All’interno dell’Esercito Italiano è in atto una strage di militari. Oltre ai rischi bellici ci sono altri fattori che mettono a dura prova l’esistenza dei nostri militari. Per questi motivi presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Padova sono in corso indagini in relazione a casi di morti e malattie di sospetta origine professionale.

L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Osservatorio Vittime del Dovere sono in prima fila per sostenere le ragioni dei militari affetti da patologie asbesto correlate e da altre di sospetta origine professionale e nel caso in cui ci fosse il rinvio a giudizio si costituirà parte civile. Molte delle vittime sono assistite e difese dall’Avv. Ezio Bonanni, presidente ONA.

Esercito Italiano e rischi per la salute

L’Esercito Italiano, assieme alla Marina, l’Aeronautica Militare e l’Arma dei Carabinieri, presta servizio alle dipendenze del Ministero della Difesa. L’ONA ha istituito il Dipartimento Forze Armate e Comparto Sicurezza per la tutela legale dei militari dell’esercito.

Difatti i militari italiani vengono esposti a diversi rischi nel corso della loro attività di servizio. Tra le condizioni di rischio nell’Esercito Italiano vi è l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito, di materiali di amianto, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.

uranio impoverito

Per questi motivi, l’ONA si mobilita per la prevenzione primaria. Tra le diverse condizioni di rischio dei nostri militari vi è quella delle missioni estere, oggetto della quarta puntata di ONA TV dal titolo Uranio impoverito, la dura battaglia dei militari italiani“.

Nel corso dell’episodio è intervenuto Lorenzo Motta, Coordinatore del dipartimento di tutela delle vittime del dovere ONA e vittima di esposizione ad uranio impoverito e vaccini contaminati. Nella successiva puntata “Vittime del dovere: serve maggiore attenzione, è intervenuto il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni. Ha preso parte alla missione nei Balcani, durante la quale ha sviluppato la MCS (sensibilità chimica multipla). Il Colonnello Carlo Calcagni ha successivamente ottenuto il riconoscimento della causa di servizio e la qualifica di vittima del dovere.

Strage di militari nell’Esercito per uranio impoverito

Dunque, l’utilizzo dei proiettili all’uranio impoverito ha già determinato circa 400 vittime tra i militari in servizio. Inoltre, nel corso delle missioni i militari italiani sono spesso sottoposti a radiazioni.

I proiettili all’uranio impoverito sono in grado di distruggere tutto ciò che si trova nel loro raggio d’azione. Per questa ragione vengono emesse delle nanoparticelle che poi vengono inalate direttamente dai nostri militari.

Nel dettaglio, le nanoparticelle sono composte da metalli pesanti e in aggiunta da fibre di amianto. Questa situazione di pericolo è stata esaminata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta della XVII legislatura della Camera.

L’esposizione ad agenti cancerogeni e patogeni

I militari dell’Esercito Italiano hanno subito esposizione a diversi agenti cancerogeni e patogeni tossico-nocivi, confermati dall’IARC.

  • tricloroetilene, tetracloroetilene e altri composti clorurati;
  • fumi di scarico di motori endotermici alimentati a diesel o benzina;
  • campi elettromagnetici generati da apparecchiature di telecomunicazione, radar, sistemi di mira, motori elettrici e correnti elettriche presenti in veicoli e mezzi corazzati o blindati dell’Esercito, del Ministero della Difesa e dei Carabinieri;
  • radiazioni ionizzanti emesse da trizio e uranio impoverito;
  • piombo e suoi composti organici e inorganici;
  • idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e idrocarburi aromatici non policiclici;
  • benzene;
  • fibre artificiali isolanti, come quelle di vetro, roccia o ceramica.

La situazione di rischio a cui vengono sottoposti i militari italiani, è stata attenzionata anche dalla Commissione Parlamentare D’Inchiesta, a cui ha partecipato anche l’avv. Ezio Bonanni.

L’art. 20 del D.Lgs. 183/10 stabilisce che i militari che hanno sviluppato patologie correlate all’amianto durante lo svolgimento del servizio siano equiparati alle vittime del dovere. A questa equiparazione si aggiunge l’incremento di spesa previsto dall’art. 1, comma 562, della L. 266/05, che estende i benefici già riconosciuti alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata a tutte le vittime del dovere, come definite dall’art. 13 della L. 13 agosto 1980, n. 466.

Inoltre, il Consiglio di Stato, con parere del 1° giugno 2010, n. 02526/2010, ha chiarito che, per il riconoscimento dello status di vittima del dovere, è sufficiente che il militare abbia contratto la patologia in occasione o a seguito dello svolgimento del servizio, sia a bordo di unità navali, sia su mezzi o veicoli dell’Esercito Italiano, oppure in infrastrutture militari contenenti amianto.

Una nuova Legge per le Vittime Del Dovere

L’Avv. Ezio Bonanni, il 29 ottobre 2019, è stato audito presso la 1° Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica. Tuttavia, l’unanime consenso di tutte le forze politiche, non è risultato sufficiente risolvere questa problematica.

Infatti, ancora oggi, è necessario dover ricorrere al Giudice per la tutela delle vittime del dovere, e per ottenere il riconoscimento delle stesse prestazioni delle vittime del terrorismo. In particolare, l’equiparazione delle vittime del dovere alle vittime del terrorismo, è una delle richieste fondamentali dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Avv. Ezio Bonanni. Queste richieste, del tutto legittime, sono rimaste inascoltate. Infatti, ancora oggi, queste vittime, vedono negarsi i loro diritti e, così, anche gli orfani, se non nel carico fiscale.

Esposizione ad amianto nelle Forze Armate

Il personale addetto alle operazioni civili e militari dell’Esercito Italiano era esposto a diversi rischi all’interno delle basi a terra e durante altre attività operative. Difatti, l’amianto era presente anche nei mezzi dell’Esercito Italiano, inclusi veicoli corazzati e blindati.

L’VIII Rapporto ReNaM, pubblicato da INAIL nel 2025, riporta l’impiego di amianto e altri agenti cancerogeni nelle Forze Armate. In particolare, l’uso di questo materiale tossico è avvenuto tramite un kit contenente pezze e guanti in amianto, utilizzati per sostituire le canne delle mitragliatrici, come la Beretta MG-42-59, dopo il lancio di 250 colpi.

Oltre a pezze e guanti in amianto, l’Esercito forniva anche coperte realizzate con fibre di asbesto. Inoltre, erano presenti componenti in amianto anche nei veicoli militari dotati di sistemi di tiro senza rinculo, che producevano una fiammata posteriore al momento dello sparo.

Già i dati del VII Rapporto ReNaM avevano portato all’attenzione pubblica ben 982 casi di mesotelioma nel settore della Difesa Militare nel periodo dal 1993 al 2021, numero che oggi è inevitabilmente aumentato. In questo modo, si conferma il fenomeno epidemico precedentemente segnalato dall’ONA.

Tutela legale per Esercito italiano

I militari che hanno subito esposizione ad amianto o ad altri agenti cancerogeni durante il servizio hanno diritto a:
  • risarcimento danni;
  • riconoscimento dello status di vittima del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata;
  • riconoscimento della causa di servizio.

Inoltre, possono ottenere il riconoscimento delle seguenti prestazioni:

  • Elargizione speciale;
  • Assegno mensile vitalizio di €500,00, in sostituzione del precedente importo di €258,23, a seguito dell’equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata;
  • Assegno vitalizio speciale di €1.033,00, con decorrenza dal 02/05/1992;
  • Incremento della retribuzione pensionabile del 7,5%, ai fini del calcolo della pensione e dell’indennità di fine rapporto, o di altro trattamento equivalente (pensioni militari Esercito);
  • Aumento figurativo di 10 anni di contribuzione ai fini pensionistici e della buonuscita;
  • Esenzioni IRPEF sulle prestazioni ricevute;
  • Diritto al collocamento obbligatorio, con precedenza rispetto ad altre categorie e preferenza in caso di pari titoli;
  • Borse di studio esenti da tassazione;
  • Esenzione dalle spese sanitarie e farmaceutiche, inclusi i medicinali di fascia C, estesa anche ai familiari;
  • Assistenza psicologica a carico dello Stato;
  • Esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti relativi alla liquidazione dei benefici.

Diritti degli eredi per malattie asbesto-correlate

In caso di decesso di una persona a causa di una patologia asbesto-correlata, gli eredi, come vedove e figli, hanno diritto al riconoscimento e alla corresponsione delle prestazioni spettanti. Ad esempio, il Tribunale di Salerno, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 2334/2017 del 30.08.2017, ha ordinato al Ministero della Difesa di corrispondere tali benefici a un’orfana di un militare riconosciuto vittima del dovere, equiparata alle vittime del terrorismo.

  • l’importo mensile di €500,00, oltre alle perequazioni di legge;

  • lo speciale assegno vitalizio vittime del dovere di €1.033,00, anch’esso con perequazioni ex lege, a decorrere dal decesso.

Grazie all’assistenza dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, è stata ottenuta sia la parificazione alle vittime del terrorismo, sia il riconoscimento delle prestazioni anche qualora l’erede non fosse fiscalmente a carico del deceduto al momento della morte.

Le tesi dell’Avv. Bonanni sono state accolte anche dal Tribunale di Cagliari (sentenza n. 917/2016), successivamente confermate dalla Corte d’Appello di Cagliari, Sezione Lavoro (sentenza n. 345/17), coerentemente con la giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione (SS.UU., sentenza n. 7761/2017).

L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste i militari dell’Esercito Italiano nell’ottenimento del risarcimento dei danni e offre supporto per:

  • costituirsi parte civile in procedimenti penali e richiedere la condanna del Ministero dell’Interno per lesioni colpose (in caso di patologia) o omicidio colposo (in caso di decesso);

  • esercitare azioni civili presso il TAR, per responsabilità contrattuale derivante dalla violazione dell’obbligo di sicurezza;

  • esercitare azioni civili presso il Tribunale di Roma, per la condanna del Ministero della Difesa in caso di responsabilità extracontrattuale o civile da reato.

Per ricevere assistenza, è possibile chiamare il numero verde o compilare il form online per una consulenza gratuita.

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