Da tempo la scienza collega le lampade UV (abbronzanti) all’aumento del melanoma, la forma più aggressiva di tumore cutaneo. Oggi, tuttavia, una ricerca statunitense chiarisce l’entità del pericolo, mostrando un rischio quasi triplicato rispetto a chi non usa lettini solari.
Lo studio dimostra con chiarezza che l’esposizione artificiale ai raggi ultravioletti provoca danni genetici estesi, aumentando mutazioni diffuse nella pelle e favorendo tumori aggressivi cutanei.
Lo studio americano e l’analisi genetica
La ricerca, pubblicata su Science Advances, è stata guidata da Pedram Gerami della Northwestern University, con la collaborazione dell’Università della California di San Francisco. L’indagine nasce dall’osservazione di numerosi casi di melanomi multipli in donne sotto i 50 anni che avevano fatto uso di lampade UV.
Gli studiosi hanno analizzato sia dati clinici sia mutazioni del Dna, offrendo così una misurazione precisa dei danni cellulari legati all’abbronzatura indoor.
Lampade UV tra i cancerogeni certi
Già nel 2009 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha inserito le lampade UV nel Gruppo 1 delle sostanze sicuramente cancerogene. In questo elenco figurano anche il fumo di sigaretta e l’amianto, noto per il legame diretto con il mesotelioma pleurico.
Il parallelismo è significativo: come l’amianto provoca tumori anche dopo esposizioni ripetute nel tempo, allo stesso modo le radiazioni artificiali accumulano mutazioni genetiche che favoriscono il melanoma.
Lampade UV: rischio di melanoma quasi triplicato
I ricercatori hanno confrontato circa 3.000 utilizzatori di lettini solari con un gruppo di controllo di pari età. Nel primo gruppo il melanoma compariva nel 5,1% dei casi, contro il 2,1% dei non utilizzatori. Dopo aver corretto i fattori confondenti, il rischio risultava 2,85 volte superiore.
Inoltre, i tumori comparivano anche in zone normalmente non esposte al sole, segno di un danno esteso su tutta la superficie corporea.
Mutazioni del Dna: un segnale d’allarme
L’analisi di 182 melanociti ha evidenziato che chi ricorreva ai lettini presentava un tasso di mutazioni doppio. Non solo aumentava il numero delle alterazioni, ma crescevano anche quelle direttamente associate allo sviluppo del cancro.
Questo dato rafforza l’idea di una relazione dose-risposta: più esposizioni significano più danni, soprattutto se avvengono in giovane età.
Norme, prevenzione e controlli
In Italia, dal 2011, l’uso delle lampade abbronzanti è vietato ai minori, alle donne in gravidanza e a soggetti a rischio. Gli esperti consigliano a chi ha utilizzato spesso i lettini di interrompere l’esposizione e sottoporsi a controlli dermatologici regolari.
La prevenzione resta decisiva, perché una diagnosi precoce migliora nettamente la prognosi, proprio come avviene per i tumori da amianto individuati nelle fasi iniziali.


