Il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Bonanni si rivolge al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.Una manovra che prevede nulla per le vittime del dovere esposte ad amianto e altri agenti patogeni e cancerogeni negli ambienti di vita e di lavoro. Nulla per le vittime del terrorismo, né l’applicazione su base normativa dei principi di equiparazione stabiliti dalle SS.UU. 7761/17. L’ONA loda l’iniziativa e l’impegno dell’associazione “Vittime del Dovere” presieduta da Emanuela Piantadosi.

Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto gli emendamenti che avrebbero dovuto recepire gli orientamenti della Corte di Cassazione non avrebbero determinato alcun maggiore esborso economico rispetto a quanto già oggetto di pronunce giudiziali. In ogni caso, al più, tali emendamenti e le eventuali maggiori spese si sarebbero potute recuperare attraverso i fondi del Fug (Fondo Unico Giustizia) alimentato dalle confische di beni alle mafie e attraverso tagli alle spese della politica.

Vittime amianto: l’appello dell’ONA alle autorità

«Non possiamo condividere che gli emendamenti presentanti dall’On.le Dell’Osso siano stati rigettati. Non a caso lo stesso parlamentare si è dimesso dal gruppo 5 stelle per passare ad altre forze politiche.» dichiara l’avv. Ezio Bonanni.

Le più recenti pronunce sulle azioni giudiziarie promosse dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Avv. Ezio Bonanni hanno portato all’accoglimento delle domande risarcitorie per i profili di responsabilità civile, e al riconoscimento delle prestazioni di vittima del dovere. Proprio sotto questo profilo, poiché nelle liquidazioni degli importi l’amministrazione eroga quello dell’assegno vitalizio in €258,23 (invece dell’importo di €500,00), che si va ad aggiungere a €1.033,00 dello speciale assegno vitalizio e alla speciale elargizione (€225.000,00), l’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni avevano auspicato che gli emendamenti sostenuti, anche con l’interlocuzione con l’On.le Dall’Osso, potessero trovare accoglimento.

Le 6.000 morti all’anno: le vittime amianto in Italia

L’ONA ricorda che ogni anno continuano a morire circa 6.000 persone per gravi patologie causate dall’amianto, Molti di questi nel settore militare, ovvero nei Comparti della sicurezza, come precisato dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta, della Camera dei Deputati.

L’impegno dell’ONA per la tutela delle vittime

L’ONA prosegue il suo impegno in favore delle vittime amianto, anche tra coloro che sono stati imbarcati nelle unità navali della Marina Militare e nelle altre attività di servizio, nei termini sanciti dall’art. 1, commi 563 e seguenti, L. 266/2005, al fine di ottenere l’equiparazione alle vittime del terrorismo, nel rispetto dei principi di SS.UU. 7761/2017. La sentenza n. 7761/17 delle Sezioni Unite ha infatti fatto riferimento alla non ampliabilità della platea dei beneficiari delle prestazioni di vittime del terrorismo.

Infatti: “l’ammontare dell’assegno vitalizio mensile previsto in favore delle vittime del dovere e dei soggetti ad esse equiparati è uguale a quello dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata”. La giurisprudenza delle Sezioni Unite, ancora nel 2018, ha confermato che l’assegno vitalizio deve essere erogato nella misura di €500,00 mensili.

I diritti riconosciuti alle Vittime del Dovere

Il personale civile e militare di Forze Armate e Comparto di Pubblica Sicurezza vittima di esposizione amianto o esposizione a cancerogeni nello svolgimento di di attività e missioni ha diritto, prima di tutto al riconoscimento di vittima dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, e in più a tutte le altre prestazioni e diritti:

  • Speciale elargizione;
  • Assegno mensile vitalizio (€500,00 mensili);
  • Speciale assegno vitalizio (€1.033,00 mensili);
  • Incremento della retribuzione pensionabile di una quota del 7,5%, ai fini della pensione e indennità di fine rapporto, o altro trattamento equipollente;
  • Aumento figurativo di 10 anni di versamenti contributivi ai fini della pensione e della buona uscita;
  • Esenzioni dall’IRPEF delle prestazioni;
  • Diritto al collocamento obbligatorio con precedenza rispetto ad altra categoria di soggetti e con preferenza a parità di titoli;
  • Borse di studio vittime del dovere esenti da imposizione fiscale;
  • Esenzione dalla spesa sanitaria e farmaceutica, estesa anche ai medicinali di fascia C e anche in favore dei familiari;
  • Assistenza psicologica a carico dello Stato;
  • Esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti connessi alla liquidazione dei benefici;
  • Equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

Strage di amianto al Ministero della Difesa

La stessa Commissione Parlamentare d’Inchiesta ha fatto riferimento al fenomeno epidemico di patologie asbesto correlate e alla violazione delle condizioni di sicurezza sul lavoro nelle Forze Armate e negli altri settori del Comparto Sicurezza. Nella relazione finale (pubblicata il 7 febbraio 2017), testualmente: “la Procura della Repubblica di Padova è giunta ad accertare che solo nell’ambito della Marina Militare 1101 persone sono decedute o si sono ammalate per patologie asbesto-correlate (circa 570 i mesoteliomi)”.

Ed allarmano le prospettive di ordine generale delineate dal Direttore del RENAM, Alessandro Marinacelo, medito il 19 ottobre 2017. “Il picco dei casi di mesotelioma è presumibile sia nel periodo tra il 2015 e il 2020”. Intanto, come si desume da una relazione tecnica di Marinaccio trasmessa in data 29 gennaio 2018 dal Presidente dell’INAIL Massimo De Felice, nell’ambito dei corpi militari, “sono stati identificati n. 830 casi di mesotelioma maligno con esposizione in tale settore”. È sconfortante apprendere da tale relazione che “negli archivi del ReNaM sono presenti informazioni relative a n. 9 casi di mesotelioma maligno con codice di esposizione familiare insorti in soggetti esposti per ragioni di convivenza con familiari professionalmente esposti nel settore della Difesa nazionale”: una esposizione, dunque, che si è insinuata persino nel domicilio dei militari, coinvolgendo i loro congiunti.