L’amianto, un materiale una volta largamente usato nell’edilizia per la sua resistenza e versatilità, è oggi noto soprattutto per la sua pericolosità. Nonostante il suo utilizzo sia stato vietato in Italia dal 1992, la sua presenza è ancora diffusa in molte strutture pubbliche, tra cui le scuole. Questa realtà rappresenta una minaccia concreta per la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico. In questo contesto, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) svolge un ruolo fondamentale, lavorando per garantire scuole sicure e libere da amianto.

Il ruolo dell’ONA nella bonifica amianto nelle scuole

Il cuore della missione dell’ONA è la tutela della salute pubblica attraverso la prevenzione e la sensibilizzazione. Per le scuole, l’impegno si concretizza in diverse attività, a partire dalla mappatura delle strutture. Questa fase è cruciale per identificare gli edifici contaminati e valutare il livello di rischio. Grazie a un attento monitoraggio e alla collaborazione con esperti e autorità locali, l’Osservatorio riesce a tracciare una mappa precisa della situazione, individuando le aree che necessitano di interventi urgenti.

Attraverso un dialogo costante con le istituzioni, l’ONA si adopera per accelerare gli interventi di bonifica. Rimuovere l’amianto da un edificio scolastico non è un compito semplice: richiede risorse economiche, competenze tecniche e, soprattutto, una chiara volontà politica. L’ONA lavora per superare questi ostacoli, offrendo consulenze tecniche e legali alle scuole e alle amministrazioni locali e premendo affinché vengano stanziati fondi adeguati per le operazioni di rimozione.

Conferenza amianto del 2015 a Livorno: nelle scuole e non solo

Il 26.03.2015, a partire dalle ore 16:30, presso l’Aula Consiliare del Comune di Livorno, si è tenuta la Conferenza Amianto, nel corso della quale hanno preso la parola oltre all’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA Onlus, il Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di medicina del lavoro presso l’Università di Siena; il Dott. Paolo Pitotto, consulente medico del Tribunale di Livorno; il Dott. Paolo Rivella, consulente tecnico nel processo Eternit e della Procura della Repubblica di Torino; la Dott.ssa Ginevra Lombardi, ricercatrice presso l’Università di Firenze; la Prof.ssa Antonietta Mazzei, dell’Università di Siena; oltre all’Avv. Isabella Sardella e all’Avv. Natalia Giuliani, entrambe del Foro di Firenze.

Sono stati invitati a partecipare tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche, e hanno dato la loro adesione la Senatrice Sara Paglini (Commissione Lavoro del Senato della Repubblica), l’On.le Alberto Zolezzi (Commissione Ambiente della Camera dei Deputati), il Dott. Filippo Nogarin (Sindaco di Livorno) e il Dott. Giacomo Giannarelli (Candidato Presidenza Regione Toscana M5S).

Sono intervenuti, anche il sindaco del Comune di Livorno Filippo Nogarin e la vicesindaco Stella Sorgente, l’assessore alla sanità Dhimgjini Ina. In Toscana, come pure per il resto d’Italia, l’amianto ha avuto e continua ad avere un forte impatto sulla salute umana, determinando, purtroppo, circa 6000 decessi l’anno solo nel nostro Paese, di cui almeno 500 in Toscana (come da recenti stime dell’ONA ONLUS che presenterà i dati epidemiologici proprio nel corso della Conferenza Amianto del prossimo 26.03.2015). In Toscana, come in altre regioni d’Italia, l’amianto è presente non solo nei classici luoghi di lavoro (porto di Livorno, Cantieri Navali, Industrie chimiche, Centrali elettriche e Termoelettriche), ma anche nelle scuole, nelle caserme e negli ospedali.

Di cosa si è parlato: i temi scottanti

Le fibre di amianto vengono ingerite, oltre che inalate, e quindi determinano gravi danni alla salute umana (recentemente l’OMS ha modificato le sue valutazioni ritenendole dannose per l’organismo umano le fibre). Le misure del Governo Renzi, che prevedono limitati stanziamenti per il Comune di Casale Monferrato e Bagnoli, e benefici contributivi per il prepensionamento solo per pochi lavoratori dell’amianto, sono del tutto insufficienti, e non costituiscono risorse capaci di affrontare e risolvere l’emergenza che non è più soltanto giudiziaria, ma anche sanitaria e sociale.

Rendono necessaria un diverso approccio che favorisca la prevenzione primaria, capace di evitare le future esposizioni, e quella secondaria, con la ricerca scientifica e le migliori terapie per i pazienti, e solo in ultima analisi l’intervento giudiziario per reprimere i reati e risarcire le vittime e i loro familiari.

La richiesta di un registro delle malattie amianto correlate dell’ONA

Nel Lazio risultano dal Registro mesoteliomi 1.042 casi di mesotelioma dal 2001. Si tratta di una sottostima dovuta al fatto che il registro è stato istituito solo negli ultimi anni ed è limitato ai soli casi di mesotelioma, mentre l’amianto è in grado di determinare almeno il doppio dei casi di tumore polmonare e altre patologie tumorali, oltre ad asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici che, anche per effetto delle complicazioni cardiocircolatorie, possono essere fatali.

L’ONA Onlus chiede quindi l’istituzione di un Registro delle patologie asbesto correlate, al fine di poter avere l’esatta fotografia della situazione nel Lazio: “si stimano circa 100 casi di mesotelioma per il 2014, in continuo aumento (erano 51 nel 2001), con un trend che proseguirà fino al 2025, data nella quale dovrebbe iniziare un lento decremento”.

I numeri dell’amianto in Italia: un’emergenza

Solo in Italia vi è un aumento dei casi di mesotelioma, mentre in tutto il resto delle nazioni civilizzate sono in diminuzione. Ciò in quanto vi sono ancora 42.000 siti contaminati, che si aggiungono a più di 1.000.000 di micrositi e 40.000.000 di tonnellate contenenti amianto nell’intero territorio nazionale, di cui circa 4.000.000 nel Lazio. Il fenomeno epidemico di circa 6.000 morti l’anno per patologie asbesto correlate in Italia, rapportato alla regione Lazio, corrisponde ad un impatto che si valuta in 500 decessi per patologie asbesto correlate (circa 100 per casi di mesotelioma; circa 200 per tumore al polmone; circa altri 200 per tutte le altre patologie causate dall’amianto).

L’ONA Onlus è consapevole che l’unico modo per evitare l’insorgenza di queste patologie è evitare l’esposizione ad amianto, e quindi torna ad insistere affinché vengano adottati strumenti di prevenzione primaria, con la messa in sicurezza, attraverso un ammodernamento infrastrutturale e dei siti industriali, che presupponga la rimozione dell’amianto e il reperimento delle risorse attraverso la detraibilità fiscale delle somme investite, l’utilizzo dei fondi strutturali europei, mutui a tasso agevolato con garanzia dello Stato. In questo modo si riavvierebbe l’economia, modernizzando le strutture, con la tutela dell’ambiente e della salute umana e minori spese sanitarie.

L’amianto nel territorio del rietino

Il territorio reatino si caratterizza per la presenza di molti siti industriali nei quali vi è stata esposizione professionale a polveri e fibre di amianto. Il Tribunale di Rieti, in alcuni casi, ha riconosciuto il diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto, con un coefficiente più basso, non utile per anticipare il diritto a pensione.

Con la recente legge finanziaria, il governo Renzi ha introdotto delle misure a favore di quei lavoratori che hanno ottenuto un riconoscimento del diritto ai benefici amianto (con il coefficiente 1,25 che non è valido per andare in pensione). Dando la possibilità di presentare la domanda di accreditamento con il maggior coefficiente (1,5 valido per anticipare la data di pensionamento del 50% del periodo di esposizione), entro il prossimo 30 giugno.

La conferenza di Rieti: amianto non solo nelle scuole

Nella conferenza di Rieti il presidente dell’ONA Onlus, avv. Ezio Bonanni, ha parlato tra l’altro proprio delle modalità attraverso le quali gli aventi diritto possano seguire con la onlus, del tutto gratuitamente, la giusta procedura ed ottenere il riconoscimento dei loro diritti e quindi il prepensionamento in favore dei lavoratori esposti all’amianto, oltre che per coloro che hanno contratto delle patologie asbesto correlate.

La conferenza è stata moderata dalla giornalista Valentina Renzopaoli. Sono intervenuti Giampiero Cardillo, componente del comitato tecnico scientifico dell’ONA Onlus; Alessandro Corneli, già professore di geopolitica presso la Iulm di Milano; Giovanni Palladino, segretario politico del P. Popolari Liberi e Forti; Antonio Dal Cin, finanziere in congedo e coordinatore del dipartimento di coordinamento dei finanzieri esposti e vittime dell’amianto dell’ONA Onlus, Carla Zorzetti, coordinatore del comitato Vigili del Fuoco esposti e vittime dell’amianto; Nicola Panebianco, componente del direttivo nazionale ONA Onlus; Ennio Pietrangeli, coordinatore ufficio tecnico-operativo ONA Onlus; Gabriella De Matteis, responsabile Unità operativa Statistica sanitaria Asl Rieti; Fabrizio Santoro, consigliere regionale del Lazio e che componente del comitato tecnico scientifico ONA Onlus.