Il cantiere Navale Triestino di Monfalcone ha una storia lunga più di un secolo. Fondato nel 1908, in seguito alla legge del governo austro-ungarico con cui si incentivava la costruzione di navi per l’impero, diede lavoro a numerosi operai veneti, per i quali fu progettato un apposito quartiere residenziale nell’area di Panzano. La nota dolente del fruttuoso comparto produttivo erano gli enormi rischi a cui erano sottoposti i lavoratori. Dagli anni ’80 infatti i dipendenti cominciarono a maneggiare amianto, materiale ritenuto idoneo per la realizzazione di componenti navali sottoposti a surriscaldamento e trazione per la sua resistenza al calore.

L’amianto è ancora un problema per il settore navale?

Le conseguenze dell’esposizione all’asbesto, considerata la latenza delle patologie asbesto correlate di circa 25-30 anni, nel 2024 sono ancora tangibili. Il CRUA (Centro Unico regionale amianto) di Monfalcone registra agli inizi di febbraio 2024  ben 35 nuovi casi di mesotelioma, con un rapporto di 1 su 4 pazienti. La Convenzione Solas che regola la sicurezza in mare d’altronde ha vietato l’impiego dell’amianto sulle navi mercantili solo dal primo gennaio 2011. Se in Italia e nella maggior parte dei cantieri navali europei il divieto appare perentorio, in molti paesi al di fuori dell’Unione Europea l’asbesto continua ad essere utilizzato.

Il Museo della Cantieristica e la sezione sull’amianto

Nel 2017 nell’ex Albergo operaio di Panzano, a Monfalcone, è stato inaugurato il MuCa, primo museo italiano dedicato alla cantieristica. Il percorso espositivo approfondisce diverse tematiche, attraverso 13 sale. Gli argomenti trattati sono principalmente la storia del cantiere, i suoi lavoratori, le navi ed il loro design. Degne di attenzione sono in particolare le sale 6 e 12, che affrontano, con un’inedita sensibilità, rispettivamente la sicurezza nel cantiere (ieri ed oggi) e le vittime dell’amianto.

Il Memoriale per le vittime dell’amianto

La sala 12, oltre a  testimoniare la crescente attenzione nazionale verso la questione della pericolosità dell’asbesto, evidenzia quanto la problematica sia sentita dagli abitanti di Monfalcone. Lo spazio rende omaggio alle quasi 200 vittime dell’amianto che lavoravano nei cantieri, menzionandone i nomi. Pannelli informativi illustrano le caratteristiche del minerale e la sua letalità, con riferimenti alla normativa vigente sul divieto del suo utilizzo. All’aspetto commemorativo dunque si affianca quello didattico, trovando un modo accattivante per fare informazione e per sensibilizzare le nuove generazioni. Ogni anno a Monfalcone, nel periodo natalizio, al cospetto del memoriale si svolge una cerimonia in ricordo delle vittime dell’amianto, affinché questa piaga ,che ancora funesta nel 2024 il nostro Paese, possa essere debellata.