Le COP sono conferenze internazionali che sono diventate gli appuntamenti più importanti per affrontare le sfide globali del nostro pianeta. In questo articolo parliamo della COP 16 di Cali in Colombia, un appuntamento molto importante nel quadro della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), un trattato internazionale finalizzato alla conservazione della biodiversità mondiale.
Tutto è iniziato con la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, un trattato che negli anni ’90 ha riunito i paesi del mondo con un obiettivo comune: proteggere il nostro ambiente. Da allora, ogni anno si tengono le COP, Conference of the Parties, dove rappresentanti da tutto il mondo si incontrano per discutere, negoziare e provare a trovare soluzioni condivise.
Inizialmente, questi incontri si concentravano principalmente sui cambiamenti climatici. La COP15 di Copenhagen nel 2009 per esempio fu un momento cruciale, quasi un punto di rottura, dove l’entusiasmo iniziale incontrò le prime grandi difficoltà diplomatiche. La COP 16 di Cali ha raggiunto alcuni accordi ma può essere in generale considerata un flop per la mancanza di accordi raggiunti su temi cruciali tra cui budget e finanziamenti. Vediamolo nel dettaglio.
Cosa sono le COP e di cosa si occupano
Ma andiamo con ordine, cosa sono le COP? Le COP, acronimo di “Conference of the Parties” (Conferenza delle Parti), sono appuntamenti globali fondamentali dove i rappresentanti di quasi tutti i paesi del mondo si riuniscono per discutere e affrontare insieme il cambiamento climatico. È come un grande tavolo di negoziazione mondiale dove ogni nazione porta le proprie proposte, preoccupazioni e soluzioni per proteggere il nostro pianeta.
La COP16, svoltasi a Cancún, in Messico, nel 2010, è stata un passaggio cruciale nella storia dei negoziati sul clima. Dopo il deludente esito della COP15 di Copenhagen nel 2009, questa conferenza ha rappresentato un’opportunità di rilancio e speranza.
Chi ha partecipato? Delegazioni ufficiali provenienti da oltre 190 paesi, tra cui rappresentanti governativi, scienziati, esperti ambientali, organizzazioni non governative e osservatori internazionali.
I risultati principali sono stati:
– L’accordo di Cancún, un documento che, per la prima volta, ha stabilito un obiettivo globale condiviso per limitare l’aumento della temperatura.
– L’impegno dei paesi sviluppati a mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per supportare l’azione climatica nei paesi in via di sviluppo.
– La creazione di meccanismi più trasparenti per misurare, comunicare e verificare gli sforzi di riduzione delle emissioni.
La COP 16 di Cali in Colombia
Quest’anno la COP16 si è svolta a Cali, in Colombia, dal 20 al 29 ottobre 2024. Questa volta non si è parlato di clima, ma di qualcosa di altrettanto prezioso: la biodiversità.
Cali non è stata scelta a caso. La Colombia è un vero e proprio paradiso naturale, un mosaico di ecosistemi che va dalle maestose Ande all’incredibile foresta amazzonica. Ospitare la COP16 sulla Biodiversità è stato come mettere al centro del palcoscenico mondiale l’importanza di proteggere la vita nel suo senso più ampio.
Cosa significa davvero una COP sulla biodiversità? I temi discussi sono stati profondi e interconnessi: come possiamo proteggere gli ecosistemi più vulnerabili? In che modo i cambiamenti climatici minacciano la vita sulla Terra? Come possiamo garantire che le comunità locali, specialmente quelle indigene, siano non solo preservate ma anche protagoniste della conservazione?
L’obiettivo principale era dare concretezza al “Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal” del 2022 che stabilisce gli obiettivi, ma spetta a ogni COP successiva tracciare la rotta precisa per raggiungerli.
I temi discussi nella COP 16 di Cali nel dettaglio
Dopo gli obiettivi stabiliti nel “Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal” nel 2022, questa conferenza ha avuto lo scopo di tradurre quegli impegni in azioni concrete. Si è occupata di:
1. Conservazione degli Ecosistemi
– Protezione delle aree naturali più vulnerabili
– Strategie per ridurre la perdita di biodiversità entro il 2030
– Meccanismi per preservare habitat critici come foreste, oceani e zone umide
2. Impatto dei Cambiamenti Climatici
– Analisi dell’interconnessione tra crisi climatica e perdita di biodiversità
– Sviluppo di approcci di adattamento per gli ecosistemi più minacciati
– Valutazione degli impatti sui sistemi naturali e sulle comunità locali
3. Diritti delle Comunità Indigene
– Riconoscimento del ruolo delle popolazioni indigene nella gestione sostenibile degli ecosistemi
– Meccanismi per garantire la partecipazione e la tutela dei diritti di questi gruppi
– Valorizzazione dei saperi tradizionali nella conservazione ambientale
4. Economia e Biodiversità
– Sviluppo di modelli economici che integrino la protezione degli ecosistemi
– Incentivi finanziari per la conservazione
– Contrasto alla deforestazione e al degrado ambientale
I risultati positivi della COP 16 di Cali
Per quanto riguarda i Piani d’azione e strategie nazionali per la biodiversità, preesistenti al KM-GBF, ci si aspettava che i paesi presentassero Piani d’azione e strategie nazionali aggiornati e allineati con il KM-GBF, alla luce dei nuovi target e obiettivi da questo contemplati. Il Segretariato della CBD ha comunicato che al 1° novembre 2024 sono stati presentati dalle Parti 119 target nazionali allineati con il GBF, ma solo 44 (tra cui l’Italia) avevano presentato un NBSAP aggiornato.
La prima decisione importante raggiunta è stata la creazione di un organismo sussidiario della CBD per i popoli indigeni e le comunità locali per garantire la loro partecipazione al KM-GBF e il riconoscimento dei popoli di discendenza africana (African descents) come custodi della biodiversità.
Un secondo importante risultato è stato l’adozione di un fondo finanziario globale, denominato Cali Fund. Si tratta di un meccanismo per favorire una equa redistribuzione dei benefici e dei profitti derivanti dall’uso delle informazioni relative al sequenziamento digitale (Digital Sequence Information, in breve DSI) delle risorse genetiche.
Sebbene contenga elementi non vincolanti e si basi su una base indicativa per i contributi monetari, il meccanismo mira a colmare parte del divario finanziario della biodiversità e a premiare i custodi della biodiversità. Il testo suggerisce un importo indicativo dello 0,1% dei ricavi o dell’1% dei profitti a favore di questi ultimi. Posto sotto l’egida dell’Onu, il fondo distribuirà il denaro raccolto per metà ai Paesi e per metà alle popolazioni indigene.
Altri due accordi importanti riguardano:
• l’adozione di una metodologia basata su criteri e metodologie scientifiche per identificare e proteggere le aree marine che sono essenziali per la salute degli oceani e dell’ambiente in generale.
• la decisione sui nessi tra biodiversità e cambiamento climatico, che fornisce il quadro per migliorare il coordinamento e le sinergie tra gli sforzi internazionali e nazionali per affrontare congiuntamente le crisi della biodiversità e del clima.
I risultati mancati della COP di Cali del 2024
Alla COP15 di Montreal, i paesi avevano concordato che l’obiettivo a lungo termine dovrebbe essere quello di destinare 700 miliardi di dollari l’anno per la protezione e il ripristino della biodiversità. In base all’accordo di Kunming-Montreal, i paesi sviluppati si sono impegnati a contribuire con 20 miliardi di dollari di finanziamenti all’anno entro il 2025, un obiettivo che finora sembra improbabile che venga raggiunto.
Nelle prime ore di sabato 2 novembre, quando la COP doveva essere già chiusa, la Presidente della COP e Ministra colombiana dell’ambiente e dell’agricoltura, Susana Muhammad, ha presentato una bozza di decisione sulla mobilitazione delle risorse, inclusa una disposizione che istituisce uno strumento finanziario globale dedicato alla biodiversità sotto l’autorità della COP. Ne è seguito un dibattito, con i paesi in via di sviluppo che hanno accolto con favore una decisione che implementa l’articolo 21 della CBD e i paesi sviluppati che si sono opposti, citando la frammentazione del panorama finanziario globale.
Alle 8 di mattina, quando molti delegati avevano lasciato la sala della riunione, il delegato del Panama ha chiesto di verificare se i requisiti di quorum fossero stati soddisfatti. In assenza di quorum, la riunione è stata sospesa e diverse decisioni non sono state adottate. Tra queste, le decisioni su: mobilitazione delle risorse; meccanismi finanziari; pianificazione, monitoraggio, rendicontazione e revisione; e, cosa importante, il bilancio.
Il seguito della COP16 a Roma nel 2025 e a Riad
Dopo il flop di Cali, la Cop 16 si riunisce a Roma nel 2025. L’Onu ha annunciato che i lavori riprenderanno dal 25 al 27 febbraio. Si spera che permettano di adottare almeno il bilancio e garantire il proseguimento delle attività del Segretariato.
La COP è organizzata con cadenza solitamente biennale, l’ultima volta si è riunita nel dicembre 2022 a Montreal, in Canada, dove è stato stretto uno storico accordo sulla protezione della natura, il Global Biodiversity framework.
Nel 2024 sono in programma altre due COP, che affronteranno altrettante Convenzioni su problemi ambientali globali, siglate sempre al Summit di Rio. La COP29 sui cambiamenti climatici, a Baku, in Azerbaigian, prevista dall’11 al 22 a novembre, e la COP 16 sulla Desertificazione, che si terrà a dicembre a Riad, in Arabia Saudita.