Durante un controllo di routine a Villanova Biellese, la Guardia di Finanza di Biella ha scoperto una vasta area privata di 16.800 metri quadrati trasformata in una discarica di rifiuti speciali pericolosi. Gran parte del materiale abbandonato era costituito da lastre di amianto sfaldate e deteriorate, che rappresentano una seria minaccia per la salute pubblica e l’ambiente.
Nel corso del sopralluogo, i finanzieri hanno notato la presenza di capannoni in stato di abbandono, con coperture danneggiate e cumuli di detriti edili. Per approfondire la situazione, hanno chiesto l’intervento dei tecnici dell’Arpa Piemonte, i quali hanno confermato la natura del materiale: lastre in fibrocemento contenenti amianto, rotte in più punti e quindi altamente pericolose.
Verifiche tecniche e rischio per la salute
Con l’aiuto di un’autoscala fornita dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Biella, i tecnici hanno ispezionato i tetti dei capannoni. Hanno riscontrato che le coperture erano crollate in diversi tratti e contaminate da amianto, quindi da rimuovere e smaltire secondo le norme ambientali vigenti. Questo ha confermato la gravità della situazione e la necessità di un intervento immediato.
A seguito delle verifiche, il GIP del Tribunale di Biella ha disposto il sequestro preventivo dell’intera area e di tutto il materiale in fibrocemento. Inoltre, le autorità hanno denunciato il proprietario del terreno per deposito incontrollato di rifiuti pericolosi, una delle violazioni più gravi previste dalla normativa ambientale.
Indagini in corso e allarme per il territorio
Le indagini ora proseguono per individuare l’origine dei materiali e per capire se siano avvenute omissioni nei controlli o altre responsabilità nella gestione del sito. Nel frattempo, il caso di Villanova Biellese rappresenta un nuovo campanello d’allarme per il territorio: infatti, l’abbandono di vecchie strutture industriali continua a generare rischi ambientali legati alla presenza di amianto e materiali tossici.
Un problema che richiede azioni concrete
Questo episodio mette in evidenza, ancora una volta, la necessità di rafforzare i controlli e di accelerare la bonifica dei siti industriali dismessi. Solo attraverso un’azione coordinata tra istituzioni, enti ambientali e forze dell’ordine sarà possibile tutelare in modo efficace la salute dei cittadini e la sicurezza dell’ambiente.
In questo contesto, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e il suo presidente, l’Avvocato Ezio Bonanni, continuano a promuovere una battaglia costante contro l’inquinamento da amianto e i rischi per la salute che ne derivano. L’associazione opera su tutto il territorio nazionale. Per sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’urgenza di mappare e bonificare i siti contaminati, garantendo nel contempo assistenza legale e medica gratuita alle vittime dell’esposizione.
Grazie alle numerose campagne di informazione e alle azioni giudiziarie portate avanti, l’ONA contribuisce in modo concreto a prevenire nuove emergenze ambientali. A favorire una maggiore tutela della salute pubblica. Secondo l’Avvocato Bonanni, “la gestione irresponsabile dell’amianto rappresenta ancora oggi una delle principali minacce ambientali in Italia, e solo con il controllo costante e la bonifica dei siti si può davvero parlare di giustizia ambientale”.


