Un trattamento innovativo che offre speranza ai pazienti affetti da mesotelioma pleurico è la chirurgia con chemioterapia ipertermica intratoracica, comunemente nota come HITHOC, acronimo di Hyperthermic Intrathoracic Chemotherapy.

In questa guida ci occupiamo di questo trattamento che è un elemento importante nel trattamento multimodale al mesotelioma, una delle malattie correlate all’esposizione all’amianto più aggressiva.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto si occupa da decenni di lotta all’amianto e fornisce un servizio a 360° agli esposti che abbiano ocntratto una malattia amianto: assistenza medica, psicologica e tutela legale per ottenere tutti i benefici previsti dalal legge.

Cos’è la chirurgia con chemioterapia intrapleurica?

Questa tecnica operatoria consiste nella resezione chirurgica della pleura, meglio conosciuta con gli appellativi di pleurectomia decorticazione.

In seguito, poi, viene iniettato nella cavità toracica il farmaco chemioterapico ad alta temperatura (41°C).

La combinazione di chirurgia e chemioterapia intrapleurica rappresenta un approccio terapeutico innovativo e molto importante. Infatti, la chemioterapia ad alte temperature è caratterizzata da un’azione più efficace. La chemioterapia ad alta temperatura ha infatti la capacità di penetrare efficacemente nelle aree colpite, limitando gli effetti collaterali poiché viene rilasciata in modo limitato nel flusso sanguigno. Questo permette di immergere tutti gli organi affetti dal tumore nel farmaco chemioterapico, con l’obiettivo di eliminare completamente le cellule tumorali residue. Ne consegue che il paziente riesce a ottenere un indice della sopravvivenza molto più elevato.

La procedura HITHOC ha dimostrato di essere sicura ed efficace.

Chirurgia e chemioterapia intrapleurica sono tecniche utilizzate anche per il trattamento del mesotelioma peritoneale.

Quando e come nasce questo tipo di approccio al mesotelioma?

Nell’aprile del 2021, una significativa pietra miliare è stata raggiunta con successo presso l’IRCCS Gemelli, che rappresenta l’unico ospedale nel Centro-Sud Italia a praticare questa procedura. In precedenza, il Prof. Migliore a Catania aveva effettuato con successo la stessa procedura. Tuttavia, i finanziamenti a questa metodologia sono stati interrotti dall’Azienda Ospedaliera siciliana, portando il Prof. Migliore a continuare la sua opera nel Regno Unito, lasciando un vuoto nell’offerta di questo trattamento nel Sud Italia.

Nella 16° puntata di ONA News Amorosini ha intervistato il Prof. Migliore e approfondito il tema della chirurgia con chemioterapia intrapleurica.

Chirurgia con chemioterapia intrapleurica

Come funziona la HITHOC nel dettaglio?

La macchina HITHOC inizia riempiendo gradualmente la cavità toracica del paziente con una soluzione fisiologica (salina), riscaldandola fino a raggiungere una temperatura di circa 41°C, sufficiente per indebolire le cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane circostanti. Successivamente, viene somministrata la chemioterapia (solitamente Cisplatino in combinazione con Doxorubicina) a dosaggi superiori rispetto agli standard per un periodo di circa 45-90 minuti. La chemioterapia penetra solo leggermente nel flusso sanguigno e si diffonde solo per pochi millimetri nei tessuti della cavità toracica. Infine, i chirurghi drenano i liquidi (soluzione salina e chemioterapico) dalla cavità toracica.

La procedura HITHOC rappresenta un’opportunità terapeutica preziosa da affiancare ad altri trattamenti disponibili. In passato, la chirurgia prevedeva un intervento altamente invasivo che comportava la rimozione non solo della pleura ma anche di polmone, pericardio e diaframma. Oggi si preferisce un approccio più conservativo, come la pleurectomia e decorticazione (chirurgia conservativa del polmone), che tuttavia, da sola, non è sufficiente a controllare a lungo termine la malattia.

Quando si usa la chirurgia con chemioterapia intrapleurica?

Va notato che non tutti i pazienti affetti da mesotelioma pleurico sono idonei alla chirurgia con chemioterapia intratoracica ipertermica. La scelta del trattamento dipende da una serie di fattori, tra cui lo stato di salute del paziente, lo stadio della malattia e altri parametri clinici. Per esempio, il mesotelioma epitelioide può essere operabile, mentre lo stesso non vale per il mesotelioma sarcomatoide.

L’intervento del Prof. Migliore alla conferenza ONA del 19 giugno 2018 ha ulteriormente approfondito la questione dell’operabilità del mesotelioma pleurico. La pubblicazione dell’Avvocato Bonanni, intitolata “Il Libro Bianco delle Morti da Amianto in Italia – Edizione 2022,” fornisce informazioni aggiornate su questo tema. Guardando la puntata di Ona TV su amianto, mesotelioma e malattie del lavoro è possibile seguire l’intervento del Prof. Migliore sul tema.

Mesotelioma e la sorveglianza sanitaria

Ma che cos’è di preciso il mesotelioma? Il mesotelioma pleurico è un tumore raro, ma è il più frequente tra i mesoteliomi. Colpisce infatti il 93% dei pazienti affetti da mesotelioma. Il mesotelioma è sempre associato all’esposizione all’amianto. I dati riguardanti i casi di mesotelioma in Italia sono aggiornati nel VII Rapporto RENAM sui mesoteliomi.

Solo il 10% dei pazienti sopravvive a 5 anni. Molto spesso, infatti, il mesotelioma viene diagnosticato in uno stadio avanzato che non permette un approccio curativo, ma esclusivamente palliativo. La sorveglianza sanitaria agli esposti ad amianto gioca un ruolo fondamentale nella lotta al mesotelioma. Come ricorda il Consensus Report di Helsinki, in particolare nel suo aggiornamento del 2014, sottoporre chi è esposto a controlli medici periodici è essenziale. Attraverso un’anamnesi accurata della storia lavorativa è possibile effettuare esami specifici sui pazienti a rischio, prediligendo gli individui in pensione.

Gli esami che rivelano la presenza del mesotelioma pleurico sono la TAC del torace, la PET e la toracoscopia video-assistita (VATS), che consente di effettuare delle biopsie. I sintomi che portano il paziente dal medico sono in genere l’affanno dopo sforzo e il dolore toracico, dovuti alla presenza di un versamento pleurico.

A questo proposito l’ONA ha predisposto un protocollo di raccomandazioni e linee guida condivise per il trattamento e la cura del mesotelioma. Il trattamento prediletto è sempre multimodale (chirurgia, radioterapia, chemioterapia).

L’importanza della Prevenzione Primaria nel Mesotelioma

La sorveglianza sanitaria, spesso conosciuta come prevenzione secondaria, diviene rilevante quando la prevenzione primaria non è stata applicata o ha avuto esiti insoddisfacenti. La prevenzione primaria, soprattutto nella lotta contro il rischio amianto, riveste un ruolo cruciale ed è centrata sull’eliminazione di qualsiasi forma di esposizione tramite l’attuazione di operazioni di bonifica.

L’ONA ha strenuamente sostenuto la bonifica di tutti i siti contaminati in Italia già da molti anni. Va notato che la legge del 1992 che proibiva l’uso dell’amianto non ha reso obbligatoria la bonifica, ma ha optato per un approccio di controllo del rischio amianto. Tuttavia, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è categorica nel dichiarare che l’esposizione a qualsiasi forma, durata o quantità di minerali di amianto è cancerogena per l’uomo. Questo è confermato anche dalla monografia IARC  (International Agency for Research on Cancer), che stabilisce il legame tra esposizione all’amianto e le malattie correlate all’amianto.

Al fine di agevolare le segnalazioni da parte dei cittadini e promuovere l’effettuazione delle bonifiche, l’ONA ha sviluppato l’App Amianto. Quest’applicazione rappresenta uno strumento fondamentale per contribuire alla catalogazione dei siti a rischio sul territorio, una mappatura essenziale per il monitoraggio e la gestione del rischio amianto.