L’esposizione ai minerali di amianto può provocare danni alla salute. Infatti le fibre, se inalate o ingerite, causano gravi patologie dell’apparato respiratorio. Sono, inoltre, responsabili anche di neoplasie a carico di altri organi, fra cui il mesotelioma peritoneale, quello pericardico e della tunica vaginale del testicolo.
Queste patologie asbesto correlate hanno un lungo intervallo di latenza che intercorre tra l’inizio dell’esposizione e la comparsa della malattia, fino a 40 anni. Inoltre, le fibre di amianto interagiscono in maniera sinergica con altri cancerogeni, in particolare con il fumo di tabacco, potenziando i propri effetti.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Bonanni, assistono le vittime dell’amianto e i loro familiari sia dal punto di vista medico sia da quello legale. Infatti è possibile chiedere una consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294.
Quando è stata scoperta la pericolosità dell’amianto?
Le prime evidenze della pericolosità dell’esposizione ad asbesto arrivano nel 1898, anno in cui Greenberg, ex ispettore medico del lavoro e storico inglese, compie delle osservazioni riportate nel rapporto annuale dell’ispettorato inglese delle fabbriche. Tuttavia occorrerà aspettare la metà degli anni ‘20 del Novecento per la realizzazione di un lavoro scientifico a riguardo da parte di Thomas Oliver, che per la prima volta parla di “asbestosi”, descrivendo il suo quadro clinico e anatomico. Infatti inizialmente la malattia, che compariva mediamente dopo 5-10 anni di esposizione, era spesso confusa con la tubercolosi.
Verso la fine degli anni ‘20 Merewether e Price compiono un’indagine clinica e radiologica su 363 lavoratori esposti “costantemente” a polveri di amianto, evidenziando che “l’inalazione per un certo numero di anni ha come effetto lo sviluppo di una seria forma di fibrosi dei polmoni”. Invece a identificare per primi l’insorgenza del mesotelioma e la correlazione con l’amianto sono stati Wagner e Webster. Durante la Conferenza internazionale sulle pneumoconiosi di Johannesburg del 1959, riferiscono i risultati di un’indagine avviata in Sudafrica, che evidenzia la comparsa di questo tumore raro in un numero relativamente elevato di soggetti in un’area dove era estratta, trasportata e lavorata la crocidolite.
La messa al bando dell’amianto nel mondo
Nonostante la lesività dell’esposizione ad amianto fu resa nota all’inizio del Novecento, non si giunse subito alla messa al bando del minerale, dato che molti ricavavano ingenti profitti dalla commercializzazione dell’amianto. Fu la British Navy a mettere al bando per prima la coibentazione a spruzzo nel 1963, seguita dalla Svezia nel 1975. La Gran Bretagna rinuncerà all’uso della crocidolite nel 1968, mentre l’Australia la bandirà per legge nel 1970.
Infine in Italia si svilupperà una discussione riguardo le effettive conseguenze dell’esposizione ad asbesto solo a partire dalla metà degli anni ‘80. Tuttavia poi, con la legge 257/1992, l’Italia diventerà uno tra i primi Paesi dell’Unione Europea a mettere al bando ogni tipo di amianto.
Danni alla salute da amianto: dispersione delle fibre
La pericolosità dell’amianto deriva dalla natura fibrosa del minerale. Infatti questa composizione rende frequente la dispersione delle fibre a causa dello sfaldamento del materiale. A determinarne la pericolosità è sia il diametro sia la lunghezza.
L’asbesto in natura si presenta friabile e facilmente attaccabile dagli agenti naturali e anche artificiali, provocando l’erosione. I meccanismi di deterioramento provocano l’usura e la liberazione delle fibre presenti. Perciò le fibre completamente libere vengono poi disperse nell’ambiente (indoor ed esterni).
La frazione respirabile di queste nanopolveri è quindi la più pericolosa per la salute umana, in quanto raggiunge gli alveoli polmonari. Infatti non esistono “filtri” adeguati per fermarle nelle prime vie respiratorie, come accade invece per altre polveri inalabili, che vengono bloccate dalla mucosa nasale e tracheale. Inoltre le fibre di amianto sono capaci di penetrare anche all’interno delle cellule, trasportate dal flusso sanguigno, che arriva a depurarsi e ossigenarsi a livello alveolare. In questo modo le nanopolveri si possono trasferire in diversi distretti corporei, contaminando l’intero nostro organismo.
Esiste una soglia limite per l’esposizione ad amianto?
Il rischio di danni alla salute aumenta in seguito a una esposizione ad amianto prolungata e non occasionale. L’American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH), associazione professionale a carattere scientifico che promuove la salute negli ambienti di lavoro, ha inoltre stabilito che le concentrazioni aerodisperse negli ambienti di lavoro siano mantenute al di sotto di 3 mg m-3, nel caso di frazione granulometrica respirabile, e sotto 10 mg m-3 per la frazione granulometrica inalabile. Perciò nel caso delle fibre di amianto, il valore da considerare è quello di 3 mg m-3, trattandosi di polveri respirabili.
Tuttavia, come da sempre sostengono l’ONA e l’Avv. Bonanni, non c’è un limite di soglia al di sotto del quale il rischio danni alla salute si annulla. Tutte le esposizioni di amianto sono dannose e possono provocare l’infiammazione, e poi il cancro.
Valori limite per l’amianto nella legislazione italiana
Ambito | Valore limite | Metodo di analisi | Norma di riferimento |
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Inquinamento da amianto | Interno di edifici, ambienti di vita (media di 3 campionamenti) |
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D.M. 6/9/1994 punto 20 |
Esposizione dei lavoratori | Ambienti di lavoro
(Valore limite di esposizione per qualsiasi fibra di amianto, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di 8 ore) |
0,1 fibre cm-3 | MOCF | D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. |
Monitoraggio ambientale durante la bonifica |
Aree circostanti il cantiere di bonifica
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MOCF |
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Monitoraggio ambientale per la restituzione degli ambienti risanati terminata la bonifica | Interno del cantiere di bonifica | 2 fibre l-1 | SEM | D.M. 6/9/1994 punto 6/D |
Siti contaminati da amianto | Concentrazione soglia di contaminazione di amianto nel suolo/sottosuolo | 1.000 mg kg-1 | Difrattometria ai raggi X o spettroscopia ad infrarossi a trasformata di Fourier (FTIR) |
D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. (Parte IV, Titolo V– Allegato 5, Tabella 1) |
Materiali sostitutivi dell’amianto | Esenzione amianto nei materiali sostitutivi ai fini dell’omologazione |
0 | SEM | D.M. 12/2/1997 |
Emissioni in atmosfera | Concentrazione di amianto nelle emissioni in atmosfera convogliate |
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Scarichi | Scarichi Concentrazione limite di materia in sospensione negli effluenti liquidi provenienti da attività industriali e di bonifica |
30 g m-3 di materia totale in sospensione nel liquido scaricato |
Filtrazione su membrana | D.Lgs n.114/1995 art. 2, comma 1 |
Siti estrattivi di pietre verdi | Valore limite per stabilire la pericolosità dei materiali estratti | 0,1 | Indice di rilascio | D.M. del Ministero della Sanità 14/5/1996, Allegato 4 |
Danni alla salute da amianto: patologie asbesto correlate
L’esposizione alle fibre di amianto può provocare patologie non neoplastiche, come l’asbestosi, l’atelettasia, il versamento pleurico benigno, le placche e gli ispessimenti pleurici. Ciascuna di queste malattie può essere poi preceduta da altre malattie broncopolmonari, come bronchiti, broncopolmoniti, asma e Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
I macrofagi alveolari, nel tentativo di fagocitare le fibre inalate, rilasciano citochine e fattori di crescita che stimolano l’infiammazione, il danno ossidativo, la deposizione di collagene e, infine, la fibrosi. L’asbestosi è una tipica forma di fibrosi interstiziale polmonare causata dall’esposizione alla fibra killer. I sintomi compaiono gradualmente dopo che vaste aree del polmone diventano cicatriziali, cioè quando la cicatrizzazione causa l’irrigidimento dei polmoni. I primi sintomi sono respiro affannoso e una ridotta tolleranza allo sforzo. In circa il 15% dei casi compaiono grave dispnea e insufficienza respiratoria.
Anche la presenza di placche pleuriche e ispessimenti pleurici testimonia l’avvenuta esposizione ad asbesto. In particolare l’ispessimento, se diffuso, può colpire sia la pleura viscerale sia la pleura parietale. Con o senza calcificazioni, l’ispessimento pleurico può poi provocare un’alterazione restrittiva. C’è poi tra i danni alla salute l’atelettasia rotondeggiante, una manifestazione benigna dell’ispessimento pleurico in cui un’invaginazione della pleura all’interno del parenchima può intrappolare del tessuto polmonare, causando la manifestazione. Infine può verificarsi la presenza di liquido tra le membrane della pleura, cioè il versamento pleurico. Si definisce benigno perché non è collegato a una neoplasia polmonare.
Effetti dell’amianto sulla salute umana: tumori
L’amianto è un pericoloso agente cancerogeno, come ribadisce la monografia IARC. Qui si riconosce la correlazione tra diverse tipologie di neoplasie, come mesoteliomi, tumori del polmone, della laringe e dell’ovaio, mentre ha valutato limitata l’associazione causale per i tumori della faringe, dello stomaco, del colon-retto e dell’esofago.
In particolare la forma neoplastica tipica dovuta all’esposizione ad amianto è il mesotelioma maligno. Il mesotelioma è un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio, ossia le membrane che rivestono i diversi organi viscerali. Si distinguono in:
- pleurico, che si sviluppa nella cavità toracica ed è il tipo più diffuso;
- peritoneale, che ha origine nell’addome e rappresenta la quasi totalità dei restanti casi di mesotelioma;
- pericardico, cioè della membrana che riveste il cuore;
- mesotelioma della tunica vaginale del testicolo, che si localizza nella membrana che riveste i testicoli.
La prognosi per questa patologia è purtroppo spesso infausta. Dopo 5 anni dalla diagnosi, risultano in vita solo l’8% degli uomini e il 10% delle donne colpiti dalla malattia. Per il trattamento del mesotelioma è consigliato un approccio multidisciplinare, che integri chemioterapia, radioterapia e chirurgia.
I dati del Registro Nazionale dei Mesoteliomi
I dati riguardanti i casi di mesotelioma in Italia sono raccolti dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi, redatto dall’INAIL. Gli ultimi aggiornamenti sono disponibili nel VII Rapporto ReNaM. Secondo questo, dal 1993 al 2018, sono stati censiti in Italia 31.572 casi di mesotelioma maligno. Questi dati sono confermati anche dall’Avv. Bonanni nella sua pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022”, dove appunto denuncia l’ancora massiccia presenza di amianto in Italia.
Circa il 21% dei casi ricadono in Lombardia, dove erano presenti numerose attività estrattive in Valmalenco, il 16% in Piemonte, dove si trovavano le cave di asbesto e gli impianti di produzione di cemento amianto, fra cui l’Eternit di Casale Monferrato. Il 10% dei casi è registrato in Liguria, mentre il 9% in Emilia Romagna.
Nei casi censiti di mesotelioma maligno prevale come sede anatomica di insorgenza la pleura (con il 93%). Il 6% è del peritoneo, mentre quelli del pericardio e della tunica vaginale del testicolo hanno un’incidenza prossima allo “zero”, quindi trascurabile. Infine, per quanto riguarda l’età delle vittime, quasi il 19% dei casi ricade tra i 55 e i 64 anni, sale al 35% circa tra i 65 e i 74 anni per ridiscendere tra i 75 e gli 84 anni a 31%.
Danni alla salute da amianto: categorie a rischio
Le prime e principali vittime dell’amianto sono i lavoratori. Sono esposti ai danni alla salute a causa della manipolazione delle fibre nell’attività estrattiva, nell’uso dell’amianto grezzo, nella produzione di prodotti e nella manutenzione di impianti e strutture edili. I lavoratori a rischio sono soprattutto occupati nelle miniere, del comparto tessile, degli zuccherifici e dei cantieri navali, addetti alla produzione, manutenzione e rottamazione delle carrozze ferroviarie. A questi si aggiungono anche i lavoratori impiegati nelle attività di manutenzione, bonifica e gestione dei rifiuti, senza le opportune norme di prevenzione. Secondo i dati del Rapporto ReNaM, nel 54,4% dei casi di mesotelioma l’esposizione è professionale. Il 16% dei casi riguarda l’edilizia, il 9% l’industria metalmeccanica e il 6% ciascuno il settore tessile e quello navale.
All’esposizione lavorativa si aggiungono poi le esposizioni familiari (5,1%) e ambientali (4,3%). Infatti anche i familiari dei lavoratori potevano respirare le fibre portate inconsapevolmente a casa. Inoltre un rischio di esposizione ad amianto sussiste se si ha la residenza vicino a industrie o siti contaminati oppure dove sono presenti affioramenti naturali di minerali fibrosi. Infine il 21,2% dei casi di mesotelioma le esposizioni non sono definite.
Tipologia di esposizione | N° di casi | % |
Professionale certa | 12.059 | 48,5 |
Professionale probabile | 1.753 | 7,1 |
Professionale possibile | 3.379 | 13,6 |
Totale professionale | 17.191 | 54,4 |
Familiare | 1.278 | 5,1 |
Ambientale | 1.067 | 4,3 |
Extra-lavorativa | 373 | 1,5 |
Improbabile | 638 | 2,6 |
Ignota | 4.317 | 17,4 |
Totale definite | 24.864 | 78,8 |
Da definire | 4.363 | 65 |
Non classificabile | 2.345 | 35 |
Totale non definite | 6.708 | 21,2 |
Totale | 31.572 | 100 |
L’importanza della sorveglianza sanitaria dei lavoratori
Come sostiene l’ONA e l’Avv. Bonanni, l’unico modo per evitare qualsiasi danno alla salute è eliminare ogni occasione di esposizione con la prevenzione primaria, cioè la bonifica dei siti contaminati. Anche i cittadini possono contribuire alla costituzione della mappa del rischio amianto in Italia segnalando le aree con presenza dell’agente cancerogeno tramite l’App Amianto.
Inoltre per i lavoratori appartenenti alle categorie a rischio è importante provvedere alla prevenzione secondaria e garantire la sicurezza del personale. Di questo argomento tratta anche il settimo episodio di ONA TV: “Sicurezza nei luoghi di lavoro”.
La sorveglianza sanitaria è obbligatoria per tutti i lavoratori esposti all’amianto. Infatti si tratta di un importante strumento, previsto dal D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., attuato dalle aziende tramite il medico competente.
La sorveglianza sanitaria è principalmente finalizzata a:
- verificare l’idoneità dei lavoratori a svolgere le attività previste dalla mansione specifica;
- valutare l’idoneità a indossare i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI);
- fornire ai lavoratori le indicazioni per il loro corretto utilizzo;
- rilevare precocemente alterazioni o disturbi possibilmente correlati all’esposizione ad amianto, intercettando eventuali patologie amianto correlate.
L’importanza di ricevere una diagnosi precoce e cure tempestive è ribadita durante l’intervento del Dott. Montilla del 16.01.2023 “Trattamento diagnostico e clinico precoce”.
Sorveglianza sanitaria per evitare danni alla salute
L’art. 260, D.Lgs. n. 81/2008 circoscrive l’iscrizione dei lavoratori nel registro degli esposti ai soli casi di superamento di 0,01 fibre cc-1 di aria, cioè un decimo del TLV-TWA, pari a 0,1 fibre cc -1 di aria. Infatti questa è la stima della concentrazione di amianto nell’aria filtrata dal Dispositivo di Protezione Individuale (DPI).
Per questi lavoratori è prevista, come da artt. 246 e 259, la sorveglianza sanitaria preventiva e periodica. In particolare essa va condotta secondo quanto previsto dal Testo Unico in materia di Sicurezza e Salute dei Lavoratori:
- prima dell’assegnazione alla lavorazione a rischio;
- a cadenza triennale o con periodicità diversa stabilita dal medico competente, in funzione della valutazione del rischio e dei risultati della sorveglianza sanitaria;
- alla cessazione del rapporto di lavoro per tutti coloro che sono stati iscritti, almeno una volta, nel registro degli esposti. In tale occasione il medico competente deve fornire al lavoratore le eventuali indicazioni relative alle prescrizioni mediche da osservare e all’opportunità di sottoporsi a successivi accertamenti.
Inoltre è importante promuovere stili di vita sani, per esempio smettere di fumare e allontanarsi dall’esposizione a fumo passivo, polveri, irritanti respiratori e inquinanti aerodispersi. È essenziale anche sottoporsi alle vaccinazioni in caso di patologie respiratorie croniche o in altre condizioni di rischio.
Infine per tutelare salute e sicurezza, è importante dare chiare informazioni sugli effetti dell’amianto sulla salute e sulle precauzioni per la sua gestione sicura.
La tutela delle vittime dell’Osservatorio Nazionale Amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza tecnica, medica e legale gratuita per tutti coloro che sono stati esposti ad amianto e possono aver subito gravi danni alla salute. In particolare l’associazione tutela i diritti delle vittime e dei loro familiari, al fine di ottenere i benefici assistenziali e previdenziali e il risarcimento di tutti i danni. La consulenza gratuita è diponibile chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.