È importante preservare il rapporto tra l’esposizione all’amianto e sicurezza sul lavoro. Tutte le attività lavorative devono essere eseguite in condizioni di sicurezza per i lavoratori. Tuttavia particolare attenzione deve essere posta in caso di gestione di materiali in cemento amianto, specialmente se in stato di degrado e che quindi possono nuocere gravemente alla salute.
Varie indicazioni di sicurezza sono contenute nel Testo Unico in materia di Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro (D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.). Questo inoltre è integrato dal Decreto Ministeriale del Ministero della Salute del 6 settembre 1994.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, sono da anni in prima linea per la difesa delle vittime dell’amianto. Infatti a essi e ai loro familiari offrono la consulenza gratuita medica e legale. Chiamando il numero verde 800.034.294 si possono avere maggiori informazioni.
La messa al bando dell’amianto nel mondo
L’amianto e, in particolare, i materiali in cemento amianto non sono più oggetto di estrazione e di utilizzo. Lo ha stabilito la Legge 257/1992. Infatti, come conferma anche l’ultima monografia IARC, i minerali di amianto sono cancerogeni. È necessario perciò tutelare la salute dei lavoratori e di coloro che, anche per cause non lavorative, sono entrati casualmente in contatto.
Nonostante tutti i Paesi dell’Unione Europea abbiano bandito l’asbesto, ancora sono molti i manufatti con presenza di amianto. Anche in Italia molti edifici pubblici e privati riscontrano ancora la presenza di eternit, come denuncia il presidente dell’ONA, l’Avv. Ezio Bonanni, nella sua pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022”.
Occorre effettuare la bonifica dei siti contaminati per ridurre a zero il rischio di esposizione e i conseguenti danni alla salute per i cittadini. Ognuno può segnalare attraverso l’App Amianto la presenza di aree con amianto, aggiornando così la mappa del rischio e facilitando gli interventi di bonifica.
Purtroppo però esistono nel mondo alcuni Paesi in cui si continua ad adoperare l’amianto, continuando così ad accrescere l’epidemia da malattie asbesto correlate. Tra questi ci sono Canada, Russia, Sudafrica, India, Cina e Giappone.
Divieto di estrazione e utilizzo dell’amianto: gli Stati
Anno | Stati |
1972 | Danimarca (estensione nel 1985) |
1982 | Svezia |
1983 | Islanda |
1984 | Israele (modificato nel 1990 e 2011), Norvegia |
1988 | Ungheria |
1989 | Svizzera, Singapore |
1990 | Austria |
1991 | Paesi Bassi |
1992 | Finlandia, Italia |
1993 | Croazia (estensione nel 2006), Germania |
1994 | Brunei |
1995 | Giappone, Kuwait |
1996 | Francia, Slovenia, Bahrain |
1997 | Polonia, Principato di Monaco |
1998 | Belgio, Arabia Saudita, Lituania, Libano, Burkina Faso |
1999 | Regno Unito |
2000 | Irlanda, Säo Paulo (completata nel 2001), Brasile (completata nel 2001) |
2001 | Latvia, Cile, Argentina, Oman |
2002 | Spagna, Lussemburgo, Repubblica Slovacca, Nuova Zelanda, Uruguay, Malaysia |
2003 | Australia, Cina (completamento nel 2005, 2007, 2008 e 2011) |
2004 | Honduras, Giappone (estensione nel 2005, completamento nel 2012) |
2005 | Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Romania, Portogallo, Slovacchia |
2006 | Croazia |
2007 | New Caledonia, Romania |
2008 | Repubblica Sudafricana, Oman, Taiwan (completamento nel 2010 e 2012) |
2009 | Repubblica di Corea (Corea del Sud), Algeria, Seychelles |
2010 | Qatar, Monzambico, Mongolia (modificato nel 2011), Turchia |
2011 | Thailandia |
Individuazione dell’amianto e sicurezza sul lavoro
L’amianto è stato ampiamente utilizzato fino al 1992 in molti manufatti. Tuttora, sebbene non più impiegato, esistono ancora delle tracce in numerosi edifici e infrastrutture mai bonificati.
Si aggiungono poi i materiali contenenti amianto smaltiti illegalmente, seppelliti e interrati. Questi rappresentano non solo un problema di sicurezza sul lavoro, ma anche di emergenza ambientale.
Per questo, a fini della tutela sia del lavoratore sia dell’ambiente, vanno eseguiti campionamenti del terreno, ad esempio nel caso di terre da scavo. Perciò devono essere coinvolte le Agenzie Ambientali (ARPA regionali o provinciali) e i laboratori autorizzati per le analisi dei campioni. È importante che gli accessi ai siti in cui è sospetta la presenza di amianto vengano eseguiti sempre indossando i DPI adeguati, a completa protezione del corpo, comprese le vie aeree.
Nel caso venga individuata la presenza di eternit, si devono:
- sospendere i lavori nell’area;
- eseguire una stima della quantità e delle tipologie di minerali di amianto presenti;
- prelevare e inviare i campioni alle Autorità competenti in materia, in attesa dei certificati e delle prescrizioni da adottare per i lavoratori, anche alla luce della valutazione dei rischi reali e potenziali, derivanti da campionamenti della concentrazione delle fibre aerodisperse.
Amianto sicurezza sul lavoro: imballaggi ed etichettatura
I materiali contenenti amianto, dal punto di vista operativo, vengono distinti in due principali tipologie: compatti e friabili. Entrambe le tipologie devono essere gestite correttamente, non solo per la tutela dell’ambiente ma anche per la sicurezza degli operatori qualificati che si occupano di manipolarli. Perciò i manufatti devono essere facilmente identificabili e rintracciabili.
Tutti i materiali contenenti amianto vanno introdotti in sacchi ermetici, che contengono i rifiuti da smaltire. Approfondisce questo aspetto l’episodio di ONA TV: “Smaltimento amianto, le responsabilità della mancata bonifica“. Così si evitano problemi di salute per i lavoratori che li manipolano e procedure illegali nello stoccaggio e nel fine vita. Purtroppo molto spesso i rifiuti speciali, come l’amianto, sono interessati da traffici illegali. Avvengono così stoccaggi non autorizzati in discariche abusive, provocando poi tutti i problemi legati all’inquinamento del suolo.
Normativa sicurezza sul lavoro amianto: valutazione rischio
Il Testo Unico in materia di Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro, all’articolo 249, riporta gli obblighi del datore di lavoro per garantire la sicurezza dei propri dipendenti. In particolare questo articolo fa riferimento all’obbligo di valutazione del rischio.
Il datore di lavoro valuta i rischi dovuti alla polvere di amianto, al fine di stabilire la natura, il grado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare. Per esempio occorre definire:
- brevi attività non continuative di manutenzione durante le quali il lavoro viene eseguito solo su materiali non friabili;
- rimozione senza deterioramento di materiali non degradati, in cui le fibre di amianto sono fermamente legate a una matrice;
- incapsulamento e confinamento di materiali contenenti amianto che si trovano in buono stato;
- sorveglianza, controllo dell’aria e prelievo di campioni ai fini dell’individuazione della presenza di amianto in un determinato materiale.
Ha approfondito la questione il recente convegno “Sicurezza sul Lavoro alla luce delle ultime sentenze della Corte di Cassazione“, organizzato dal Consiglio degli Avvocati di Roma, insieme all’ONA e alla Cassa Forense. Qui i relatori si sono confrontati sulle ultime novità in merito alla problematica.
Comunicazione e formazione dei lavoratori
Prima di iniziare i lavori, il datore di lavoro presenta all’ente competente una notifica, che può essere inviata anche per via telematica e attraverso gli organismi paritetici. Essa va resa disponibile anche per i lavoratori del cantiere e per i loro rappresentanti, a fini informativi. Infatti occorre ribadire l’importanza della comunicazione e della consapevolezza pubblica sull’amianto e i suoi rischi per la salute. Non bisogna sottovalutare l’educazione e la formazione sulla sicurezza dell’amianto: strategie per ridurre i rischi e promuovere la salute pubblica.
In particolare, le informazioni che obbligatoriamente devono essere comunicate, secondo l’articolo 250, sono:
- ubicazione del cantiere;
- tipi e quantitativi di amianto manipolati;
- attività e procedimenti applicati;
- numero di lavoratori interessati;
- data di inizio dei lavori e relativa durata;
- misure adottate per limitare l’esposizione dei lavoratori all’amianto.
Amianto e sicurezza sul lavoro: misure di protezione
È importante garantire i diritti dei lavoratori esposti all’amianto: come garantire una protezione adeguata e un risarcimento equo. In particolare occorre tenere conto di determinate misure igieniche (art.252) per ridurre le problematiche di contaminazione delle fibre di amianto. Innanzitutto gli spazi in cui si manipola l’amianto devono essere delimitati e contrassegnati da appositi cartelli. Questi sono accessibili esclusivamente ai lavoratori impiegati nell’attività.
Devono poi essere predisposte aree speciali in cui i lavoratori possano mangiare e bere senza rischio di contaminazione. In più i lavoratori devono avere a disposizione impianti sanitari adeguati, provvisti di docce, in caso di operazioni in ambienti polverosi.
Ai dipendenti vanno poi forniti adeguati Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) e indumenti di lavoro. Questi ultimi devono restare all’interno dell’impresa e vanno riposti in un luogo opportunamente separato. Possono essere trasportati all’esterno, in contenitori chiusi, solo per il lavaggio in lavanderie attrezzate per questo tipo di operazioni. In caso di utilizzo di indumenti monouso invece occorre provvedere allo smaltimento, secondo le vigenti disposizioni.
Il controllo del valore limite di esposizione
In materia di amianto e sicurezza sul lavoro, il datore di lavoro deve provvedere al monitoraggio della dispersione delle fibre di amianto, garantendo così il rispetto del valore limite.
In precedenza l’art. 254 fissava il valore limite di esposizione per l’amianto a 0,1 fibre cm-3, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di 8 ore. Per anni l’ONA, insieme all’Avv. Bonanni, hanno ribadito che ogni esposizione all’amianto è sempre dannosa per la salute. Infatti non esiste una soglia sotto la quale il rischio si annulli.
Recentemente l’Unione Europea ho ulteriormente abbassato il limite di soglia. Il Parlamento europeo ha infatti approvato in via definitiva nuove norme (modifica 2009/148/CE) per proteggere i lavoratori dell’UE dai rischi per la salute legati all’amianto e per migliorare l’individuazione precoce del cancerogeno. Il limite obbligatorio di esposizione professionale diventa quindi dieci volte più basso di quello attuale (ridotto da 0,1 a 0,01 fibre di amianto per cm³). Questa soglia entrerà in vigore immediatamente, senza un periodo di transizione. Invece, i Paesi UE avranno massimo sei anni dall’entrata in vigore della direttiva per adottare una tecnologia più moderna e sensibile in grado di rilevare le fibre, la microscopia elettronica. In questo modo sarà possibile abbassare ulteriormente il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, o a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili.
Se questo valore dovesse essere superato, il datore di lavoro deve individuare le cause e adottare tempestivamente tutte le misure per ridurlo e per proteggere i lavoratori, come l’impiego di adeguati DPI delle vie respiratorie. Si deve provvedere anche all’affissione di cartelli per segnalare che si prevede il superamento del valore limite di esposizione.
Lavori di demolizione e rimozione dell’amianto
Uno dei problemi da affrontare è l’amianto nel settore edilizio: consapevolezza e prevenzione per proteggere i lavoratori. In caso di demolizione e rimozione dell’amianto, i lavori devono essere obbligatoriamente eseguiti da imprese specializzate e che soddisfano i requisiti previsti dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali, al quale devono essere iscritte.
Prima di ogni attività, il datore di lavoro deve predisporre un Piano di Lavoro finalizzato a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e la protezione dell’ambiente esterno. Questo dovrà poi essere inviato agli Organi di vigilanza competenti. Innanzitutto la rimozione dell’amianto deve precedere la demolizione. Una volta terminati i lavori, poi si deve verificare l’assenza di rischi dovuti all’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro.
In caso di superamento dei valori limite devono essere adattate particolari esigenze del lavoro specifico. È importante anche prevedere adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato dei lavori e di coloro che sono addetti alla raccolta e allo smaltimento dei materiali. Il Piano di Lavoro deve riportare:
- natura dei lavori;
- data di inizio e durata presumibile;
- luogo dove i lavori verranno eseguiti;
- tecniche lavorative adottate per la rimozione dell’amianto;
- caratteristiche delle attrezzature o dispositivi che si intendono utilizzare.
Infine è fondamentale informare, formare ed eventualmente addestrare (artt. 257 e 258) i lavoratori. Questo costituisce un obbligo del datore di lavoro, relativamente sia alle condizioni e procedure di ordinaria gestione sia di emergenza.
Amianto e sicurezza sul lavoro: protezioni collettive
In un cantiere dedicato alla rimozione e alla bonifica dell’amianto si possono utilizzare due tipologie diverse di protezioni collettive:
- confinamento;
- Unità di Decontaminazione del Personale (UDP).
Per quanto riguarda il confinamento, esso è un elemento di protezione collettivo che fa fronte a una duplice finalità. Innanzitutto provvede a garantire la sicurezza dei lavoratori separando i lavoratori e le parti di cantiere contaminate dalle fibre di amianto da quelle pulite interne. Inoltre presenta anche un obiettivo ambientale, poiché le fibre, eventualmente liberate durante le lavorazioni, potrebbero contaminare gli ecosistemi circostanti, il terreno e le acque.
Esistono due tipologie di confinamento:
- statico, previsto nella rimozione dei materiali contenenti amianto in stato friabile;
- dinamico, che prevede l’impiego di un sistema di estrazione dell’aria, installato una volta finito di posizionare il confinamento statico e il quale consente di mettere in depressione l’area di lavoro rispetto all’esterno.
In particolare lo scopo del confinamento dinamico è quello di realizzare un gradiente di pressione tale che, attraverso i percorsi di accesso al cantiere e le inevitabili imperfezioni delle barriere di confinamento, si verifichi un flusso d’aria verso l’interno dell’area di lavoro. Ciò consentirà di evitare qualsiasi fuoriuscita di fibre e, nel contempo, il ricambio d’aria ambiente.
In cosa consiste la modalità di confinamento dinamico?
Nel confinamento dinamico uno o più estrattori sono posizionati a pavimento e sono provvisti di mandate d’aria, che si trovano nella parte opposta dell’aspiratore. La portata d’aria degli estrattori dovrà essere sufficiente a mettere in depressione la zona.
Invece l’aspiratore è dotato di filtro assoluto HEPA (High Efficiency Particulate Air Filter), con un manometro che indicherà quando i filtri devono essere sostituiti, un dispositivo di segnalazione dell’intasamento del filtro (manometro differenziale) e un segnalatore acustico di funzionamento. Il sistema di aspirazione dovrà essere mantenuto in funzionamento continuo 24 ore su 24, fino alla decontaminazione dell’area. È poi importante porre la massima attenzione nella sigillatura dei fori di attraversamento, da effettuarsi con nastro adesivo resistente all’umidità.
Unità di Decontaminazione del Personale
L’Unità di Decontaminazione del Personale è un impianto che viene previsto per lavorazioni o interventi di bonifica di più giorni e su superfici di rilevante estensione. È realizzato con un minimo di tre locali:
- una zona contaminata dove lasciare i DPI utilizzati, compresa la tuta, per essere smaltiti;
- la doccia;
- una zona “pulita”, utilizzata all’inizio dell’attività per indossare i DPI e alla fine giornata per vestirsi.
Amianto e sicurezza sul lavoro: tipi di DPI
I DPI devono proteggere dai rischi residui. Nel caso dell’amianto si utilizzano principalmente quelli che riguardano le vie respiratorie (naso e bocca). I DPI delle vie respiratorie devono avere il fattore di protezione adeguato alla concentrazione di amianto presente nell’ambiente di lavoro. Essi devono garantire una concentrazione di fibre nell’aria respirata non superiore a 1/10 del valore limite, fissato a 0,1 fibre cm -3 di aria e misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di 8 ore.
In particolare, durante le attività di bonifica da amianto in matrice compatta, si prevede l’utilizzo di facciali filtranti monouso FFP3 o di semimaschere con uno o più filtri P3. Invece, in caso di coperture particolarmente ammalorate, si possono utilizzare le maschere pieno facciali. Al contrario, nel caso di presenza di amianto friabile, si prevede l’uso di facciali filtranti (FFP3) provvisti di elettrorespiratore. Poi si aggiungono:
- tuta integrale monouso in propilene con cappuccio, che poi ogni volta che si lascia la zona di lavoro va smaltita;
- occhiali per la protezione da schegge e materiali;
- guanti a manica di protezione, impermeabili, in grado di garantire una sufficiente resistenza alle sollecitazioni meccaniche, spesso accompagnati da sottoguanti in cotone, e che devono essere sigillati con nastro adesivo ai polsini della tuta;
- scarpe antinfortunistiche e calzari oppure calzature in gomma antiscivolo lavabili, abbastanza alte da essere indossate al di sotto dei pantaloni della tuta e da poter essere sigillate con nastro adesivo.
Procedure di svestizione post-rimozione dell’amianto
Se si lavora con l’amianto occorre eseguire una specifica procedura per la rimozione dei Dispositivi di Protezione Individuale. Prima della svestizione, è necessario inumidire la superficie esterna della tuta, dei guanti e dei calzari con acqua, che può essere spruzzata o nebulizzata. In seguito va rimosso il nastro adesivo utilizzato per la sigillatura dei guanti e delle calzature con la tuta. Solo dopo si può procedere a togliersi guanti e tuta, avendo cura di arrotolarla dall’alto verso il basso e verso l’esterno e poi sfilandola dalle calzature. Il tutto va riposto immediatamente in una busta monouso chiusa, che poi sarà gettata in un sacco chiuso, da riporre nei contenitori appositi. Infine vanno rimosse le calzature da lavoro e la maschera.
Nel caso si operi in presenza di specifica UDP, la procedura di svestizione va svolta all’interno di un locale che precede la zona doccia e obbligatoriamente prima di rivestirsi con abiti civili.
Amianto e sicurezza sul lavoro: Assistenza dell’ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza tecnica, medica e legale gratuita per tutti i lavoratori che sono stati esposti ad amianto e possono aver subito gravi danni alla salute. Così l’associazione e l’Avv. Bonanni assistono coloro che ricevono una diagnosi di malattia da amianto e i loro familiari per ottenere i loro diritti. Il primo passo è il riconoscimento di malattia professionale, grazie al quale si può fare richiesta dei benefici assistenziali e previdenziali e del risarcimento dei danni da parte del datore di lavoro. Chiedi la consulenza gratuita al numero verde 800.034.294 o attraverso il form.