno degli ecosistemi convivono ed interagiscono fra loro sia gli esseri viventi sia le componenti fisiche ed inorganiche, influenzandosi reciprocamente. Per biodiversità non si intende solo la ricchezza di forme e di geni, ma anche il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi e come questi varino da un ambiente ad un altro nel corso del tempo.

Biodiversità secondo la Convenzione ONU

La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, evidenziando che essa include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema.

  • Diversità di ecosistema

La diversità di ecosistema definisce il numero e l’abbondanza degli habitat, delle comunità viventi e degli ecosistemi all’interno dei quali i diversi organismi vivono e si evolvono.

  • Diversità di specie

Quella di specie comprende la ricchezza di specie, misurabile in termini di numero delle stesse specie presenti in una determinata zona, o di frequenza delle specie, cioè la loro rarità o abbondanza in un territorio o in un habitat.

  • Diversità genetica

La diversità genetica riguarda invece la differenza dei geni all’interno di una determinata specie; essa corrisponde quindi alla totalità del patrimonio genetico a cui contribuiscono tutti gli organismi che popolano la Terra.

Perché la biodiversità è importante?

economia, ambiente, salute e diritto penale

Perché la biodiversità è importante? Per diversi motivi. Essa rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema (di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago, e via dicendo). Infatti è stato dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica. Aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali. Inoltre diminuisce il livello della salute all’interno della nostra società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali. La biodiversità esiste infatti anche all’interno del genere Homo e della specie Sapiens.

In un’ecosistema ciascuna specie che lo abita svolge un ruolo specifico e aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri. Questo avviene non solo a livello globale, ma anche a livello locale. Per esempio una specie non a rischio a livello globale ma minacciata in un determinato habitat può metterne in pericolo gli equilibri vitali.

Ne consegue che un ecosistema sano e con una ricca biodiversità è più resiliente. Sopporta meglio un disturbo, una malattia o un’intemperie e reagisce meglio, ritrovando in un tempo più breve l’equilibrio.

Importanza della biodiversità per l’uomo

L’uomo è un animale e insieme a tutti gli altri esseri viventi di questo pianeta vive all’interno degli ambienti che lo ospitano. La natura è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi: i cosiddetti servizi ecosistemici. La biodiversità vegetale, per esempio, sia nelle piante coltivate sia selvatiche, costituisce la base dell’agricoltura e del sostentamento della popolazione umana.

Oltre un terzo degli alimenti umani verrebbe meno se non ci fossero gli impollinatori. Api, vespe, farfalle, mosche, ma anche uccelli e pipistrelli permettono infatti la fertilizzazione e la crescita dei frutti. Sono 130 mila le piante a cui le api sono essenziali per l’impollinazione. Api che, come sappiamo, stanno subendo una grave decimazione negli ultimi decenni.

In altre parole la perdita di biodiversità ha impatti pesanti sull’economia e sulle società, riducendo la disponibilità di risorse alimentari, energetiche e medicinali.

Biodiversità in Italia e le minacce

L’Italia è uno dei paesi europei con la più alta biodiversità. La posizione della penisola ha permesso infatti che relitti di un clima tropicale sopravvivessero alle glaciazioni. Il territorio montuoso e collinare ha favorito al presenza di nicchie ecologiche ed endemismi (specie che esistono solo in quegli ambienti). La varietà climatica piuttosto accentuata da Nord a Sud favorisce la presenza di una fauna e flora variegate, adatte a climi e sub climi diversi.

Questa grande ricchezza di esseri viventi e habitat determina una grande responsabilità nella salvaguardia e conservazione di questo patrimonio, necessario all’equilibrio vitale del nostro Paese.

Nonostante l’ampia biodiversità ci sono numerose specie minacciate e alcuni habitat a rischio. In particolare ricordiamo come si sia ridotta la superficie a bosco planiziale (tra i più importanti boschi di pianura ci sono quello della Mesola a Ferrara e la Selva di Circe a Latina), fino quasi a scomparire. La ceduazione degli alberi (il taglio per ricavarne legname), il disboscamento massiccio, la selvicoltura intensiva e l’agricoltura intensiva hanno messo a dura prova gli ambienti collinari e montuosi.

A ciò si aggiungono i danni dell’inquinamento del suolo, idrico, termico e atmosferico legati soprattutto all’agricoltura e alla produzione industriale (inquinamento). Il degrado del suolo, in particolare, è causato da abusivismo edilizio oltre che dalla deforestazione e il problema della gestione dei rifiuti è troppo spesso in mano alle ecomafie.

Conseguenze della perdita di biodiversità

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science la distruzione degli habitat naturali per il loro sfruttamento agricolo ha talmente ridotto la varietà di piante e animali esistenti al punto che la biodiversità del globo è scesa sotto il “livello di guardia”. Con conseguenze potenzialmente disastrose per gli equilibri ambientali e per la stessa sopravvivenza dell’uomo.

Inoltre nella metà della superficie terrestre (che ospita più del 70% della popolazione mondiale) il livello di biodiversità sarebbe talmente diminuito da minare la capacità degli ecosistemi di supportare nel futuro la vita umana.

Cosa fare? Rimedi e normative per la conservazione

Negli ultimi anni le nuove tecnologie di sequenziamento genomico vengono utilizzate per cercare di conoscere e limitare la perdita di biodiversità. Questo attraverso la genomica della conservazione.

La Convenzione sulla Diversità Biologica, o CBD del 1992 è stata ratificata da 192 paesi. L’Italia ha ratificato la Convenzione sulla Biodiversità con la legge 124/1994 e nel 2010 è stata adottata la Strategia Nazionale per la Biodiversità. Secondo questa strategia lo sviluppo sostenibile dipende dalla comprensione, protezione e conservazione degli innumerevoli ecosistemi interattivi del pianeta.

La Direttiva Habitat del 1992 è lo strumento della Commissione Europea. Fornisce agli Stati membri indicazioni da applicare per la conservazione degli Habitat a rischio e delle specie di flora e fauna minacciate al loro interno. Sulla base della Direttiva Habitat e della Direttiva Uccelli è stata creata la Rete Natura 2000 con lo scopo di creare corridoi ecologici e salvaguardare gli habitat delle specie minacciate. La rete include anche aree in cui è presente l’attività antropica, come coltivazioni tradizionali e zone di pascolo non intensivo, anch’esse rifugio per la biodiversità.

Genomica della conservazione: cos’è?

La genomica della conservazione è una disciplina che impiega le nuove tecnologie di sequenziamento, di interi genomi o di grandi porzioni di essi, per affrontare problemi relativi alla conservazione di popolazioni, specie e, in generale, della biodiversità. Attraverso la ricostruzione del genoma è possibile studiare come una specie si è evoluta e a che punto dell’evoluzione si trova e prevenire l’estinzione di endemismi e di specie minacciate.

Endemismi e genomica: la variabilità genetica

Molte specie sono endemiche rispetto a piccoli territori, dove sono rappresentate da una o poche popolazioni. Queste caratteristiche le rendono più vulnerabili all’estinzione ed è il motivo per cui possono essere considerate delle “sentinelle” per la protezione dell’intero ecosistema

Gli endemismi sono tanto più frequenti quanto più alta è la biodiversità. Il motivo per cui le popolazioni piccole e isolate sono più vulnerabili è una questione genetica.

Quando ci sono pochi individui, infatti, la riproduzione avviene tra animali strettamente imparentati e la variabilità genetica diminuisce. Le mutazioni sfavorevoli, allora, cominciano ad accumularsi nella popolazione. Questo significa, per esempio, che è più probabile che la prole erediti due copie di un allele svantaggioso recessivo, una da ciascun genitore. Con un sola copia (eterozigosi) la variante non avrebbe effetti sul fenotipo, mentre in omozigosi si manifesta un tratto dannoso per la sopravvivenza. Questo limita la capacità di adattamento della specie, e quindi la possibilità di resistere ai cambiamenti ambientali, spesso dovuti agli esseri umani.

Dal DNA è possibile capire in quale stato si trovi quel gruppo di organismi, se l’estinzione sia ormai inevitabile, oppure se è possibile immaginare un programma di conservazione che le allontani dall’estinzione.

Consulenza ONA e tutela delle vittime

Una corretta tutela della salute si basa sulla prevenzione primaria che si occupa di evitare le esposizioni dannose a 360° grazie alla bonifica dei siti contaminati e ad una attenta valutazione del rischio. Per questo l’ONA ha istituito l’App Amianto. Inoltre, per coloro che hanno subito danni a causa dell’esposizione ad amianto e altri agenti cancerogeni, è fornita assistenza medica e legale. È possibile richiedere maggiori informazioni chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il formulario.

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