In questa pagina prliamo di controlli dell’ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e infortunio sul lavoro. L’infortunio sul lavoro è un evento traumatico che si verifica in occasione dell’attività lavorativa e comporta una lesione fisica o psichica che può determinare un’inabilità temporanea, permanente o addirittura la morte del lavoratore.

Non rientrano nella definizione gli eventi dovuti a cause completamente estranee all’attività lavorativa, ma vengono invece compresi anche gli infortuni in itinere (cioè nel tragitto casa-lavoro) e quelli avvenuti durante attività connesse, come una pausa o uno spostamento per motivi di servizio.

Secondo la normativa italiana, l’infortunio deve essere denunciato all’INAIL, che ha il compito di erogare le prestazioni assicurative, e può dar luogo a indagini da parte degli enti preposti alla vigilanza, come l’ATS (Agenzia di Tutela della Salute).

Controlli dell’ATS e ruolo nel post-infortunio

Quando un infortunio sul lavoro è denunciato, l’ATS interviene per svolgere controlli mirati ad accertare le cause e le eventuali responsabilità.

Gli ispettori dell’ATS sono funzionari pubblici incaricati di verificare il rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il loro compito è di ricostruire l’accaduto e valutare se l’infortunio sia dipeso da inosservanze della normativa antinfortunistica da parte del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti o, in alcuni casi, dello stesso lavoratore.

I controlli comprendono:

  • sopralluoghi e ispezioni nei luoghi di lavoro, spesso a sorpresa.
  • Interrogatori o colloqui con lavoratori, testimoni e responsabili aziendali.
  • Acquisizione di documenti, come DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), piani di sicurezza, attestati di formazione, verbali di riunioni o sorveglianza sanitaria.
  • Relazioni tecniche che ricostruiscono la dinamica dell’infortunio.

Se emergono violazioni, l’ATS può inviare un rapporto all’autorità giudiziaria e al personale ispettivo del lavoro, che potrà disporre sanzioni amministrative o avviare procedimenti penali.

Le possibili conseguenze giuridiche per il datore di lavoro

Nel caso in cui l’ATS accerti che l’infortunio è avvenuto per negligenza, imprudenza o inosservanza delle norme antinfortunistiche, il datore di lavoro (o altri soggetti con responsabilità) può essere chiamato a rispondere penalmente del reato di lesioni colpose aggravate o, nei casi più gravi, omicidio colposo.

In parallelo, il lavoratore ha diritto a un risarcimento del danno ulteriore rispetto alle prestazioni erogate dall’INAIL. Per ottenere questo risarcimento, è necessario dimostrare la responsabilità civile del datore di lavoro, ossia che l’infortunio si sarebbe potuto evitare se fossero state adottate tutte le misure previste dalla legge.

Controlli dell’ATS: come tutelarsi legalmente in caso di infortunio

Chi subisce un infortunio sul lavoro deve sapere che esistono diversi strumenti di tutela legale a sua disposizione. È importante:

  • Richiedere immediata assistenza medica e fare in modo che venga rilasciato un certificato medico dettagliato da consegnare al datore di lavoro e all’INAIL.
  • Segnalare formalmente l’accaduto al proprio datore di lavoro, che è tenuto a effettuare la denuncia entro 2 giorni.
  • Conservare ogni prova utile a ricostruire la dinamica dell’infortunio: fotografie, testimonianze, messaggi, documenti.
  • Verificare il rispetto delle misure di prevenzione, come l’adeguata formazione, l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI), la presenza del DVR, l’organizzazione del lavoro e dei turni.
  • Rivolgersi a un avvocato o a un patronato per valutare se esistano i presupposti per chiedere un risarcimento del danno non coperto dall’INAIL.
  • Partecipare attivamente alle indagini dell’ATS, senza omettere elementi rilevanti.

In alcuni casi, è utile depositare querela o denuncia presso la Procura della Repubblica, affinché venga avviato un procedimento penale per accertare le responsabilità.

Il diritto al risarcimento del danno

Oltre alle indennità e rendite che l’INAIL può erogare per l’inabilità temporanea, permanente o in caso di decesso, il lavoratore può chiedere in sede civile un risarcimento integrale del danno se dimostra che l’infortunio è stato causato dalla colpa del datore di lavoro.

Questo danno può comprendere:

  • il danno biologico (lesione fisica o psichica).
  • danno morale (sofferenza soggettiva).
  • patrimoniale, ad esempio la perdita di guadagno o le spese mediche.

La richiesta può essere avanzata anche successivamente alla conclusione delle indagini dell’ATS, e anche se l’INAIL ha già riconosciuto il caso.