In questa guida parliamo di diossina, una sostanza tossica in grado di causare il cancro e tante altre malattie e danni alla salute. Purtroppo se ne sente parlare troppo spesso, in occasione di incendi e malfunzionamenti delle discariche. Infatti può essere prodotta non intenzionalmente dall’incenerimento dei rifiuti.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto difende le vittime di cancerogeni sul posto di lavoro. Le vittime e i loro familiari hanno infatti diritto ad una serie di prestazioni previdenziali e al risarcimento integrale dei danni subiti.

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Che cos’è la diossina? Una sostanza pericolosa

La diossina è una sostanza chimica estremamente tossica e diffusa nell’ambiente. Ha una struttura molecolare composta da due anelli benzenici collegati da ossigeno e atomi di cloro in varie posizioni.

È parte di una famiglia di composti tossici chiamati diossine e furani. La TCDD, nota anche come diossina di Seveso, è la più tossica e è associata a gravi danni alla salute, inclusi tumori, problemi alla pelle come la cloracne, e danni ai sistemi immunitario, emopoietico e riproduttivo.

La diossina è stata collegata a eventi tragici come il disastro di Seveso nel 1976 e l’uso dell’agente Orange durante la guerra del Vietnam, che ha causato danni sanitari significativi agli abitanti delle zone colpite.

Quali sono i danni alla salute dell’esposizione alla diossina?

La diossina è ben nota per la sua natura cancerogena, causando tumori come linfomi, cancro al fegato e alla mammella, oltre a disturbi tiroidei, endometriosi, diabete e danni agli apparati immunitario, emopoietico e riproduttivo.

Un segno distintivo di un’intossicazione acuta da diossina è la cloracne, una condizione cutanea simile all’acne giovanile che può comparire in seguito a un’esposizione massiccia al tossico.

La pericolosità della diossina è stata confermata non solo attraverso studi scientifici, ma anche osservando gli effetti sulla salute delle persone a Seveso e nei villaggi vietnamiti colpiti dall’agente Orange durante la guerra del Vietnam.

La diossina si accumula nel tessuto adiposo degli animali e degli esseri umani, con un’emivita nell’organismo umano di 7-11 anni, sollevando preoccupazioni per danni trans-generazionali, poiché può essere trasmessa attraverso il latte materno.

Questo processo di bioaccumulo e la sua diffusione su vasta scala, insieme alla possibilità di danni anche a dosi basse, sottolinea la necessità di considerare attentamente questa minaccia per la salute presente e futura.

Patologie da esposizione alle Dossine nel dettaglio

Le conseguenze negative sulla salute umana includono patologie come:

  • Dermotossicità (cloracne)
  • Endometriosi
  • Disturbi della funzione riproduttiva
  • Diabete mellito
  • Alterazioni del sistema endocrino
  • Teratogenicità
  • Effetti neurologici
  • Immunotossicità
  • Cancerogenicità.

Patologie correlate all’esposizione alle diossine: cloracne

La cloracne, rilevata per la prima volta nel 1897, è stata la prima manifestazione clinica associata all’esposizione alle diossine. È stata riscontrata occasionalmente tra i lavoratori impiegati nella produzione dei primi pesticidi negli anni ’30 e tra coloro che lavoravano negli impianti per la sintesi dei PCB. Il collegamento tra diossina e cloracne è stato stabilito nel 1953, quando si verificò una serie di casi gravi tra i lavoratori della BASF in Germania, risoltisi con l’eliminazione della TCDD dal processo produttivo. La malattia si manifesta con eruzioni cutanee e pustole simili all’acne giovanile, diffuse su tutto il corpo e, nei casi più gravi, persistenti per lunghi periodi.

Endometriosi e esposizione alle diossine

L’endometriosi comporta lo sviluppo di tessuto endometriale in sedi ectopiche al di fuori della cavità uterina. Diversi studi condotti su animali e nell’uomo hanno evidenziato un legame tra diossine ed endometriosi, anche se il meccanismo fisiopatologico non è ancora completamente compreso.

Diabete mellito e infertilità legati alle diossine

Nei maschi esposti alla diossina, si osserva una significativa riduzione dei livelli di testosterone rispetto ai controlli, a causa dell’azione simil-estrogenica della diossina. Ciò può portare a una diminuzione della spermatogenesi e, di conseguenza, a una riduzione della fertilità maschile, insieme a un cambiamento del rapporto tra nascite maschili e femminili, come osservato dopo il disastro di Seveso.

Aumenti dei casi di diabete mellito sono stati riscontrati tra i soggetti contaminati dalle diossine a Seveso, in Giappone, a Taiwan, in Svezia, negli Stati Uniti e in Belgio, soprattutto tra le donne.

Modificazioni al sistema endocrino, teratogenesi, impatti neurologici

Le diossine, appartenenti alla categoria degli interferenti endocrini o distruttori endocrini, costituiscono un vasto gruppo di sostanze che agiscono sul sistema endocrino a vari livelli, con particolari effetti durante la fase riproduttiva. Questi effetti vanno dalla produzione dei gameti alla fertilità, allo sviluppo fetale e alla crescita postnatale. Un esempio eclatante di questi effetti è stato l’insorgenza di numerosi casi di difetti congeniti dopo l’uso dell’agente arancio durante la guerra del Vietnam.

Queste sostanze influenzano diversi aspetti fisiologici, tra cui l’attività sessuale, la funzione tiroidea, gli ormoni surrenalici, l’asse ipotalamo-ipofisario, il sistema immunitario e altri ancora.

L’esposizione in utero può causare problemi motori e riflessi alla nascita, nonché un ritardo nello sviluppo psicomotorio fino ai due anni di età e una ridotta capacità di apprendimento.

Studi condotti su animali hanno evidenziato alterazioni nel sistema immunitario simili a quelle osservate nell’HIV, anche a livelli di esposizione comuni nella popolazione umana e animale. Inoltre, dopo il disastro di Seveso, si è riscontrata una diminuzione significativa delle immunoglobuline IgG nei soggetti più esposti, senza impatti rilevanti su IgM, IgA e sulle frazioni C3 e C4 del complemento.

Cancerogenesi e esposizione alle diossine in dettaglio

Sebbene la TCDD sia classificata come cancerogena, non è intrinsecamente mutagena, ma funge da potente promotore tumorale, accelerando la progressione del cancro una volta avviata la trasformazione neoplastica. Ciò significa che, in presenza di un agente mutageno che ha causato la trasformazione delle cellule in neoplasie, la presenza di diossina può accelerare la crescita delle cellule tumorali.

Di conseguenza, la diossina può facilitare la progressione di vari tipi di tumori, tra cui linfomi non Hodgkin, leucemie acute, mieloma multiplo, tumori al seno, tumori epatici, tumori del retto e sarcomi.

Origine e distribuzione delle diossine: le fonti

Le diossine sono il risultato di processi termici accidentali che coinvolgono materiale organico, ossigeno e cloro, solitamente derivanti da una combustione incompleta. Le principali fonti di emissione includono l’incenerimento dei rifiuti, l’industria metallurgica e settori come la produzione di diserbanti, pesticidi, vetro e ceramica, il fumo di sigaretta, gli scarichi dei veicoli, gli impianti di combustione di legna o carbone, gli incendi accidentali e le discariche abusive.

Una volta rilasciate nell’atmosfera, le diossine si diffondono con il vento, depositandosi su terreno, vegetazione e acqua. Si aggiungono alle diossine già presenti come contaminanti ambientali e, attraverso la catena alimentare, si accumulano nel tessuto adiposo di animali e esseri umani.

Esposizione umana e via di ingresso prevalente delle diossine

La principale via di esposizione umana alle diossine avviene tramite l’alimentazione, contribuendo oltre il 90% dell’esposizione complessiva, specialmente attraverso il consumo di carne, pesce, uova, latte, burro e formaggi.

La preoccupazione principale riguarda la tossicità cronica delle diossine, poiché sono scarsamente degradabili nell’ambiente e si accumulano gradualmente nel corpo umano, con un’emivita della TCDD nell’uomo che varia da 5,8 a 11,3 anni.

Prevenzione e regolamentazione in Europa

Le autorità competenti hanno adottato strategie efficaci per prevenire, monitorare e ridurre l’esposizione umana alle diossine. Nell’Unione Europea, le emissioni da nuovi impianti industriali sono state drasticamente ridotte e la tendenza è al continuo declino.

Dopo il disastro di Seveso nel 1976, la Comunità Europea ha istituito nel 1982 la “Direttiva Seveso”, ora alla sua terza revisione, che impone la registrazione degli impianti industriali a rischio e la preparazione di piani per la prevenzione ed emergenza.

Considerando che la maggior parte dell’esposizione avviene attraverso il cibo, in Europa esistono limiti di concentrazione di diossine negli alimenti, regolamentati e sottoposti a controlli regolari tramite programmi ufficiali di sorveglianza.

Approfondisci su:

US Environmental Protection Agency (EPA). Exposure and Human Health Reassessment of 2,3,7,8-Tetrachlorodibenzo-P-Dioxin (Tcdd) and Related Compounds National Academy Sciences (External Review Draft) (2004) 

European Food Safety Authority (EFSA). Results of the monitoring of dioxin levels in food and feedEFSA Journal. 2010; 8 (3): 1385

European Food Safety Authority (EFSA): Diossine e PCB

Misure preventive a livello individuale per evitare l’esposizione dannosa

A livello individuale, le azioni preventive e di controllo sono circoscritte e comprendono:

  • Limitare l’assunzione di grassi animali e alimenti di origine animale come carne, latticini e uova.
  • Adottare una dieta bilanciata e diversificata, evitando un eccessivo consumo di cibi provenienti da zone fortemente inquinate, come il pesce del Baltico.
  • Verificare l’origine degli alimenti tramite l’esame delle etichette, privilegiando prodotti provenienti da zone sottoposte a rigorosi controlli.
  • Evitare la combustione di rifiuti contenenti materiali plastici. Come precedentemente menzionato, i prodotti maggiormente a rischio includono le parti grasse, il latte e i suoi derivati, con un’attenzione particolare all’origine animale e alle condizioni di allevamento, che giocano un ruolo cruciale nella catena alimentare.

Assistenza legale e gestione del rischio

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si dedica alla tutela legale delle persone esposte all’inquinamento e ad altri agenti patogeni che abbiano contratto malattie direttamente correlate.

Non si limita soltanto alla tutela legale delle vittime, ma si impegna affinché siano rispettate le normative preventive in materia di esposizione agli agenti patogeni, al fine di salvaguardare i diritti umani, la vita e la sfera privata e familiare, come sancito dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Strasburgo.

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