«È una strage annunciata, prevedibile ed evitabile: infatti, quando le imprese del nord hanno impiantato tutte le attività più dannose per la salute e per l’ambiente proprio in Sicilia, mi riferisco al petrolchimico di Gela e a tutti gli altri impianti di Priolo Gargallo e di Augusta qui anche con la base della Marina Militare con il suo carico di amianto nelle unità navali, era evidente che ci sarebbe stata un’epidemia di mesoteliomi, di cancri polmonari, di asbestosi e di altre patologie legate all’esposizione ad amianto. Eppure i lavoratori della Sicilia sono i più discriminati, abbandonati e dimenticati.

Il solo Registro Mesoteliomi nel periodo dal 1998 al 2014 ha censito circa 1286 casi e tenendo conto che negli ultimi anni abbiamo una media di circa 100 nuovi mesoteliomi e che i decessi per cancro polmonare da amianto sono almeno il doppio, anche a voler sorvolare su tutte le altre patologie la stima dei 5.000 decessi formulata dall’ONA Sicilia è una sottostima e poi si deve tener conto degli altri cancerogeni» dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha affrontato il problema amianto in Sicilia insieme a Calogero Vicario, Coordinatore ONA Sicilia e all’On.le Pippo Gianni, componente del Comitato tecnico Scientifico.

Le richieste dell’ONA alla politica in Sicilia e nazionale

L’Osservatorio Nazionale Amianto torna a chiedere:

  1. Piena applicazione della L.R. 29 aprile 2014, n. 10 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”.
  2. Riconoscimento delle maggiorazioni contributive per esposizione qualificata ad amianto e prepensionamento dei lavoratori siciliani.
  3. Dotare l’Ospedale E. Muscatello ad Augusta di tutte le attrezzature necessarie per garantire ai cittadini una migliore sorveglianza sanitaria.
  4. Atti di indirizzo “equipollente” sull’amianto in Sicilia, in forza dell’art. 1 commi 20, 21 e 22 Legge 247/2007, e della Sentenza TAR Lazio n. 5750/09, nella quale si fa riferimento ai lavoratori esposti all’amianto residenti e che hanno svolto attività lavorativa in siti ubicati nelle regioni a statuto speciale.
  5. Stanziamento fondi europei statali e regionali per fini di risarcimento danni per morti e malati per esposizione ad amianto in Sicilia.
  6. Protocolli di intesa e organismi permanenti dotati di competenze qualificate che producano una legislazione coerente e strumenti politici ed economici a partire anche dalle leggi di bilancio. Si devono tutelare i diritti dei lavoratori e dei cittadini esposti e dei lavoratori e cittadini morti e malati per amianto. Occorre costruire una nuova giustizia sociale che preserva i diritti degli stessi contro ogni disuguaglianza e sperequazione (art. 3 Costituzione) a tutela del diritto al lavoro (art. 1 Costituzione).

Altre richieste dell’ONA per la tutela dei lavoratori

  1. Promozione di ogni strumento politico che realizzi il lavoro quale presupposto per fruire dei diritti inviolabili della persona umana, (art. 2 Costituzione). Si intende la promozione dello sviluppo sostenibile, della sicurezza della libertà e dignità umana, della tutela all’ambiente, del diritto alla salute, alla vita e alla sicurezza sul lavoro. Poi la promozione dei diritti di maggiorazione contributiva per amianto nel rispetto del principio della Solidarietà Sociale è principio sovraordinato ad ogni legislazione e ad ogni forma giurisdizionale. Si esige rispetto dei doveri collettivi da patto sociale che gravano anche sullo Stato e sugli Enti pubblici derivati, sorti per Contratto Sociale nei confronti dei lavoratori contraenti deboli e dei cittadini esposti
  2. Adempimento degli obblighi costituzionali, come diritto al lavoro, ambiente salubre, alla salute e alla vita. Ci sono i diritti patrimoniali ai benefici amianto, diritto al risarcimento dei danni per amianto alle vittime di amianto ed ai loro eredi, diritto alla prevenzione, sicurezza sanità nel posto di lavoro e alla protezione e corretta informazione sui rischi.
  3. Adempimento degli obblighi giuridici sopra indicati scaturenti da Cedu, Convenzione Europea, Costituzione ed anche di ogni più umano senso di giustizia e di Pietà.

L’impegno dell’associazione proseguirà in tutti i campi ed in tutti i settori. È fondamentale presidio di tutela ed assistenza, prima di tutto preventiva, e poi indennitaria e risarcitoria. Soltanto la prevenzione primaria potrà evitare, per il futuro, altre migliaia e migliaia di morti.

Emergenza amianto in Sicilia: i numeri della strage

La Sicilia ha pagato un altissimo tributo in termini di vite umane. L’ONA ha censito 1286 mesoteliomi, per il periodo che va dal 1998 al 2014, per una media che nell’ultimo periodo sfiora i 100 casi per ogni anno.

Poiché il mesotelioma è il “tumore sentinella” e poiché i decessi per tumore polmonare sono almeno il doppio – quindi 200 decessi solo per tale patologia – si stima che questa macabra contabilità porti già a 300 vite umane spezzate a cui vanno ad aggiungersi tutti gli ulteriori decessi causati dalle altre patologie asbesto correlate come tumore alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e ovaio, per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari (art. 145 DPR 1124 del 1965, modificato con l’art.4 della Legge n.780 del 1975). Per cui l’Osservatorio Nazionale Amianto calcola in più di 600 i decessi per patologie asbesto correlate alla sola Sicilia nel 2016.

Il ReNaM, per quanto riguarda i mesoteliomi, stabilisce che la Sicilia ha un’incidenza del 5,3% su base nazionale. Si tratta di dati sottostimati. In molti casi i cittadini siciliani debbono emigrare in Nord Italia per poter ottenere la diagnosi e per veri e proprio viaggi della speranza. Perciò molti casi non vengono censiti.