Il tumore alla faringe, comunemente conosciuto anche come cancro della gola, è causato principalmente dall’amianto, dalle polveri sottili, dal fumo (compreso quello di sigaretta), oltre ad errati stili di vita (consumo eccessivo di alcool, etc.). Si tratta di una neoplasia tonsillare considerata dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) tra le patologie asbesto correlate.

L’Osservatorio Nazionale Amianto guida tutti coloro affetti da tumore alla faringe nella diagnosi precoce, oltre alla prevenzione, terapia e cura della neoplasia, quando è causata da amianto e altri cancerogeni, la cui esposizione è riconducibile all’attività di lavoro.

Che cos’è il cancro alla gola o tumore alla faringe?

Il tumore alla faringe o cancro alla gola si sviluppa come conseguenza a una serie di mutazioni genetiche che colpiscono il DNA delle cellule del tessuto faringeo da cui originano per mitosi altre cellule mutate, che costituiscono appunto la neoplasia.

La faringe è il canale che collega la bocca alla cavità nasale, fino all’esofago. La faringe si classifica tra le vie aerodigestive superiori, consentendo sia la progressione del bolo alimentare dalla bocca verso l’esofago, con la deglutizione, sia il passaggio dell’aria verso trachea e polmoni. Quest’organo può essere colpito da tumore sia nella zona della nasofaringe, sia nell’orofaringe, oppure nell’ipofaringe.

Tra le neoplasie più pericolose e gravi che si sviluppano nella faringe, c’è anche il papilloma alla gola, che è un’infezione virale. Tra le cause più frequenti di questa malattia, a volte letale, c’è l’esposizione all’amianto o altri cancerogeni.

Tumore alla faringe: cosa lo provoca?

Il cancro della faringe si genera quando le cellule della gola vanno incontro a mutazioni genetiche. Le mutazioni, infatti, provocano una crescita cellulare incontrollata, con conseguente insorgenza del tumore. Le cause scatenanti del tumore alla faringe sono molteplici:

  • esposizione all’amianto;
  • fumo di sigaretta;
  • fumi di saldatura;
  • polveri;
  • consumo di alcolici.

Questi agenti cancerogeni agiscono anche in sinergia. Proprio perchè queste esposizioni spesso si verificano negli ambienti di lavoro, il tumore alla faringe è riconosciuto come malattia professionale e, pertanto, indennizzato con rendita INAIL, previa rilascio della certificazione di esposizione all’asbesto, con diritto al risarcimento dei danni a carico del datore di lavoro.

Gli appartenenti a Forze Armate e Comparto Sicurezza affetti da cancro alla faringe o carcinoma tonsillare hanno, inoltre, diritto al riconoscimento della causa di servizio e di vittima del dovere, quindi, anche agli ulteriori benefici e prestazioni.

I sintomi del tumore alla faringe

Il cancro alla gola è una neoplasia che ha tra i suoi agenti eziologici l’esposizione a polveri e fibre di amianto, oltre il tabacco, l’abuso di alcol, infezioni da HPV, una dieta povera di ortaggi e frutta e altri agenti cancerogeni di natura occupazionale e ambientale.

Solitamente, questa patologia asbesto correlata ha una maggiore incidenza tra individui di età superiore a 60 anni, con particolare attenzione a tutti coloro che sono stati esposti a sostanze cancerogene per motivi professionali.

Spesso non è semplice identificare i sintomi riconducibili al tumore alla faringe, poiché il più delle volte non destano grandi sospetti. Qualora la sintomatologia si protragga per oltre due settimane, senza alcun segnale di miglioramento, è bene eseguire esami più specifici che siano in grado di delinare meglio il quadro clinico. I sintomi sono di diversa entità a seconda anche della stadiazione del tumore. Tra i principali ci sono:

  • raucedine;
  • tosse;
  • difficoltà a deglutire;
  • dolore alle orecchie;
  • sensazione di avere qualcosa, come una protuberanza, in gola;
  • mal di gola persistente;
  • perdita di peso;
  • difficoltà respiratorie;
  • linfonodi ingrossati sul collo .

Prevenire la diagnosi del cancro alla gola

trattamento diagnostico precoce

Nel caso si riscontrino sintomi riconducibili al tumore alla faringe perduranti oltre le due settimane, è consigliabile recarsi dal medico per segnalarli e procedere con ulteriori esami. Non sempre, infatti, si riesce a raggiungere una diagnosi certa in tempi brevi, visto che la sintomatologia è abbastanza comune e confodibile con patologie di minore entità. Inoltre, è consigliabile anche riferire in sede di visita medica se si sospetta di essere stati esposti ad amianto, per facilitare l’anamnesi al medico curante. Solo dopo gli opportuni esami, tra cui la biopsia, il dottore potrà confermare la diagnosi di tumore alla faringe.

Le probabilità di guarigione da questa neoplasia dipendono dalla localizzazione e dalla stadiazione del tumore (se è circoscritto alla gola o se si è diffuso ad altri organi), nonché dalle condizioni generali di salute del paziente.
Dopo i necessari trattamenti, anche in seguito a una guarigione, è sempre bene continuare a sottoporsi a controlli frequenti, per evitare il rischio che si sviluppi una recidiva della malttia.

La conferma della diagnosi

Alcuni esami specifici riescono a garantire una diagnosi del cancro rinofaringeo e altri tumori alle tonsille in tempi veramente brevi. Tra questi, esami di endoscopia, laringoscopia, biopsia tissutale ed esami di diagnostica per immagini. Questi esami diagnostici sono fondamentali e necessari per stabilire l’entità e l’estensione della neoplasia, offredo la possibilità di valutare la terapia più appropriata al caso specifico.

L’endoscopia, ad esempio, è una procedura medica che consiste in un’ispezione attenta alla gola, che permette di individuare eventuali anomalie attraverso l’endoscopio, una sonda fornita di luce e telecamera. Un esame molto simile è la laringoscopia, che nel dettaglio esamina più attentamente la laringe. Spesso per confermare la diagnosi, oltre all’esecuzione di questi esami, c’è bisogno di prelievo di un campione di cellule della massa tumorale, poi mandato in laboratorio per l’analisi.

Inoltre, per individuare linfonodi limitrofi e sospetti, è consigliabile anche eseguire un esame TAC, risonanza magnetica nucleare, raggi X o PET, che mirano ad avere una visuale più ampia della zona colpita dalla neoplasia, individuando anche eventuali metastasi. In ogni caso, se il cancro è localizzato e non diffuso, la guarigione è possibile. Per determinare una cura in tempi brevi è sempre consigliabile sottoporsi agli opportuni esami, che permettono di individuare precocemente la terapia più efficace per il paziente.

Tumore alla faringe: le diverse stadiazioni

Nel caso vengano riscontrati alcuni tra i sintomi del cancro faringeo, con alta frequenza e persistenza, è bene sottoporsi a tutti gli esami utili per la conferma della diagnosi. Delinendo il quadro clinico, verrà anche definita la stadiazione della neoplasia, dalla quale dipende anche la scelta delle opzioni terapeutiche.

  • stadio 0: il tumore alla faringe è circoscritto alle cellule che rivestono l’orofaringe (carcinoma in situ).
  • stadio I: neoplasia alla gola ha un diametro inferiore a 2 cm e non è diffuso all’esterno.
  • stadio II: il carcinoma alla gola ha un diametro che va da 2 e 4 cm, sempre all’interno dell’orofaringe.
  • stadio III: il tumore alla gola ha un diametro superiore a 4 cm ed è localizzato all’interno dell’orofaringe, o in alcuni casi il tumore ha invaso un solo linfonodo omolaterale, cioè un linfonodo localizzato nella stessa parte del collo in cui si trova il tumore, e non è superiore ai 3 cm.

Esistono poi degli stadi più avanzati della malattia, che si distinguono in stadio IV A e stadio IV B. Nel primo caso, il tumore si è esteso anche ai tessuti adiacenti, o comunque è rimasto nella zona dell’orofaringe, ma può aver invaso uno o più linfonodi vicini, la sua dimensione è però ancora inferiore a 6 cm. Nel secondo caso, il cancro ha invaso più di un linfonodo limitrofo, o addirittura altre zone circostanti e ha superato anche i 6 cm di grandezza. Esiste poi lo stadio più grave, classificato come stadio IV C. In questa circostanza, solitamente il tumore si è diffuso ad altri organi, potrebbe aver invaso i linfonodi e può avere qualsiasi dimensione.

Le cure per il tumore alla faringe: chirurgia e radioterapia

Il tumore alla faringe in rarissimi casi è letale. Nella maggioranza delle circostanze può essere curato. Esistono, infatti, diverse opzioni terapeutiche, che vengono scelte solo dopo aver ricevuto una diagnosi certa della neoplasia, che identificano anche la sua stadiazione.

La chirurgia è il trattamento più comunemente scelto come cura per il tumore orofaringeo. L’operazione chirurgica permette, infatti, di asportare la massa maligna. Qualora quest’ultima si fosse estesa anche ai linfonodi, anche questi vengono estirpati.  Inoltre, grazie all’avanzamento della ricerca medica e scientifica si è sviluppata una nuova tecnica, denominata chirurgia micrografica. Si tratta di una pratica che consente di rimuovere il tumore con una minore asportazione del tessuto sano.

Un altro trattamento, spesso scelto, è quello della radioterapia, che permette la distruzione delle cellule tumorali attraverso la radiazione ad alta frequenza. In questo modo, il tumore viene completamente distrutto oppure ne vengono drasticamente ridotte le dimensioni. Possiamo distinguere la radioterapia esterna, realizzata con una macchina esterna all’organismo, e radioterapia interna o intracavitaria, quando la sostanza radioattiva viene immessa direttamente nella lesione o vicino ad essa. In questo caso però si potrebbe determinare un danno alla tiroide o all’ipofisi, con alterazione del loro funzionamento.

La chemiotereapia e l’ipertermia

Come per tutte le altre neoplasie, anche per il cancro faringeo è possibile intervenire con la chemioterapia. Attraverso questa terapia è possibile, infatti, distruggere le cellule tumorali attraverso la somministrazione di farmaci, che possono essere assunti per bocca o iniettati per via endovenosa o intramuscolare. In quest’ultimo caso, siamo di fronte a una chemioterapia con trattamento sistemico, che permette anche la distruzione di cellule tumorali che hanno invaso anche altri distretti dell’organismo. Infatti, coloro che hanno contratto un tumore alla faringe potrebbero correre il rischio di contrarre un’ulteriore neoplasia al cervello e al collo. In tal senso, la chemioterapia potrebbe essere un ottimo trattamento per prevenire anche l’insorgenza del tumore secondario.

Se si considerano anche le terapie ancora in fase di sperimentazione è bene tener conto anche dell’ipertermia. Con questa pratica medica, le cellule tumorali vengono eliminate attraverso l’aumento della temperatura corporea, per lo meno si tenta di diminuirne la loro dimensione. Essendo ancora in fase di sperimentazione, purtroppo questa terapia provoca parecchi effetti collaterali, che i ricercatori stanno tentando di prevenire e annullare.

Assistenza legale per la rendita INAIL

Il tumore alla faringe, in molti casi, è causato da un’esposizione all’asbesto, conferma anche lo IARC. Per tale ragione, è stato anche inserito nella Lista II INAIL. Il fatto che il tumore alla faringe sia inserito nella seconda lista, esclude la presunzione legale di origine.

Dopo aver ricevuto la diagnosi di tumore alla faringe, è necessario che il paziente sia sottoposto a visita di medicina del lavoro, per verificare se ci siano state delle esposizioni all’amianto di origine professionale. In tal senso, potrebbe essere d’aiuto il servizio medico legale offerto dall’ONA. Se in seguito alla visita medico-legale dovesse emergere l’esposizione all’amianto, si può procedere con la domanda amministrativa all’INAIL. Prima di tutto, con la compilazione del certificato su modello INAIL 5ss-bis. A seguito dell’inoltro, verrà emesso un primo giudizio medico legale.

In caso di rigetto, sarà possibile proporre un ricorso amministrativo ex art. 104 del d.p.r. 1124/1965, e, successivamente, anche il ricorso giudiziario. Con riferimento al grado invalidante, fino al 6% vi è la franchigia INAIL, e solo a partire dal 6% vi è l’indennizzo del danno biologico. Se, invece, si oltrepassa un grado invalidante del 16%, il lavoratore ha anche diritto a una rendita mensile in proporzione all’entità del danno biologico. In ogni caso, la vittima ha sempre diritto al risarcimento integrale di tutti i danni, sia quelli patrimoniali che quelli non patrimoniali, di cui risponde il datore di lavoro, come principale responsabile di aver causato l’esposizione morbigena.

L’indennizzo INAIL e Fondo Vittime Amianto

Le polveri e fibre di amianto sono altamente cancerogene per la salute umana. Tra le tante patologie che provocano rientrano anche il tumore della lingua, delle tonsille e della faringe. Anche se quello della lingua non è inserito nella lista delle malattie professionali riconosciute dall’INAIL.

Al contrario, il tumore della laringe è inserito nella Lista I INAIL e, quindi, con presunzione legale di origine. Mentre, invece, per quanto riguarda il resto dell’apparato gastrointestinale, solo la faringe, lo stomaco e il colon sono inseriti nella Lista II. Infine, il tumore dell’esofago è inserito nella Lista III INAIL. Per coloro affetti dalle patologie non incluse nella Lista I INAIL, bisognerà fornire la prova del nesso causale, che è carico del lavoratore stesso. Solo dopo l’avvio del percorso, si può ottenere il riconoscimento dell’origine professionale della patologia, il risarcimento del danno e la tutela dei diritti, anche dei familiari.

Solo a seguito del riconoscimento del grado invalidante, si potrà stabilire se l’avente diritto potrà ottenere l’indennizzo del danno biologico con il pagamento una tantum (dal 6 al 15%), oppure la rendita mensile dell’INAIL. In quest’ultimo caso, si potrà aver diritto anche alle prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto. Si tratta di una sorta di indennizzo, la cui entità non si sottrae da ciò che è dovuto a titolo di risarcimento danni.

Diritto al prepensionamento e riconoscimento INAIL

Nel caso di riconoscimento di tumore alla faringe quale malattia professionale asbesto correlata, sussiste il diritto ai benefici amianto. Queste consistono in maggiorazioni contributive, che corrispondono al 50% del periodo di esposizione, come stabilito dall’art. 13, comma 7, Legge 257/1992. Proprio tali maggiorazioni permettono di accedere ulteriormente al diritto al prepensionamento. Anche per coloro che sono già in pensione, le maggiorazioni contributive dovute all’esposizione all’amianto possono comportare un ricalcolo del rateo mensile pensionistico, con conseguente probabile aumento.

Nel caso in cui pur con l’accredito non si dovesse maturare il diritto a pensione, sussiste comunque il diritto alla pensione di invalidità amianto. Questo è stato possibile solo con le più recenti modifiche introdotte all’art. 1, co. 250 L. 232/2016, grazie alle quali sono caduti tutti i limiti, permettendo anche a coloro affetti dal tumore alla faringe di accedere al diritto alla pensione amianto. L’INPS ha dettato  tutte le norme per poter accedere alla pensione amianto attraverso la diffusione della circolare n. 34 del 2020.

Riconoscimento di Vittima del Dovere

Il personale civile e militare che ha contratto tumore alla faringe a causa di missioni o nello svolgimento delle mansioni di servizio, essendo stato esposto a polveri e fibre di amianto o altri agenti patogeni e cancerogeni, ha diritto al riconoscimento di Vittima del Dovere, che prevede altrettante agevolazioni anche a livello contributivo, oltre al risarcimento di tutti i danni, compresi quelli futuri.

Il risarcimento dei danni per il tumore alla faringe

Il tumore alla faringe oltre a provocare un danno biologico, quindi una lesione dell’integrità psicofisica, ha anche significative ripercussioni di natura morale ed esistenziale. Bisogna, inoltre, tener conto che, nei casi più gravi, questa patologia può essere anche a esito mortale. Per questi motivi, l’indennizzo INAIL non copre completamente il danno biologico e quello patrimoniale nella sua totalità.

L’integrale risarcimento dei danni e, soprattutto, il risarcimento di quei pregiudizi non contemplati dall’INAIL, in particolare, quelli morali ed esistenziali deve essere indennizzato dal datore di lavoro, che risulta unico responsabile dell’esposizione cancerogena, in quanto ha leso le regole cautelari stabilite per ogni lavoratore dall’art. 2087 c.c..

I diritti degli eredi delle vittime

In caso di decesso, tutti i diritti spettanti alla vittima primaria vengono trasmessi agli eredi legittimi. Innanzitutto, questi ultimi hanno diritto alla liquidazione di quanto maturato dal congiunto e, poi, al risarcimento dei danni iure proprio. Si tratta dei pregiudizi che i familiari subiscono per la perdita del rapporto parentale e generalmente vengono quantificati con l’ausilio delle tabelle del Tribunale di Milano.

Consulenza gratuita e tutela delle vittime di amianto

L’ONA offre un’assistenza legale gratuita per tutelare i diritti delle vittime rispetto al rischio amianto, ottenere il risarcimento dei danni e il riconoscimento di tutti i diritti e benefici. In più, l’associazione propone anche un’assistenza medica gratuita per ottenere la diagnosi precoce e l’obbligatoria sorveglianza sanitaria. Per chiedere una consulenza gratuita si potrà contattare il numero verde 800.034.294 o compilare il form online.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Nome