In questa guida approfondiamo il tema della prevenzione terziaria, in particolare rispetto al rischio amianto. Nel dettaglio, esistono tre forme di prevenzione che agiscono per combattere il dilagare delle patologie.

L’Avvocato Ezio Bonnani, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, si occupa di prevenzione a 360°. In primo luogo, di prevenzione primaria, promuovendo la bonifica di tutti i siti contaminati da agenti patogeni e cancerogeni, nel rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro e della diffusione stili di vita e comportamenti sani. In secondo luogo, si occupa anche di sorveglianza sanitaria degli esposti (prevenzione secondaria) al fine di garantire la diagnosi precoce della malattia, oltre alla prevenzione terziaria. In questo ambito l’associazione fornisce assistenza legale gratuita con la possibilità di ottenere risarcimenti e tutti i benefici predisposti dalla legge. La prevenzione terziaria è inoltre fondamentale per tutelare gli esposti da ulteriori esposizioni dannose.

Che cos’è la prevenzione terziaria?

ONA TV -smaltimento amianto e bonifica

La prevenzione terziaria si fonda sull’epidemiologia spiegando il nesso causale, anche se non sufficiente, tra rischio e malattia. Una volta dimostrata un’aumentata incidenza di malattie in un determinato contesto lavorativo è possibile fondare la tutela legale, attraverso il risarcimento danni e l’indennizzo del danno biologico.

La prevenzione primaria consiste nell’evitare ogni forma di esposizione e, in generale, di rischio. Quando si parla di amianto ciò è possibile solo attraverso la bonifica dei siti contaminati. Le fibre di amianto agiscono infatti in modo sinergico con altri cancerogeni. Nell’undicesimo episodio di ONA NEWS “Smaltimento amianto, le responsabilità della mancata bonifica” viene denunciata a carenza delle operazioni di bonifica e il mancato obbligo legislativo, a causa del quale le vittime di amianto continuano ad aumentare. Infatti non esiste una soglia oltre la quale il rischio si annulla.

Grazie alla conoscenza dei siti a rischio e delle avvenute esposizioni è possibile fondare, inoltre, la prevenzione secondaria. Quest’ultima promuove la diagnosi precoce e quindi l’accesso alla terapia tempestiva e cure più efficaci. La sorveglianza sanitaria degli esposti a rischio è uno strumento fondamentale per diagnosticare precocemente le patologie amianto facendo in molti casi la differenza tra la vita e la morte.

Cos’è l’epidemiologia nella prevenzione terziaria?

Il termine epidemiologia viene dal greco ἐπί («sopra», δῆμος, «popolo»), e da λόγος (che vuol dire «discorso, studio») che significa “studiare ciò che accade al popolo”, con riferimento all’uomo. L’epidemiologia è, infatti, una disciplina biomedica che studia e dimostra la distribuzione e la frequenza di determinate malattie. Per effettuare questo studio si avvale della statistica sanitaria, svolgendo un ruolo decisivo in relazione alla medicina preventiva e clinica.

Lo scopo dell’epidemiologia è quello di controllare l’incidenza di malattie e gli eventuali agenti lesivi che le provocano. In particolare:

  • serve a spiegare l’origine di qualsiasi malattia, specialmente se di origine professionale;
  • studia e controlla la malattia (le aspettative di vita);
  • accerta le cause di malattie sconosciute;
  • acquisisce tutte le informazioni sulle condizioni di rischio, ambientali e lavorative;
  • studia piani di controllo e monitoraggio;
  • accerta i costi economici della malattia e anche il rapporto costi-benefici.

Che cos’è l’epidemiologia descrittiva?

L’epidemiologia descrittiva studia la frequenza e la distribuzione delle malattie e le descrive. Mette anche le cause di morte in relazione ai fattori di rischio. Gli strumenti di questa scienza sono costituiti dalla statistica che misura la frequenza, come tassi, incidenza, prevalenza e rapporti, con riferimento alla demografia. Dopo l’avvio del percorso terapeutico, la stessa permette di identificare anche le chance di guarigione o di sopravvivenza, e di influenzare le scelte del paziente e dei medici in relazione alle terapie più efficaci dal punto di vista statistico.

Che cos’è l’epidemiologia analitica?

L’epidemiologia analitica studia il rapporto causa effetto tra fattori di rischio e malattie. Per farlo usa studi di coorte (che permettono di accertare la frequenza di mortalità e di incidenza per malattie con differenza tra gli esposti e i non esposti) e quelli di caso-controllo. Essi accertano e comparano le frequenze di possibili esposizioni e fattori di rischio, nei “casi” e nei “controlli”, cioè nel gruppo di coloro che non hanno la malattia.

Epidemiologia clinica e sperimentale

L’epidemiologia clinica permette, attraverso i dati epidemiologici, di comprendere i fattori di rischio che, una volta compresi, possono essere eliminati. Per esempio, se in un cantiere navale vengono accertati diversi casi di mesotelioma, si può presumere che nello stesso ambiente venga utilizzato amianto. Il mesotelioma infatti è una patologia monofattoriale, quindi può essere generato solo a seguito di un’esposizone a fibre di amianto, accertadone quindi la presenza. Pertanto, eliminando le fonti espositive si prevengono ulteriori malattie.

L’epidemiologia sperimentale, invece, permette di verificare l’efficacia degli interventi sanitari. Si va dagli interventi preventivi, come la sensibilizzazione, a quelli terapeutici, come le sperimentazioni di farmaci o nuove tecniche operatorie.

Come funziona la prevenzione terziaria?

Quando la messa in sicurezza dei luoghi a rischio esposizione (prevenzione primaria) e la sorveglianza sanitaria degli esposti (prevenzione secondaria) non sono efficaci e dunque non impediscono l’insorgere della malattia, entra in gioco la prevenzione terziaria. Si procede quindi al reperimento dei dati epidemiologici, grazie ai quali è possibile riconoscere la percentuale di rischio.

Solo successivamente, si procede alla valutazione degli interventi di bonifica, alla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e degli ambienti di vita, alla sorveglianza sanitaria degli esposti e si agisce per la tutela legale della vittima.

Prevenzione terziaria ed esposizione ad amianto

I minerali di amianto sono potenti cancerogeni. Hanno caratteristiche asbestiformi; si suddividono cioè in sottilissime fibre che si disperdono facilmente nell’ambiente. Una volta inalate provocano gravi infiammazioni (placcheispessimenti pleurici e asbestosi) che sono il terreno fertile per la cancerogenesi e per lo sviluppo dei tumori maligni.

Le malattie asbesto-correlate non interessano solo gli organi respiratori con mesoteliomi pleurici, tumori del polmone e di laringe e faringe. Interessano anche altri distretti corporei (ovaieesofagocolon-retto) e tutte le sierose del corpo umano (con i mesoteliomi peritonealepericardico e testicolare).

In Italia le esposizioni ad asbesto continuano e il picco per il mesotelioma è previsto proprio per il 2030.

Importanza della prevenzione terziaria

La raccolta dei dati epidemiologici permette di scongiurare l’utilizzo di quelle pratiche mediche che siano più rischiose. La statistica sanitaria che rientra nell’epidemiologia, permette anche il reinserimento del paziente alla vita ordinaria, restituendogli una parvenza di normalità.

Così, questa scienza, permette di identificare, dopo l’avvio del percorso terapeutico, anche le chance di guarigione o di sopravvivenza, e le scelte del paziente. Quest’ultimo saprà, a priori, quali sono quelle terapie che risultano più efficaci dal punto di vista statistico. Quindi, con questo tipo di tutela, è possibile evitare anche delle recidive. Infatti, identificando i fattori di rischio, il paziente può essere informato adeguatamente e, quindi, è possibile evitare eventuali rischi.

Attraverso l’assistenza legale è possibile evitare ulteriori esposizioni, ponendo le vittime di amianto e degli altri cancerogeni in pensionamento anticipato e fornendogli gli indennizzi ed i benefici previsti dalla legge per andare avanti con la propria vita.

Protezione dei lavoratori dall’amianto nell’Unione Europea

La Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 raccomanda di avviare una serie di iniziative volte alla protezione dei lavoratori dalla esposizione all’amianto. Propone, infatti che i Paesi dell’Unione Europea aggiornino la direttiva 2009/148/CE, al fine di rafforzare le misure volte a proteggere i lavoratori dalla minaccia dell’amianto e prevenire una nuova ondata di vittime dell’amianto, che potrebbe essere provocata dalle ristrutturazioni future in programma.

Inoltre, grazie all’European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA), cerca di definire le strategie nazionali di rimozione sicura di tutto l’amianto negli Stati membri.

Recentemente il Parlamento ha approvato le modifiche alla direttiva europea in materia di tutela della salute dei lavoratori esposti ad amianto (148/2009/CE). Secondo quest’ultima modifica si è ridotto “il livello a 0,002 fibre di amianto per cm³, escluse le fibre sottili, oppure a 0,01 fibre di amianto per cm³, incluse le fibre sottili“.

Risarcimento danni nella prevenzione terziaria

La tutela dei diritti mira al reinserimento di una persona all’interno della sua vita ordinaria, personale e lavorativa. I controlli costanti e il supporto psicologico e il risarcimento dei danni permettono di gestire al meglio le conseguenze psico-fisiche della malattia. Lo scopo risarcitorio è infatti quello di contribuire a migliorare la qualità della vita della persona che ha subito il danno.

Alle vittime di esposizione ad amianto, la cui capacità cancerogena è confermata nell’ultima monografia IARC, e ad altri agenti cancerogeni sul posto di lavoro (in caso di mesotelioma vale anche l’esposizione familiare e ambientale) vengono riconosciuti benefici previdenziali e assistenziali e il risarcimento integrale dei danni.

La prevenzione e tutela indennitaria

Come già detto, alcune tutele indennitarie, come i benefici amianto, hanno anche una finalità preventiva. Attraverso il prepensionamento gli esposti ad amianto nell’ambiente di lavoro che hanno contratto una patologia asbesto correlata saranno allontanati dall’esposizione. Tale finalità preventiva è stata ribadita dalla Cassazione, Sez. Lav., n. 25000/2014.

Nel caso di malattia, seppur con i benefici, non si matura il diritto a pensione, si può chiedere la pensione amianto (art. 1 co. 250 e 250 bis, L. 232/2016).

La difesa legale dei diritti delle vittime

Secondo INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), la malattia professionale è una patologia con una causa diretta ed efficiente (cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente), contratta nell’esercizio o insorta a causa delle lavorazioni rischiose.

Affinché una malattia si possa definire “professionale”, essa deve essere causata dall’esposizione a determinati rischi correlati al lavoro. Essi devono inoltre agire in modo prolungato nel tempo. L’INAIL ha inserito le malattie professionali in tre differenti liste. Chi contrae una malattia professionale presente nella lista I dell’INAIL, può ottenere un riconoscimento immediato della sua qualità di vittima del dovere, unitamente all’indennità INAIL. Se la malattia è presente nelle liste II e III, invece, è necessario dimostrare l’eziologia professionale, che solitamente è a carico del lavoratore.

In seguito al riconoscimento di malattia professionale gli esposti ad amianto avranno diritto anche all’accesso al Fondo Vittime Amianto, che si aggiunge alla rendita INAIL, oltre al risarcimento di tutti i danni. Il risarcimento integrale dei danni include oltre al risarcimento del danno biologico, quello del danno morale ed esistenziale (danni non patrimoniali) e dei danni patrimoniali subiti.

Assistenza legale gratuita agli esposti

Gli esposti ad amianto o ad altri cancerogeni che hanno contratto una patologia possono rivolgersi ad ONA – Osservatorio Nazionale Amianto. Come già accennato ONA si occupa da decenni di prevenzione in tutte le sue forme, compresa l’assistenza legale gratuita alle vittime di agenti patogeni. Ha particolare esperienza nell’assistere le vittime del dovere e offrire assistenza legale gratuita alle vittime di Comparto Sicurezza e Forze dell’Ordine.

L’ONA, grazie ad un pool di avvocati guidati dall’Avv. Ezio Bonanni, presidente ONA, permette di ottenere i risarcimenti e i benefici previsti dalla legge e fornisce assistenza per la valutazione del rischio amianto e successiva bonifica. Chiedi una consulenza gratuita al numero verde 800.034.294 o compilando il form.

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