L’artemisinina è un potente principio attivo naturale che potrebbe rappresentare un valido aiuto nella lotta al cacrno.

Deriva dall’Artemisia annua, una pianta usata tradizionalmente nella medicina cinese. Originariamente noto per la sua efficacia contro la malaria, l’artemisinina ha recentemente attirato l’attenzione per il suo potenziale utilizzo nella terapia oncologica.

Questo articolo esplora le proprietà dell’artemisinina, i meccanismi di azione, le modalità di assunzione, l’efficacia e gli studi clinici in corso.

Cos’è l’Artemisinina e dove si trova?

Andiamo con ordine: cos’è l’artemisinina e dove si trova in natura? L’artemisinina è un composto sesquiterpenico endoperossido estratto dall’Artemisia annua. La sua scoperta è valsa il Premio Nobel per la Medicina a Tu Youyou nel 2015 per la sua efficacia nella cura della malaria.

Conosciuta volgarmente come assenzio dolce, è una pianta che cresce principalmente in Asia, Europa e Nord America. L’estrazione della artemisinina avviene principalmente dalle foglie e dai fiori della pianta.

Come si Assume l’artemisinina?

L’artemisinina può essere somministrata in varie forme, tra cui:

  • Compresse: Usate principalmente per il trattamento della malaria.
  • Capsule: Utilizzate per integrazioni nutrizionali.
  • Iniezioni endovenose: Studiate per la terapia oncologica.

Meccanismo di Azione: come funziona?

L’artemisinina agisce attraverso la produzione di radicali liberi. Il perossido endoperossidico nel composto si attiva in presenza di ferro, producendo radicali liberi che danneggiano le membrane delle cellule tumorali, inducendo apoptosi (morte cellulare programmata). Le cellule tumorali, spesso caratterizzate da un alto contenuto di ferro, sono particolarmente vulnerabili a questo effetto.

Tossicità e controindicazioni nell’uso clinico

Studi a lungo termine non sono ancora disponibili. Non è quindi possibile al momento verificare i potenziali effetti tossici dell’utilizzo terapeutico dell’artemisinina. I primi studi sperimentali dimostrano, a dosaggi particolarmente elevati, effetti prevalentemente neurotossici.

Gli studi sull’utilizzo dell’artemisinina come antimalarico, finora presenti in letteratura, hanno diostrato però che il principio attivo sembra ben tollerato a dosaggi standard.

Efficacia e Studi Clinici sull’artemisinina

Le ricerche sull’efficacia dell’artemisinina nei trattamenti oncologici sono ancora in fase iniziale, ma promettenti. Studi preclinici e in vitro hanno mostrato che può indurre l’apoptosi nelle cellule tumorali. Può inibire la proliferazione delle cellule cancerose. Può impedire inoltre  la formazione di nuovi vasi sanguigni necessari alla crescita del tumore. Questo fenomeno è noto come angiogenesi.

Gli studi e la ricerca nel dettaglio: cosa dicono?

Nonostante la maggior parte delle ricerche in questo campo siano ancora in fase sperimentale, condotte principalmente su linee cellulari o modelli animali, i risultati attuali sono molto promettenti grazie a un meccanismo d’azione piuttosto consistente.

  • Test in vitro: numerosi studi hanno dimostrato l’attività citotossica del principio attivo e dei suoi derivati su linee cellulari di mastocitoma e adenocarcinoma renale murino. Più precisamente, l’incubazione di queste cellule con l’artemisinina per 72 ore ha provocato un’inibizione del 70 – 90% della loro proliferazione, inducendo l’apoptosi e arrestando il ciclo cellulare, come evidenziato da ricerche di medicina molecolare. Effetti eccellenti sono stati osservati anche combinando l’artemisinina con farmaci citotossici e chemioterapia tradizionale, comunemente usati in ambito terapeutico. Sulla scia di questi risultati, il Programma di Sviluppo Terapeutico del National Cancer Institute ha rilevato l’efficacia inibitoria dell’artemisinina e dei suoi derivati semisintetici anche su linee cellulari di carcinoma del colon, della mammella, delle ovaie, del sistema nervoso centrale, del pancreas, del polmone, e su melanoma e leucemia.
  • Test in vivo – su modelli sperimentali di cancro animale, per lo più condotti su tumori solidi, è stato osservato che l’assunzione di artemisinina poteva rallentare significativamente la crescita esponenziale del tumore. Portando così non solo a un miglioramento complessivo del quadro clinico, ma anche a una sensibile riduzione della mortalità.
  • Trial clinici: l’artemisinina e i suoi derivati sono stati utilizzati anche in trial clinici su pazienti umani e in singoli casi clinici. Risultati interessanti sono stati osservati per il carcinoma a cellule squamose della laringe, per il macroadenoma pituitario e per alcune forme di tumore del polmone. In tutti questi studi, questi principi attivi sono stati aggiunti alla chemioterapia tradizionale.

Prospettive Future di utilizzo nei pazienti oncologici

La ricerca offre speranza per nuove terapie oncologiche, ma è necessaria ulteriore ricerca per stabilire dosaggi sicuri ed efficaci, modalità di somministrazione ottimali e per confermare i risultati promettenti degli studi iniziali. La combinazione di artemisinina con altre terapie potrebbe rappresentare una svolta significativa nel trattamento del cancro.

La continua ricerca e sperimentazione clinica saranno fondamentali per confermare il potenziale terapeutico di questo composto naturale.