L’amosite, anche detta grunerite, è un minerale di amianto e appartiene alla classe dei silicati di magnesio (sottoclasse fillosilicati) e al gruppo degli anfiboli. Solo il crisotilo fa parte del gruppo dei serpetini. Grazie alle sue caratteristiche tecniche e all’economicità e ampia presenza in natura, l’amosite ha trovato impiego in centinaia di applicazioni, così altri minerali di asbesto.
Il termine amianto identifica un gruppo di minerali accomunati da caratteristiche simili appartenenti alla famiglia dei silicati. Essi posseggono una natura fibrosa che è direttamente connessa alla loro capacità di causare il tumore e altre malattie, anche gravi. Hanno infatti la capacità di suddividersi in fibre longitudinali e sottili che si disperdono facilmente nell’ambiente e che una volta inalate causano infiammazioni e cancro, non solo a livello polmonare.
In questa pagina scopriamo tutto sull’amosite o grunerite, qual è la formula chimica, dove si può reperire in natura e in quali applicazioni è stata utilizzata. Scopriamo nel dettaglio quali danni provoca alla salute e quali sono tutte le patologie connesse all’esposizione morbigena ai minerali di amianto. Inoltre, tutti gli esposti a tali minerali hanno degli specifici diritti e possono ottenere un’assistenza legale gratuita.
L’Osservatorio Nazionale Amianto è da decenni in prima linea nella lotta alle fibre killer e si occupa di prevenzione a 360°, offrendo alle vittime assistenza medica e legale. Gli esposti, e così i loro famigliari, hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti e ad una serie di benefici connessi all’insorgere di una malattia professionale o causa di servizio, a seconda del settore d’impiego.
Che cos’è il minerale di amosite o grunerite?
L’amosite appartiene al più ampio gruppo dei minerali di amianto e precisamente della sottocategoria degli anfiboli. Si tratta di un silicato idrato di ferro e magnesio con formula chimica 5.5FeO,1.5MgO,8SiO2,H2O (n. CAS 12172-73-5).
Le fibre della grunerite sono lunghe e diritte, con discreta flessibilità e, per questo, spesso fragili. Una delle caratteristiche principali di questo minerale è la sua particolare stabilità al calore. La temperatura di decomposizione è tra 600-800°C. Fu utilizzato prevalentemente come isolante termico, in ragione della sua notevole resistenza e stabilità al calore.
Dove si trova il minerale di amosite?
Il denominativo amosite ha origine dalla sigla AMOSA (Asbestos Mines of South Africa). Una grande quantità di amosite, infatti, si trova soprattutto nelle miniere del Sud Africa sotto forma di vene color grigio cenere. L’amianto amosite infatti si presenta di colore grigio o verdiccio, da cui anche il nome di amianto bruno. Insieme al crisotilo, l’amosite o grunite di amianto, è stato uno dei minerali di amianto più utilizzati nel corso del secolo scorso e in quello precedente.
L’amosite, come tutti i minerali di amianto, oltre ad essere economica ed abbondante in natura, è indistruttibile, con grandi capacità di resistenza a fuoco e calore. Non solo, questo minerale, infatti, è inattaccabile da agenti esogeni, come gli acidi, flessibile, resistente alla trazione e fonoassorbente.
L’uso dell’amosite c’è stato in particolar modo nell’edilizia. Questo minerale, infatti, è presente nella sua forma polverosa nei ricoprimenti a spruzzo di soffitti e pareti e in tutti i rivestimenti isolanti; oltreché spruzzato su strutture portanti di acciaio o su altre superfici nella funzione di isolante termo-acustico. I prodotti in amianto-cemento (Eternit) venivano prodotti utilizzando il crisotilo, ma spesso a questo avvenivano aggiunte piccole quantità di crocidolite e amosite. Inoltre, l’amosite era usata nella coibentazione di contenitori, anche grandi, per la tenuta termica.
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I minerali di amianto nella classificazione secondo la legge
La legislazione ha classificato e definito i minerali di amianto nell’art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l’art. 2 della Direttiva 477/83/CEE (ora sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE). Include tra i minerali di amianto:
- actinolite di amianto, n. CAS 77536-66-4;
- la grunerite di amianto (o amosite), n. CAS 12172-73-5;
- antofillite, n. CAS 77536-67-5;
- crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
- crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
- tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6.
La classificazione dettata dalla legge però non rispecchia la grande varietà di minerali di amianto presenti in natura. Infatti, alcuni, come l’erionite (IARC 2012b) e la fluoro-edenite non appaiono inclusi nella lista. L’Osservatorio Nazionale Amianto, di cui l’Avvocato Ezio Bonanni è presidente, ha denunciato la necessità di adeguamento della legislazione, perché la mancata classificazione di altri minerali asbestiformi espone a enorme rischio gran parte dei cittadini. In questo modo, infatti, gli stessi vengono privati della prevenzione primaria e di ogni tutela, preventiva e risarcitoria.
L’amosite è pericolosa per la salute?
Il crisotilo, come gli altri minerali di amianto, ha una natura fibrosa che provoca gravi conseguenze sull’organismo umano. Quindi, non ci sono dubbi che l’amosite e il crisolito siano pericolosi per la salute. Già la letteratura scientifica ha confermato che l’amianto, incluso il crisotilo, provoca seri danni alla salute, su scala globale.
Attraverso l’inalazione o l’indigestione, le fibre di crisotilo provocano prima gravi infiammazioni che, attraverso il fenomeno della cancerogenesi, potrebbero essere causa dello sviluppo di neoplasie. I vari tipi di mesoteliomi, tra tutte le malattie amianto sono i più aggressivi e possono essere causati esclusivamente dall’esposizione alle fibre di amianto, compreso il crisotilo.
Il parere dell’OMS sulla pericolosità dell’amianto
L’OMS ha chiaramente precisato che tutti gli amianti, compresi i serpentini e, dunque, il crisotilo, sono cancerogeni: “All types of asbestos cause lung cancer, mesothelioma, cancer of the larynx and ovary, and asbestosis (fibrosis of the lungs). Exposure to asbestos occurs through inhalation of fibres in air in the working environment, ambient air in the vicinity of point sources such as factories handling asbestos, or indoor air in housing and buildings containing friable (crumbly) asbestos materials”.
Inoltre, l’OMS ha confermato, nella sua relazione ‘Asbestos’ (27 settembre 2024), che sono oltre 200mila ogni anno i decessi di amianto nel mondo. Solo in Italia, nel 2019, sono state più di 6000 le vittime dell’amianto. I numeri del mesotelioma vengono aggiornati periodicamente, come le ultime stime in Italia che si trovano nel VII rapporto RENAM e in Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022, a cura dell’Avv. Ezio Bonanni.
Inoltre, una scheda informativa dell’OMS precisa che:
- se anche i luoghi attuino misure in grado di ridurre al minimo il rischio di esposizione, utilizzando ferrei controlli, non si potrà impedire completamente l’esposizione, a meno che l’amianto non sia rimosso;
- l’esistenza o il riutilizzo di materiali contenenti amianto, nelle abitazioni o negli ambienti di lavoro, mette a repentaglio l’intera comunità, perché c’è il rischio di propagazione delle polveri, e quindi, di conseguente esposizione e ulteriori danni alla salute;
- le catastrofi naturali (terremoti, uragani, tsunami e inondazioni) compromettono inevitabilmente qualsiasi approccio “controllato” al mantenimento e contenimento di amianto e materiali contenente il minerale cancerogeno nell’ambiente.
Per tali ragioni, è importante rispettare la prevenzione primaria e la bonifica dei siti contaminati, resa possibile anche grazie al contributo dell’App Amianto. L’applicazione istituita dall’ONA, attraverso la quale i cittadini possono segnalare ogni area a rischio ed evitare l’esposizione.
Patologie causate dall’esposizione all’amosite
L’esposizione alle fibre di amosite potrebbe causare prima infiammazioni e poi manifestazioni di fibrosi del tratto respiratorio: asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici. Queste infiammazioni se aggressive e non curate tempestivamente possono degenerare in tumore del polmone o in mesotelioma pleurico.
Il mesotelioma pleurico però, causato esclusivamente dall’esposizione ad amianto, sebbene il più diffuso, non è l’unico tipo di mesotelioma esistente. Esistono, infatti, anche il mesotelioma pericardico, peritoneale e della tunica vaginale del testicolo con un’identica eziologia. L’esposizione ad asbesto potrebbe causare l’insorgenza anche del tumore alla laringe e del cancro alle ovaie.
Altre neoplasie, come il tumore della faringe, il tumore dello stomaco, il tumore del colon retto e il tumore dell’esofago possono altresì essere provocate dall’esposizione all’actinolite ad altri tipi di amianto. La loro incidenza per cause lavorative però viene ritenuta meno probabile rispetto a mesoteliomi, tumori del polmone, laringe e ovaie.
Malattie amianto correlate: quali sono?
Le fibre dei minerali di amianto possono causare numerose patologie, meglio conosciute come malattie amianto correlate ed inserite dall’INAIL (Istituto Nazionale Assicurativo Infortuni sul Lavoro) in apposite liste, in base alla presumibilità dell’origine professionale. Di seguito le riportiamo tutte:
- mesotelioma (peritoneale, pericardico, pleurico, della tunica vaginale del testicolo);
- tumore del polmone;
- tumore alla laringe;
- cancro alle ovaie.
Queste malattie sono incluse nella lista I dell’INAIL e prevedono la presunzione legale d’origine: se contratte e se presente l’asbesto sul posto di lavoro sono automaticamente considerate malattie di origine professionale indennizzabili.
Nella lista II (che non predeve la presunzione legale di origine) compaiono:
- tumore alla faringe;
- al colon-retto;
- neoplasia dello stomaco.
Nella lista III (come la lista II prevede la dimostrazione a carico del lavoratore del nesso causale) compare solo il tumore dell’esofago. Tutte queste patologie (lista II e lista III) devono essere risarcite in quanto malattie professionali, anche se mentre nel caso della lista I è facile ottenere il riconoscimento di malattia professionale dall’INAIL, nel secondo caso è più complicato. Spetta al lavoratore malato dimostrarlo.
Tutte le altre patologie correlate all’amianto
Oltre alle malattie riconosciute dall’INAIL ci sono tutta una serie di patologie che possono essere provocate dall’esposizione ad amianto. Tra le malattie degenerative non tumorali ci sono la miocardiopatia, il morbo di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia e vari problemi cardiovascolari. Anche la leucemia è una malattia che può essere connessa all’esposizione.
Le neoplasie causate dalle fibre di asbesto possono colpire anche il cervello, la colecisti, la mammella, il pancreas, la prostata, i reni, la tiroide, la vagina-vulva e la vescica. Di seguito alcuni studi scientifici per approfondimenti:
- “Epidemiology and etiology of bladder cancer”, a cura di Johansson e Cohen;
- “Epidemiology and prevention of bladder cancer“, a cura di Negri e La Vecchia;
- “An update review of the literature: risk factors for bladder cancer with focus on occupational exposures”, a cura di Olfert, Felknor e Delclos.
Assistenza legale alle vittime del minerale
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha organizzato un servizio di assistenza medica e legale gratuita. L’obiettivo principale è la prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) che si configura come l’unica possibilità efficace di vincere la lotta all’amianto. L’ONA segue quindi le raccomandazioni del Consensus di Helsinki e del suo aggiornamento del 2014.
La tutela legale degli esposti permette di ottenere tutti i benefici previsti dalal legge per le vittime di amalattie amianto, compreso l’accesso al Fondo Vittime Amianto. In particolare, attraverso la tutela legale, si possono ottenere le prestazioni INAIL, il diritto al prepensionamento e il risarcimento dei danni, sia patrimoniali sia non patrimoniali. Attraverso la tutela legale è possibile migliorare la prevenzione primaria e secondaria attraverso l’aggiornamento delle liste INAIL e dei siti contaminati.
L’ONA assiste le vittime per il riconoscimento della malattia professionale e, per coloro che fanno parte delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza, della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.
Richiedi una consulenza gratuita chiamando il numero verde dell’ONA 800.034.294 o compilando il formulario.