28 Aprile è la Giornata mondiale vittime dell’amianto. L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni continuano la loro battaglia contro l’amianto. Sono ormai 26 anni dall’entrata in vigore della Legge 257/92 che ha messo al bando l’asbesto in Italia. Tuttavia, ce ne sono ancora 40 milioni di tonnellate che continuano a provocare lutti e tragedie.
Perciò l’ONA ha mappato l’amianto in Italia. Invece le forze politiche continuano, tutte, ad agire in modo demagogico. Dichiarano a parole di voler tutelare la salute dei cittadini dal rischio amianto. Ma poi non fanno nulla, attaccate alle loro poltrone e sopratutto ai loro vitalizi. Per questo è importante la ricorrezza del 28 aprile.
Le vittime dell’amianto possono chiedere il riconoscimento dell’indennizzo INAIL o il riconoscimento di vittima del dovere (Forze Armate e comparto sicurezza) e risarcimento dei danni.
La mobilitazione dell’ONA e dell’Avv. Ezio Bonanni
L’Avv. Ezio Bonanni, recentemente, ha pubblicato “Sicilia, il libro delle morti bianche. Cause, eventi e testimonianze” da cui risulta che l’amianto è ancora tutt’ora presente in un milione di micrositi e in circa 50 mila siti contaminati, in 2.400 scuole e in ospedali e altri edifici pubblici. Infatti il quadro complessivo che emerge è abbastanza preoccupante, anche a livello sanitario.
L’ONA ricorda che l’INAIL è in ritardo con la diffusione dei dati sul mesotelioma. Infatti, i dati dell’INAIL fanno riferimento a 21.463 i casi di mesotelioma maligno tra il 1993 e il 2012, di cui il 93% dei casi a carico della pleura e il 6,5% (1.392 casi) peritoneali, e oltre 6mila morti all’anno. A livello regionale i territori più colpiti sono Lombardia (4.215 casi rilevati), Piemonte (3.560), Liguria (2.314), Emilia Romagna (2.016), Veneto (1.743), Toscana (1.311), Sicilia (1.141), Campania (1.139) e Friuli Venezia Giulia (1.006), ma questi dati sono soltanto parziali e vecchi.
Infatti, non si può dare l’esatto quadro del rischio amianto se si fa riferimento ai soli casi di mesotelioma. L’ONA contesta fortemente i dati dell’INAIL, perché non tengono conto di tutte le patologie asbesto correlate, sottovalutano il rischio e l’incidenza epidemiologica dell’esposizione ad asbesto in Italia, e quindi di fatto si ritarda la bonifica. L’amianto provoca 100 mila morti nel mondo, di cui 6.000 in Italia. L’amianto provoca una serie di altre patologie:
- Asbestosi polmonare (I.4.03);
- Placche e ispessimenti della pleura (I.4.03);
- Mesotelioma pleurico (I.4.03), pericardico (I.6.03), peritoneale (I.6.03) e della tunica vaginale del testicolo (I.6.03);
- Tumore del polmone (I.4.03);
- Cancro della laringe (I.6.03);
- Tumore dell’ovaio (I.6.03);
- Cancro della faringe (c10-c13);
- Neoplasia dello stomaco (c16);
- Cancro del colon retto (c18-c20);
- Tumore all’esofago.
28 aprile per le vittime amianto: tutte le altre patologie
Poi ci sono una serie di altre patologie di cui non si tiene conto e che invece sono anch’esse provocate dall’amianto, che colpiscono:
- cervello (Robinson et al., 1999; Omura,2006; Graziano et al., 2009; Reid et al., 2012);
- colecisti (Moran, 1992);
- laringe-lingua (Omura, 2006; Manzini et al., 2010);
- mammella (Selikoff, 1974; Feigelson et al., 1996; Fear et al., 1996; Robinson et al., 1999; Omura 2006 & 2010);
- Pancreas (Moran, 1992; Kanarek, 1989);
- prostata (Moran, 1992; Feigelson et al., 1996; Stellman et al., 1998; Robinson et al., 1999; Koskinen et al., 2003; Bianchi et al., 2007; Reid et al., 2012);
- rene (Bianchi et al., 2007);
- testicolo (Manzini et al., 2010);
- tiroide (Manzini et al., 2010);
- vagina-Vulva (Pukkala & Saarni, 1996);
- vescica (Bianchi et al., 2007; Graziano et al., 2009; Manzini et al., 2010; Pavone et al., 2012);
- tumori Emolinfopoietici (Robinson et al., 1999; Omura, 2006; Bianchi et al., 2007; Graziano et al., 2009; Reid et al., 2012).
Poi si aggiungono le patologie degenerative, non tumorali che colpiscono il cuore, come la miocardiopatia (Omura, 2006; Reid et al., 2012) e il sistema nervoso centrale, come il morbo di Alzheimer, autismo e Sclerosi Laterale Amiotrofica (Omura, 2006).