Le COP, acronimo di Conference of the Parties, sono incontri internazionali fondamentali per affrontare le sfide ambientali globali. In questa guida acopriamo nel dettaglio cosa sono e. perché sono importanti. Ne sentiamo spesso parlare, ma è difficile orientarsi tra i vari appuntamenti per la difesa dell’ambiente e del clima in particolare. La COP è lungi da essere un elemento di cultura generale: secondo un’indagine condotta da Ipsos per Amref in occasione della COP27, il 70% degli italiani non sa di cosa si tratta. Vediamo quali sono i risultati raggiunti, quali sono i prossimi appuntamenti in programma e quali sono, in generale, i principali appuntamenti internazionali per la difesa dell’ambiente.

Cosa sono le COP, Conference of Parties, nel dettaglio?

Cosa sono quindi le COP? Le COP, acronimo di “Conference of the Parties” (Conferenza delle Parti), sono appuntamenti globali fondamentali dove i rappresentanti di quasi tutti i paesi del mondo si riuniscono per discutere e affrontare insieme il cambiamento climatico. È come un grande tavolo di negoziazione mondiale dove ogni nazione porta le proprie proposte, preoccupazioni e soluzioni per proteggere il nostro pianeta. Queste conferenze rappresentano il fulcro della cooperazione internazionale in materia di clima e ambiente. Si tratta di appuntamenti istituzionali che riuniscono governi, organizzazioni non governative, esperti scientifici e attivisti di tutto il mondo con l’obiettivo di discutere, negoziare e adottare strategie condivise per contrastare i problemi ambientali.

Il termine COP viene utilizzato principalmente in riferimento alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ma esistono altre COP dedicate a tematiche specifiche, come la protezione della biodiversità o dello strato di ozono.

Questi incontri rivestono un’importanza cruciale perché affrontano problematiche che non conoscono confini nazionali, come il riscaldamento globale, l’inquinamento e la perdita di biodiversità. Le COP consentono di stabilire obiettivi comuni, monitorare i progressi compiuti e identificare i finanziamenti necessari per supportare paesi in difficoltà. Sono inoltre uno spazio aperto alla partecipazione di diverse realtà, dalle istituzioni ai cittadini, promuovendo un dialogo inclusivo. Il loro ruolo non si limita alla definizione di politiche e obiettivi: rappresentano anche un’occasione per rafforzare l’impegno collettivo e stimolare un cambiamento a livello globale.

Storia e nascita delle COP e principi chiave

Tutto è cominciato nel 1992 con l’adozione della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) durante il celebre Summit della Terra organizzato a Rio de Janeiro. Questa convenzione ha rappresentato una pietra miliare nel panorama del diritto internazionale, segnando il primo tentativo globale di affrontare il tema del cambiamento climatico.

Il documento firmato nel 1992 si proponeva di limitare l’accumulo di gas serra nell’atmosfera, generato dalle attività umane, per evitare conseguenze dannose per il pianeta. Sebbene non introducesse obblighi vincolanti per la riduzione delle emissioni, la Convenzione stabiliva, attraverso l’articolo 7, che i paesi firmatari si sarebbero incontrati regolarmente nelle Conferenze delle Parti (COP) per discutere i progressi e definire strategie comuni.

Al centro della UNFCCC ci sono principi fondamentali che continuano a guidare le trattative internazionali in materia di clima. Tra questi, spicca il concetto di responsabilità comuni ma differenziate, che riconosce che non tutte le nazioni hanno contribuito in egual misura alla crisi climatica. Da qui nasce l’idea che gli impegni richiesti debbano essere proporzionati alla responsabilità storica e attuale di ciascun paese. Un altro principio chiave è quello delle capacità rispettive: dato che le risorse economiche e tecnologiche variano enormemente tra gli Stati, i loro sforzi devono essere adeguati alle possibilità disponibili, con un ruolo guida per i paesi più ricchi nel sostenere gli altri. Infine, il principio di precauzione invita a utilizzare le migliori conoscenze scientifiche disponibili, come quelle elaborate dall’IPCC, per prevenire e ridurre i fattori che alimentano il cambiamento climatico.

Dal 1995, anno della prima COP, queste riunioni annuali riuniscono leader mondiali e delegati da ogni angolo del globo.

Le principali COP tenutesi: quali sono state?

Una delle COP più significative è stata quella del 1997, nota come COP3, tenutasi a Kyoto, nota per il Protocollo di Kyoto: il primo accordo internazionale vincolante per la riduzione delle emissioni di gas serra. Questo protocollo segnò un momento storico, anche se fu criticato per l’esclusione di alcuni grandi emettitori come Stati Uniti e Cina. Un altro appuntamento fondamentale è stato la COP21, tenutasi a Parigi nel 2015, durante la quale fu firmato l’Accordo di Parigi. Questo trattato stabilisce l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’impegno ideale di limitare l’incremento a 1,5°C. A Parigi si introdusse anche il sistema dei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC), ovvero piani nazionali di riduzione delle emissioni che ogni paese deve elaborare e aggiornare periodicamente.

Altri incontri, come la COP26 a Glasgow nel 2021, hanno avuto il compito di rilanciare gli impegni presi a Parigi e adattarli alle urgenze attuali. Nonostante alcuni progressi, molte critiche sono state sollevate riguardo all’insufficienza degli impegni presi per affrontare le sfide climatiche. La COP27, svoltasi a Sharm el-Sheikh nel 2022, ha introdotto un passo importante con la creazione di un fondo per compensare i paesi più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, riconoscendo il concetto di “loss and damage” (perdite e danni).

Gli obiettivi raggiunti con le COP: quali sono?

Le COP hanno permesso di raggiungere risultati concreti come la riduzione delle emissioni, l’istituzione di fondi per il clima, la firma di accordi storici e una maggiore consapevolezza pubblica sull’urgenza di agire. Tuttavia, non mancano le difficoltà: il rispetto degli impegni e l’aumento dell’ambizione degli obiettivi rimangono sfide aperte.

In particolare, alla COP15 di Montreal, i paesi avevano concordato che l’obiettivo a lungo termine doveva essere quello di destinare 700 miliardi di dollari l’anno per la protezione e il ripristino della biodiversità. Secondo l’accordo di Kunming-Montreal i paesi sviluppati dovrebbero contribuire con 20 miliardi di dollari di finanziamenti all’anno entro il 2025, un obiettivo che finora sembra improbabile che venga raggiunto.

In assenza del quorum alla successiva COP di Cali sono saltate le decisioni su:

  • mobilitazione delle risorse;
  • meccanismi finanziari;
  • pianificazione, monitoraggio, rendicontazione e revisione;
  • bilancio.

L’Onu ha annunciato che i lavori riprenderanno dal 25 al 27 febbraio 2025 a Roma. Si spera che permettano di adottare almeno il bilancio e garantire il proseguimento delle attività del Segretariato.

Tutti gli appuntamenti internazionali per la difesa del’ambiente

Oltre alle COP, esistono altri appuntamenti internazionali di grande rilievo per la difesa dell’ambiente. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ad esempio, rappresenta un momento chiave per discutere iniziative globali, così come i vertici dedicati alla biodiversità e alla gestione delle risorse idriche. Anche incontri economici come il G7 e il G20 dedicano una parte rilevante delle loro discussioni a temi ambientali, riconoscendo il legame tra economia e sostenibilità.

La partecipazione a queste conferenze e il rispetto degli impegni presi non sono solo un dovere istituzionale, ma un passo indispensabile per affrontare le emergenze del nostro tempo. Le COP e i loro risultati dimostrano che la cooperazione globale è possibile e che, nonostante le difficoltà, il dialogo può portare a soluzioni condivise per proteggere il nostro pianeta.