In questa guida parliamo di fluoro, un elemento importante per la salute alla dose giusta, ma pericoloso in sovradosaggio. In questa guida vediamo cos’è, quali sono i composti con il fluoro più comuni e quali i più tossici.
Il fluoro infatti, elemento chimico ampiamente diffuso in natura, riveste un ruolo significativo sia nei processi biologici che in numerose applicazioni industriali. Pur essendo utile in quantità moderate, soprattutto per prevenire la carie dentale, un’esposizione eccessiva a questo elemento può causare danni alla salute. Per questo è essenziale comprendere la natura del fluoro, le modalità con cui si manifesta, e i pericoli legati a un’esposizione prolungata, in particolare per chi lavora in ambienti a rischio.
Proprietà del fluoro e presenza in natura
Il fluoro, nella sua forma elementare, è un gas altamente reattivo e corrosivo che non si trova mai libero in natura, ma sempre legato ad altri elementi per formare composti chiamati fluoruri. Questi ultimi sono onnipresenti nell’ambiente: li troviamo nell’acqua, nel suolo e in diversi alimenti, come pesce, crostacei, tè, cereali e spinaci. Anche alcune acque minerali possono contenerlo in concentrazioni variabili, più elevate nelle acque ricche di minerali rispetto a quelle oligominerali.
La presenza nei dentifrici e in altri prodotti per l’igiene orale testimonia i suoi benefici per la salute dentale, ma la sua utilità è legata a quantità molto specifiche. Un’assunzione eccessiva o non regolata può trasformare infatti questa sostanza benefica in una potenziale minaccia.
Differenze tra fluoro, fluoruri e acido fluoridrico
Per comprendere meglio il fluoro, è importante distinguere tra le sue forme principali: fluoro elementare, fluoruri e acido fluoridrico. Quello elementare, come già accennato, è un gas estremamente reattivo e non si trova mai puro in natura. I fluoruri, invece, sono composti chimici in cui è legato ad altri elementi, come il sodio o il calcio, e si trovano comunemente nell’acqua potabile e nei prodotti per l’igiene dentale.
L’acido fluoridrico, una forma particolarmente pericolosa, è una soluzione di fluoruro di idrogeno usata principalmente nell’industria. Altamente corrosivo e tossico, questo acido può penetrare rapidamente nella pelle e nei tessuti sottostanti, causando gravi lesioni.
Gli effetti dell’esposizione non sono sempre immediati: il dolore e le ustioni possono manifestarsi solo dopo diverse ore, ma le conseguenze, tra cui squilibri cardiaci e problemi sistemici, possono essere letali senza un trattamento tempestivo.
La fluoro-edenite e la fluorite
Un’altra forma del fluoro naturale è rappresentata dalla fluorite, un minerale composto prevalentemente da fluoruro di calcio. Estratta in varie parti del mondo, la fluorite è utilizzata in molteplici applicazioni industriali, come nella produzione di vetro, acciaio e ceramica. Tuttavia, le polveri derivanti dalla lavorazione di questo minerale rappresentano un rischio per i lavoratori, aumentando la probabilità di sviluppare malattie respiratorie croniche.
Un’altra sostanza associata è la fluoro-edenite, un minerale anfibolo simile all’amianto, che può suddividersi in fibre sottilissime. Come l’amianto, anche la fluoro-edenite è associata al rischio di cancro, in particolare al mesotelioma pleurico e peritoneale.
Gli effetti del fluoro sulla salute: quali sono?
Un’assunzione eccessiva di fluoro può causare diverse condizioni patologiche. Una delle più comuni è la fluorosi dentale, che si manifesta durante lo sviluppo dei denti nei bambini esposti a livelli elevati di fluoro. Questa condizione provoca una decolorazione dello smalto dentale, che diventa fragile e suscettibile a lesioni.
Una forma più grave di avvelenamento è la fluorosi scheletrica, causata da un’esposizione cronica a quantità elevate. Questo disturbo comporta danni alle ossa e alle articolazioni, con sintomi quali dolore, rigidità e, nei casi avanzati, deformità ossee. Il fluoro in eccesso può inoltre compromettere la funzionalità renale e influire sul sistema nervoso, causando difficoltà cognitive e alterazioni dell’umore.
L’inalazione di polveri o gas contenenti fluoro è particolarmente pericolosa per il sistema respiratorio. Tosse, difficoltà respiratorie e danni ai polmoni sono sintomi comuni tra chi lavora in ambienti industriali ad alto rischio.
Quali sono i limiti di sicurezza per l’esposizione?
La quantità di fluoro considerata sicura varia in base alla modalità e alla durata dell’esposizione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda che la concentrazione nell’acqua potabile non superi 1,5 milligrammi per litro. Per l’esposizione lavorativa, i limiti accettabili nell’aria si aggirano tra 2,5 e 5 milligrammi per metro cubo in un turno lavorativo di otto ore. Superare queste soglie può aumentare il rischio di malattie correlate al fluoro.
Negli integratori e nella fluorizzazione delle acque
L’apporto quotidiano raccomandato è generalmente soddisfatto attraverso una dieta equilibrata e l’uso di acqua potabile. Tuttavia, gli integratori di fluoro e la fluorizzazione dell’acqua, introdotti per prevenire la carie dentale, hanno sollevato preoccupazioni. Quantità giornaliere superiori a 2 milligrammi possono causare screziature dello smalto dentale, mentre livelli prolungati oltre questa soglia aumentano il rischio di danni scheletrici e neurologici. Data l’impossibilità di controllare con precisione l’assunzione quotidiana, l’uso di integratori è oggi sconsigliato dagli esperti. I rischi sono di gran lunga superiori ai benefici infatti.
Fluoro, pentole antiaderenti e rischio di cancro
Un altro contesto in cui il fluoro è presente è il rivestimento antiaderente delle pentole, noto con il marchio commerciale Teflon. Sebbene il politetrafluoroetilene, utilizzato per queste superfici, non sia di per sé pericoloso, l’esposizione a temperature elevate o l’uso di padelle danneggiate può rilasciare composti tossici. In passato, il processo di produzione includeva l’uso di acido perfluoroottanoico (PFOA), classificato come “possibilmente cancerogeno per l’uomo” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
Categorie professionali a rischio: quali sono?
Diversi settori industriali espongono i lavoratori a rischi significativi legati al fluoro. L’industria chimica e quella della produzione di vetro e ceramica sono tra le più pericolose, insieme alla metallurgia, dove viene impiegato per la raffinazione dei metalli. Anche i minatori che estraggono fluorite e i lavoratori edili sono particolarmente vulnerabili, così come chi maneggia acido fluoridrico o materiali contenenti fluoro.
Le malattie professionali correlate
Tra le malattie riconosciute come professionali dall’INAIL vi è la fluorosi scheletrica, una condizione cronica causata dall’accumulo nelle ossa. L’inalazione prolungata di polveri di fluoro può causare broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e altre patologie respiratorie. I lavoratori esposti all’acido fluoridrico possono sviluppare dermatiti da contatto o lesioni cutanee gravi. Nei casi più gravi, l’esposizione prolungata è stata associata a un aumento del rischio di cancro ai polmoni.
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