Quando Gini Harrison ha iniziato ad avvertire un costante dolore alla spalla, non immaginava che potesse essere il segnale di un carcinoma polmonare in fase avanzata. Era una donna giovane, non fumatrice e in buona salute, appena diventata mamma, e quel fastidio sembrava facilmente spiegabile con la stanchezza, l’allattamento e una postura scorretta. Inoltre, durante la pandemia, le visite mediche avvenivano quasi sempre al telefono, rendendo difficile valutare con attenzione la reale gravità dei sintomi.
Il dolore, però, invece di attenuarsi, diventava sempre più intenso. Nonostante ciò, per mesi venne considerato un problema muscolare legato alla routine quotidiana di una neomamma. Solo dopo circa dieci mesi, grazie ad approfondimenti diagnostici più accurati, la situazione cambiò radicalmente. Una risonanza magnetica rivelò la presenza di un tumore nel polmone destro e di una metastasi alla scapola, spiegando finalmente l’origine di quel dolore persistente.
Dal dolore alla spalla alla dignosi di tumore
La diagnosi definitiva arrivò poco prima di Natale del 2021: carcinoma polmonare non a piccole cellule al quarto stadio. Una scoperta sconvolgente, soprattutto perché Gini non aveva mai fumato e non presentava sintomi respiratori tipici come tosse o affanno. Successivamente, i medici individuarono una rara mutazione genetica dell’esone 20 del gene EGFR, un’alterazione che può colpire anche persone sane e non fumatrici, rendendo il tumore più aggressivo e difficile da trattare.
Il percorso di cura è stato lungo e impegnativo. Gini ha affrontato cicli di chemioterapia, numerose sedute di radioterapia e trattamenti mirati sulla metastasi alla spalla. Oggi, a 41 anni, non mostra segni di malattia misurabile, anche se continua a sottoporsi a controlli regolari perché alcune cellule tumorali potrebbero essere ancora presenti, ma non rilevabili.
Sintomi atipici: quando preoccuparsi?
La sua storia aiuta a comprendere quanto il carcinoma polmonare possa manifestarsi in modo silenzioso e atipico. In molti casi, soprattutto tra i non fumatori, i sintomi iniziali sono vaghi e facilmente attribuibili ad altre cause. Questo meccanismo è simile a quanto avviene nei tumori causati dall’amianto, come il mesotelioma, dove dolori generici, stanchezza o disturbi apparentemente comuni portano spesso a diagnosi tardive.
Secondo le principali organizzazioni sanitarie, segnali come dolori persistenti, affaticamento insolito, infezioni respiratorie frequenti o fastidi ossei non spiegati non dovrebbero mai essere ignorati. La storia di Gini Harrison dimostra che ascoltare il proprio corpo e approfondire sintomi che non passano può fare la differenza, sia nel carcinoma polmonare sia nei tumori legati all’esposizione all’amianto, dove il tempo gioca un ruolo decisivo.


