In questa guida parliamo di inquinamento ambientale e delle varie tipologie di inquinamento. L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), guidato dall’avv. Ezio Bonanni, da anni si impegna nella tutela di un ambiente più sano, portando all’attenzione dei decisori politici le questioni più urgenti legate all’inquinamento, al degrado ambientale e all’esposizione a sostanze cancerogene. La salute dell’ambiente è strettamente connessa alla nostra salute. Per questo, l’ONA promuove una prevenzione a 360 gradi e promuove la lotta all’inquinamento e la transizione ecologica come unica strada per una tutela della salute efficace.
Ci sono molti tipi di inquinamento ambientale e ognuno danneggia la salute dell’ambiente, delle persone e degli animali. Non ci sono luoghi del pianeta che possono considerarsi al riparo dell’inquinamento che viaggia insieme alle acque e ai venti e riguarda la globalità della Terra e tutti gli Stati.
Questa guida offre una panoramica completa sull’inquinamento ambientale, illustrandone le principali tipologie e cause. Saranno inoltre esaminate le possibili soluzioni e le ragioni per cui è necessario agire con urgenza.
Che cos’è l’inquinamento ambientale?
Iniziamo con il dare una definzione univoca dell’inquinamento ambientale. Cos’è dunque l’inquinamento ambientale?
L’inquinamento ambientale è l’alterazione o la contaminazione dell’ambiente – o di qualsiasi materiale – causata da agenti organici o inorganici (come scarichi, rifiuti, sostanze chimiche) oppure da batteri derivanti dalle diverse attività umane, sia produttive che domestiche. Tali agenti contaminano l’ambiente alterandone l’equilibrio e distruggendo habitat e mettendo in pericolo le specie che li abitano.
Molte sostanze inquinanti sono tossiche e nocive, e possono provocare gravi danni alla salute delle persone e degli animali. Le conseguenze sono enormi e spesso devastanti: basti pensare alla perdita di biodiversità, all’acidificazione delle falde acquifere e allo sconvolgimento degli equilibri naturali, talvolta in modo irreversibile.
Ricordiamo fin da ora che l’inquinamento ambientale, nella tipologia dell’inquinamento termico e atmosferico è la causa del riscaldamento globale.
Da dove nasce l’inquinamento?
Le cause dell’inquinamento ambientale variano a seconda della tipologia di inquinamento, ma hanno nella maggior parte dei casi una natura antropica, sono cioè causati dalle attività dell’uomo. L’inquinamento ambientale può causare alterazioni di natura chimica o fisica.
In alcuni casi l’inquinamento è di origine naturale. Pensiamo per esempio all’eruzione dei vulcani o alle fonti di gas radon. In questo caso l’inquinamento non trova le sue cause nell’attività dell’uomo. Talvolta però, come nell’inquinamento dle suolo, le attività dell’uomo possono andare a enfatizzare gli effetti di un evento naturale che senza il degrado preesistente non si sarebbe rivelato catastrofico. Pensiamo per esempio alla perdita si suolo fertile e a come la deforestazione possa trasformare una forte pioggia in un disastro idrogeologico.
Tipi di inquinamento ambientale
Si distinguono diversi tipi di inquinamento ambientale, ma questi non agiscono separatamente: si intrecciano in un sistema unico e interconnesso, proprio come l’ambiente in cui viviamo. Ad esempio, l’inquinamento dell’aria può influire sulla qualità dell’acqua, collegandosi così a quello idrico. Di seguito vengono illustrate le principali tipologie di inquinamento che minacciano il pianeta e di cui l’uomo è la principale causa. I principali tipi di inquinamento sono:
Inquinamento termico: caratteristiche
L’inquinamento termico riguarda l’alterazione delle temperature ed è una delle forme di impatto ambientale più dannose per l’equilibrio degli ecosistemi. Si verifica quando la temperatura di un ambiente aumenta a causa dell’immissione di sostanze o materiali con una temperatura diversa da quella naturale. Un esempio tipico è rappresentato dagli scarichi industriali ad alta temperatura riversati direttamente nei fiumi.
Anche il riscaldamento globale, nella sua componente causata dalle attività umane, può essere considerato una forma indiretta di inquinamento termico. In questo caso, il surriscaldamento dell’atmosfera è dovuto all’eccessiva concentrazione di CO₂ e alla riduzione della capacità del pianeta di assorbirla, conseguenza della deforestazione su larga scala.
Che cos’è l’inquinamento urbano acustico?
L’inquinamento acustico è causato dall’immissione nell’ambiente di suoni con un livello di decibel superiore a quello che esseri umani e altre forme di vita possono tollerare senza subire disturbi o danni, anche gravi. Spesso viene sottovalutato, poiché si pensa provochi solo fastidi o disturbi psicologici, ma in realtà può determinare vere e proprie patologie.
Anche il rumore eccessivo rappresenta una minaccia significativa per l’ambiente e per gli ecosistemi, ed è quindi fondamentale intervenire per ridurne gli effetti il prima possibile.
Inquinamento elettromagnetico: effetti sulla salute
L’inquinamento elettromagnetico deriva dalla presenza e dalla diffusione di campi elettrici e magnetici generati da numerosi dispositivi tecnologici. Non sono solo le antenne per le telecomunicazioni a produrli: anche motori, elettrodomestici, apparecchi radio e telefoni cellulari contribuiscono alla formazione di questi campi nell’ambiente.
L’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici, in particolare derivante dall’uso intensivo dei telefoni cellulari, è stata riconosciuta come potenzialmente dannosa anche in sede giudiziaria. Un esempio significativo è rappresentato dalla sentenza n. 17438/2012 della Corte di Cassazione (sezione lavoro), che ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Brescia di riconoscere come malattia professionale un tumore al cervello sviluppato da un lavoratore che utilizzava il cellulare per motivi di lavoro, prevedendo conseguenti indennizzi da parte dell’INAIL.
Nel caso dell’inquinamento elettromagnetico sarebbe necessario invocare il principio di precauzione. Non si conoscono infatti ancora in maniera estesiva i danni provocati alla salute da quesot tipo di inquinamento.
Inquinamento atmosferico: gas e polveri sottili
L’inquinamento atmosferico è probabilmente la forma di inquinamento più pericolosa per la salute umana, con effetti dannosi anche nel breve periodo.
È causato dalla dispersione nell’aria di gas e particelle sottili provenienti principalmente da attività industriali, impianti di produzione energetica, sistemi di riscaldamento e traffico veicolare. Si stima che circa il 75% dell’inquinamento atmosferico derivi dalla produzione e dall’utilizzo di combustibili fossili.
Le aree più colpite sono le grandi zone urbane, dove si concentrano industria, traffico e riscaldamento, soprattutto nei Paesi industrializzati o in via di industrializzazione. Questo tipo di inquinamento è responsabile di un numero elevato di decessi, pari a circa il 20% delle morti premature.
Inoltre, la polluzione rappresenta una delle principali cause del riscaldamento globale.
Inquinamento ambientale: smog e cancro
L’inquinamento prodotto dalle fabbriche e dai mezzi di trasporto è la principale causa dello smog, termine derivato dall’unione delle parole inglesi smoke (fumo) e fog (nebbia). Si tratta di una miscela di fumi acidi, polveri sottili e gas irritanti che risultano estremamente dannosi per la salute, provocando infiammazioni e disturbi all’apparato respiratorio, cardiaco e circolatorio, oltre ad avere effetti cancerogeni.
Lo smog genera anche gravi danni ambientali, poiché forma dense cappe negli strati più bassi dell’atmosfera, alterando nel tempo l’equilibrio climatico e la qualità dell’aria.
Gli effetti di questo tipo di inquinamento si manifestano fin dall’infanzia: i bambini, ad esempio, quando si trovano nei passeggini, respirano aria più vicina al livello della strada e sono quindi maggiormente esposti ai gas di scarico. Per questo è fondamentale adottare misure preventive quotidiane, anche nei comportamenti più semplici, come sostiene l’Avv. Bonanni.
Le cause e i rischi dell’inquinamento dell’acqua
L’inquinamento idrico si verifica quando nell’acqua vengono introdotte sostanze inquinanti. Tra le principali cause vi sono l’agricoltura intensiva e la ricaduta di agenti inquinanti atmosferici attraverso le piogge acide.
L’acqua possiede una naturale capacità di auto-depurarsi grazie all’assorbimento di ossigeno e al suo potere solvente, che le permette di sciogliere molte sostanze chimiche. Tuttavia, quando la quantità di inquinanti supera questa capacità, si verifica un grave squilibrio ambientale.
In alcune aree d’Italia, una fonte significativa di contaminazione è rappresentata dalle fibre di amianto presenti nelle tubature in cemento-amianto. Dopo il terremoto in Emilia Romagna del 2010, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) riscontrò milioni di fibre di amianto per litro nelle acque potabili, situazione resa pubblica durante una trasmissione televisiva su Romauno. Le micro-scosse avevano infatti danneggiato le condutture, provocando il rilascio di fibre nell’acqua destinata anche alle scuole.
Grazie alle segnalazioni dell’ONA, la Regione adottò misure di tutela della salute pubblica. L’ingestione di fibre di amianto, come ricordato dal Prof. Brandi, può causare gravi patologie come il colangiocarcinoma.
L’inquinamento marino e le sue conseguenze
L’oceano possiede una notevole capacità di auto-depurarsi, grazie alla composizione dell’acqua salata e alla sua immensa massa, che favorisce la diluizione e l’ossigenazione delle sostanze. Tuttavia, nei mari chiusi e lungo le coste, l’accumulo di inquinanti può causare gravi danni agli ecosistemi marini e alla salute umana, tanto che in alcune aree la balneazione è vietata.
La plastica rappresenta oggi una delle minacce più gravi: la quantità dispersa in mare è tale da formare vere e proprie “isole di rifiuti”. Poiché impiega secoli per degradarsi, non può essere diluita o smaltita naturalmente.
A contribuire ulteriormente all’inquinamento marino sono gli scarichi urbani e industriali, che spesso contengono sostanze non biodegradabili come metalli pesanti e residui radioattivi, responsabili dell’avvelenamento delle acque e della distruzione di interi habitat.
Le cause dell’inquinamento del suolo
L’inquinamento del suolo si manifesta in molte forme e deriva da diversi fattori di natura fisica e chimica.
Tra le cause fisiche rientrano le attività di scavo per l’estrazione di materiali da costruzione, l’erosione dovuta alla deforestazione e alla mancanza di controllo del deflusso delle acque superficiali, l’eccessiva impermeabilizzazione del terreno (come accade con l’asfalto nelle città o le serre in campagna) e l’abbassamento delle falde acquifere provocato dall’eccessivo prelievo di acqua.
Le cause chimiche includono la salinizzazione delle acque di falda, spesso dovuta all’infiltrazione di acqua marina causata dal sovrasfruttamento delle risorse idriche, le piogge acide e la dispersione di acque contaminate in superficie.
A ciò si aggiungono forme di contaminazione localizzata, legate alla presenza di discariche (anche abusive), incidenti industriali o aree urbane altamente inquinate, che in alcuni casi possono trasformarsi in veri e propri disastri ambientali.
Fanno parte dell’inquinamento del suolo e del suo degrado anche tutti gli sfruttamenti inopportuni del suolo che lo pongono a rischio rispetto al rischio idrogeologico.
Il particolato: la forma più pericolosa di inquinamento
Il particolato rappresenta una delle forme di inquinamento più dannose per la salute umana. Si tratta di minuscole particelle sospese nell’aria: più sono piccole, più risultano pericolose, poiché riescono a penetrare in profondità nei polmoni e nel flusso sanguigno, provocando infiammazioni e danni sistemici.
L’esposizione prolungata al particolato è stata collegata non solo a malattie respiratorie e cardiovascolari, ma anche a basso peso alla nascita, disturbi della salute mentale, diabete e altre patologie croniche. Si stima che riduca l’aspettativa di vita media degli italiani di circa 10 mesi.
I principali organi colpiti sono cuore e polmoni, ma gli effetti negativi si estendono anche ad altri sistemi:
- Apparato circolatorio: aggravamento dei disturbi cardiaci, in particolare nei soggetti con precedenti infarti, a causa dell’aumento dell’ischemia miocardica dopo l’esposizione ai gas di scarico.
- Sistema nervoso: comparsa di mal di testa ed emicranie legate a disfunzioni cerebrali, con possibili alterazioni nei processi cognitivi e di memoria.
- Apparato oculare: irritazioni e congiuntivite da traffico, dovute al contatto diretto con l’aria inquinata.
Il particolato, dunque, non solo compromette l’ambiente, ma rappresenta una vera e propria minaccia per la salute pubblica.
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Come arginare l’inquinamento ambientale?
Per ridurre i livelli di inquinamento ambientale è indispensabile un deciso intervento politico che regolamenti in modo più rigoroso i processi di produzione, riciclo e smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi. Occorre inoltre orientare l’economia verso un modello circolare, fondato sulla manutenzione, sul riutilizzo e sul riciclo dei beni, anziché sulla continua produzione di nuovi prodotti di consumo.Per uno sviluppo sostenibile è necessario che utilizzi energie rinnovabili e tenga conto dell’equità sociale.
Anche ciascuno di noi può contribuire concretamente al cambiamento, modificando le proprie abitudini di acquisto e di consumo. Possiamo ridurre l’impatto ambientale privilegiando il riciclo e il riuso di oggetti e abiti, praticando il fai da te, effettuando correttamente la raccolta differenziata e impegnandoci a non abbandonare rifiuti nell’ambiente, neppure i mozziconi di sigaretta. L’acquisto responsabile, prediligendo prodotti con meno imballi e plastica e da aziende che prediligono la sostenibilità ambientale è un buon punto di inizio.
Inquinamento ambientale: rimedi e soluzioni
Se da un lato ognuno di noi può contribuire con piccoli gesti quotidiani, dall’altro è indispensabile adottare politiche incisive che orientino il sistema produttivo verso un modello di economia circolare. Ciò implica una rigorosa regolamentazione dei processi di produzione e di immissione dei beni sul mercato, consentendo la commercializzazione solo dei prodotti realizzati con energie sostenibili e dotati di un piano di fine vita che preveda il recupero e il riutilizzo dei materiali.
L’impiego di energie rinnovabili è essenziale non solo per garantire la sostenibilità e tutelare le risorse delle future generazioni, ma anche per ridurre l’inquinamento derivante dall’uso di combustibili fossili e dal traffico.
Anche lo smart working e una mobilità ripensata in chiave sostenibile rappresentano strumenti fondamentali per diminuire le emissioni e migliorare la qualità dell’aria.
L’Unione Europea ha già definito strategie valide fino al 2050 per promuovere un ambiente più sano e incrementare l’uso delle risorse rinnovabili. Per monitorare i progressi e consultare i dati aggiornati in materia ambientale è possibile fare riferimento a Eurostat.
Per approfondire, è disponibile anche una puntata di ONA TV dedicata alla transizione ecologica dell’economia italiana.
Le sostanze inquinanti più pericolose
Ogni tipo di inquinante agisce in modo diverso in base al suolo e all’ambiente in cui viene rilasciato, ma tutti contribuiscono al degrado ambientale. Sebbene sia difficile prevedere con precisione gli effetti di un inquinante in un determinato ecosistema, alcune sostanze chimiche risultano particolarmente dannose per la salute e l’ambiente.
Nel 2015, Green Cross Svizzera e Pure Earth hanno pubblicato un rapporto sugli inquinanti ambientali, individuando le sei sostanze tossiche più pericolose derivanti dalle attività industriali. Ecco quali sono:
Cromo esavalente, piombo e mercurio
Tra i settori industriali che impiegano cromo esavalente rientrano le concerie, le industrie di lavorazione dei metalli, la produzione di cromati e la fabbricazione di pigmenti a base di cromo. I coloranti di tonalità gialla, arancione e rossa spesso contengono tali pigmenti. In base alla modalità di esposizione, il cromo può provocare lesioni al sistema respiratorio e gastrointestinale, oltre a favorire l’insorgenza di diverse forme tumorali.
Il piombo, estratto da miniere sotterranee, viene successivamente utilizzato per realizzare numerosi prodotti, spesso in lega con altri metalli. Durante le fasi di estrazione, fusione e riciclo delle batterie al piombo-acido esauste (ULAB), può causare un grave inquinamento ambientale. L’esposizione al piombo, che può avvenire attraverso inalazione di aria contaminata, ingestione di suolo, acqua o alimenti o per contatto cutaneo, è associata a disturbi neurologici, riduzione del quoziente intellettivo, anemia, problemi al sistema nervoso e altre patologie gravi.
Il mercurio rappresenta un ulteriore agente inquinante, rilasciato nell’ambiente durante il processo di estrazione dal solfuro di mercurio rosso o a causa delle emissioni delle centrali a carbone. È impiegato in vari processi industriali, tra cui quelli per l’estrazione dell’oro dalle rocce. L’esposizione al mercurio elementare può provocare danni al cervello, ai reni e al sistema immunitario, oltre a ripercussioni sullo sviluppo fetale.
Effetti dei pesticidi, cadmio e radionuclidi
I pesticidi sono composti chimici prodotti dall’industria e impiegati in ambito agricolo. Quando piove, queste sostanze vengono trascinate via dai campi, finendo per contaminare falde acquifere, fiumi e mari. Un’esposizione prolungata ai pesticidi può provocare seri effetti negativi sulla salute, in particolare a livello neurologico, riproduttivo e cutaneo.
Il cadmio è un sottoprodotto derivante dalle attività minerarie per l’estrazione di zinco, piombo e rame, nonché dalla fabbricazione di pesticidi e fertilizzanti. Anche piccole quantità di questo metallo possono risultare altamente nocive per l’organismo. A causa della sua elevata tossicità, nel 2011 l’Unione Europea ne ha vietato l’uso nella produzione di gioielli, leghe metalliche e PVC. Divieto che tuttavia non viene applicato in Asia. L’intossicazione da cadmio può manifestarsi rapidamente con vertigini, secchezza della gola e nausea.
Il rilascio di radionuclidi avviene in molti processi industriali. Tra cui l’estrazione dell’uranio, lo smaltimento dei residui minerari, la produzione di energia nucleare, la fabbricazione e sperimentazione di armi atomiche, e l’uso di apparecchiature radiologiche. L’esposizione a tali sostanze può causare nausea, vomito e cefalea, fino a disturbi cronici come affaticamento, letargia, febbre, perdita di capelli, vertigini, disorientamento, diarrea, presenza di sangue nelle feci, ipotensione, tumori e, nei casi più gravi, morte.
Amianto: un’emergenza sanitaria e ambientale
L’amianto è una sostanza altamente cancerogena, la cui produzione, vendita e utilizzo sono vietati in Italia dal 1992. Tuttavia, milioni di tonnellate di questo materiale sono ancora presenti in molti siti contaminati sul territorio nazionale. Lemonografie dello IARC approfondiscono il legame tra l’esposizione all’asbesto e le malattie correlate, evidenziando la gravità del rischio per la salute.
La presenza stimata di circa 40 milioni di tonnellate di amianto nei siti italiani rappresenta oggi una vera e propria emergenza sanitaria, che si configura al tempo stesso come una crisi ambientale di ampia portata. Tra gli edifici contaminati c’è un gran numero di edifici pubblici, tra cui ospedali e scuole.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto opera in modo completo e integrato nella prevenzione dei rischi legati all’amianto. Ha pubblicato un’app gratuita che permette la segnalazione da parte dei privati cittadini dei presunti siti contaminati con foto e geolocalizzazione, a cui seguirà verifica. Scarica qui l’app per la segnalazione amianto dell’ONA.
Approfondisci su: Il libro bianco delle morti di amianto in Italia dell’Avv. Ezio Bonanni
ONA: impegno concreto contro l’inquinamento e l’amianto
La gravità e l’estensione dell’inquinamento ambientale nel mondo impongono decisioni rapide ed efficaci a tutti i livelli. Locale, attraverso l’azione delle amministrazioni comunali; nazionale, con l’intervento dei governi; e internazionale, mediante accordi tra le principali potenze mondiali.
In questo contesto, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e l’Avvocato Ezio Bonanni portano avanti una battaglia costante contro l’inquinamento da amianto, il degrado ambientale e i rischi di esposizione a sostanze cancerogene. L’impegno si realizza sia a livello locale, tramite gli sportelli ONA attivi nei Comuni aderenti, sia a livello nazionale, attraverso la consulenza online e le iniziative di prevenzione.
Da anni, l’ONA promuove la bonifica dei siti contaminati presenti sul territorio italiano e svolge un’intensa attività di sensibilizzazione e pressione politica per mantenere alta l’attenzione sul tema dell’amianto. I pilastri fondamentali dell’associazione e dell’Avvocato Bonanni sono la prevenzione primaria, l’’assistenza legale e l’assistenza medica gratuite per i cittadini esposti.
Per ricevere supporto o informazioni, è possibile richiedere una consulenza gratuita chiamando il numero verde 800.034.294 o compilando il form online.




