Un’altra vittoria per le vittime amianto e uranio impoverito, che hanno dedicato la loro vita, o parte, alla difesa della Patria. È il caso di Sergio Cabigiosu, finalmente, riconosciuto vittima del dovere dal Tribunale di Verona, dopo aver presentato ricorso contro il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Interno. Il tenente di fanteria alpina ha contratto dal servizio la leucemia mieloide cronica, con cui purtroppo tutt’oggi convive.

La storia di Sergio Cabigiosu è una delle tante dei numerosi militari che hanno prestato servizio nell’Esercito Italiano e hanno contratto una patologia asbesto correlata. Dopo aver presentato ricorso contro i Ministeri dell’Interno e della Difesa per il riconoscimento dello status di vittima del dovere, il Tribunale di Verona ha accolto la sua richiesta. Inevitabile, quindi la conseguente condanna dei ministeri convenuti. Sergio Cabigiosu in questa difficile battaglia ha scelto farsi affiancare dall’avvocato Ezio Bonanni, pioniere nella difesa delle vittime uranio e amianto in Italia, nonché presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Sergio Cabigiosu, esposto inconsapevolmente ad uranio impoverito

Nato a Civitavecchia, in provincia di Roma, Sergio Cabigiosu si è trasferito da tempo a Verona. Dal 2000 al 2002 ha prestato servizio per il Ministero della Difesa, nell’Esercito Italiano. Dopo un primo periodo nel centro di addestramento, il militare è stato collocato in servizio presso il VI Reggimento Alpini, con vari trasferimenti. Prima del congedo, Sergio Cabigiosu è stato anche impiegato in diverse missioni all’estero. Tra le tante quella che merita menzione è l’operazione Joint Forge in Sarajevo.

La sua storia è un esempio di impegno e determinazione. Eppure, purtroppo, è stato condotto inconsapevolmente verso uno drammatico destino. La spiacevole scoperta da parte del militare è avvenuta nel 2017. All’età di 44 anni, Sergio Cabigiosu ha ricevuto la diagnosi di leucemia mieloide cronica. La patologia è inequivocabilmente legata all’esposizione a radiazioni dovute all’uso di proiettili contenenti uranio impoverito. La malattia ha purtroppo determinato un grave danno biologico, riconosciuto in sede medico legale al 100%. Il tenente di fanteria alpina, infatti, ha subito altresì esposizione all’amianto, non solo nelle caserme in Patria, ma soprattutto presso Sarajevo, con ulteriore esposizione a uranio impoverito.

La pericolosità dei proiettili all’uranio impoverito

I proiettili a uranio impoverito hanno polverizzato e continuano a polverizzare carri armati e altri mezzi. Non solo, anche installazioni, comprese quelle di cemento amianto e tutti gli altri armamenti contenenti uranio impoverito. Si tratta di un caso analogo a quello del giornalista Franco Di Mare. Quest’ultimo, infatti, è stato impegnato come inviato nei luoghi di guerra, frequentando così gli stessi luoghi del tenente Cabigiosu Sergio. Quindi, anche il giornalista è stato asposto ad alte contaminazioni di amianto, radiazioni e nanoparticelle di metalli pesanti dovuti anche all’uso di proiettili con presenza di uranio impoverito.

È stato accertato che i nostri militari non furono informati del rischio legato a uranio impoverito, utilizzato nei proiettili. Nemmeno del fatto che fossero impiegati in zone altamente contaminate, senza essere dotati di strumenti di protezione e prevenzione. Dopo essere venuto a conoscenza di tutto ciò, il tenente Sergio Cabigiosu ha, quindi, deciso di rivolgersi all’Osservatorio Nazionale Amianto. In particolare al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere i benefici amianto.

Uranio impoverito

Sergio Cabigiosu in servizio nell’Esercito Italiano, foto Courtesy of Press Office

La vicenda giudiziale

Dopo aver presentato ricorso innanzi il Tribunale di Verona, il giudice ha deciso di accogliere le sue ragioni con la sentenza n. 463 del 2024, pubblicata lo scorso 10 luglio. Il militare ha ottenuto il riconoscimento di vittima del dovere a seguito della sua esposizione ad amianto che ha cagionato la sua invalidità, riconosciuta al 100%. Per questo, ha ricevuto altresì il riconoscimento di tutti i benefici spettanti per legge. Questi ultimi consistono nella speciale elargizione di 285mila euro, oltre agli assegni vitalizi mensili di circa 2.100 euro mensili (speciale assegno vitalizio e assegno vitalizio), che percepirà a vita.

Si tratta di una sentenza molto importante perché inverte l’onere della prova per esposizione a radiazioni e nanoparticelle di metalli pesanti e radioattivi e/o per l’uso di uranio impoverito. Questa sentenza è molto importante anche nell’ottica di risarcimento del danno subito dal militare, che ha contratto un’infermità permanente pari al 100% anche per la contaminazione nei luoghi in cui sono state svolte queste funzioni, compresi quelli in territorio balcanico”, ha dichiarato l’Avv. Ezio Bonanni, legale del militare che ha contratto la patologia legata all’esposizione a radiazioni, uranio impoverito e amianto.

Osservatorio Nazionale Amianto e l’impegno per tutte le vittime del dovere

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha costituito un dipartimento che si occupa della tutela dei nostri militari. Spesso, infatti, nell’impiego nelle missioni, coloro appartenenti alle Forze Armate sono stati esposti ad uranio impoverito e amianto e le cui nanoparticelle, sia di metalli pesanti, che di asbesto, hanno arrecato gravi danni alla loro salute. Sono più di 8mila i malati e più di 400 i morti tra i militari italiani. A loro si aggiungono anche altri casi, che purtroppo non sono stati risparmiati dalla fibra killer e dalle radiazioni. Per questo l’associazione prosegue la sua battaglia contro questi potenti cancerogeni, al fine di poter ottenere giustizia per tutte le vittime.