La Guardia di Finanza è una forza di polizia italiana a ordinamento militare che fa parte del Comparto Sicurezza. La funzione principale riguarda gli ambiti economico e finanziario. Il comandante, nominato politicamente e facente parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, svolge incarichi di alta direzione. Nel corso degli anni, questo corpo speciale è stato esposto a contatto con diverse sostanze pericolose per la salute e altamente cancerogene, subendo dei danni.

Per questo l’Osservatorio Vittime del Dovere, sotto la guida del suo presidente l’Avv. Ezio Bonanni, insieme anche al supporto dell’Osservatorio Nazionale Amianto, offre supporto sanitario e legale senza costi

Obiettivi e funzioni della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza ha come obiettivi principali la prevenzione, la scoperta, la tutela e la segnalazione di evasioni e violazioni finanziarie. I suoi compiti riguardano il controllo del rispetto delle norme che tutelano l’interesse economico e politico dello Stato, oltre alla vigilanza su questioni ambientali. Le funzioni specifiche sono disciplinate dal Decreto Legislativo 19 marzo 2001, n. 68.

Tra le principali attività della Guardia di Finanza si annoverano:

  • il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale tramite programmi mirati di verifica e controllo;
  • la repressione del gioco illecito;
  • la lotta alle frodi negli incentivi nazionali e comunitari;
  • controlli accurati sulle spese pubbliche, comprese quelle sanitarie, previdenziali e degli appalti;
  • il contrasto alla corruzione e agli altri reati contro la Pubblica Amministrazione;
  • la tutela della proprietà industriale e la lotta alla contraffazione e alla pirateria.

La struttura della Guardia di Finanza

Al vertice troviamo il comandante generale della Guardia di Finanza. Di nomina politica, avolge la funzione di alta direzione della globale attività istituzionale. Fino al 2010, la nomina spettava per legge a un generale di corpo d’armata dell’Esercito Italiano, anziché a un ufficiale proveniente dalla Guardia di Finanza. La legge 3 giugno 2010 n. 79 stabilì, invece, che anche i generali di corpo d’armata della Guardia di Finanza potessero ricoprire il ruolo di comandante generale. C’è poi il comandante in seconda.

Per lo Stato Maggiore al vertice c’è il capo di Stato maggiore (con il grado di generale di corpo d’armata), e l’Ufficiale di collegamento con il Dipartimento delle Finanze (con il grado di generale di brigata).

Per l’esecuzione del servizio, sono stati previsti come reparti territoriali:

  • 6 Comandi Interregionali (nelle sedi di: Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Palermo), retti da generale di corpo d’armata;
  • 19 Comandi Regionali retti da generale di divisione;
  • 105 Comandi Provinciali e 1 Comando Territoriale (nella sede di Aosta), retti da generale di brigata/colonnello;
  • 15 Reparti Operativi Aeronavali, che hanno alle dipendenze una o più Stazioni Navali e, di norma, una Sezione Aerea;
  • 28 stazioni Soccorso alpino della Guardia di Finanza (SAGF) nelle zone montane.

I compiti dei comandi nuclei speciali

Parallelamente ai comandi territoriali, con competenze specialistiche in ambito nazionale ci sono poi il Comando dei reparti speciali, dal quale dipendono, al comando di generali di brigata, e il Comando tutela Economia e Finanza che è diviso in nuclei:

  • nucleo speciale entrate, che opera in materia di entrate del bilancio nazionale e degli enti locali;
  • Speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie: si occupa di controllo della spesa pubblica, contrasto alle frodi al bilancio comunitario, danni erariali, contrabbando e verifica delle uscite del bilancio nazionale e degli enti locali.
  • Nucleo speciale polizia valutaria: garantisce la sicurezza dei mercati finanziari e interviene in ambiti quali il riciclaggio di denaro, i trasferimenti internazionali di capitali, l’intermediazione finanziaria, l’usura, la gestione dei mezzi di pagamento, il finanziamento al terrorismo e la tutela del risparmio, oltre a contrastare gli illeciti disciplinati dal testo unico bancario.
  • Speciale antitrust: garantisce il rispetto delle regole del mercato.
  • Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (S.C.I.C.O.): coordina le attività investigative contro la criminalità organizzata.

A questi si aggiunge il Comando unità speciali, che include:

  • Nucleo speciale anticorruzione: principale referente per l’Autorità nazionale anticorruzione.
  • Speciale commissioni parlamentari d’inchiesta: cura la collaborazione con le omonime commissioni parlamentari.
  • Nucleo speciale frodi tecnologiche e tutela della privacy: interviene contro reati economico-finanziari online e crimini informatici (hacker e cracker).

Infine, il Nucleo speciale beni e servizi, da cui dipendono:

  • Nucleo per l’energia e il sistema idrico.
  • Nucleo speciale tutela proprietà intellettuale, comprendente il Gruppo anti-contraffazione e sicurezza dei prodotti.
  • Nucleo speciale radiodiffusione e editoria.
  • Finanzieri della Scuola Alpina in uniforme da rocciatore.
  • Vedette del ROAN di Livorno.

Guardia di Finanza: i reparti aeronavali

Il Comando Aeronavale Centrale è diretto da un tenente generale ed è a capo del Comando Operativo Aeronavale (COAN), che comprende un Gruppo Esplorazione Aeromarittima e tre Gruppi Aeronavali (GAN) dislocati a Taranto, Messina e Cagliari, responsabili della conduzione e del coordinamento delle operazioni di vigilanza aeromarittima a livello nazionale. A fianco operano anche il Servizio Navale e il Servizio Aereo della Guardia di Finanza.

Infine ci sono un Comando logistico aeronavale e 15 Reparti Operativi Aeronavali (ROAN), ciascuno diretto da un colonnello, che gestiscono e coordinano le attività specialistiche dei reparti marittimi e aerei su base regionale.

Rischi da amianto e altre sostanze per la Guardia di Finanza

I dipendenti della Guardia di Finanza possono andare incontro a molteplici fattori di rischio durante lo svolgimento delle loro attività, entrando in contatto o inalando sostanze cancerogene come uranio impoverito, radiazioni ionizzanti e gas radon.

Tra queste, l’amianto rappresenta un pericolo particolarmente grave, come confermato dall’ultima monografia IARC. L’asbesto (altro nome dell’amianto) è stato ampiamente utilizzato sulle navi e sugli elicotteri, e materiali come l’eternit (cemento-amianto) hanno ricoperto diversi edifici della Guardia di Finanza, restando in alcuni casi ancora presenti.

Le malattie asbesto correlate sono purtroppo numerose tra il personale. Tra i casi più noti vi è quello di Antonio Dal Cin, finanziere di Sabaudia, che ha sviluppato asbestosi e, grazie all’avvocato Ezio Bonanni, ha ottenuto lo status di vittima del dovere e un risarcimento significativo dopo anni di battaglie legali.

Per questo, l’ONA sollecita la bonifica e la messa in sicurezza dei siti contaminati e promuove una maggiore sensibilizzazione sulla materia. Le azioni preventive si articolano in tre livelli fondamentali:

  1. prevenzione primaria – bonifica dei siti e rimozione dei materiali pericolosi;

  2. prevenzione secondaria – sorveglianza sanitaria costante del personale esposto;

  3. prevenzione terziaria – tutela legale dei propri diritti e accesso a risarcimenti e benefici.

Tutela e diritti del personale della Guardia di Finanza

vittime del dovere

Ogni membro della Guardia di Finanza che subisce danni alla salute a causa del
lavoro ha diritto al riconoscimento della causa di servizio e allo status di vittima del dovere. Questo riconoscimento permette di accedere alla  pensione privilegia, equo indennizzo e a una serie di ulteriori benefici, tra cui:

  • speciale elargizione;
  • assegno mensile vitalizio;
  • speciale assegno vitalizio;
  • incremento del 7,5% della retribuzione pensionabile;
  • aumento figurativo di 10 anni dei contributi ai fini pensionistici e della buonuscita;
  • esenzioni fiscali IRPEF sulle prestazioni;
  • diritto al collocamento obbligatorio con precedenza e preferenza a parità di titoli;
  • borse di studio esenti da imposizione fiscale;
  • esenzione dalla spesa sanitaria e farmaceutica, inclusi i farmaci di fascia C, anche per i familiari;
  • assistenza psicologica a carico dello Stato;
  • esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti relativi alla liquidazione dei benefici.

Il titolo di vittima del dovere non si estingue

Lo status di vittima del dovere ha sancito la Corte di Cassazione con sentenza 17440 del 2022, non va in prescrizione. In molti casi, durante diversi procedmenti penali dell’avvocato Bonanni, l’avvocatura di Stato aveva sostenuto la prescrizione dello status di vittime del dovere, decorsi i 10 anni. Così non è.

La Cassazione ha stabilito che a decadere, dopo 10 anni, è soltanto il diritto ai ratei dello speciale assegno vitalizio mensile e dell’assegno vitalizio mensile. Il termine è quindi decennale ma solo per i ratei antecedenti i dieci anni dalla domanda amministrativa.

Altre prestazioni spettanti alle vittime

Ai lavoratori spetta la possibilità di ottenere una rivalutazione del periodo contributivo. L’applicazione del coefficiente contributivo 1,5 consente di anticipare il diritto alla pensione e di incrementare l’importo della prestazione pensionistica. Anche se la patologia non si è manifestata, il lavoratore può comunque richiedere la rivalutazione contributiva, a condizione di dimostrare un’esposizione ad amianto o ad altre sostanze nocive per almeno 10 anni, con una concentrazione superiore a 100 ff/l (a condizione che abbia depositato la domanda entro il 15.06.2005). Chiarisce quest’ultimo punto l’Avv. Ezio Bonanni:

Con la legge 326 del 2003 è stato inserito un termine di decadenza alla data del 15 giugno 2005, entro il quale andava fatta la domanda all’Inail, termine che non si applica a chi al 2 ottobre 2003 aveva maturato il diritto a pensione, anche grazie all’aggiunta dei contributi dell’amianto, e coloro che avevano già in piedi la procedura amministrativa. Chi era sottoposto alla nuova normativa e non ha fatto la domanda entro i termini è decaduto. Salvo casi nei quali ci sono patologie asbesto correlate e che se riconosciute determinano anche il diritto ai benefici contributivi erogati dall’INPS“.

Al di là delle indennità previste, le vittime del dovere hanno diritto a un risarcimento completo dei danni, comprendente sia quelli patrimoniali sia quelli non patrimoniali. In caso di decesso, il risarcimento viene riconosciuto agli eredi, i quali possono ricevere sia i danni derivanti dalla perdita sia eventuali danni diretti a loro spettanti.

Il finanzierie Antonio Dal Cin e la tutela dei diritti

Il finanziere di Sabaudia, Antonio Dal Cin, è stato colpito da asbestosi all’età di 44 anni. Da quel momento, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha iniziato una lunga battaglia giuridica per ottenere un adeguato riconoscimento. La sua vita è stata completamente stravolta dalla malattia. L’uomo, infatti, nel 2014, circa un anno dopo la diagnosi, è stato dichiarato inidoneo al servizio, non ha quindi più potuto lavorare, ma nello stesso tempo per anni non ha ricevuto indennità e risarcimenti del danno. Per lungo tempo, insieme alla moglie, pure malata, hanno fatto fatica a andare avanti e a crescere i loro due figli.

Inoltre, la paura di aggravarsi e di doverli lasciare, non lo ha più abbandonato, causandogli anche un’enorme sofferenza psicologica e più in particolare un disturbo ansioso disadattivo con tratti di labilità e ambivalenza emotivo affettiva. Dopo diverse sentenze vinte dall’avvocato Bonanni e un risarcimento immediatamente esecutivo lo studio legale ha dovuto persino contestare al Ministero dell’Interno il mancato pagamento. La somma, che finalmente potrà portare un po’ di serenità, è stata ottenuta soltanto nel 2022.

Marco Sedda, vittima del dovere per ispessimenti pleurici

Un altro finanziere ha ottenuto, nel 2022, lo status di vittima del dovere per asbestosi. Si tratta di Marco Sedda, che ha svolto servizio come elicotterista tra il 1984 e il 1990 presso lo Squadrone Autonomo Misto di Alghero. Le fibre di amianto cui era stato esposto si trovavano anche all’interno della caserma “Campo Marzio” della Guardia di Finanza di Trieste, sede in cui Sedda ha operato fino al 2008. Inoltre, gli interventi di rimozione effettuati nel 2002 non risulterebbero eseguiti secondo le norme vigenti.  A causa dell’amianto, oltre agli ispessimenti pleurici e alle placche pleuriche, Sedda avrebbe sviluppato anche una sindrome delle apnee ostruttive di grado lieve.

La Corte d’Appello di Trieste ha riconosciuto il diritto del 59enne a essere inserito nell’elenco delle vittime del dovere, con conseguente accesso ai benefici previsti dalla legge. Inoltre, ha condannato i Ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia al versamento dell’elargizione dovuta. In seguito al riconoscimento di un’invalidità del 4%, a Sedda spetterà un importo una tantum pari a 2.000 euro per ciascun punto di invalidità — quindi 8.000 euro complessivi — oltre a tutti gli ulteriori benefici correlati.

Avrà inoltre diritto al prepensionamento, e l’avvocato Bonanni, che lo assiste, ha precisato di star valutando un’azione risarcitoria attraverso un procedimento dinanzi al TAR, nonché un eventuale ricorso in Cassazione. Secondo la giurisprudenza più recente, vi è infatti il diritto a includere nella lesione anche la sofferenza morale.

Guardia di Finanza: le altre cause in corso

Ad un maresciallo del Corpo proveniente da Firenze, con una invalidità più grave, del 25%, è stato riconosciuto il titolo di avente diritto ai benefici previsti per le vittime del dovere, con un’erogazione speciale pari a 50mila euro, assegni mensili vitalizi di 1500 euro e gli arretrati maturati dalla data della domanda, per ulteriori 120mila euro.

Il ricorrente, oggi 75enne, ha prestato servizio presso la scuola nautica del Corpo a Gaeta, per poi essere impiegato nelle unità navali di Taranto, Palermo e Porto Santo Stefano.
La sentenza è dell’aprile del 2022 e, insieme a tante altre vinte dall’avvocato Bonanni, dimostra ancora una volta come l’amianto fosse presente sia sulle unità operative che negli edifici del Corpo e che i militari non furono informati dei rischi, né forniti di adeguate misure di prevenzione.

L’ONA assiste coloro che rientrano nella categoria delle vittime del dovere e dell’amianto, offrendo un supporto integrato di tipo sanitario e giuridico.
Si può chiedere una iniziale consulenza contattando il numero verde 800.034.294 oppure inviando una richiesta tramite l’apposito modulo.

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