In questa guida palriamo del bromo, un elemento chimico corrosivo da maneggiare con cautela che è molto utilizzato nell’industria. Vediamo nel dettaglio cos’è, dove si trova in natura e in quali applicazioni viene usato nell’industria. Vediamo quali danni alla salute provoca e quali sono le vie d’esposizione. Ci occupiamo in particolare delle categorie di lavoratori più a rischio e delle malattie professionali correlate al bromo.
I lavoratori esposti hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti. Quindi, oltre alla rendita o indennizzo INAIL si ha diritto al risarcimento dei danni subiti dal datore di lavoro.
Come già accennato, il bromo è un elemento chimico di grande utilità industriale, ma rappresenta anche un rischio significativo per la salute dei lavoratori esposti. Conoscere le sue caratteristiche, le vie d’esposizione, le patologie correlate e i sintomi associati è essenziale per attuare efficaci misure preventive e per garantire la sicurezza in ambito professionale. L’informazione, la protezione e la sorveglianza sanitaria sono strumenti imprescindibili per ridurre i rischi legati all’impiego di questa sostanza chimica.
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Cos’è il bromo e come si presenta
Il bromo è un elemento chimico appartenente al gruppo degli alogeni, identificato con il simbolo Br e il numero atomico 35. A temperatura ambiente si presenta come un liquido rosso-bruno, volatile, dall’odore penetrante e particolarmente irritante.
È l’unico elemento non metallico che si trova in forma liquida in condizioni ambientali normali. Estremamente reattivo, è corrosivo per metalli e tessuti organici e, per le sue caratteristiche chimico-fisiche, deve essere maneggiato con cautela. Non esiste in natura allo stato libero, ma sotto forma di composti, principalmente bromuri.
Dove si trova in natura?
Il bromo in natura si trova soprattutto combinato in forma di sali, come bromuro di sodio o di potassio, nei depositi salini e nelle acque marine. È presente anche nei laghi salati e nei giacimenti sotterranei, da cui viene estratto industrialmente, in particolare negli Stati Uniti, in Israele e in Cina. L’acqua di mare contiene quantità significative di bromo, sebbene in concentrazione inferiore rispetto ad altri alogeni come il cloro.
Utilizzi e applicazioni industriali del bromo: quali sono?
In quali applicazioni industriali è usato? L’impiego del bromo è diffuso in vari ambiti industriali. Uno dei principali utilizzi è nella produzione di ritardanti di fiamma, in particolare per materiali plastici, elettronici e tessili.
È usato anche nella formulazione di pesticidi, disinfettanti e medicinali, specialmente sedativi e anticonvulsivanti, oggi meno diffusi a causa della tossicità cronica. Il bromo trova impiego anche nei processi di estrazione del petrolio, nella produzione di fluidi per perforazioni e nella depurazione delle acque di piscina.
In passato era utilizzato anche in fotografia per la produzione di emulsioni sensibili alla luce.
Danni alla salute e vie d’esposizione del bromo
Il bromo è tossico sia in forma liquida che in fase gassosa. Può entrare nell’organismo attraverso l’inalazione, il contatto cutaneo, oculare e, meno frequentemente, per ingestione. I suoi vapori sono fortemente irritanti per le vie respiratorie e gli occhi. Il contatto con la pelle può provocare ustioni chimiche, mentre l’ingestione può causare gravi disturbi sistemici. L’esposizione acuta provoca sintomi respiratori, oculari e cutanei immediati, mentre l’esposizione cronica può condurre a disturbi sistemici e neurologici.
Quali sono le categorie professionali a rischio?
Le categorie maggiormente esposte al bromo comprendono i lavoratori dell’industria chimica, farmaceutica e petrolifera, gli addetti alla produzione di pesticidi e ritardanti di fiamma, gli operatori del trattamento delle acque e gli addetti ai laboratori chimici. Il rischio aumenta nei settori dove il bromo è utilizzato in forma pura o ad alte concentrazioni, in ambienti chiusi o poco ventilati. La manipolazione senza adeguati dispositivi di protezione rappresenta un ulteriore fattore di rischio.
Le categorie più esposte al rischio da bromo sono quindi:
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operatori dell’industria chimica;
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lavoratori degli impianti di produzione o utilizzo di ritardanti di fiamma;
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personale di laboratorio chimico;
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operatori nel trattamento delle acque e piscine;
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addetti alla manutenzione di impianti petroliferi o perforazioni geotermiche.
In questi ambienti, l’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI), sistemi di ventilazione e monitoraggio ambientale è essenziale per prevenire l’intossicazione e le malattie professionali.
Malattie correlate all’esposizione professionale
L’esposizione professionale al bromo può causare diverse patologie. L’INAIL ha inserito nella Lista I alcune patologie correlate all’esposizione al bromo. Per queste patologie vige la presunzione legale d’origine della malattia. Significa che ottenere il irconoscimento della malattia professionale è relativamente semplice. Il lavoratore deve dimostrare la presenza della lavorazione e della malattia. All’INAIL spetta dimostrare l’eventuale infondatezza del nesso causale.
Una delle principali è la tracheobronchite irritativa che si manifesta con tosse secca, senso di bruciore retrosternale, difficoltà respiratoria e secrezioni bronchiali. La congiuntivite da bromo, invece, è causata dal contatto diretto con vapori o spruzzi, con sintomi come arrossamento, lacrimazione, bruciore oculare e fotofobia. Il contatto diretto con la pelle può causare dermatite irritativa da contatto, che si presenta con arrossamenti, vescicole, desquamazione e prurito.
In caso di esposizione cronica si può sviluppare anche un’acne bromica (L70.8), una forma di eruzione cutanea pustolosa, localizzata soprattutto su viso, schiena e spalle. Il disturbo più grave associato all’esposizione prolungata è il bromismo (F13.2), una sindrome tossica cronica da accumulo di bromuri, caratterizzata da sintomi neurologici come stanchezza mentale, depressione, tremori, difficoltà di concentrazione, confusione, disturbi della memoria, ma anche problemi cutanei e gastrointestinali.
Tracheobronchite irritativa (I.1.18 J40)
È una forma di infiammazione acuta o cronica delle vie respiratorie, causata dall’inalazione di vapori irritanti. I sintomi includono tosse secca o produttiva, difficoltà respiratoria e senso di bruciore al petto. Con l’allontanamento dalla fonte e un trattamento sintomatico (broncolitici, eventualmente corticosteroidi), la prognosi è generalmente favorevole, ma nei casi cronici può portare a bronchite ostruttiva.
Congiuntivite (I.1.18 H10.4)
L’irritazione oculare è frequente nei soggetti esposti a vapori di bromo. Si manifesta con arrossamento, lacrimazione, bruciore e fotofobia. La rimozione dell’agente irritante e l’utilizzo di colliri lenitivi o corticosteroidi possono risolvere il quadro clinico.
Dermatite irritativa da contatto (I.1.18 L24)
Il contatto diretto con il bromo può provocare infiammazioni cutanee localizzate, caratterizzate da rossore, prurito, bruciore e, nei casi più gravi, vescicolazione. Il trattamento include la sospensione dell’esposizione, l’uso di emollienti e, se necessario, corticosteroidi topici.
Acne bromica (I.1.18 L70.8)
Forma di eruzione acneiforme caratteristica dovuta all’esposizione prolungata a composti bromurati, che si presenta con pustole e noduli infiammatori sul viso, spalle e schiena. È una manifestazione tipica del bromismo.
Bromismo (I.1.18 F13.2)
Il bromismo è una sindrome tossica da accumulo cronico di bromuri nell’organismo, un tempo più frequente per l’uso medico dei bromuri. Si manifesta con disturbi neurologici (letargia, tremori, cefalea, confusione), gastrointestinali (nausea, vomito), dermatologici (acne, eruzioni cutanee) e comportamentali (apatia, depressione). La prognosi è generalmente buona con l’interruzione dell’esposizione e la somministrazione di diuretici per favorire l’eliminazione del bromo.
Prognosi e trattamento delle malattie bromo correlate
La prognosi delle patologie da esposizione al bromo dipende dall’intensità e dalla durata dell’esposizione, oltre che dalla tempestività dell’intervento medico. Nei casi lievi, la rimozione dalla fonte di esposizione e il trattamento sintomatico (lavaggi, cortisonici, broncodilatatori) sono spesso sufficienti. Nelle forme più gravi, come il bromismo, è necessario sospendere immediatamente ogni esposizione e attuare trattamenti specifici per facilitare l’eliminazione dei bromuri dall’organismo, come la somministrazione di diuretici o, nei casi estremi, la dialisi. Il monitoraggio medico regolare dei lavoratori esposti è fondamentale per prevenire complicanze a lungo termine.
Consulenza ONA per gli esposti a cancerogeni
L’ONA assiste tutti i cittadini e lavoratori che sono venuti a contatto con agenti cancerogeni, come l’amianto, e hanno subito danni alla propria salute. Per ottenere la tutela dei propri diritti ci si può rivolgere al servizio di consulenza gratuita, chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form.