Il danno catastrofale – o danno da lucida agonia – è un danno non patrimoniale. Si configura quando la vittima di un illecito subisce la sofferenza relativa alla consapevolezza dell’approssimarsi del fine vita. Il risarcimento del danno catastrofale è rivendicabile dagli eredi della vittima.

Chi è colpito da malattia professionale, e in particolare da esposizione ad amianto, ha diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali. A ciò si aggiunge il fatto che in caso di decesso in seguito alla malattia professionale, gli eredi legittimi (familiari di primo grado) hanno il diritto di rivendicare il risarcimento dei danni non patrimoniali. In genere – oltre al danno catastrofale – c’è il diritto anche al risarcimento del danno morale, biologico ed esistenziale.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto opera in questo ambito offrendo assistenza legale gratuita a tutte le vittime dell’amianto e di esposizione ad agenti cancerogeni. È sufficiente richiedere una consulenza legale gratuita per ottenere il supporto necessario per ottenere il risarcimento dei danni, compresi quelli non patrimoniali e le loro componenti esistenziali e morali. L’ONA offre assistenza gratuita ai superstiti delle vittime a cui spetta la reversibilità delle somme e dei benefici ottenuti dalla vittima in vita e risarcimento integrale dei danni, compreso quello catastrofale, oltre al risarcimento dei danni subiti iure proprio.

Il danno catastrofale: la definizione

Come abbiamo già accennato il danno catastrofale si configura quando la vittima di un illecito, che ne provoca la morte, rimane in vita per un periodo di tempo anche minimo. Il danno catastrofale è strettamente connesso quindi al cosiddetto danno tanatologico, o danno da morte.

Il danno catastrofale, chiamato anche danno morale terminale, è determinato dalla sofferenza della vittima, originata dalla consapevolezza di dover morire in seguito all’illecito subito. Perché venga riconosciuto il danno catastrofale è quindi necessario che si configurino due condizioni:

  • la vittima sia cosciente e consapevole di dover morire;
  • il decesso non sia immediato, ma che avvengo dopo un certo periodo di tempo successivamente all’illecito che lo provoca

Fondamentale è la coscienza della vittima. Se infatti questa in seguito all’incidente è in stato di incoscienza (se ad esempio è in stato comatoso) il danno catastrofale non viene riconosciuto.

Si tratta di un danno morale o biologico?

Per quanto riguarda l’inquadramento del danno catastrofale sono state le scuole di pensiero.

Secondo la prima il danno catastrofale è da considerarsi un danno morale, in quanto la sofferenza di questo danno è strettamente legata alla reazione di sofferenza emotiva e morale, causata dalla consapevolezza della propria agonia. A ciò si aggiungere la sofferenza morale dei familiari in vista della morte del congiunto.

Un secondo orientamento sosteneva che il danno catastrofale potesse essere considerato alla stregua di un danno biologico. A dirimere la questione è intervenuta una sentenze delle Sezioni Unite, secondo la quale il danno catastrofale è da considerarsi a tutti gli effetti un danno morale.

Differenze con il danno biologico terminale

Per comprendere bene i confini della questione è utile anche evidenziare le differenze tra il danno catastrofale e il danno biologico terminale, che potrebbe facilmente essere confuso con esso.

Anche il danno biologico terminale si configura quando intercorre un lasso di tempo tra la lesione subita dalla vittima e la sua morte, e questo lasso di tempo deve essere considerevole ma con una durata limitata nel tempo (si considera in genere il valore convenzionale di 100 giorni). La differenza sta quindi nel fatto che il danno biologico terminale si riferisce alla perdita della vita di per sé, mentre il danno catastrofale si riferisce alla sofferenza morale causata dalla consapevolezza della morte imminente.

Danno catastrofale e calcolo del risarcimento

dolore malattia e risarcimento danni

Il risarcimento del danno catastrofale viene calcolato in via equitativa, tenendo conto dell’intensità straordinaria della sofferenza morale patita dalla vittima e dai congiunti (Cass. Civ. Sez. III Ord. n. 16592/2019).

Il diritto al risarcimento del danno catastrofale è trasmissibile agli eredi (Cass. Civ. Sez. III Ord. n. 16592/2019; n. 3374/2015). Importante ricordare poi che in sede di liquidazione, verranno prese in considerazione le tabelle sull’invalidità temporanea e sarà necessario operare una valutazione personalizzata del risarcimento in base alle peculiarità del caso (Cass. Civ. Sez. III n. 3374/2015; n. 23053/2009; n. 28423/2008).

Nel dettaglio il giudice deve tenere conto di:

  • circostanze del caso concreto;
  • entità del caso;
  • lesione alla salute così grave da non permettere più alcun recupero.

Il periodo di tempo risarcibile per questa voce di danno è limitato ed è pari a 100 giorni. Trascorso questo periodo non sussiste più il danno terminale e torna a essere risarcibile il solo danno biologico temporaneo.

Proprio per questo a ogni giorno di sofferenza morale viene assegnato un valore economico decrescente. Ad esempio i primi 3 giorni possono essere risarciti fino a un tetto di 30.000 euro. A partire dal quarto giorno la liquidazione del danno potrà essere personalizzabile, e quindi aumentata fino a un tetto del 50% del valore indicato nelle Tabelle del Tribunale di Milano.

La giurisprudenza sul danno tanatologico

La Corte di Cassazione, nella sentenza 1361/2014, per la prima volta, ha riconosciuto il diritto al risarcimento danno da morte della vittima trasmissibile iure hereditatis agli eredi. Della stessa opinione è sempre la Cassazione nella sentenza 5056/2014.

Qui si precisa che: “nel nostro ordinamento, risarcibile è non già la lesione in sé di un interesse giuridicamente tutelato (danno evento), quanto piuttosto solo il pregiudizio concretamente sofferto dalla vittima in conseguenza di detta lesione (danno conseguenza). Quello della perdita della vita costituirebbe danno risarcibile ex sé nella sua oggettività a favore della persona offesa“.

Recentemente la Corte di Cassazione, nella sentenza 35228/ 2022, riconosce i diritti degli eredi di Aldo Converso, tecnico aeronautico nelle aziende Ati e Atitec, deceduto per un mesotelioma causato dall’esposizione ad asbesto. Con questo riconoscimento la Cassazione ribadisce come l’INAIL risarcisca solo una parte del danno, mentre la vittima e i loro familiari hanno diritto all’integrale ristoro dei danni: “in caso di morte si può parlare di danno biologico terminale o di danno morale terminale o danno catastrofale, trasmissibile iure hereditatis, non viene in rilievo la tutela garantita dall’INAIL“.

Danno catastrofale ed esposizione ad amianto

Le malattie amianto correlate sono patologie estremamente gravi che vengono causate dall’esposizione ai minerali di amianto. La loro capacità cancerogena è confermata dall’ultima monografia IARC. La maggior parte di queste patologie hanno una aspettativa di vita molto bassa, come nel caso dei mesoteliomi. In caso di decesso amianto correlato della vittima, la tutela legale passa così molto spesso purtroppo agli eredi legittimi. In questi casi si configura il diritto al risarcimento del danno biologico, morale, esistenziale e catastrofale e in alcuni casi tanatologico patito dalla vittima, oltre ai danni subiti in prima persona in virtù del loro rapporto con il congiunto e della malattia.

Richiedi la consulenza legale dell’ONA

L’ONA offre assistenza legale gratuita a tutte le vittime dell’amianto e ai loro congiunti. Nel risarcimento integrale dei danni, nel caso di esposizione ad amianto, sono previsti anche altri benefici e prestazioni dell’INAIL, l’accesso al Fondo Vittime Amianto e i benefici contributivi amianto, al fine del prepensionamento. Per chi appartiene alle Forze Armate e Comparto Sicurezza si ha diritto al riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.

È possibile richiedere una consulenza chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.

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