L’inquinamento ambientale è una problematica grave che coinvolge l’intero globo e tutti gli Stati senza esclusione. La gravità del degrado ambientale e le sue conseguenze è sotto gli occhi di tutti e necessita di politiche efficaci e tempestive. Esso rischia di mettere a repentaglio la nostra vita su questo pianeta. Una delle tipologie più gravi di inquinamento è proprio l’inquinamento termico, che è alla base del preoccupante riscaldamento climatico a cui stiamo assistendo.

In questa guida scopriamo tutto sull’inquinamento termico, su quali sono le sue cause e le conseguenze, ovvero i danni all’ambiente e alla salute. Scopriamo anche quali sono i rimedi più efficaci e le proposte concrete per migliorare l’impatto dell’uomo e l’inquinamento termico.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si occupa di lotta all’amianto e di tutela della salute, impossibile senza un’attenta salvaguardia ambientale. Per questa ragione promuoviamo la transizione ecologica e la lotta a tutte le tipologie di inquinamento.

Definizione inquinamento termico: che cos’è?

Che cos’è l’inquinamento termico? L’inquinamento termico consiste nell’immissione nell’ambiente di sostanze inquinanti che producono un cambiamento di temperatura in un dato ambiente. Esso può avere cause naturali. Pensiamo per esempio alle fonti termali o geotermiche, ma nella maggior parte dei casi ha cause rintracciabili nelle attività dell’uomo. Vulcani, sorgenti geotemiche e termali producono calore, ma lo fanno solitamente in misura più ridotta e localizzata, e sempre per via diretta.

Possiamo distinguere infatti due tipi di inquinamento termico: diretto e indiretto. Nel primo caso viene immessa nell’ecosistema direttamente energia termica, provocando, così, un importante innalzamento di temperatura istantaneo. Pensiamo per esempio all’acqua ad alte temperature riversata dalle industrie nei fiumi e nei piccoli corsi d’acqua.

Nel secondo caso invece gli effetti degli inquinanti si ripercuotono indirettamente sulle temperature su scala globale. Gas come l’anidride carbonica, metano e idrocarburi alogenati e prodotti della combustione provocano il riscaldamento globale, attraverso l’effetto serra. In aggiunta a deforestazione, desertificazione e altre forme di inquinamento ambientale, la temperatura del nostro pianeta non è mai stata così alta come nell’ultimo decennio.

Un’altra causa non trascurabile di inquinamento termico, che influisce sulle temperature dell’ambiente è l’isola di calore urbana. Nei centri urbani, infatti, la temperatura risulta essere maggiore di 3,5-8 °C rispetto alle periferie o alla campagna. Ciò a causa della cementificazione, dell’uso del riscaldamento e del traffico congestionato.

Principali cause dell’inquinamento termico

Ricapitolando, tra le cause dell’inquinamento termico esistono cause dirette ed indirette. Tra le prime citiamo le immissioni nell’ambiente e negli ecosistemi di acqua e altre sostanze a temperature che alterano la normale temperatura di quegli ambienti. Questo tipo di inquinamento è causato da industrie e fabbriche in primis.

Fra le fonti indirette ci sono i gas, come l’anidride carbonica e gli inquinanti derivanti dai processi di combustione, che attraverso modalità indirette, come inquinamento ed effetto serra, aumentano la temperatura dell’intero globo. In questo caso la prima fonte di inquinamento termico è la combustione causata dal traffico automobilistico e aereo, unita all’industria e all’industria dell’allevamento, grande responsabile del rilascio di dosi massicce di CO2. Ad esse si aggiunge il calore generato dalle isole urbane, sempre più grandi e cementificate.

Le conseguenze dell’inquinamento termico

Le conseguenze dell’inquinamento termico sull’ambiente, sulla natura e sulla salute dell’uomo hanno una portata catastrofica. Qui di seguito analizziamo le conseguenze ambientali e sulla salute nei vari ambienti.

Inquinamento termico nell’ambiente marino

Per quanto riguarda l’ambiente marino c’è da dire che a temperatura dell’acqua nei mari e negli oceani cambia molto lentamente, grazie alle enormi masse di acqua che possono ricevere grandi quantità di calore senza registrare grandi variazioni termiche. Nonostante questo le specie viventi che vivono nei mari sono minacciate dal cambiamento di temperatura. Assistiamo a perdita di biodiversità e stravolgimento degli equilibri degli ecosistemi. Le specie abituate a temperature superiori si spostano in mari un tempo più freschi, stravolgendo l’intera catena alimentare e l’equilibrio delicato tra le specie.

La mancanza di ossigeno inoltre (derivante dal calore) e dall’innalzamento delle temperature determina la sofferenza di molte specie acquatiche. Cambia così la biosfera acquatica, le fonti di cibo, i periodi di riproduzione delle specie, si diffondono parassiti e nuove malattie.

Inquinamento termico in acqua dolce o salmastra

La stessa cosa succede negli ambienti acquatici di acqua dolce e salmastra (nei fiumi laghi e torrenti) dove vengono distrutti interi habitat. Ad essere minacciati non sono solo gli organismi che ci vivono ma anche le specie come uccelli, anfibi e invertebrati che si cibano di quelle specie o svolgono l’importante funzione riproduttiva in quelle acque.

Riscaldamento globale e inquinamento termico

L’inquinamento termico genera quello che notoriamente è conosciuto come effetto serra e riscaldamento globale o cambiamento climatico. L’elevazione preoccupante delle temperature del pianeta è una delle maggiori effetto serra conseguenze sull’ambiente. Il fenomeno è causato dall’azione dei gas serra. Questi permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera, nello stesso tempo però ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse che dovrebbero fuoriuscire dall’atmosfera terrestre, proprio come farebbe una serra.

Le conseguenze del cambiamento climatico sono devastanti: scioglimento die ghiacci, innalzamento delle acque, fenomeni atmosferici estremi e stravolgimento dell’intero ciclo dell’acqua e dei venti che comporta la scomparsa della vita sulla Terra così come la conosciamo oggi.

Leggi tutto sull’inquinamento atmosferico

Quali sono le conseguenze per la salute?

Gli ultimi dodici anni sono stati tra i più caldi mai registrati. Da qui derivano svariate problematiche di salute che coinvolgono l’essere umano e che aggravano patologie pregresse. Pensiamo per esempio ai problemi cardiovascolari: le temperature alte provocano un maggior lavoro a carico del sistema respiratorio, e una maggiore attività per il mantenimento costante della temperatura corporea.

A lungo termine invece il benessere e la salute dell’uomo potrebbe essere minacciato da un completo stravolgimento delle risorse idriche e alimentari e degli equilibri degli ecosistemi, con proliferazione di nuove malattie e pandemie.

Principali rimedi all’inquinamento termico

Le forze politiche in gioco hanno emanato normative a livello nazionale e locale per fronteggiare il fenomeno dell’inquinamento termico per via diretta.

Per gli scarichi idrici, le vigenti leggi in materia impongono il rispetto dei seguenti termini:

  • nel punto di immissione nelle acque la temperatura non deve essere superiore ai 35 °C;
  • entro i mille metri dal punto di immissione dello scarico, la variazione di sovralzo termico deve essere al massimo di 3 °C rispetto alla temperatura del corpo naturale.

L’utilizzo di impianti di raffreddamento è essenziale al mantenimento delle temperature, connesso all’utilizzo di energie rinnovabili. Gli incentivi e le politiche nazionali in Europa si stanno muovendo nella direzione dell’utilizzo delle rinnovabili a scapito delle non rinnovabili e dei combustibili fossili. La strada da fare però nella riduzione del traffico e nel passaggio a una mobilità sostenibile, degli scarichi, dell’inquinamento da combustione e nella diminuzione della produzione industriale a favore di un’industria etica centrata sul riutilizzo e la manutenzione sono ancora molti.

Rimedi e soluzioni al riscaldamento globale

Per quanto riguarda l’inquinamento termico per via indiretta i rimedi e le proposte concrete imporrebbero una vera e propria transizione ecologica e un cambiamento profondo di mentalità da parte di tutti i cittadini e in primis un ripensamento dell’economia e iniziative concrete da parte degli Stati. Ricordiamo a questo proposito che quello dell’inquinamento è un problema globale che non conosce confini e che non risparmia alcuno stato. L’inquinamento viaggia infatti insieme all’aria e all’acqua.

Durante il G20 con presidenza italiana gli stati si sono impegnati a fissare i termini per la decarbonizzazione. Quella dell’Italia è prevista per il 2030 e prevede il passaggio delle centrali a carbone al gas, anch’esso risorsa fossile.

La lotta al riscaldamento globale passa per una mobilità sostenibile e per uno sviluppo sostenibile che va nella direzione di un’economia circolare. Il corretto smaltimento dei rifiuti attraverso lo sfruttamento dell’energia prodotta nel loro incenerimento o il riuso e il riciclo è un punto fondamentale del processo. L’utilizzo, il consumo e la produzione di plastica dovrebbe subire un drastico calo. Allo stesso modo tutti i prodotti per cui non è previsto un efficace riuso o riciclo a fine vita del prodotto e a basso impatto energetico non dovrebbero essere messi sul mercato. L’industria dovrebbe essere basata sulla manutenzione piuttosto che sulla produzione, con un accento sull’etica e la predilezione di energie pulite e rinnovabili.

L’energia dovrebbe essere pulita e da fonti rinnovabili. In questo senso passi da gigante sono stati fatti dalla ricerca nell’ambito della fusione nucleare, che a differenza della fissione nucleare, sarebbe un’energia pulita.

G20 di Napoli 2021: cosa è cambiato?

Quello di Napoli è stato il primo G20 dedicato ai temi della transizione ecologica.

Significativi risultati sono documetati nella relazione finale:

  • Mantenere l’aumento della temperatura del Pianeta sotto il grado e mezzo.
  • La transizione verso le energie rinnovabili è stata riconosciuta come strumento per una crescita socio-economica inclusiva e veloce.
  • Confermata la scelta di destinare una quota ambiziosa dei fondi per i piani nazionali di ripresa a favore di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
  • Riconosciuta la necessità di promuovere una mobilità sostenibile e verde.
  • Riconosciuti i risultati del recente rapporto IPBES e IPCC sul nesso tra biodiversità e cambiamento climatico.
  • Adottata la visione per un’economia circolare.
  • Road map per rafforzare gli investimenti nelle attività del capitale naturale.

La Cop27 in Egitto: scarsi risultati

Il Sharm el-Sheikh Implementation Plan è un documento povero, con due decisioni importanti, quella dell’adozione del fondo Loss&Damage (Perdite e Danni) che apre nuovi orizzonti per una cooperazione multilaterale, e quella della riforma del sistema finanziario delle Banche multilaterali e non solo. Male, invece, sui nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni che avrebbero dovuto spingere ad aumentare l’ambizione negli Ndc (Contributi determinati a livello nazionale) dei Paesi membri. Rispetto alla Cop di Glasgow dell’anno precedente non sono stati fatti passi avanti, specialmente rispetto al tema della decarbonizzazione.

Quali sono le soluzioni per l’inquinamento termico?

transizione ecologica

Dal momento in cui si è preso coscienza delle gravi conseguenze di questa problematica ambientale, le forze politiche hanno emanato normative a livello nazionale e locale per fronteggiare il fenomeno dalla radice.

Per gli scarichi idrici, le vigenti leggi in materia di inquinamento termico impongono il rispetto dei seguenti termini:

  • Nel punto di immissione nelle acque la temperatura non deve essere superiore ai 35 °C
  • Entro il mille metri dal punto di immissione dello scarico, la variazione di sovralzo termico deve essere al massimo di 3 °C rispetto alla temperatura del corpo naturale.

Un metodo utile ad evitare lo scarico di acqua a temperature elevate da parte delle industrie potrebbe essere l’utilizzo di un impianto di raffreddamento. Per quanto concerne, invece, la questione dell’inquinamento e surriscaldamento globale, da un po’ di anni gli incentivi vanno verso le energie rinnovabili.

Questo poiché si è compreso che non ci potrà essere futuro senza sviluppo sostenibile, la recente pandemia e le vicende legate alle malattie derivanti dall’utilizzo di amianto nelle strutture di lavoro dimostra che dove non c’è tutela ambientala tantomeno può essere tutelata la salute dei cittadini. La transizione ecologica è necessaria: questo argomento è approfondito nel corso del  XX episodio del notiziario ONA News “Ambiente, amianto: Transizione ecologica opportunità per un modello di sviluppo sostenibile“.

L’impegno ONA per la tutela dell’ambiente

L’ONA si occupa di prevenzione rispetto al rischio amianto e altri agenti cancerogeni che minacciano l’ambiente e causano inquinamento. La prevenzione primaria si occupa di evitare le esposizioni dannose a 360° grazie alla bonifica dei siti contaminati e ad una attenta valutazione del rischio. Inoltre l’ONA fornisce assistenza medica e legale. È possibile richiedere una consulenza chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il formulario.

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